Missione Konoha: l'unità notturna: il ritorno di Sabaku No KAIJU

tisy

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    Kodoku 孤独
    VJihl30¬ Anbu Code Name: Kodoku 孤独

    ¬ Villaggio: Kirigakure no sato

    ¬ Età: 16

    ¬ Grado: Anbu Medico

    ¬ Energia: Rossa
    Legenda
    ~ Parlato
    ~ Pensato
    ~ Akiji
    ~ Itami
    ~ Voce indistinta

    u9tq3Bq















    ~ Prigionieri. ~

    La sabbia si muoveva per conto suo, sembrava essere viva, e si stringeva sempre con più forza sul corpo dell'anbu con un movimento a spirale. Sentì una pressione sempre più grande opprimerlo. Contrasse i muscoli per cercare di vincere quella forza inarrestabile. Per un attimo la sabbia sembrò vacillare e il suo moto restringente si interruppe, ma riprese con uno scatto. Fu un attimo. La sabbia pareva volesse entrargli dentro. Kodoku annaspò, preso dal panico. Non poteva più nulla. Quei frammenti di minerali e rocce in una frazione di secondo generarono una tale pressione da fargli perdere i sensi. Portò un immenso dolore. Ogni molecola del suo corpo gridava pietà. L'ultima cosa che sentì fu uno schiocco secco. Una frattura. Qualcosa si era rotto.
    Una fitta che partiva dalle tempie e scendeva lungo la spina dorsale fece rinvenire Kodoku. Una sensazione fredda gli pervadeva il corpo. Rabbrividì. Cercò di riordinare i pensieri nella propria mente. Non ricordava nulla. Si sentiva frastornato. Sembrava fosse stato investito da un carro. Si contorse per il dolore, ma i suoi arti non si muovevano come egli desiderava. Percepì la morsa di una corda intorno ai polsi e alle caviglie. Le braccia erano state rigirate in modo che fossero bloccate dietro la schiena. Solo allora si rese conto di essere cieco. Aprì gli occhi e un nero panorama gli si aprì davanti le palpebre. Gli sembrò di essere tornato nell'ospedale a Konoha, dopo esser stato operato ai nervi ottici. Fu pervaso da un orribile sensazione. Avrebbe voluto urlare, ma dalla gola gli uscì un debole soffocato gemito. Il sapore di lercio gli fece capire che una stoffa gli era stata incastrata fra i denti ed era tenuta stretta da un nodo dietro la sua nuca. Iniziò a sudare. Sudava freddo. Perchè una sensazione gelida gli pervadeva la bianca pelle. Non avrebbe dovuto avere problemi con le temperature rigide, aveva il mantello, era ben vestito. Ma quel senso di freddo gli pungeva acutamente la pelle. Era nudo. Non c'era altra spiegazione. Tentò di riacquistare la calma. Non sono cieco. Ho una benda intorno gli occhi. Qualcosa mi blocca la bocca e ho gli arti immobilizzati. Come è potuto succedere? Un grugnito, forse un gemito di dolore, ebbe origine poco distante da lui. Fu scosso da un'altra sensazione di terrore. Poi si acquietò. Akiji... deve essere lui. Ora ricordo. Il ricordo della calda sabbia che lo stringeva fino a piegare la sua volontà gli balenò in mente. Siamo stati catturati. Quell'attacco è stato improvviso. Non ho potuto fare niente. Gli tornò in mente l'agghiacciante suono che risuonò nei suoi timpani prima che questi smettessero di funzionare. Mi ha spezzato le ossa? Fu scosso di nuovo dal timore di aver subito gravi danni. Si concentrò sul proprio corpo. Fu sollevato. Non sento dolore. Non eccessivamente. Deve essere tutto a posto, ma cosa era quel "crac"? La maschera! Cos'altro poteva essere? Ora era nudo la sua identità era stata celata. Come ho fatto a non pensarci prima? Mi hanno levato anche la maschera! Dannazione ora sarà tutto più problematico. Una voce lontana risuonò nella piccola stanza. ...delusa! Fino a quando non mi sarai di' impiccio Non farò gli errori di MIO FRATELLO. Lo spero per te!! La voce, quella più sicura e autoritaria fece una pausa e aggiunse con un pizzico di sadismo nel proprio tono. Non ho neppure trovato divertente ucciderlo! Un attimo di silenzio. Fratello? Cosa intendeva? Chi era a parlare? Chi non ha voluto uccidere. Inspiegabilmente tornò in mente a Kodoku la discussione avuta con quel vecchio rivenditore di organi durante il suo apprendistato per diventare medico. Fratello. Cosa sono io? Potrei essere il fratello di qualcuno? Certo! Perchè mia sorella vorrebbe farmi del male? E perchè proprio in questa occasione. Sto cercando un fuggitivo di Suna. Cosa puo' aver a che fare con il mio passato? No, non puo' essere così. Forse Akiji ha una sorella o un fratello. Scacciò subito quell'insensato pensiero dalla testa. Non era riuscito a distinguere il sesso delle voci. D'un tratto udì due pietre sfregare tra loro. Due rintocchi. Il suono sembrava essere spaventoso, anche se non vi era nulla di anomalo. Svegliati! Kodoku sentì del movimento intorno a lui. Riuscì a distinguere unicamente due suoni. La punta di un piede aveva colpito qualcosa di molle, che non opponeva resistenza. Il suono sembrava ovattato, come il piede fosse penetrato in profondità, qualunque cosa esso avesse colpito. MALEDETTO! Questa voce fu il secondo elemento che riuscì a distinguere. Era una voce sofferente e faticante. Era la voce di Akiji. ITAMI! Parlava con una disperata rabbia. UNA TRAPPOLA??? UNA TRAPPOLA??? NON ERA UNA COSA DA CODARDI?? Itami! Chi altri poteva essere stato se non lui? TRAPPOLA??? ..IO NON HO FATTO NULLA! Aveva un'intonazione divertita, la situazione era a sua favore e ciò doveva piacergli molto. I DUE IDIOTI CHE MI SEGUONO VI HANNO TESO UNA TRAPPOLA! COSA? A DIR LA VERITA L'IDEA DI ATTIRARE L'ATTENZIONE RAPENDO IL PUPONE E MIA. Il mukenin esitò, come se stesse valutando fino a che punto potesse illustrare i suoi piani. Da come proseguì sembrava certo che non avrebbero avuto la possibilità di ostacolarlo in alcun modo. La loro fine era certa. HO BISOGNO DI SOLDI PER CREARE IL MIO ESERCITO...AVREI POTUTO SACCHEGGIARE VILLAGGI.SAREBBE STATO PIU DIVERTENTE... Il suono del sua parlare era distorto da una nota di perversione. MA NON AVREI TRASCINATO VOI QUI! NO!!.NON... La voce fu interrotta di nuovo dal rumore di duro su molle. Potevo ucciderti...ricordatelo...MA POI NON L'AVRESTI VISTO! La perversione nel tono del mukenin fece inferocire Kodoku. Gliel'avrebbe fatta pagare. L'anbu sentì la punta di un piede bucargli lo stomaco. Gemette e si piegò ristringendosi per il dolore. Tossì dolorante. Di te invece non sò che farmene... Sembrò rimanere un attimo pensieroso. orse di userò per far giocare in ragazzino! Un rumore di passi riecheggiò nella stanza sigillato dal clangore prodotto dalla porta. Se n'è andato. Che pazzo sadico. Devo uscire di quì. Cercò di liberare i polsi ma la corda era troppo stretta. Non c'è soluzione. L'anbu morse con quanta più forza aveva la stoffa che aveva fra i denti. Fece pressione sull'osso del pollice. Quello incastrato fra la carne della mano. Spinse. Spinse ancora. Sentì dolore. Spinse con più veemenza. Un suono secco accompagnò uno spasmo che gli risalì lungo il braccio. Trattenne un gemito grazie allo straccio. Si era rotto il pollice, ma ora potè comodamente sfilare la corda. Liberò occhi bocca e caviglia. Subito sanò l'osso della mano con le sue capacità curative. Sospirò sollevato non appena la mano smise di languire dal dolore. Si guardò intorno. Senza bende cambiava ben poco. La stanza era microscopica ed era immersa nell'oscurità. L'unica fonte di luce trapelava dalla fessura della porta. Quelal fioca luce era sufficiente ad illuminare Akiji. Era in condizioni pietose. Gambe e braccia avevano assunto una posizione innaturale, erano, certamente, state rotte. La faccia era gonfia e livida. Croste di sangue rappreso tappezzavano la sua pelle. Come lo hanno ridotto? Quel sadico di Itami. Sono fortunato che per lui non conto nulla, altrimenti sarei ridotto anche io in quelle condizioni. Tsk. Stupido esaltato. Ha fatto un grave errore a non impedirmi di muovermi. Sperava di fermarmi con un po' di corda? Riprese la corda con cui era stato immobilizzato e la legò intorno alla gamba destra, potrebbe avergli fatto comodo più in là visto che il suo equipaggiamento era perso. Akiji, sta buono. Proverò a curarti. Kodoku gli si inginocchiò di fianco e dette via alle cure mediche. Rimediare a quei danni non fu semplice. Dopo mezz'ora l'avrebbe rimesso in condizione di camminare, ma forse non di combattere. Ultimate le cure fissò la porta. Era di legno. Non ho idea di dove siamo. Ma quì non possiamo restare. Se Itami tornerà indietro sarà per ucciderci. Mi è sembrato piuttosto sicuro di se. Scommetto che non c'è nessuno a sorvegliarci. Come posso uscire senza far esplodere la porta? Potrei aprirla manualmente. Kodoku si avvicinò alla porta. Armeggiò con la serratura, ma non aveva nè i mezzi nè le capacità per sbloccarla. Pensò ai sostegni che la tenevano i piedi, ma sembravano saldi. Imprecò. Potrei aspettare che Itami torni e colpirlo di sorpresa. Ma le dimensioni di questa stanza sono così ridotte che un mio ninjutsu colpirebbe chiunque si trovi all'interno a meno che non lo indirizzi verso l'esterno. Bloccarlo con le mie sole forze è inutile. Senza spada sono innocuo come una farfalla. Potrei bloccarlo con un genjutsu appena apre la porta. Ma sarebbe come lanciare una monetina. Ha parlato di un'altra persona che debba occuparsi di me. Inoltre ha affermato di avere due scagnozzi. Non potrei affrontare troppi avversari contemporaneamente. Devo sperare che questo buco in cui ci ha portati sia grande e il rumore di una porta che esplode passi inosservata. Farò anche due cloni che aiutino Akiji a camminare nel caso non ce la faccia. Dobbiamo essere veloci. Itami sembra pericoloso, voglio essere al meglio quando lo affronterò. Il piano era deciso. L'anbu avrebbe creato due copie per aiutare il ninja di Suna dopodichè avrebbe tentato di buttar già la porta con palla di fuoco di suprema. Anche se avesse resistito all'impatto, il fuoco l'avrebbe lentamente consumata. Stava per attuare il suo piano, quando un'idea più sensata gli balenò in mente. I bisturi di chakra! Fece scorrere il chakra lungo la mano. L'energia blu brillò nell'oscurità. Con questa posso tagliare la serratura se non la porta stessa! Farò così! Niente ninjutsu, attirerebbe troppa attenzione


     
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