Missione Konoha: l'unità notturna: il ritorno di Sabaku No KAIJU

tisy

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    Kodoku 孤独
    VJihl30¬ Anbu Code Name: Kodoku 孤独

    ¬ Villaggio: Kirigakure no sato

    ¬ Età: 16

    ¬ Grado: Anbu Medico

    ¬ Energia: Rossa
    Legenda
    ~ Parlato
    ~ Pensato
    ~ Itami
    ~ Locandiere
    ~ Anbu di Suna

    u9tq3Bq















    ~ Lietofine. ~

    Ancora una volta il flusso di chakra del mukenin fu facilmente malleabili dalle arti oscure di Kodoku. L'illusione risultò tanto semplice quanto devastante. La pallida sagoma del mukenin cadde di faccia sullo specchio d'acqua. Rimase a galla con il solo dorso della schiena. Chi fa lo spavaldo nasconde grandi debolezze. Bolle di aria uscivano dalla bocca socchiusa del ragazzo e risalivano sullo schermo di acqua. Stava affogando. Kodoku lanciò un'occhiata alla copia che con calma si avvicinò all'avversario inerme. Rimani con lui, io vado in perlustrazione. Se arriva qualcuno non sparire prima di aver capito di chi si tratta. Lasciò che il clone si occupasse del mukenin. L'anbu continuò la sua scalata verso la salvezza. Quel pallido fuorilegge era di difesa a una porta oltre la quale una ruvida scalinata in pietra portava a un altro piano a una decina di metri più in alto. Kodoku era guardingo, respirava piano. Camminava sulla punta dei piedi e maledisse le sua ossa quando rivelavano la sua posizione con un sonoro scrocchio. Rimaneva spesso fermo, immobile per cercare di captare un minimo rumore. Ma in quella prigione di pietra regnava un silenzio rumoroso. L'anbu era teso, temeva di incontrare altri avversari, forse Itami e sapeva di non essere nelle condizioni di affrontare un duello tanto impegnativo. Non ne sarebbe uscito vincitore. Sentì passi immaginari risuonare tra i vuoti corridoi, gli parve addirittura di udire riecheggiare delle voci. Lo stavano cercando. Si passò una mano sulla fronte e scoprì di star sudando copiosamente. Tirò un profondo respiro. Dannazione. Devo ritrovare la calma. Tese le orecchie: dovette separare i rumori creati dal suo subconscio da quelli reali. Ci volle un attimo e tutto quello che udì fu un vuoto e insonoro silenzio. Questo posto è troppo silenzioso. Sembra non esserci nessuno? Possibile ci abbiano abbandonato in quella cella per farci uccidere da quell'incompetente? Credevo Itami fosse interessato ad Akiji, ma a quanto pare avergli spezzato gli arti deve avergli soddisfazione sufficiente. Con rinnovato coraggio si mosse fra i nudi corridoi di pietra più agevolmente. Poteva sentire solo il suono dei propri passi. Ormai era certo che non avrebbe incontrato più nessuno. Fece capolinea in una stanza. C'erano alcune sedie intorno un tavolo rotondo sul quale erano posate dei vestiti. Kodoku li riconobbe come i suoi. Con un sospiro di sollievo si avvicinò. Rimase a un paio di metri dal tavolino e si guardò intorno guardingo. Sembra tutto troppo facile. Sconfitta la paura di un'imboscata afferrò i suoi effetti personali. Quando si rivestì, con l’imprevedibilità di un fulmine a ciel sereno, si sentì più sicuro, come se la fonte della sua forza e coraggio dipendesse dai propri indumenti. Non si sentiva a suo agio in qualcosa che non era suo. Tuttavia non aveva ancora trovato le sue armi. Prese il mantello e scoprì che sotto di esso c'erano tutto il suo armamentario: portakunai, portamedicinali, la katana nel suo fodero e la maschera anbu. Kodoku posò il mantello sullo schienale di una sedia e analizzò la maschera. Un lunga frattura ne alterava l'aspetto. Lo squarcio la divideva verticalmente in due parti più o meno simmetriche. Fece pressione su di esse e resistette. Tastò la frattura e non sembrava profonda. Non dovrebbe essere un grave danno, potrò usarla lo stesso. Mi piace sapere che ogni volta che la guarderò ripenserò a quella volta in cui non fui abbastanza svelto per evitare di essere catturato. Mi servirà da lezione. Finì di equipaggiarsi e si avvolse nel suo fedele mantello. Sentire i propri lineamenti celati dalla fredda maschera gli dava un senso di tranquillità. Scorse una porta dall'altra estremità della stanza, dallo spiraglio fra essa e il pavimento filtrava una calda luce. Quella era l'uscita. Pare che non sia rimasto più nessuno quì. Posso tornare a prendere Akiji e condurlo fuori di quì. Itami ci è fuggito, ma in compenso abbiamo un suo compagno, ma quel mukenin non è un tipo da rivelare i propri piani ai suoi sottoposti. L'anbu ripercosse la strada a ritroso. Passò nella stanza doveva il clone faceva la guardia al ninja svenuto. Kodoku prese la corda che aveva in vita e gliela lanciò. Legalo con questa. Il kage bunshin la afferrò al volo ed eseguì subito l'ordine. Il kiriano tornò a prendere il ninja di Suna. Era ancora disteso a terra. Creò ulteriori due kage bunshin. Devi fare uno sforzo, dobbiamo uscire di quì. Non è rimasto nessuna traccia dei mukenin. Akiji non rispose, evidentemente non era ancora nelle condizioni. Kodoku, allora, pensò di ricavare una barella dal legno della porta. La liberò dal muro e i due kage bunshin la presero prima che cadesse con un tonfo al suolo. Vi caricarono sopra Akiji e tutti insieme si avviarono all'uscita. Passarono nuovamente nella sala dove aveva avuto luogo il duello. Akiji vide il corpo legato e mukenin e rinvenne. è.. è quello che penso? Kodoku alzò le spalle. Sembra lavori per Itami. Se si tratta di uno degli uomini di Itami possiamo portarlo con noi. Ci avevo già pensato, Itami sembra essere sparito. Quel maledetto bastardo chissà dove si trova ora.. l'unico modo che abbiamo di rintracciarlo è interrogando questo ragazzo. L'ho lasciato in vita proprio pensando a questa eventualità. Il kage bunshin che doveva fare da guardia al prigioniero, aiutato da un quarto clone creato sul momento, si fece carico del peso morto. Raggiunsero l'uscita. Non erano molto distanti dal luogo in cui erano stati catturati. Un basso rialzamento roccioso si stagliava alla loro spalle. Lì dentro era stato scavato un rifugio che sprofondava fin sotto il terreno. Furono tutti disturbati dal cambio di luminosità. Il sole scottava sopra le loro teste. Tornarono alla locanda del villaggio. Himeko non era più lì, ma Kodoku non se ne preoccupò. Guardò Akiji mentre le sue copie lo adagiavano sul letto, non si era reso conto dell'assenza della ragazza. Meglio così, si preoccuperebbe per niente e vorrebbe cercarla. Il prigioniero fu lasciato in un angolo, ancora privo di sensi. LE quattro copie sparirono simultaneamente e Kodoku potè rilassarsi. Appena si sentì più riposato diede ulteriori cure ad Akiji. Le ferite erano quasi sparite del tutto, sarebbe stato in piena forma se fosse rimasto a riposo per uno o due giorni. Aveva riprese anche piena coscienza di se e si guardò intorno. Chiese di Himeko e guardò con preoccupazione Kodoku chiedendo spiegazioni. L'anbu si strinse nella spalle. Il viso del ninja di Suna assunse un'espressione sgomenta, ma la sua reazione fu interrotta dal rumore di nocche sul legno. Qualcuno stava bussando. Kodoku aprì la porta mentre Akiji tentava di guardare oltre di lui sperando si trattasse di Himeko. Sulla soglia c'era un uomo basso e magro con il volto deturpato dalla stanchezza accumulata in anni e anni di lavoro. Aveva i capelli corti e brizzolati. Kodoku lo riconobbe come la persona che li aveva accolti nella reception della locanda. Siete tornati alla fine! Ci stavi aspettando?Quella povera ragazza.. è tornata al villaggio per richiedere una squadra di supporto.. Oh... capisco. Sembrava parecchio preoccupata. Si, certo... immagino. Grazie per l'informazione. Una che..? Oh.. no. L'anbu chiese la porta e si voltò verso Akiji. Al villaggio ormai ci avranno già dati per dispersi e quella kunoichi avrà già pensato al peggio. Penserò io ad Himeko. Come preferisci, credo che ormai la mia missione sia finita e debba tornare dall'hokage. Attenderò la squadra di supporto e consegnerò sia te che il mukenin a loro. Akji guardò pensieroso il prigioniero. Spero solo che questo ragazzo possa condurci al luogo dove si nasconde Itami. Non coverei grandi speranze fossi in te. Nella stanza calò il silenzio. Kodoku era seduto su una sedia con gli occhi socchiusi. Tre ombre presero forma sulla finestra sospinte da una folata di vento. Il kiriano le fissò. Vide le altezzose maschere e le else delle katane sbucare oltre le loro spalle. La squadra anbu di Suna suppongo. Cosa ci fate voi quì? A parlare era il ninja mascherato al centro della formazione. Il tono di voce tradiva un certo senso di sorpresa. Sottovalutate forse il corpo anbu di Konoha? Non sono stato in grado di recuperare Itami, ma per lo meno ho tratto in salvo il vostro compagno e ho fatto un prigioniero. Sottolineò con piacere come gran parte del lavoro fosse opera sua. Suna ringrazia il tuo villaggio. Puoi tornare dalla tua kage, prendiamo noi in carico il prigioniero. Non ho nulla da obiettare. Si voltò verso Akiji. Ti ringrazio.. per avermi salvato la vita. Niente di personale, era mio compito farlo. Addio. Uscì dalla stanza lasciando il team di Suna nella stanza mentre davano inizio all'estrazione dei due ninja. Si incamminò alla volta di Konoha. Fu obbligato a passare attraverso Suna. Ripassò di fronte il maid cafè, dove Himeko lavorava. Lei stava percorrendo la stessa strada, ma dal lato opposto. Lo fermò e gli chiese informazioni. L'anbu spiegato quanto successe. Sembrò felice di sapere che Akiji era salvo. Volle sdebitarsi in qualche modo. Kodoku non voleva nulla da quella kunoichi, ma lei fu insistente e dovette cedere. Sfruttò quell'occasione per imparare una qualunque tecnica di Suna. Erano tutte inapprendibili per lui poichè richiedevano elementi che egli non aveva, quindi optò per un genjutsu. (si è parlato di questo addestramento nei post precedenti.) Potè lasciare Suna solo dopo aver padroneggiato quell'illusione. Soddisfatto si avviò verso Konoha. Faceva sempre comodo avere una freccia nella propria faretra e quel genjutsu si poteva rivelare molto utile. Arrivò a Konoha il pomeriggio del terzo giorno di viaggio dopo un viaggio privo di emozioni e avvenimenti degni di nota. Kodoku sfruttava i momenti di solitudine per riflettere. Aveva l'impressione di non fare abbastanza, c'era un senso di vuoto che gli attanagliava il cuore e avrebbe voluto colmarlo, ma non sapeva come fare. Non sapeva nemmeno da cosa fosse originato questa mancanza. Arrivò alla conclusione che doveva trattarsi del suo essere solo. Era una cosa a cui non aveva mai badato, eppure non c'erano altre spiegazione. Accettò questa sentenza più per mancanza di altre idee, ma sapeva che non poteva essere questa la verità. Un tassello importante della sua vita risultava mancante, ma non se ne rendeva ancora conto. Si diresse subito nell'ufficio dell'hokage, o meglio, un suo clone si diresse lì. Bussò e la voce della kage riecheggiò dietro la porta. Una volta dentro, la donna fu colpita per lo squarcio nella maschera del medico. Si tratta di un inconveniente del mestiere. La missione poteva prendere una brutta piega, ma si è risolta piuttosto bene per come sono andate le cose. Itami ci ha teso un'imboscata e ci ha catturati. Il team era composto, oltre che da me, da un ninja di Suna, non conosco il suo grado. Si chiama Akiji. Siamo stati imprigionati, ma sono riuscito a liberarmi. Ho catturato un mukenin al soldo di Itami e ho portato in salvo Akiji. Di Itami però non c'era traccia. Il prigioniero l'ho affidato a una squadra anbu di Suna. La donna ascoltava silenziosa, annuì con la testa e dichiarò espressamente di volere un rapporto scritto. Glielo porterò a breve. La copia sciolse il jutsu e lasciò nell'ufficio dell'hokage una nuvola di fumo. Kodoku ricevette i suoi ricordi e si diresse nella base anbu, dove avrebbe compilato il resoconto scritto della missione e poi l'avrebbe portata alla sua diretta superiore.


     
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