Missione Suna: Spedizione espressa

partecipanti: KenPo

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    << Parlato Kensei >>
    /* Pensato Kensei */
    << Parlato Sasso >>
    << Parlato altri >>


    << Sarà meglio affrettare il passo se vogliamo raggiungere il confine prima di fermarci per la notte… >> Consigliò Sasso al suo amico. Era passato poco meno di un ora da quando Kensei aveva lasciato il Sunagakure no sato per recarsi ad IWA e consegnare il pacco nelle mani dello Tsuchikage. << Si è vero… se procediamo camminando non arriveremo mai al confine per la notte… e poi seguendo la strada allungheremo di molti kilometri… >>. Kensei stava consultando la mappa e cercando di calcolare quale fosse la via più breve per raggiungere il confine con il paese delle pietre che si trovava all’incirca a metà strada tra il paese del vento e il paese della terra. << Tagliare per il deserto delle sabbie rosse mi sembra la via più breve… ma se perdiamo l’orientamento rischiamo di metterci il doppio… >>. Le alternative, secondo i calcoli del ragazzo, non erano molte. Dovevano attraversare un grande tratto di deserto bypassando la strada regolare ma questo li esponeva alle insidie che quel deserto così vasto nascondeva. << Un figlio della sabbia che a paura ad affrontare la sua terra… stai tranquillo… il mio senso dell’orientamento è eccezionale, farò in modo che tu non perda la retta via… >> Sasso sembrava particolarmente sicuro di se infatti riuscì a convincere Kensei con le sue parole. << Mi hai convinto faremo a modo tuo… ma prima fammi prendere dei punti di riferimento… >>. Kensei si guardò indietro, /*Ok… alle nostre spalle c’è l’altura che nasconde l’entrata del villaggio della sabbia…*/, poi si voltò a sinistra, /* e a destra abbiamo le montagne del paese dei fiumi */, annotò qualcosa sulla sua mappa e poi si mise in movimento in direzione del paese delle pietre. Il ragazzo teneva un andamento spedito. Correva fra le dune di sabbia mantenendo una velocità costante. Sulla schiena trasportava la giara contenente la sabbia ferrifera e il pacchetto che avrebbe dovuto consegnare allo Tsuchikage accuratamente nascosto tra la sabbia. << Correre sulla sabbia con questa zavorra sulle spalle non è proprio il massimo… >>. << Continua… Continua stiamo andando bene… >>. Kensei si voltò per controllare la sua posizione, << sembrerebbe di si… >>.

    Dopo tre ore di viaggio il sole era ormai calante. Il vento aveva aumentato la sua intensità ed iniziava ad essere particolarmente fastidioso. La sabbia picchiava insistentemente sul volto del giovane ninja spinta con forza dal vento. /* Dannato vento!!! */. Il ragazzo si fermò di colpo, poggiò la giara a terra e da una sorta di tasca laterale di stoffa fissata ad essa prese un grigio mantello con tanto di cappuccio e lo indossò stizzito coprendosi la testa con il cappuccio. Si guardò a torno notando che ormai l’altura del Sunagakure no sato era ormai quasi scomparsa alle sue spalle. Per fortuna le cime delle montagne del paese delle pietre si iniziavano ad intravedere in lontananza.

    << Continuiamo così… sento già l’odore dell’aria di casa… >>. << Ah si… E quale sarebbe la tua casa?… >> Domandò Kensei rimettendosi in cammino. << Beh… mi sembra ovvio… il Paese delle Pietre! Non è da li che vengono tutti i Sassi? >> disse Sasso ridacchiando. << Sei il solito Idiota… >>. Il viaggio continuava, su è giù tra quelle dune di sabbia dalle sfumature scarlatte.

    Dopo poche ore di marcia continua, il sole era ormai calato lasciando il posto alla debole luce della luna che ormai era divenuta l’unico punto di riferimento per il giovane ninja che ormai era giunto al confine tra il paese del vento e il paese delle pietre.

    Il paesaggio era cambiato radicalmente, dalle distese di sabbia solitarie alle dure rocce della nuova regione. Il confine naturale che separava quei territori era talmente ben visibile che Kensei non ebbe necessità di verificarlo sulla mappa. Con il calare della notte il vento si stava calmando lentamente. Kensei aveva imboccato una strada battuta costeggiata da dei pini a grande fusto che, stando alle indicazioni della mappa, attraversava l’intero paese delle pietre fino ad arrivare al paese della terra. Anche se il sentiero era una delle vie principali e più frequentate, l’ora era tarda e di conseguenza il ragazzo era una dei pochi a percorrerla in quel momento. << Possiamo ritenerci soddisfatti… Non ci siamo persi nel deserto… Siamo in perfetto orario sulla tabella di marcia… direi che ci meritiamo una bella notte di riposo, ma prima ancora direi che ci meritiamo una ricca cenetta, dopotutto ancora non abbiamo festeggiato il nostro primo incarico… >>. Già pensava al meritato riposo che sarebbe stato la ciliegina sulla torta di una giornata ben iniziata.

    Dopo pochi chilometri percorsi su quel sentiero solitario Kensei scorse in lontananza le invitanti luci di una struttura che aveva tutta l’aria d’esser una locanda. << Forse ci siamo… Dopo tutto questo correre e camminare mi è venuta una fame assurda… >>.

    L’edificio era finemente costruito in roccia, era suddiviso su due piani, al piano terra c’era la locanda ed il piano superiore era adibito alle camere per gli ospiti. Kensei si avvicinò alla porta della locanda, alzò lo sguardo verso l’insegna, /* Alla casa di roccia…. Uhm… sembra invitante… */. Il sottile vociferare proveniente dall’interno della locanda di colpo aumento quando il ragazzo aprì la porta per entrare. Numerosi tavoli erano disposti in modo sparso ed erano quasi tutti occupati. Viandanti, mercanti e lavoratori della zona, erano questi i clienti abituali della locanda “Alla casa di roccia”. Sul fondo della sala c’era un bancone dove il locandiere serviva da bere ai suoi ospiti coadiuvato da quattro cameriere che giravano fra i tavoli prendendo e servendo le ordinazioni dei vari clienti. Sul retro del bancone, una porta conduceva ad una stanza adiacente che dal profumo che ne fuoriusciva era facilmente intuibile che fosse la cucina. /* Che buon profumino… non vedo loro di assaggiare il loro Ramen… */. Kensei si tolse il cappuccio mettendo in mostra il copri-fronte ed avanzò nella sala in cerca di un tavolo libero. Ne trovò uno nel centro della sala, poggiò a terra la giara vicino al tavolo, si tolse il mantello e lo ripose nella tasca sulla giara e si sedette in attesa di una cameriera. << Salve ninja della sabbia, che cosa le posso portare? >> Una bionda ragazza, sulla trentina, si era avvinata al tavolo del ragazzo per prendere la sua ordinazione. Indossava un vestito lungo e bianco e teneva i suoi lunghi capelli raccolti sopra la testa come le sue colleghe, probabilmente era la loro divisa. Kensei sorrise e senza esitare reclamò il suo tanto atteso pasto, << Allora… vorrei la porzione di Ramen più grande che avete … uhm… Ramen con carne… e una caraffa d’acqua… Bella grande anche questa… Sai! Ho fatto molta strada oggi, devo recuperare… >>.<< Come desidera… >>. La ragazza fece un mezzo inchino e si congedò. << Non era male la ragazzo vero? >>. << Niente a che vedere con la bellezza di Momo… >>. Kensei e il suo amico immaginario, Sasso, parlavano apertamente, senza timore che qualcuno lo vedesse parlare solo. In quel trambusto di voci non sarebbe stato semplice notarlo, considerando anche il fatto che la maggior parte dei presenti erano decisamente ubbriachi. L’attività frenetica delle cameriere che andavano e venivano dalla cucina con caraffe di vino e boccali di birra in quantità era un altro segnale che la serata era ad una fase avanzata. Infatti, considerando la tarda ora, quasi tutti gli ospiti della locanda avevano mangiato e di conseguenza bevuto in abbondanza, ed ora pareva non avessero la minima intenzione di smetterla. Kensei si guardava attorno, alle sue spalle notò due tizzi decisamente grossi e decisamente ubbriachi che discutevano su qualcosa ma le loro parole erano cosi confuse che Kensei non riuscì a comprenderle.

    << Ecco a lei! >> La cameriera adagiò sul tavolo una ciotola dalle dimensioni enormi. Era un insalatiera piena di Ramen. Il profumo era talmente buono che Kensei ringraziò velocemente la ragazza e iniziò a mangiare con estrema voracità la sua cena. /* Wow… che buona… */. Divorò più di metà ciotola nel giro di pochi minuti. Era piccolo ma quando si trattava di mangiare non era secondo a nessuno.

    Nel mentre alle sue spalle la discussione fra i due uomini sembrava essersi calmata fin quando uno dei due uomini si alzò dalla sedia barcollante per poi chiamare la cameriera che subito accorse. << Eccomi, Toma… >> Disse la cameriera e considerando il tono colloquiale che usò era facile pensare che fosse un cliente abituale. << il mi… …o ami… …co qui non crede che tu… uscirai con me… >> l’uomo barcollante sbiascicò parole di difficile comprensione. << ancora con questa storia Toma… lo sai che non esco con i clienti… >> replicò la ragazza. Alche, l’altro uomo ancor più barcollante si alzò e come se avesse completamente ignorato le parole della ragazza replicò al suo amico, << Basss..tardo… ti ho dettto che Saya us…scirà con me!!! >> disse, poi ondeggiando con il busto all’indietro e poi in avanti sferrò un pugno al suo amico colpendolo in pieno volto. Toma incassò il colpo barcollando all’indietro, il boccale di birra che teneva in mano schizzo addosso ai tavoli adiacenti attirando l’ira delle persone sedute e lui cadde colpendo Kensei alla schiena. La sedia del ragazzo sbalzò in avanti dal colpo, per “effetto domino” il tavolo si ribaltò gettando la ciotola di Ramen in avanti contro un altro tavolo. Kensei preso alla sprovvista cadde, andando a finire sotto il tavolo. Quando alzò la testa vide il caos. Tutti quelli seduti nelle vicinanze si erano alzati ed avevano iniziato a picchiarsi a vicenda. La maggior parte di questi era concentrata su Toma e il suo amico che nonostante tutto continuarono a picchiarsi a vicenda. Kensei si alzò da terra osservando il suo tavolino, /* Ma che cavolo… il mio Ramen… */, poi venne spinto alle spalle da qualcuno e come una reazione a catena andò a sbattere contro qualcun altro. << Fermatevi!!! Dannazione!!! >> urlo Kensei senza ottenere alcun effetto.

    Saya era rimasta convolta nella rissa ed era caduta a terra e rischiava seriamente di rimanere travolta da qualche ubbriaco. Il ragazzo la vide e come prima cosa corse in suo aiuto. Schivando agilmente gli uomini in rissa, raggiunse la ragazza e la aiutò a rialzarsi poi facendogli da scudo la scortò fuori dalla rissa. Dopo aver portato la cameriera al sicuro tornò nel mucchio con l’intento di sedare la rissa. Tentò di immobilizzare gli uomini ma erano troppi ed erano davvero fuori controllo per quanto alcol avevano nelle vene. Erano talmente ubbriachi che i loro colpi non erano impegnativi per Kensei che comunque ne prese diversi. /* come diavolo faccio a bloccarli tutti…*/ Kensei cercava una soluzione per far concludere velocemente e senza feriti la rissa ma non ne trovò fin quando al suo al suo amico immaginario venne una bella idea. << Non li vedi? Sono così ubbriachi che se cadono a terra non si rialzeranno fino a domani… Secondo me con un bel Flash ne puoi stendere parecchi… >>. << Ok proviamo... >>. Kensei afferrò una palla di luce dal suo porta-Kunai e la lanciò nel mezzo della rissa. L’ondata di luce accecò gran parte della sala, quantomeno tutta quella parte coinvolta nella rissa. Toma e il suo amico furono i primi a barcollare all’indietro per poi perdere l’equilibrio e cadere portandosi dietro altri uomini rimasti accecati dal Flash. I pochi rimasti in piedi furono stesi dal ninja che così riuscì a sedare la rissa. Lo scenario non era dei migliori, sedie rotte e tavoli rovesciati, più di dieci uomini stesi a terra, ma per fortuna nessuno di questi ferito in modo grave. Ci sarebbero volute parecchie ore di straordinario da parte del personale della locanda per sistemare il caos generato dalla rissa, ma questo faceva parte degli inconvenienti del mestiere.

    A rissa conclusa Kensei raccolse la sua roba e si diresse dal locandiere, << Vorrei una stanza per la notte… ho proprio bisogno di riposare ora… pagherò tutto domattina se per lei va bene… >>. << Certamente signor ninja… ecco la sua camera… la ringrazio di aver fermato la rissa ed aver limitato i danni… >> Concluse il locandiere passandogli la chiave della stanza.

    Giunto nella stanza Kensei si lasciò andare, gettò a terra la giara e si buttò sul letto sfinito. La stanza era piccola ma molto accogliente. La luce lunare che filtrava dal vetro della finestra e una piccola lampada ad olio, illuminavano quel poco che bastavano la stanza senza affaticare gli occhi stanchi del ninja che ora cercavano solo il riposo. /* Finalmente posso riposare… */ pensò Kensei mentre si godeva il suo letto, ma ancora non sapeva che probabilmente la sua giornata non era ancora terminata. << Sono così stanco che non ricordo neanche più perché siamo qui… >>. Disse il ragazzo. << Il pacco non ricordi… per lo Tsuchikage… >>. << Ah già… il pacco… la nostra prima missione… >> borbottò con voce fioca, stava quasi per cadere preda del sonno. << Il Pacco!!!>> si alzò di scatto dal letto. << Nella giara!!! >> si girò verso di essa e in quel momento uno strano presentimento lo travolse. Corse a controllare infilando la mano nella sabbia. << Non c’è!!! >> urlò e in preda al panico rovesciò a terra tutta la sabbia ferrifera per controllare con certezza il contenuto della giara ma al suo interno non vi trovò alcun pacco, che fine aveva fatto?



    Armi utilizzate: 1 Palla di luce

    Scusami Angel ho fatto un errore con le armi nel precedente post, le provette erano 8 e costavano 5 ryo io ho scritto al contrario(5x8) si può correggere? Perdonami :grat:


    Edited by KenPo - 10/9/2014, 00:37
     
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13 replies since 5/9/2014, 14:22   227 views
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