Missione Konoha: L'anello d'oro

Partecipanti: Mokuton

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    Narrato, Pensato, Parlato, Parlato dall'Hokage, Lettera.


    Qualche giorno prima…


    Sudava impazienza. L’ennesima notte irrequieta. Era al limite delle sue possibilità e il suo stato psico-fisico ne stava risentendo. Per sua fortuna non era periodo di missioni, tuttavia aveva perduto alcune giornate che potevano trasformarsi in lavorative.
    Tutto era iniziato con dei sogni improvvisi. Incubi. Vedeva in continuazione il diario che aveva trovato in soffitta anni prima: in qualsiasi scenario possibile. Impressa nella sua mente la frase contenuta all’interno.

    Ti porterò sempre nel mio cuore, D.S.

    Era stanco e stava incominciando a spazientirsi. Non veniva a capo del perché dell’esistenza di quel diario e del perché quei sogni continuavano a tormentarlo.

    Ti porterò sempre nel mio cuore, D.S.

    Istintivamente sapeva che quel quaderno non apparteneva a suo padre ma non sapeva dare un significato a quelle che sembravano iniziali. In cuor suo evitava di pensarci, tuttavia sentiva che quella era una dedica a sua madre. Gli sembrava di ricordare che fosse suo il baule.


    In quel momento...


    Ingerì rapidamente una magra colazione di latte e frutta per poi dirigersi in salotto e aprire le finestre per areare le stanze. Una leggera brezza mattutina lo investì: alcuni brividi lungo la schiena lo fecero esitare.

    Una mattina abbastanza rigida…

    Si voltò lasciandosi alle spalle la vista del giardino e con la coda dell’occhio notò qualcosa a terra, proprio dinnanzi la porta. Si avvicinò e raccolse quella che sembrava una lettera.

    In questi giorni non ho lavorato altrimenti l’avrei…

    Interruppe all’istante i suoi pensieri non appena si rese conto che la lettera proveniva dall’ufficio dell’Hokage e riportava la data di quel giorno.

    Kodama Horokeu sei stato appena convocato per una missione di livello D: presentati nel mio ufficio per le 10.00 in punto - L'Hokage.

    Una convocazione… per le dieci…

    Sapeva benissimo di avere tutto il tempo del mondo, tuttavia controllò l’orologio del salotto.

    Dunque ci siamo. Un’altra missione. Livello D.

    Si sedette su una sedia in cucina e rilesse con calma la lettera firmata dall’Hokage in persona. Il ragazzo sapeva benissimo che si trattava del nuovo Hokage. Un certo Akira Sarutobi. Negli ultimi giorni, anche se si era estraniato più del solito dalla vita del villaggio, non poté fare a meno di sentire le voci che giravano, anche ufficialmente. Era impossibile che per un abitante del villaggio una successione di Hokage passasse inosservata e in silenzio. Non era stato convocato a nessuna manifestazione ed ignorava comunque l’esistenza di eventuali.
    Attese qualche minuto con la mente altrove. Passò in rassegna tutte le finestre precedentemente aperte e le chiuse. Si ritrovò fuori casa, alla luce di un giovane sole. Si incamminò verso la residenza dell’Hokage osservando in silenzio l’apertura delle varie attività che animavano il villaggio.

    Si tratterà di una missione in solitaria?

    Non aveva idea di cosa aspettarsi dal cambio di rotta di Konoha.
    Alle dieci in punto bussò alla porta dell’ufficio.

    Kodama Horokeu. Genin.

    Ad attenderlo vi era un ragazzo dai capelli neri, espressione decisa e seria.

    Ciao Kodama. Sono stato eletto da poco Hokage e non ho avuto il piacere di conoscere tutti i genin del villaggio. Beh, quella che sto per affidarti è una missione abbastanza semplice. Alla moglie del signore feudale del Paese del Fuoco è stato rubato un anello. Il suo valore economico e affettivo è molto alto, quindi ha chiesto a Konoha di recuperarlo. Il tuo compito consisterà nel trovarlo e portarlo a me..

    Una missione di recupero… una missione di recupero?

    Dalla scrivania l’Hokage prese una mappa e la consegnò a Kodama: un punto rosso evidenziato nei pressi del villaggio.

    Stando a quanto dice la donna, l'anello lo ha perso in quella zona.. Recati lì e prova ad investigare un po'.. Confido in te.

    Il ragazzo ricevette anche una foto dell’anello in questione e senza pensare rispose.

    Tutto chiaro.

    Si congedò con una certa fretta che provava solo interiormente. Uscì dalla residenza in preda ad anomali dubbi.

    Devo recuperare un anello… di certo non ha nulla a che fare con le altre missioni che ho svolto…

    Si fermò. Scrollò la testa.

    Sono uno stupido. Le missioni di livello D sono normalmente di questo tipo. In più solo l’unico a cui è stato affidato l’incarico. Generalmente incorrere in rischi come le precedenti volte non è previsto, nemmeno dalle missioni stesse che ho svolto.

    Si mise seduto su un muretto in pietra, lontano da tutti. Ricontrollò il materiale e ripensò alle parole dell’Hokage.

    Si tratta della moglie del Signore feudale del Paese del Fuoco. Quindi l’importanza di questa missione non è per nulla irrilevante. In più mi è stato specificato che è stata derubata… ergo dovrò trovare il ladro.

    Il sole iniziò a farsi più caldo.

    Un ladro che di certo sarà abile, in quanto non si è fatto scoprire… ma allo stesso tempo stolto. Derubare la moglie del Signore feudale non è una cosa che Konoha può lasciar correre.

    Esaminò di nuovo la foto dell’oggetto in questione.

    Valore economico oggettivo, valore affettivo soggettivo.

    Aveva anche la nota autentificata per i rifornimenti per la missione. Infine memorizzò il punto sulla mappa, poco distante dal villaggio. Infilò internamente agli abiti tutto il materiale e si recò verso l’emporio.

    Uscì dall’edificio con il porta-kunai decisamente più saturo: aveva acquistato due sigilli esplosivi, sette kunai, una palla di luce, cinque metri di filo di nylon, tre metri di corda e quattro metri di bende.

    Tornò rapidamente a casa prima di lasciare Konoha.

    Dovrò indagare… sarà meglio farlo con un certo anonimato… Yōkai…

    In camera indossò l’armatura con tanto di arco applicato sulla schiena. Celò il capo sotto l’oscura parte che ricopriva il volto. Uscì dalla finestra e raggiunse il tetto. Si spostò rapidamente proprio sui tetti delle case, in direzione dell’uscita del villaggio.

    Il sentiero principale è uno soltanto.

    Fuori Konoha preferì spostarsi fra i rami degli alberi che costeggiavano quella via che lo avrebbe condotto nel luogo segnalato sulla mappa. Incrociò solo alcuni mercanti con i loro carri, che non si accorsero nemmeno del silenzioso shinobi. Dopo alcune tortuose svolte in terra battuta, si ritrovò costretto a scendere dagli alberi per superare un ponte che custodiva un piccolo ruscello. Arrivato sull’altro argine si fermò. Aveva raggiunto quel fittizio puntino rosso che gli sembrava addirittura di scorgere davanti a lui.
     
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