Missione Kiri: L'isola dei Delfini

Pt: .:Dana:.

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    Dana non credeva a cio' che vedeva. Dal porto il villaggio sembrava piccolo, ma una volta arrivati, vide che si estendeva per chilometri, era davvero grande. I ninja scesero dal carretto e dissero al signore che al momento potevano camminare a piedi e che quando gli sarebbe servito l'avrebbero chiamato. Il signore rispose che avrebbe alloggiato a casa di una cugina che abitava proprio vicino all'entrata del villaggio. Salutato il signore il team inzio' a camminare verso il centro del villaggio. Toiba era in testa seguito da Jinka e ultima, poco distante, Dana. La ragazza ammirava ogni cosa che vedeva. Nelle strade che percorsero vide hotel, locande, mercanti, inoltre erano davvero piene di gente. Dana si sorprese, non pensava che quel villaggio fosse cosi' popolato, ma, quando giunsero nella piazza, capi' il motivo. Erano capitati nel bel mezzo di una festa. Al centro della piazza vi era una piccola statua di una sirena a due teste. Da quello che riusci' ad intuire, quella doveva essere la divinitā protettrice del villaggio e quella era una festa in suo onore.

    - Non credevo che durante una missione avrei potuto vedere qualche festa.

    Il capo team si fermo' nei pressi della statua e disse loro che avrebbero cercato una locanda per la notte. I due genin acconsentirono con la testa, anche se, Dana, avrebbe voluto continuare a vacare e visitare quel posto. I ninja chiesero ad alcune locande se avevano un posto per loro ma tutte risposero che erano al completo. Cercarono per una decina di minuti un posto dove passare la notte con esito negativo. Uscirono dal decimo hotel e si stavano dirigendo verso l'undicesimo, quando Dana, si accorse che qualcosa non andava, si sentiva pedinata. La ragazzo cerco' di rimanere impassibile. Sicuramente se l'aveva notato lei anche gli altri due l'avevano fatto, cosi' colmo' i metri di distanza che li separarono e si mise a camminare affianco a Jinka. I due si avvicinarono al capo team e, ad un tratto, Jinka disse

    - Maestro se ne č accorto

    La persona che li stava pedinando era una ragazza dai capelli rossi fuoco, si manteneva a debita distanza mischiandosi con la folla di gente che vi era. Il capo team non disse nulla e continuo' a camminare. Dana non disse nulla, se il maestro si comportava cosi' ci sarebbe stato un motivo anche se era pronta a muoversi se le avrebbe impartito un ordine. A differenza della ragazza, Jinka invece sembro' impaziente di intervenire. Infatti continuo' dicendo

    - Maestro, ci segue da quando siamo arrivati al villaggio, chiedo l'ordine di intervenire

    Con queste parole, il ragazzo non dette il tempo a Toiba di rispondere e, con un salto all'indietro si diresse verso la ragazza che li inseguiva e la prese un braccio con una presa potente. Con quel gesto, il cappuccio che copriva il volto della ragazza misteriose le scivolo' via, lasciando vedere il suo volto angelico. Toiba si volto' di scatto e si diresse verso Jinka. Dana noto' il maestro arrabbiato.

    - Mmm...niente male per una mukenin

    Disse Jinka mentre guardava la ragazza che aveva catturato. Intanto Toiba li aveva raggiunti, seguita da Dana. Il maestro, con un tono quasi tranquillo disse

    - Lasciala, non č una mukenin, č la figlia del capo villaggio, lei č la mia informatrice...

    Jinka lascio' la presa, la ragazza si allontano' subito da lui spaventata. Mentre si allontanava il ninja le sfioro' i capelli e disse

    - Peccato, mi sarei divertito a torturarla...
    - Jinka, la prossima volta che agisci sensa il mio consenso, te ne torni a kiri ...comunque, si presenti anche a loro mia signora

    disse il maestro. Il volto di Jinka, che prima sembrava sadico e divertito, cambio' espressione. Quella minaccia l'aveva un po' scosso. Dana dal canto suo si gusto' la scena e abbozzo' un sorriso soddisfatto. Il demonietto che si credeva chissā chi ora era stato sgridato e messo in riga dal maestro. Intanto la ragazza cerco' di calmarsi, dopo qualche minuto riusci' a farlo e si presento' come aveva suggerito Toiba.

    - Il mio nome č Sumie, e sono l a figlia del capo villaggio, e ho 17 anni, sono qui per farvi da supporto, e sarei onorata se alloggiaste al palazzo di mio padre...

    A quelle parole Dana era felice, avrebbe alloggiato nella casa del capo del villaggio ed, immagino' che fosse una bella villa. Toiba accetto' l'invito di Sumie e iniziarono a seguire la ragazza. Jinka si teneva un po' piu' lontano dal gruppo, Dana lo noto' e rallento' il passo fino a camminargli vicino. Voleva un po' divertirsi e stuzzicarlo.

    - Complimenti ti sei fatto sgridare dal maestro
    - Sta zitta
    - La prossima volta chiedi a Zabusa di farti insegnare le buone maniere e di aspettare l'ordine prima di agire. Le avventatezze potrebbero costare la missione. Per fortuna che eri un genio.

    Dana concluse con una risata ed accellero' subito il passo, in modo da non sentire la replica del ragazzo. Con la coda dell'occhio la ninja noto' che Jinka era furioso.

    - Ben ti sta "genio"

    Lascio' perdere il suo compagno di squadra e si mise a camminare affianco di Sumie. Ci vollero una decina di minuti per arrivare alla villa. Come immaginava Dana, era davvero grande, inoltre dava proprio sul mare. Da quella posizione sembrava che potesse ammirare non solo il mare ma anche l'intero villaggio. Entrati nella villa, si diressero nella sala da pranzo, dove Sumie, offri' loro una bella cena a base di pesce. I ragazzi non rifiutarono anzi, ora che ci facevano caso avevano proprio fame. Infatti si spazzolarono via tutto quello che gli era stato servito in meno di dieci minuti. La cena avvenne in silenzio. Finito di mangiare e aspettato qualche minuto, Toiba chiese alla figlia del capo villaggio di condurli alle stanze in cui avrebbero alloggiato. Le stanze si trovarono al secondo piano. I ninja seguirono Sumie su per la rampa di scale coperto da un tappeto rosso, la ringhiera era fatta di legno in cui erano intagliati dei delfini. Giunti al secondo piano, indico' ad ognuno le proprie stanze. Quelle di Toiba e Jinka si affacciavano sul villaggio, mentre quella di Dana, che era difronte alle loro, si affacciava sul mare. Per Dana la scelta fu giusta. Voleva proprio ammirare il mare prima di dormire. Toiba congedo' i due ragazzi dicendo loro di riposare e rilassarsi e che presto avrebbero dovuto iniziare la missione. Quando il maestro scomparve in camera, Jinka e Dana si squadrarono e, senza dire una parola, distolsero lo sguardo ed entrarono nelle loro stanze senza dire una parola. Appena Dana valco' la soglia e chiuse la porta dietro di se, rimase a bocca aperta per la stanza che le era stata assegnata. La stanza era molto grande, vi era un letto matrimoniale a baldacchino con le colonne di legno in cui erano intagliate dei delfini, vi erano delle tende rosse quasi trasparenti intorno al letto. Vi era uno splendido armadio ed una poltrona. La ragazza mise lo zaino sulla poltrona e si diresse verso al balcone. La stanza non aveva delle piccole finestre, ma aveva un bel balcone che dava sul mare. Dana apri' la porta a vetri ed usci' fuori, si appoggio' sulla ringhiera e rimase a fissare il mare per alcuni minuti.

    E' un posto magnifico. Un giorno portero' i miei fratellini qui in gita, forse alla prossima festa della loro divinitā

    Con un piccolo sorriso, rientro' dentro, socchiuse la porta a vetri, si tolse gli abiti e si infilo' al caldo sotto le coperte. Ci vollero pochi minuti e la ragazza si addormento'...
     
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