Izuna Maeda

Quella di Izuna non è una storia particolarmente semplice. Figlio di due valorosi e devoti ninja (il padre militava nelle forze speciali, mentre la madre era un’insegnante jonin tra i più in vista), alla nascita diventa Jinchuuriki del Pentacoda, su volere del padre, che in lui riponeva moltissime aspettative. Orgoglioso dei propri genitori, trascorse i primi anni della sua vita maturando il desiderio di diventare un giorno come loro.
All’età di 6 anni però, il padre, inviato assieme ad altri due shinobi in un’importante missione di spionaggio, fu vittima di un’imboscata, nella quale perse la vita. L’episodio, data la natura della missione, rimase avvolto dal mistero per la maggior parte del villaggio, ma le circostanze lasciarono perplessi molti importanti shinobi del villaggio, i quali sospettarono che dietro vi fosse un tradimento. La madre, una volta venuta a conoscenza delle voci ( e senza verificarne la veridicità), decise di lasciare la carriera di ninja e impulsivamente raccontò la storia al bambino. Izuna, già pesantemente ferito dalla morte del padre, al racconto della madre si infuriò, provocando l’indebolimento del sigillo del Gobi e facendo temere il peggio. Fortunatamente Izuna riuscì a tenere a bada il demone, ma quella notizia segnò in lui un solco profondo, che in breve tempo si sarebbe trasformato nel suo Nindo: diventare Mizukage e creare un forte spirito di identificazione tra gli abitanti, prevenendo eventuali congiure o tradimenti fra gli stessi.
Facile quindi capire il motivo per cui Izuna sia un grande idealista. Aperto e disponibile con i propri amici, è incredibilmente affascinato dalle imprese dei ninja. Di suo padre mantiene un ricordo ancora vivo, lo considera un ninja forte e valoroso, leale vero il Mizukage e il villaggio, rispettoso con tutti, abile nel comando e capace di mantenere anche i più importanti segreti, morendo pur di non cederli al nemico. Izuna cerca di emularne i comportamenti, nonostante caratterialmente abbia preso l’affabilità e l’impulsività della madre. É consapevole di custodire un potere enorme all’interno del suo corpo, non facendone però parola con nessuno, sotto diretta richiesta del Mizukage.
La sua storia accademica è sempre stata ricca di alti e bassi. Momenti in cui raggiungeva risultati eccellenti, alternati ad altri in cui pensava ad altro, provocando l’arrabbiatura degli insegnanti e soprattutto della madre. In ogni caso, è sempre riuscito a rispettare le consegne e le richieste, mantenendosi in linea con il percorso accademico.