Missione Konoha: Conflitti fra Clan

† Insane † e Bouranchi

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    Missione Konoha: Conflitti fra Clan
    Partecipanti: † Insane † (Kazuo Nakamura) e Bouranchi (Kaminari no Masuta)

    CITAZIONE
    Traccia:
    Verrete immediatamente convocati nell'ufficio dell'Hokage
    Buongiorno ragazzi: il Clan Takeda del paese dell'acqua ha richiesto l'aiuto di Konoha per recuperare un antico cimelio rubato pochi giorni fa. Dovrebbe essere un lavoro semplice per due genin.
    Il Kage vi consegnerà una mappa e una sacca ciascuno.
    Dovrete incontrarvi con Mizumo Takeda, il figlio del capoclan fra 1 giorno, alle 12.00. Il luogo dell'incontro sarà il Ponte Naruto, nella sponda della nostra nazione.
    Una volta partiti mi dovrete descrivere il giorno di viaggio fino ai confini del Paese del Fuoco. Una volta arrivati al ponte, troverete un ragazzonaruto_oc__hitzumi_mashida_by_friekanhisokeda-d6mbsj1.
    Finalmente siete arrivati. Il mio nome è Mizumo.
    Fatte le presentazioni inizierete ad attraversare il ponte.
    Tre giorni fa dalla residenza di famiglia è stata rubata la lancia Ama-no-Uzume, la sacra arma che custodiamo di generazione in generazione. Sospettiamo che l'abbiano rubata i membri del Clan Shimazu.. Tuttavia non possiamo investigare direttamente o rischieremmo di creare una guerra fra famiglie.. Per questo motivo abbiamo chiesto un aiuto esterno..
    In un quarto d'ora arriverete all'altra sponda, giungendo così nel Paese dell'Acqua. Seguirete poi Mizumo in modo da arrivare al suo villaggio (se avete delle domande da porgli fatelo adesso, vi risponderò io nel prossimo post; avete piena libertà di descrizione del paesaggio; non fate però parlare Mizumo oltre a ciò che ho già detto io)
    Avete a disposizione 300 ryo da spendere gratuitamente (ricordatevi dello sconto previsto agli abitanti di Konoha)

    L'ordine dei post sta a voi. Buon lavoro :beer:


    Edited by L ~ - 19/11/2014, 15:36
     
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    Per colpa di Bouranchi richiediamo una proroga di 24h :nunu:
     
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    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Anzai
    Hokage
    Masuta
    Mizumo


    Era una splendida giornata. Il sole brillava nel cielo terso dal color azzurro acceso, la poca umidità impediva di soffrire troppo il caldo altrimenti provocato dai raggi del sole ed una leggera brezza rendeva il tutto più piacevole.
    Mi stavo allenando con l’arco nel giardino interno di casa mia, o meglio, di Anzai. Per la precisione ero nello stesso punto dove si era rotto il vaso durante l’allenamento per apprendere il soru, il quale tra l’altro è stato sostituito con uno specchio nella medesima posizione. Parliamoci chiaro, questo “specchio” non è un comune oggetto, bensì si tratta di un pezzo praticamente irriproducibile, in quanto realizzato con l’argento delle miniere di un villaggio ninja ormai scomparso. Inutile dire che gli è costato una fortuna.
    Incoccai una freccia e tesi la corda, mi concentrai esclusivamente sul bersaglio e lasciai andare la freccia che volò via con uno schiocco secco. In quel momento mio zio Anzai sbucò dal nulla con un sorriso a dir poco preoccupante.

    HEY KAZUO GUARDA LA MIA NUOVA TECNICA!!! Urlò gettandosi in avanti.

    ATTENTO IDIOTA!

    Eh? Perché mai dov- Apparentemente ignorava che avessi appena scoccato una freccia, infatti questa ci mise pochi istanti a raggiungerlo penetrandogli il cranio.

    No non è vero. Raggiunse sì il capo ma anziché perforarlo venne deviata, misteriosamente, verso l’entrata e scomparve dietro la porta. In un attimo il volto di Anzai assunse un’espressione di terrore puro, simile a quella dell’urlo di munch. Infatti se i suoi occhi avessero potuto parlare, avrebbero detto “NOOOOOUUUUUU!”
    Niente da fare, ancora una volta da dentro l’abitazione si sentì il suono di una vetrata in frantumi e sia io che Anzai sapevamo cos’era appena successo. Alcuni pezzi di vetro schizzarono fino alla soglia della porta, altri invece caddero sul pavimento della casa con un fastidioso suono di attrito tra il vetro e le pavimenta. Ecco che la storia si ripeteva.
    Mi diedi un colpo col palmo della mano sulla fronte, basito.

    E ora mi toccherà sorbirmi “l’Anzai depresso”? E che diamine…! E poi come cavolo ha fatto la sua testa a deviare una freccia scoccata alla massima potenza!?

    Mio zio cadde in ginocchio sull’erba. Il volto guardava in alto illuminato dal sole mentre una lacrima scese lentamente lungo lo zigomo destro. Un’impossibile espressione angelica era indelebile sul suo viso. Poi, il nulla. Chiuse gli occhi e svenne a terra. Che il suo spirito non fosse pronto a tale situazione? Probabile.
    Ebbi come l’impressione di vedere la sua anima uscirgli dal corpo e librarsi in aria.

    Ah. La presa bene.

    Mi persi in alcuni dei miei pensieri finché non avvertii una presenza estranea comparire vicino all’ingresso dell’abitazione. Rientrai in casa facendo attenzione a non calpestare i pezzi di vetro e mi avvicinai alla porta d’ingresso. L’aprii porta ma non vidi nessuno, anche i miei sensi non percepivano più alcuna presenza.

    Strano, ero sicuro di… e questa cos’è?

    Notai per terra una lettera che raccolsi per poterla leggere.

    …Bla bla bla…convocato seduta stante alla magione dell’hokage! Meglio non farlo aspettare! Ehehe!

    Indossai al volo i miei sandali lasciandomi alle spalle la mia dimora, ad Anzai ci avrei pensato più tardi, ora avevo di meglio da fare. Dirigendomi a passo svelto verso la magione zigzagavo tra le persone che quel giorno abbondavano in strada.
    Arrivai dopo un paio di minuti e bussai. Una voce proveniente da dentro disse di entrare e così feci.
    All’interno trovai ad attendermi, ovviamente, l’hokage. Era seduto dietro la sua scrivania, sopra la quale v’era appoggiato il copricapo del villaggio della foglia.
    I suoi occhi neri si soffermarono brevemente su di me per poi spostarsi alla mia sinistra.

    Hm?

    Qualcun altro era appena entrato nella stanza. Masuta.
    I voluminosi capelli rossi parevano fulmini cremisi per quanto erano scompigliati, l’abbigliamento era l’opposto del mio, indossava parecchi capi perlopiù neri mentre ai piedi calzava dei sandali simili ai miei.
    Silenziosamente omaggiò l’hokage chinando il capo e mi rivolse un sorriso, di tutta risposta sollevai gli occhi al cielo.
    Finalmente il kage prese parola spezzando quella suspence che si stava via via creando nella stanza.

    Buongiorno ragazzi: il Clan Takeda del paese dell'acqua ha richiesto l'aiuto di Konoha per recuperare un antico cimelio rubato pochi giorni fa.

    Furto eh? Odio questo genere di missioni.

    Dovrebbe essere un…

    No… Non dirlo…

    Lavoro semplice per…

    No no… lo sta per dire…!

    Due genin.

    L’ha detto! Ora per forza succederà qualcosa che complicherà la missione!

    Feci una smorfia che Masuta sembrò riuscire ad interpretare e rise sotto i baffi.
    Successivamente l’hokage ci consegnò una mappa e una sacca contenente i soldi per prepararci alla missione.

    Dovrete incontrarvi con Mizumo Takeda, il figlio del capoclan fra 1 giorno, alle 12.00. Il luogo dell'incontro sarà il Ponte Naruto, nella sponda della nostra nazione.

    Il ponte Naruto, eh? Capisco…

    Ci congedammo dal capo villaggio e scambiammo quattro chiacchiere mentre uscivamo dalla magione. In quel momento non indossavo neanche il porta kunai, quindi più tardi sarei senz’altro passato da casa per prenderlo.

    Masuta… ci rincontriamo…

    Si vede fosse destino, Kazuo-san.

    Tipico di voi deboli credere in qualcosa di tanto assurdo come il destino!

    Vero, da un certo punto di vista è assurdo come concetto ma diverse esperienze nella mia breve vita mi hanno portato a crederci.

    Ed io, per lo stesso motivo, non ci credo. Se davvero credessi al destino, la mia intera vita perderebbe senso e smetterei di allenarmi.

    E' bello avere a che fare con qualcuno che la pensa diversamente!

    Frase mai detta da nessuno nella storia, Kaminari. Che cosa ci sarebbe di così tanto bello?

    Il fatto che io agisca in un modo e tu in un altro ci completa, non trovi?

    Intendi forse che gli opposti si attraggono?

    Diciamo pure di sì.

    Feci spallucce.

    Comunque, prima di partire dovrei tornare a casa a prendere il mio equipaggiamento!

    Va pure, io ti aspetterò alle porte del villaggio.

    Tornato a casa trovai Anzai ancora disteso a terra, lo ignorai e di fretta e furia legai il portakunai alla vita, posizionai l’arco e faretra dietro la schiena ed uscii nuovamente, stavolta mi sarei recato in armeria. Una volta lì acquistai abbastanza kunai da riempire la tasca (otto kunai) spendendo 160 dei 300 ryo forniti dall’hokage.
    Mi diressi alla porta del villaggio e vi trovai Masuta appoggiato al muro che mi aspettava. Gli feci i pollici all’insù.

    Let’s go!

    Annuii accompagnando il gesto con una risata gutturale e ci mettemmo in viaggio, erano le primissime ore pomeridiane.

    Hey, lo sapevi che riguardo al ponte Naruto corre una vecchia nonché famosa storia? Si dice che lì un grande shinobi della Foglia abbia sconfitto quello che veniva chiamato "Il Demone della Nebbia di Sangue", un pericolosissimo ninja di Kiri, e per questo motivo il ponte sia stato intitolato a lui…

    … Il ponte di per sé consiste in una lunga striscia di cemento lunga diverse centinaia di metri e larga una decina, sorretta da molte colonne sempre in cemento poggiate sul fondale marino e lì ancorate. Agli estremi del ponte vi sono due pesanti cancelli. Però magari questa parte noiosa me la tengo per me, eheh!

    Mi è stato raccontato qualcosa in merito, anche se non così dettagliatamente. Se non sbaglio quello stesso Naruto è stato poi Hokage di Konoha.

    Già...nonostante vi fossero candidati ben più meritevoli!

    Ad esempio?

    Beh... una volta ho letto un libro che riguardava le tecniche più pericolose al mondo e... vennero citate le "otto porte"; non so se tu sappia già cosa siano, in ogni caso non sto qui a spiegartelo, ti basta sapere che l'ultima "porta" toglie la vita all'utilizzatore, eppure c'è stato uno shinobi in grado di sopravvivere all'apertura di questo cancello proibito, per così dire... Se non mi sbaglio questo ninja ha vissuto nello stesso periodo di quel Naruto. Mi pare che nel libro ci si riferiva a lui come... "La bestia verde di Konoha" o qualcosa del genere!

    Poco dopo sprofondammo nelle foreste di konoha, attraversammo per mezza giornata una moltitudine di boschi e di alberi, corremmo sotto il canto di diverse specie volatili e terrestri prima di intravedere il primo scorcio della nostra meta, ma non eravamo comunque che a metà strada circa. L’ambiente circostante non era cambiato più di tanto, la presenza di un’imminente fonte d’acqua aveva giusto aumentato il numero di piante e animali, senza modificare troppo il panorama a cui io e Masuta eravamo abituati.

    Kaminari, il sole sta tramontando. Propongo di accamparci qui.

    Ottima idea, Kazuo-san.

    Ci sistemammo alla buona in una piccola radura e ci coordinammo per i turni di guardia.
    L’indomani ci rimettemmo in viaggio e raggiungemmo l’estremità del ponte Naruto verso mezzogiorno.

    Dovremmo essere in orario…

    Ci avvicinammo ulteriormente e scoprimmo di non essere soli. Un ragazzo dai capelli bianchi che coprivano l’occhio sinistro si avvicinò a noi. L’occhio visibile era rosso, indossava una maglia smanicata bianca, dei pantaloni neri tenuti da una vistosa cintura color mattone, gli avambracci erano coperti da due grosse fasce bianche a triangoli neri. I calzari erano anch’essi neri.

    Finalmente siete arrivati. Il mio nome è Mizumo.

    Piacere, io sono Kazuo, autoproclamato genin più affidabile di Konoha.

    Io invece sono Kaminari no Masutā, molto piacere. Disse il mio compagno trattenendosi a malapena dal ridere in faccia al suo interlocutore.

    Fatte le presentazioni iniziammo ad attraversare il lungo ponte.

    Tre giorni fa dalla residenza di famiglia è stata rubata la lancia Ama-no-Uzume, la sacra arma che custodiamo di generazione in generazione. Sospettiamo che l'abbiano rubata i membri del Clan Shimazu.. Tuttavia non possiamo investigare direttamente o rischieremmo di creare una guerra fra famiglie.. Per questo motivo abbiamo chiesto un aiuto esterno…

    Mh… capisco ma… Questo ponte è dannatamente lungo! Un conto è leggere i suoi dati su un libro, un altro è provarli sulla propria pelle!

    Ci impiegammo un quarto d’ora abbondante prima di arrivare dall’altro lato del ponte. Una volta lì eravamo ufficialmente fuori dal paese del fuoco e Mizumo ci guidò fino al suo villaggio.
    Le case erano per la maggior parte basse ed in legno con i tetti spioventi, le costruzioni che potevano vantare un po’ di altezza erano ben poche. Il posto era diviso in due da un corso d’acqua (incanalato lì per mezzo di lavori dell’uomo) che scorreva quieto con diversi piccoli ponti per attraversarlo. Tutt’intorno la vegetazione cresceva fitta nonostante il cielo fosse nuvoloso.

    Ohi, Mizumo-kun! Potresti raccontarci che rapporto esiste tutt'oggi tra il clan Takeda ed il clan Shimazu? Chiese furbamente Masuta.













    Link scheda: [1]


     
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    CITAZIONE
    Pensato Kaminari no Masutā
    Parlato Kaminari no Masutā
    Parlato Kazuo Nakamura
    Parlato Mizumo Takeda
    Parlato Akira Sarutobi
    Parlato Kaminari no Uta

    Lo sapevo che avrei dovuto prendere con me gli occhiali da Sole!
    Pensò sconsolato Masutā.
    Era uscito di casa per far compere e il cielo nuvoloso del primo mattino l'aveva tratto in inganno; le nuvole s'erano diradate, sospinte da un forte vento, ed il Sole ora dominava la scena incontrastato.
    Un piacevole e mite venticello scompigliava i suoi capelli, spettinandoli ancor più di quanto già non fossero.
    Tutto sommato si sta bene, non posso lamentarmi!
    Con la borsa della spesa in mano si recò a passo svelto verso la periferia del villaggio, ove era situata la sua abitazione; dopo pochi minuti ci giunse e una volta aperto il cancelletto si diresse verso la porta d'entrata. Prima ancora di potervi mettere piede, questa si aprì di scatto colpendolo e mandandolo quasi per terra.
    Che diavolo!
    Disse seccato e sorpreso.
    Sua sorella Uta era appena comparsa ed un largo sorriso si estendeva sul suo volto.
    Fratellino! Proprio te stavo cercando!
    A qual proposito?
    Chiese Masutā sospettoso.
    Non essere così diffidente! Il fatto è che è appena arrivata una lettera per te, da parte dell'Hokage.
    Dici davvero?
    La notizia lo colse di sorpresa: era da molto che non veniva convocato dal supremo pezzo grosso del villaggio e da quando c'era stato l'avvicendamento al vertice, non ha aveva ancora avuto modo di poter conoscere il nuovo Hokage.
    Diede un'occhiata alla lettera leggendo quanto vi fosse scritto ed effettivamente era stato convocato seduta stante.
    Forse si tratta di una missione! E' passato molto tempo dall'ultima volta, devo ammetterlo...chissà se farò squadra ancora con il capitano Nimura e Ryōshu.
    In questo caso, ritengo non sia saggio far attendere oltre il nostro capo villaggio. Affido a te la spesa, Uta e mi raccomando: Megumare e papà non devono per nessuna ragione avvicinarvisi, altrimenti sarebbero capaci di prosciugare tutto quanto in pochissimo tempo.
    Lei sorrise raggiante e senza perdere tempo afferrò il sacco dalle braccia del fratello.
    Non temere, lo proteggerò fino alla morte.
    Ci conto!
    Diede le spalle alla sorella, dopodiché si diresse di gran carriera verso la magione. Il villaggio era stranamente “stretto”; molte persone si erano riversate nelle strade ed in certi punti dovette fare attenzione per non andare a sbattere contro qualche vecchietta traballante.
    Dopo qualche minuto giunse finalmente a destinazione e tenendo il passo si diresse nell'ufficio dell'Hokage.
    Ho sentito dire sia un tipo un po' strano...sono curioso!
    Una volta arrivato davanti alla porta dell'ufficio, senza nemmeno bussare mosso così tanto dalla curiosità, entrò nella stanza; la prima impressione che ebbe Masutā in merito all'uomo, è che fosse davvero molto giovane. Non dimostrava più di venticinque anni e ciò era molto strano; raramente ninja così giovani erano divenuti Hokage.
    Beh, questo è presto spiegato...maledizione!
    La capacità di Masutā di avvertire la potenza del chakra di chi gli stava difronte era entrata di nuovo in azione e senza dubbio giunse alla conclusione di trovarsi dinanzi ad un ninja terribilmente forte. Piego leggermente il capo in segno di saluto.
    Akira Sarutobi...tu rientri sicuramente nella classifica dei cinque ninja più forti che abbia mai avuto il piacere d'incontrare!
    Lo sguardo vuoto dell'Hokage lo perforava da parte a parte, come se lo stesse soppesando; in passato era appartenuto probabilmente al corpo anbu, in quanto sotto la lunga giacca nera indossava le vestigia della squadra assassina. Inoltre il suo volto, sopratutto i capelli, gli ricordavano qualcuno, o per meglio dire un dipinto che in passato aveva visto quando da piccolo si era recato con il padre nell'antico quartiere del clan Uchiha.
    Che abbia dei legami anche con loro?
    La sua attenzione venne però catturata da una presenza che fino a quel momento era passata a lui inosservata e girando il collo verso destra incontro lo sguardo sorpreso di un ragazzo vestito da artista marziale.
    Kazuo-kun!
    Rivolse un sorriso nella direzione di Kazuo e quest'ultimo, per tutta risposta, levò gli occhi al cielo.
    Sempre il solito! Se anche lui è qui, ad ogni modo, forse avrò il piacere di fare squadra con lui.
    L'Hokage prese infine la parola, spezzando il silenzio che si era andato via via a crearsi.
    Buongiorno ragazzi: il Clan Takeda del paese dell'acqua ha richiesto l'aiuto di Konoha per recuperare un antico cimelio rubato pochi giorni fa.
    Un semplice furto? Beh, d'altronde è da un po' che non entro in azione, non potevo di certo aspettarmi qualcosa di più gravoso.
    Dovrebbe essere un lavoro semplice per due genin.
    Proseguì imperterrito il Kage.
    Queste potrebbero venir interpretate come le ultime famose parole.
    Pensò ironicamente Masutā.
    Kazuo fece una smorfia a quelle parole e il genin capì che più o meno avevano pensato la stessa cosa.
    Non siamo poi così diversi, eh Kazuo-kun?
    Pensò, ridendo sotto i baffi.
    L'Hokage consegnò loro una mappa arrotolata a mo' di pergamena ed una sacca nella quale vi erano dei soldi.
    Acquisti non ne devo fare...però mi seccherebbe interrompere il boss ora; diciamo che glieli renderò più in là!
    Dovrete incontrarvi con Mizumo Takeda, il figlio del capo clan fra un giorno, alle 12.00. Il luogo dell'incontro sarà il Ponte Naruto, nella sponda della nostra nazione.
    Il ponte Naruto? Mi hanno già raccontato qualche storia al riguardo...
    Una volta che si furono congedati dal capo villaggio, si recarono all'esterno della magione e lì intavolarono una breve conversazione.
    Masutā...ci rincontriamo...
    Si vede fosse destino, Kazuo-san.
    Tipico di voi deboli credere in qualcosa di tanto assurdo come il destino!
    Vero, da un certo punto di vista è assurdo come concetto ma diverse esperienze nella mia breve vita mi hanno portato a crederci.
    Ed io, per lo stesso motivo, non ci credo. Se davvero credessi al destino, smetterei di allenarmi e la mia intera vita perderebbe senso.
    E' bello avere a che fare con qualcuno che la pensa diversamente!
    Frase mai proferita da nessuno nella storia, Kaminari. Che cosa ci sarebbe di così tanto bello?
    Il fatto che io agisca in un modo e tu in un altro ci completa, non trovi?
    Intendi forse dire che gli opposti s'attraggono?
    Diciamo pure di sì.
    Lui si limitò a rivolgergli un mezzo sorriso.
    Parlare con te non è poi così tanto noioso, te lo concedo. Se vuoi scusarmi, comunque, prima di partire dovrei fare un'altra tappa.
    Va pure, io ti aspetterò alle porte del villaggio.
    Mentre Kazuo si allontanava, Masutā si diresse verso le porte del villaggio dove avrebbe aspettato il compagno; quest'ultimo non si fece attendere molto e dopo una mezz'oretta era pronto per la partenza. Non appena gli fu vicino gli mostrò i pollici rivolti verso l'alto.
    Let's go!
    Disse, aggiungendo una risata gutturale che rese il tutto abbastanza inquietante.
    Erano le prime ore pomeridiane quando si misero in viaggio e dopo qualche minuto di cammino Kazuo si lanciò in un discorso sul luogo dove si stavano dirigendo.
    Hey, lo sapevi che riguardo al ponte Naruto corre una vecchia nonché famosa storia? Si dice che lì un grande shinobi della Foglia abbia sconfitto quello che veniva chiamato "Il Demone della Nebbia di Sangue", un pericolosissimo ninja di Kiri, e per questo motivo il ponte sia stato intitolato a lui…
    Mi è stato raccontato qualcosa in merito, anche se non così dettagliatamente. Se non sbaglio quello stesso Naruto è stato poi Hokage di Konoha.
    Già...nonostante vi fossero candidati ben più meritevoli!
    Ad esempio?
    Beh... una volta ho letto un libro che riguardava le tecniche più pericolose al mondo e... vennero citate le "otto porte"; non so se tu sappia già cosa siano, in ogni caso non sto qui a spiegartelo, ti basta sapere che l'ultima "porta" toglie la vita all'utilizzatore, eppure c'è stato uno shinobi in grado di sopravvivere all'apertura di questo cancello proibito, per così dire... Se non mi sbaglio questo ninja ha vissuto nello stesso periodo di quel Naruto. Mi pare che nel libro ci si riferiva a lui come... "La bestia verde di Konoha" o qualcosa del genere!
    Disquisirono ancora per qualche minuto sui tempi che furono e nel mentre andavano sempre di più ad inoltrarsi nelle foreste limitrofe al villaggio; per mezza giornata o quasi proseguirono in mezzo a fitti boschi dove la luce del Sole a stento riusciva a penetrare. Il continuo brusio dei volatili abitanti degli alberi li accompagnò per tutto il tempo, mantenendo i loro nervi tesi per captare rumori che si distaccassero da quel canto tanto melodioso quanto monotono. Infine giunsero in una radura e da quella riuscirono a scorgere la loro meta che però rimaneva ancora lontana almeno un'altra mezza giornata di cammino continuo. Il buio incominciava la sua lenta ed inesorabile discesa e senza pensarci troppo i due decisero d'accamparsi in quel luogo.
    Kaminari, il sole sta tramontando. Propongo di accamparci qui.
    Ottima idea, Kazuo-san.
    Sistemarono il tutto per la notte, accendendo un fuoco per tenere lontane le fiere; si misero d'accordo per i turni di guardia, dopodiché si prepararono una cena frugale.
    La notte proseguì senza intoppi e l'indomani mattina si rimisero in marcia con piglio volitivo. Nelle prime ore del pomeriggio arrivarono a destinazione e dinanzi a loro videro ergersi il grande ponte Naruto.
    E' davvero una costruzione mirabile! Complimenti all'ingegnere.
    Si avvicinarono ulteriormente al ponte e trovarono ad attenderli un ragazzo dai capelli bianchi che coprivano il suo occhio sinistro; quello destro presentava una colorazione rossa e li fissava con la pupilla immobile.
    Bello sguardo.
    indossava una maglia bianca a mezze maniche, dei pantaloni neri tenuti legati da un'appariscente cintura color mattone; gli avambracci erano invece coperti da due grandi fasce bianche a forma di triangoli neri.
    Finalmente siete arrivati. Il mio nome è Mizumo.
    Si presentò il ragazzo-ciclope.
    Piacere, io sono Kazuo, autoproclamato genin più affidabile di Konoha.
    Rispose il poco modesto compagno di Masutā; quest'ultimo trattenne a stento una risata ed a sua volta si presentò.
    Io invece sono Kaminari no Masutā, molto piacere.
    Una volta che si furono tutti e tre presentati, incominciarono ad attraversare il ponte a piedi.
    Tre giorni fa dalla residenza di famiglia è stata rubata la lancia Ama-no-Uzume, la sacra arma che custodiamo di generazione in generazione. Sospettiamo che l'abbiano rubata i membri del Clan Shimazu.
    Incominciò a raccontare il ragazzo di nome Mizumo.
    Una sacra arma...non un semplice furtarello dunque!
    Tuttavia non possiamo investigare direttamente o rischieremmo di creare una guerra fra famiglie. Per questo motivo abbiamo chiesto un aiuto esterno…
    Proseguì lui con tono serio.
    Mh...capisco ma...
    Incominciò a dire Kazuo, con in volto un'espressione incredula. Il genin guardò in avanti e credette di essere riuscito a comprendere l'espressione attonita del compagno.
    Eh già, Kazuo-kun; questo ponte sembra non finire più!
    Impiegarono un quarto d'ora buono per arrivare dal lato opposto del ponte ed una volta lì giunti, il confine con il paese del fuoco era stata oltrepassato.
    Mizumo li condusse verso il suo villaggio e dopo qualche minuti vi giunsero; le case presentavano dimensioni ridotte ed erano fatto totalmente in legno. I tetti spioventi trasmettevano una sensazione strana che Masutā non seppe come classificare.
    Il villaggio era diviso in due da un corso d'acqua artificiale; quest'ultimo scorreva placido sotto di loro mentre i tre lo aggiravano usando piccoli ponti costruiti apposta.
    Dunque è così che si presenta il paese dell'acqua...non posso ritenermi stupito, suppongo!
    Camminarono ancora per qualche minuto, quando Masutā decise di iniziare a chiedere qualcosa riguardo ciò che in un futuro prossimo si sarebbero potuti trovare ad affrontare.
    Ohi, Mizumo-kun! Potresti raccontarci che rapporto esiste tutt'oggi tra il clan Takeda ed il clan Shimazu?


    Ho postato un po' più tardi della proroga...spero non sia un problema e mi scuso per i disagi; tra scuola e vita in generale in questo periodo non riesco ad uscirne fuori :smoke:
     
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    Non sono fiscale con gli orari in cui dovete postare, tranquilli ^^ comunque Bouranchi non sei affatto in ritardo col postare perchè dopo che posta Insane tu hai tre giorni di tempo per fare lo stesso.. non devi per forza postare lo stesso giorno del tuo compagno :già: (posto io: insane ha 3 giorni di tempo per postare; posta insane: tu hai tre giorni di tempo per postare, e così via)

    Passando alle valutazioni, entrambi avete fatto dei bei post (esigo che siate sempre in squadra d'ora in poi :giu: ): riuscite a creare dei post piacevoli da leggere con i vostri dialoghi, che non sembrano fatti giusto per allungare il brodo.. e ho notato con piacere dei riferimenti al passato di Konoha :asd:
    Voto: 7,8 per entrambi
    PS: ho fatto un errore nella precedente traccia: la vostra meta non è il paese dell'Acqua, ma il paese delle Onde :fiore:
    PS 2: Bouranchi quali sarebbero i tuoi acquisti?
    CITAZIONE
    Traccia:
    Il nostro villaggio è stato fondato secoli fa dopo l'unione di tre clan: il clan Takeda, il clan Shimazu e il clan Shingen. L'unica fonte di economia nel nostro paese è sempre stata la pesca e a causa di conflitti di interessi vent'anni fa è scoppiata una lite tra il capo del clan Shimazu e quello del clan Shingen finendo poi in una guerra civile. Il mio clan è restato in disparte fino a che la famiglia Shingen non è stata completamente annientata. Nonostante la mia famiglia abbia una grande potenza bellica, temiamo una nuova guerra con il clan Shimazu.. quindi cerchiamo di evitare ogni contatto con loro.. ecco: siamo arrivati al Villaggio Tashishi.
    Arrivati al villaggio di Mizumo, il ragazzo vi porterà verso una grande edicio.
    Questa è la residenza della mia famiglia. Io, mia madre e mio padre, il capoclan, viviamo qui.
    Voi sareste i ninja inviati da Konoha, eh?
    Un uomosuisei_no_gargantia-03-fearokku-commander-leader-old_man-white_beard-salty_seadog arriverà da voi con una cartina in mano.
    Io sono Kanzaki, capo del clan Takeda. Passando subito ai fatti: questa è la mappa del quartiere degli Shimazu.. Voi dovrete controllare la zona est, dove depositano le proprie armi. La lancia Ama-no-Uzume era l'arma del mio trisavolo, Muguji Takeda, nonch'è uno dei tre fondatori di questo villaggio. Perdere in simile oggetto significherebbe cadere nel disonore più totale.
    Proprio quando starà per darvi la mappa, il portone della residenza si spalancherà, mostrando un vecchio 2010-08-25_00002-600x326 affiancato da due guardie.
    Tu! Farabutto!
    Karashi? Come hai osato entrare in questo modo a casa mia?
    Mizumo si avvicinerà a voi due, preoccupato, per spiegarvi chi è quell'uomo.
    Lui è Karashi Shingen, il capo del clan nemico. Non so perchè sia venuto qui..
    Non fare il finto tonto.. So che il tuo clan ha rubato la spada Nihonto. Cosa intendi fare con un simile furto?
    Cosa? Io un ladro? Piuttosto so che tu hai rubato la sacra lancia del mio clan!
    I due capoclan continueranno a discutere urlandosi in faccia per diversi minuti fino a che Karashi non deciderà di andarsene.
    Tre giorni! Hai tre giorni di tempo per ridarmi la spada Nihonto. Altrimenti preparati per una nuova guerra civile.
    Kanzaki sembrerà scosso da quelle parole, tanto da rivolgersi a voi con un tono molto più preoccupato rispetto a prima.
    Qualcosa.. qualcosa non quadra.. o Karashi sta bluffando ed è solo un pretesto per attaccarci o c'è qualcuno dietro tutto questo che vuole farci annientare a vicenda.. Se è così allora dovete ritrovare sia la lancia che la spada sacra, dimostrando così l'innocenza del mio clan. Vi prego, avete tre giorni di tempo.. Io adesso devo richiamare l'esercito e prepararmi peggiore dei casi..
    Uscirete dalla residenza con la mappa e seguirete le indicazioni iniziali di Kanzaki, quindi dovrete:
    -intrufolarvi quella stessa notte nel quartiere degli Shimazu *Avete piena libertà per descrivere il quartiere e la gente presente. Dovete però trovare un modo per camuffarvi, considerando anche che Karashi e le due guardie vi hanno visto a fianco del loro nemico. Mi raccomando quindi a trovare un modo credibile per non farvi notare.
    -trovare l'armeria del clan *Anche questa parte deve essere credibile. Vi lascio piena libertà di inventiva, oltre che di descrizione dell'armeria.
    -ispezionarla
    Arriverà l'alba e, sia perchè non avete trovato nulla, sia perchè sentirete delle voci venire verso l'armeria deciderete di fuggire via dal quartiere. Concludete il post quando arrivate davanti al portone della casata Takeda.

    -2 giorni alla guerra civile

     
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    Richiedo proroga di 24h (anche se hai detto di non essere troppo fiscale mi sento comunque più sicuro se avviso della mia necessità di una proroga).
     
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    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Mizumo
    Kanzaki Takeda
    Karashi Shimazu
    Masuta


    Mentre raggiungevamo il villaggio di Mizumo, il mio compagno chiese che rapporto ci fosse tra i clan Takeda e Shimazu.

    Il nostro villaggio è stato fondato secoli fa dopo l'unione di tre clan: il clan Takeda, il clan Shimazu e il clan Shingen. L'unica fonte di economia nel nostro paese è sempre stata la pesca e a causa di conflitti di interessi vent'anni fa è scoppiata una lite tra il capo del clan Shimazu e quello del clan Shingen finendo poi in una guerra civile. Il mio clan è restato in disparte fino a che la famiglia Shingen non è stata completamente annientata. Nonostante la mia famiglia abbia una grande potenza bellica, temiamo una nuova guerra con il clan Shimazu.. quindi cerchiamo di evitare ogni contatto con loro.. ecco: siamo arrivati al Villaggio Tashishi. Rispose Mizumo, indicando un punto imprecisato davanti a sé.

    Ci guidò per le stradine del villaggio fino a raggiungere un’imponente e stabile abitazione.

    Nonostante sembri abbastanza vecchia è ancora tirata a lustro, probabilmente sarà un edificio storico o la casa di qualche riccone.

    Questa è la residenza della mia famiglia. Io, mia madre e mio padre, il capoclan, viviamo qui.Rivelò il ragazzo.

    Più o meno c’ho azzeccato, ma… tutto questo spazio solo per tre persone? Per essere a rischio di una guerra civile sembrano passarsela abbastanza bene.

    Entrammo aprendo i possenti portoni ritrovandoci in una grossa stanza tinteggiata d’ocra, sui muri erano appesi una moltitudine di quadri mentre il pavimento, talmente pulito che potevamo specchiarci, era costituito da eleganti tasselli quadrati di marmo bianco, sui lati di destra e di sinistra sorgevano due rampe di scale, dalle quali scese un uomo piuttosto avanti con l’età. Era appoggiato con una mano sul corrimano, mentre con l’altra teneva ben salda quella che appariva come una mappa.

    Voi sareste i ninja inviati da Konoha, eh? Chiese mentre scendeva i gradini.

    Il volto era coperto da un’abbondante barba e baffi bianchi, il capo parzialmente stempiato sulla fronte possedeva anch’esso candidi capelli completati dalle folte sopracciglia anche loro segnate dall’età. Gli occhi verdi trasmettevano un’aria incupita all’uomo.

    Esattamente. Risposi chinando il busto.

    Io sono Kanzaki, capo del clan Takeda. Passando subito ai fatti: questa è la mappa del quartiere degli Shimazu. Disse mettendola in mostra. Voi dovrete controllare la zona est, dove depositano le proprie armi. La lancia Ama-no-Uzume era l'arma del mio trisavolo, Muguji Takeda, nonché uno dei tre fondatori di questo villaggio. Perdere in simile oggetto significherebbe cadere nel disonore più totale.

    Mi porse la mappa e mi accinsi ad afferrarla quando percepii l’eco di pesanti passi provenire da fuori, un istante dopo i portoni si spalancarono con un profondo stridio che riecheggiò per la sala. Rapido mi volsi e vidi un vecchio uomo a capo di due guardie. Aveva gli occhi colmi di rabbia ed un’espressione agghiacciante. Istintivamente piegai le gambe in modo impercettibile.

    Tu! Farabutto! Disse indicando con prepotenza il capoclan Takeda e rivolgendogli uno sguardo omicida.

    Ma che diavolo…?!

    Karashi? Come hai osato entrare in questo modo a casa mia? Ribatté Kanzaki urlando.

    Guardai preoccupato Masuta, come se in lui si celasse la soluzione al problema, ma fece spallucce scuotendo la testa.
    Mizumo ci raggiunse e ci allontanammo di diversi passi dai due litiganti.

    Mizumo, si può sapere chi è quel tizio? E cosa vuole da voi!?

    Lui è Karashi Shimazu, il capo del clan nemico. Non so perchè sia venuto qui…

    Clan nemico? Strano… non mi era parso di capire che fossero nemici… Guardai Masuta cercando di trasmettergli i miei dubbi.

    Nel frattempo si sentivano ancora quei due darsi addosso l’un l’altro. Urlavano talmente forte che il rimbombare delle loro voci mi dilaniava i timpani.

    Non fare il finto tonto.. So che il tuo clan ha rubato la spada Nihonto. Cosa intendi fare con un simile furto? Lo incalzò con tono accusatorio.

    Cosa? Io un ladro? Piuttosto so che tu hai rubato la sacra lancia del mio clan!

    La faccenda si complica, un doppio furto!

    I due continuarono imperterriti per qualche altro minuto, finché Karashi non decise di andarsene.

    Tre giorni! Hai tre giorni di tempo per ridarmi la spada Nihonto. Altrimenti preparati per una nuova guerra civile. Disse infine mentre se ne stava andando, senza voltarsi.

    Involontariamente il mio sguardo andò a posarsi su una di quelle guardie che stavano dietro a Karashi. Indossava un’armatura piuttosto leggera dal color blu scuro, sotto di essa portava una calzamaglia nera, in testa calzava un elmo, anch’esso blu, con delle piccola corna. Ai fianchi teneva riposta una wakizashi.
    Poi guardai Kanzaki… mi sembrò risentire parecchio di quelle parole, probabilmente avrebbe preferito non doverle udire. Sta di fatto che dopo si rivolse a noi con tono ancor più preoccupato, quasi accomodante.

    Qualcosa… qualcosa non quadra… o Karashi sta bluffando ed è solo un pretesto per attaccarci o c'è qualcuno dietro tutto questo che vuole farci annientare a vicenda.. Se è così allora dovete ritrovare sia la lancia che la spada sacra, dimostrando così l'innocenza del mio clan. Vi prego, avete tre giorni di tempo… Io adesso devo richiamare l'esercito e prepararmi peggiore dei casi…

    Non si preoccupi e faccia attenzione ai nemici, ma ancor di più agli… Mi zittii un momento. …Amici. Conclusi.

    Ci congedammo, ma non prima di aver ricevuto la benedetta mappa, e ritornammo di fuori a conoscenza delle direttive del capo dei Takeda:
    Intrufolarsi nel quartiere degli Shimazu, trovare la loro armeria ed ispezionarla. Tutto in una sola notte. Proprio un lavoraccio.
    Masuta ed io ci dirigemmo alla ricerca di un posto in cui attendere l’orario propizio, dopotutto mancavano diverse ore al tramonto. Trovammo una taverna, affittammo una stanza e ci accomodammo dentro. Non era nulla di che, aveva un bagno, un letto, una cucina con qualche piatto freddo nel frigo, un tavolo e quattro sedie.

    Perché ci sono così tante sedie se c’è un solo letto? Bah!

    Mi sedetti sul materasso lasciando i piedi a poggiare per terra, (per ovvi motivi di “equipaggiamento” eheh) questo cigolò sotto il mio peso. Masuta si accomodò invece su una sedia, davanti a me.
    Hey Kaminari, tu che ne pensi di tutto ciò?

    Per usare un eufemismo, Kazuo-san, la situazione è più complicata di quanto si potesse pronosticare. Dire cosa sia successo effettivamente al momento è impossibile, ancor di più azzardare un'ipotesi su chi possa essere il responsabile di ciò. Rispose lui.

    Ti dirò, ho forti dubbi riguardo Mizumo, non so perché ma non me la racconta giusta. Hai sentito anche tu no? Ha definito senza pensarci troppo, il clan Shimazu un “nemico”, nonostante a me pareva non lo fossero, correggimi se sbaglio… Inoltre il mio intuito mi dice che c’è lui dietro i furti, sia la spada che la lancia!

    Il tuo intuito potrebbe avere ragione, Kazuo-san. Definire così alla leggera il clan Shimazu “nemico” è davvero strano, ma non saltiamo a conclusioni affrettate ad analizziamo più attentamente la faccenda: Kanzaki è il capo clan degli Shimazu, coloro che furono gli artefici della fine degli Shingen. Da quello che mi è parso di capire i Takeda non sono intervenuti nella guerra tra i due clan, rimanendo in disparte; forse gli Shingen nutrono risentimento verso i Takeda perché nel momento del bisogno questi si sono tirati indietro e per questo motivo proprio loro potrebbero celarsi dietro ad entrambi i furti! Tutto per far scontrare tra loro i due clan rimasti. Questo ovviamente non è l'unico scenario verosimile, anche il tuo potrebbe rivelarsi veritiero...per ora limitiamoci a compiere questa ispezione all'interno del quartiere degli Shimazu e poi...si vedrà!

    Annuii pensieroso mentre ascoltavo le parole del mio compagno, mi destai dai miei dubbi solo quando sentii lo stomaco brontolare.

    Vabbè, ora mangiamo qualcosa, dobbiamo essere in forze per questa sera.

    Divorammo quella poca dispensa di cibo che era presente in cucina e, in qualche modo, ci dividemmo il letto che usammo per dormire fino al momento di entrare in azione.
    Quando finalmente potemmo avere il favore delle tenebre iniziammo la nostra missione.
    Avanzammo quatti quatti verso il quartiere designato, una volta davanti dovemmo escogitare qualcosa per agire indisturbati.

    Purtroppo siamo stati visti davanti al “nemico”, quindi non possiamo farci avanti così. Tuttavia anche noi abbiamo un grosso vantaggio, ora te lo mostro, sempre se tu non ci sia già arrivato.

    Detto ciò posizionai le mani a formare il sigillo della tigre.

    Henge!

    Una nuvoletta di fumo mi coprì e quando, in pochi istanti, si diradò, il mio aspetto era modificato. Ora ero una riproduzione fedele delle guardie di Karashi, le quali lo avevano scortato dentro la casa del clan Takeda e non mi erano passate inosservate.

    Forza, trasformati e procediamo, la tecnica dura solo due ore.

    Ottima idea, Kazuo-san! Procedo.

    Dopo che anche il mio compagno eseguì la tecnica entrammo nel quartiere. Saranno state solo le nove, ma le strade erano comunque poco affollate, probabilmente si temeva un possibile attacco da parte del clan a loro avverso.

    Dobbiamo trovare l’armeria. Hai idea di dove possa trovarsi? Bisbigliai.

    Di certo non dove ci troviamo ora, non terrei mai un deposito d'armi così vicino all'uscita. Suppongo che sia all'interno del quartiere, probabilmente verso il centro...in un edificio sorvegliato. Feci un cenno col capo in segno d'assenso e mi affidai al mio compagno.

    Ci immergemmo nelle viscere del quartiere cercando, per quanto possibile, di dedicarci alla ricerca senza dare troppo nell'occhio. Dopo tutto per due guardie Shimazu sarebbe strano non conoscere le proprie vie e strade. La nostra attività di perlustrazione si rivelò piuttosto lunga rischiosa, più volte incontrammo "colleghi" in giro a perlustrare, una di queste guardie si fermò anche a scambiare due parole con noi, ma bene o male riuscimmo a non farla insospettire.
    Dopo un'ora abbondante di vagabondare trovammo finalmente l'armeria, sgombera da qualsiasi guardia. Ci avvicinammo rapidamente, consapevoli del tempo già trascorso fuori nelle strade, e notammo che era bloccata con un lucchetto.

    Che seccatura... Kaminari, lascia fare a me. Dissi sbuffando e facendomi ancora più vicino alla porta.

    Fortuna che ho esperienza con questo genere di cose...

    Ammira "Fulmine rosso"... Mi chinai esaminando la serratura del lucchetto. Si direbbe un modello vecchio stile, per fortuna ho qui con me tutto l'occorrente per aprirlo... Dissi pieno di me.

    Mi rialzai e mi allontanai di uno o due passi. Yaaay! Con calcio circolare feci saltare via il lucchetto, che volò per un paio di metri prima di toccare terra emettendo un acuto clangore metallico.

    Masuta mi guardò in parte contrariato, in parte incuriosito. Sembrò anche sul punto di rivolgermi la parola, ma mi volsi ed entrai, successivamente seguito dal mio compagno.
    Ci ritrovammo dentro una grossa stanza grigia illuminata da una lanterna ad olio, per terra c’era della paglia e tutt’intorno al perimetro erano disposte armature e armi. Incominciammo la ricerca, nel frattempo la tecnica della trasformazione si era sciolta.

    Anche se non capisco per quale motivo uno debba nascondere una sacra lancia in un’armeria qualunque…

    Cercammo dentro i bauli, che contenevano da armi a pezzi di armatura; scavammo dentro con la mano spostando tutto ciò che non dava l’idea di essere il nostro obiettivo passando da un baule all’altro, da una cesta all’altra, da un deposito all’altro, ma senza successo. Trovammo anche una piccola stanza segreta, scavata sotto il terreno, ma conteneva solo polvere e cianfrusaglie di altre epoche.

    Kaminari, saranno ore che cerchiamo invano… che si fa? Lo interpellai.

    Le alternative sono poche, continuiamo a cercare! Disse speranzoso.

    E così facemmo, fino a che da sotto la porta notammo della luce, probabilmente naturale, oltre che delle voci provenienti dai dintorni. Questi fattori ci spinsero ad abbandonare la ricerca. Senza contare la stanchezza e la demotivazione derivata dai risultati inconcludenti.

    Kaminari…

    Sì! Capì al volo lui.

    Henge!

    Henge!

    Coperti dal nostro aspetto fittizio abbandonammo senza intoppi il quartiere e ritornammo sconsolati davanti all’abitazione del clan Takeda, ma non prima di aver annullato la trasformazione.













    Link scheda: [1]






    Io e Bou abbiamo notato che il cognome di Karashi è "Shingen" nonostante quel clan sia stato distrutto durante la guerra civile... Inoltre minaccia di scatenare un'altra guerra contro il clan Takeda, ma se gli Shingen sono stati sconfitti ci risulta impensabile che abbiano una forza militare capace di sopportare un'altra guerra. Alla luce di ciò abbiamo pensato che, magari, avessi confuso i cognomi, quindi abbiamo messo "Shimazu"



    Sono un fesso e ho sbagliato ad aggiornare la scheda (per diverse volte di fila :facepalm: ), dato che ho fatto degli acquisti coi famosi 300 ryo della missione (ho comprato 8 kunai), e dato che non me li hai ancora messi in scheda, posso approfittarne per chiederti di mettere anche 4 uchiha shuriken? Mi sono, appunto, dimenticato di aggiungerli nell' aggiornamento scheda. Ti lascio anche il link del post in armeria così puoi verificare le date e quant'altro. Scusa per il disturbo :snif:

    Link armeria: [2]
     
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  8. Bouranchi
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    CITAZIONE
    Pensato Kaminari no Masutā
    Parlato Kaminari no Masutā
    Kazuo Nakamura
    Mizumo Takeda
    Kanzaki Takeda
    Karashi Shimazu

    Mizumo rispose prontamente alla domanda del genin fornendo anche più informazioni di quante quest'ultimo s'aspettasse.
    Il nostro villaggio è stato fondato secoli fa dopo l'unione di tre clan: il clan Takeda, il clan Shimazu e il clan Shingen. L'unica fonte di economia nel nostro paese è sempre stata la pesca e a causa di conflitti di interessi vent'anni fa è scoppiata una lite tra il capo del clan Shimazu e quello del clan Shingen finendo poi in una guerra civile. Il mio clan è restato in disparte fino a che la famiglia Shingen non è stata completamente annientata. Nonostante la mia famiglia abbia una grande potenza bellica, temiamo una nuova guerra con il clan Shimazu.. quindi cerchiamo di evitare ogni contatto con loro.. ecco: siamo arrivati al Villaggio Tashishi.
    Indicò innanzi a sé in modo vago; il villaggio Tashishi si presentava come un agglomerato di casupole simili a quelle che avevano visto all'entrata nel paese delle Onde. Mizumo li guidò attraverso le strette stradine del villaggio e dopo pochi minuti si trovarono difronte ad un edificio che, rispetto agli altri, spiccava sia come grandezza che come stile.
    Non si può certo dire che passi inosservata.
    Constatò Masutā; rispetto al resto delle abitazioni, costruite quasi interamente con legno, questa era stata edificata con materiali più resistenti e meno “deboli” verso gli elementi. Si ergeva sopra loro d'una decina di metri, estendendosi in lunghezza d'altrettanto metraggio; la facciata principale, l'unica che videro, presentava quattro finestre posizionate qualche metro più in basso della cima mentre degli enormi portoni consentivano l'accesso all'interno dell'abitazione.
    Questa è la residenza della mia famiglia. Io, mia madre e mio padre, il capo clan, viviamo qui.
    Spiegò loro Mizumo.
    Beh, ha senz'altro senso che un capo clan possieda un'abitazione come questa, ma quale esagerazione per sole tre persone!
    Aprirono gli imponenti portoni ed accedettero, ritrovandosi in una grande sala decorata con una tenue tonalità d'ocra; i muri erano drappeggiati da quadri raffiguranti varie figure ed epoche storiche mentre il pavimento, più terso d'uno specchio d'acqua montano, era formato da raffinati tasselli dalla forma quadrata in marmo bianco. Davanti a loro si trovavano invece due grandi rampe di scale che si congiungevano una volta giunte al piano superiore; su di esse stava scendendo frettolosamente un uomo in là con l'età. Nella mano destra stringeva un pezzo di carta che Masutā non identificò subito, ma che poi riconobbe come una possibile mappa.
    Voi sareste i ninja inviati da Konoha, eh?
    Domandò il vecchio quando nemmeno era ancora a metà della scalinata; barba, baffi e capelli erano completamente bianchi ma la loro disposizione donavano all'uomo un'aura di rara austerità. Lo sguardo del vecchio sembrava nascondere un pesante fardello, troppo forse da sopportare a quell'età.
    Esattamente.
    Rispose semplicemente Kazuo; il genin sembrava aver compreso, almeno in parte, il significato custodito negli occhi dell'uomo e senza esibirsi in presentazioni altisonanti aveva risposto al quesito.
    Molto intuitivo, Kazuo-kun.
    Io sono Kanzaki, capo del clan Takeda. Passando subito ai fatti: questa è la mappa del quartiere degli Shimazu.
    Subito il vecchio, senza perdere tempo, mostrò loro la mappa, sventolandola davanti agli occhi dei due.
    Voi dovrete controllare la zona est, dove depositano le proprie armi. La lancia Ama-no-Uzume era l'arma del mio trisavolo, Muguji Takeda, nonché uno dei tre fondatori di questo villaggio. Perdere un simile oggetto significherebbe cadere nel disonore più totale.
    Concluse lui con gravità.
    Non si perde certo in convenevoli il vecchio! D'altronde mi è parso di capire che quella lancia non sia solo un antico cimelio, ma il simbolo, l'essenza stessa del clan...perderla sarebbe come farlo morire.
    Kazuo si accinse a prendere in consegna la mappa, quando qualcosa aldilà dei portoni attirò la sua attenzione, facendolo voltare.
    S'è girato...eppure cosa può aver mai sentito? Quei portoni sono spessi almeno cinque centimetri, come è possibile che il suono possa attraversarli?
    L'entrata si spalancò e tre uomini fecero la loro comparsa; i due ai lati erano degli energumeni dall'aspetto anonimo mentre l'uomo al centro, anziano quanto Kanzaki, aveva un aspetto tutt'altro che non degno di nota; il volto era contratto in un'espressione di pura rabbia ed i pugni serrati così stretti che Masutā si chiese come le mani dell'uomo non stessero ancora sanguinando.
    Tu! Farabutto!
    Urlò a pieni polmoni il nuovo arrivato all'indirizzo del capo clan dei Takeda.
    Karashi?! Come hai osato entrare in questo modo a casa mia?!
    Ribatté Kanzaki a tono.
    Kazuo si girò preoccupato e rivolse a Masutā un'occhiata dal significato chiaro; il genin scosse la testa facendo spallucce.
    Non ho la più pallida idea di chi sia costui, anche se potrei azzardare un'ipotesi...
    Mizumo nel frattempo li raggiunse e loro, con passo svelto, gli andarono incontro.
    Mizumo, si può sapere chi è quel tizio? E cosa vuole da voi!?
    Chiese immediatamente Kazuo avido di saperne di più.
    Lui è Karashi Shimazu, il capo del clan nemico. Non so perché sia venuto qui…
    Rispose il ragazzo.
    Ancora una volta Kazuo guardò Masutā in cerca di una risposta.
    Lo stesso dubbio attanaglia me, Kazuo-kun. Con che leggerezza usare il termine “nemico”!
    Intanto lo scontro verbale tra i due capi clan andava avanti imperterrito.
    Non fare il finto tonto! So che il tuo clan ha rubato la spada Nihonto. Cosa intendi fare con un simile furto?
    Cosa? Io un ladro? Piuttosto so che tu hai rubato la sacra lancia del mio clan!
    Che l'eremita delle sei vie venga in nostro aiuto! Un altro oggetto d'inestimabile valore rubato!
    Il diverbio si protese per altri minuti nel quale i due se ne dissero d'ogni. Infine, l'uomo chiamato Karashi decise di ritirarsi, non prima di rivolgere un'ultima e consistente minaccia a Kanzaki.
    Tre giorni! Hai tre giorni di tempo per ridarmi la spada Nihonto. Altrimenti preparati per una nuova guerra civile.
    Il melodramma si concluse con Karashi che, senza voltarsi, se ne uscì dalla stanza senza voltarsi, seguito silenziosamente dalle proprie guardie.
    Kanzaki sembrò, se possibile, invecchiato dopo aver udito quelle parole; si rivolse di nuovo verso i due genin di Konoha, questa volta con un tono preoccupato e quasi supplichevole.
    Qualcosa… qualcosa non quadra… o Karashi sta bluffando ed è solo un pretesto per attaccarci o c'è qualcuno dietro tutto questo che vuole farci annientare a vicenda.. Se è così allora dovete ritrovare sia la lancia che la spada sacra, dimostrando così l'innocenza del mio clan. Vi prego, avete tre giorni di tempo… Io adesso devo richiamare l'esercito e prepararmi al peggiore dei casi.
    Non si preoccupi e faccia attenzione ai nemici, ma ancor di più agli…
    Disse Kazuo zittendosi un momento.
    …Amici.
    Concluse.
    Che avvertimento strano...alla luce di tutto, comunque, non proprio fuori luogo!
    Dopo aver ricevuto la mappa, presero congedo dal capo clan ed uscirono fuori dalla dimora dei Takeda. Il piano che era stato illustrato ai due era all'apparenza semplice ma di grande noiosità: infiltrarsi nel quartiere degli Shimazu, trovare la loro armeria e trovare la preziosa reliquia.
    I due decisero di affittare una stanza per attendere il calar delle tenebre, quando sarebbero entrati in azione; ne trovarono una piuttosto economica poco lontano dal quartiere degli Shimazu.
    Una volta arrivati in stanza si misero comodi: Masutā si sedette a cavalcioni di una delle sedie nella camera, mentre Kazuo prese posto a sedere sul letto, il quale cigolò sotto il peso del genin e del suo equipaggiamento.
    Hey Kaminari, tu che ne pensi di tutto ciò?
    Chiese Kazuo a bruciapelo.
    Per usare un eufemismo, Kazuo-san, la situazione è più complicata di quanto si potesse pronosticare. Dire cosa sia successo effettivamente al momento è impossibile, ancor di più azzardare un'ipotesi su chi possa essere il responsabile di ciò.
    Rispose prontamente Masutā.
    Ti dirò, ho forti dubbi riguardo Mizumo, non so perché ma non me la racconta giusta. Hai sentito anche tu no? Ha definito senza pensarci troppo, il clan Shimazu un “nemico”, nonostante a me pareva non lo fossero, correggimi se sbaglio… Inoltre il mio intuito mi dice che c’è lui dietro i furti, sia la spada che la lancia!
    Questa spiegazione sembrava donare un senso più concreto all'intera faccenda, eppure non c'erano prove a sostegno di quanto detto da Kazuo.
    Il tuo intuito potrebbe avere ragione, Kazuo-san. Definire così alla leggera il clan Shimazu “nemico” è davvero strano, ma non saltiamo a conclusioni affrettate ad analizziamo più attentamente la faccenda: Kanzaki è il capo clan degli Shimazu, coloro che furono gli artefici della fine degli Shingen. Da quello che mi è parso di capire i Takeda non sono intervenuti nella guerra tra i due clan, rimanendo in disparte; forse gli Shingen nutrono risentimento verso i Takeda perché nel momento del bisogno questi si sono tirati indietro e per questo motivo proprio loro potrebbero celarsi dietro ad entrambi i furti! Tutto per far scontrare tra loro i due clan rimasti. Questo ovviamente non è l'unico scenario verosimile, anche il tuo potrebbe rivelarsi veritiero...per ora limitiamoci a compiere questa ispezione all'interno del quartiere degli Shimazu e poi...si vedrà!
    Kazuo annuì alle parole del compagno con fare pensieroso; rimase perso nei suoi pensieri finché il brontolare dello stomaco lo riportò alla realtà.
    Vabbé, ora mangiamo qualcosa, dobbiamo essere in forze per questa sera!
    I due ragazzi trangugiarono in fretta quel poco che gli era stato messo a disposizione con avidità, svuotando completamente la piccola dispensa; si divisero meglio che potevano il letto e si misero così a dormire. Si svegliarono dopo qualche ora, quando le tenebre erano ormai calate sul villaggio.
    Una volta usciti dalla locanda avanzarono con passo rapido e silenzioso verso il quartiere degli Shimazu e una volta giunti a qualche metro di distanza, arrestarono la loro marcia;
    Purtroppo siamo stati visti davanti al “nemico”, quindi non possiamo farci avanti così. Tuttavia anche noi abbiamo un grosso vantaggio, ora te lo mostro, sempre se tu non ci sia già arrivato.
    Kazuo posizionò le mani per formare il sigillo della tigre e dopo qualche istante una nuvoletta di fumo pervase la sua persona, mascherandolo alla vista di Masutā. Una volta che il fumo si fu diradato, il genin si ritrovò di fronte ad una delle guardie che avevano accompagnato Kanzaki.
    Forza, trasformati e procediamo, la tecnica dura solo due ore.
    Ottima idea, Kazuo-san! Procedo.
    Dopo che anche Masutā ebbe compiuto la tecnica, diedero il via all'infiltrazione; una volta entrati constatarono che ben poche persone girovagavano per le strade, quasi come se gli abitanti temessero una rappresaglia da parte dei Takeda.
    Dobbiamo trovare l’armeria. Hai idea di dove possa trovarsi?
    Bisbigliò Kazuo all'indirizzo del compagno. Quest'ultimo ci pensò sopra per qualche secondo, dopodiché gli rispose.
    Di certo non dove ci troviamo ora, non terrei mai un deposito d'armi così vicino all'uscita. Suppongo che sia all'interno del quartiere, probabilmente verso il centro...in un edificio sorvegliato.
    Lui fece un cenno d'assenso e senza aggiungere altro si fece guidare da lui.
    Si addentrarono dunque all'interno del complesso con decisione, aguzzando la vista e cercando, nonostante la tecnica della trasformazione ancora attiva, di non dare dell'occhio.
    La ricerca si rivelò più dura del previsto e più volte incontrarono guardie degli Shimazu; una di queste si fermò addirittura a parlare con loro, ma nonostante tutto riuscirono a non destare i sospetti di quest'ultima.
    Dopo circa un'ora e mezza di ricerche giunsero finalmente alla tanto agognata armeria e davanti ad essa trovarono campo libero. Avanzarono con passo spedito ma quando giunsero alla porta videro che questa era bloccata con un lucchetto.
    Kaminari, lascia fare a me.!
    Disse Kazuo sbuffando, avvicinandosi ancor di più alla porta.
    Ammira "Fulmine rosso"!
    Continuò lui esaminando il lucchetto.
    Si direbbe un modello vecchio stile...per fortuna ho qui con me tutto l'occorrente per aprirlo!
    Proseguì con fare pomposo ed autocelebrativo.
    Che diavolo avrà mai in mente?
    Si allontanò di qualche passo e senza preavviso, con un calcio rotante decisamente fluido, fece saltar via il lucchetto che volò per un paio di metri prima di toccare terra.
    Quello non era il movimento di un principiante.
    Pensò il genin. Rivolse un'occhiata curiosa al compagno, cercando di mascherarla con una finta aria contrariata. Kazuo li volse e le spalle e Masutā lo seguì.
    Entrarono finalmente dentro l'armeria; questa era un grossa stanza grigia senza finestre e l'unica luce era una vecchia lampada ad olio. Per terra c'era della paglia e tutt'intorno al perimetro erano disposte con ordine armature ed armi.
    Incominciarono a setacciare in lungo ed in largo con meticolosità, cercando qualcosa che potesse assomigliare ad una lancia e nel mentre provando a fare meno rumore possibile per non attirare l'attenzione delle guardie all'esterno.
    Ad ogni modo sarebbe piuttosto strano custodire un tale oggetto in un posto così poco controllato...
    Dopo aver controllato le armi appese alle pareti, incominciarono a guardare dentro ai bauli ma la ricerca si rivelò di nuovo infruttifera.
    Kaminari, saranno ore che cerchiamo invano… che si fa?
    Chiese sconsolato Kazuo.
    Le alternative sono poche, continuiamo a cercare!
    Rispose con tono fiducioso Masutā.
    Nonostante il loro impegno, non riuscirono comunque a trovare la sacra lancia del clan Takeda e una volta che le luci dell'alba penetrarono da sotto la fessura della porta, decisero che era il momento per andarsene, seppur questo comportasse un fallimento; inoltre dei rumori al di fuori dell'armeria li avevano messi all'erta.
    Kaminari...
    Sì.
    Si capirono al volo e così, rieseguendo la tecnica della trasformazione, presero di nuovo le sembianze delle guardie del clan Shimazu.
    Con attenzione uscirono dall'armeria e con passo svelto si avviarono verso l'uscita del quartiere, sentendosi come se qualcuno li stesse spiando durante la loro ritirata. Quest'ultima avvenne comunque senza intoppi e una volta usciti si diressero di gran carriera verso la residenza dei Takeda.
    Una volta giunti a destinazione sciolsero la tecnica della trasformazione e si avviarono verso i grandi portoni della proprietà.


    Io non ho fatto acquisti, in quanto non necessitavo di nulla (avrei dovuto dirtelo nel post precedente :facepalm: ).
     
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    Insane riguardo agli acquisti ti ho mandato un messaggio privato per accertarmi di una cosa
    comunque sì, scusate, ho messo Shingen quando era Shimazu.. in caso di dubbi però, da ora in poi, mandatemi un MP giusto per sicurezza
    Interessante la teoria su Mizumo.. chissà se sarà giusta o no.. :sasa:
    Voti: 8 Insane e 8 Bouranchi
    CITAZIONE
    Traccia:
    Entrerete nella residenza Takeda e direte a Kanzaki che non avete trovato nulla.
    Dannazione.. Se nell'armeria del clan Shimazu non c'è allora l'unico luogo in cui potreste trovare la lancia sacra è proprio la residenza Shimazu. So che alle 19.00 ci sarà il cambio delle guardie.. Avrete solo 30-40 secondi di tempo per entrare senza farvi notare.. Poi dovrete trovare voi il modo di uscire illesi.. Non fatevi nè vedere, nè dovete arrecare alcun danno alle guardie reali.. o la guerra civile sarà più che certa..
    La prima metà della giornata la passerete all'interno della residenza Takeda. Per non rischiare di essere visti in giro non vi sarà permesso di uscire fuori, quindi rimarrete lì fino all'ora prefissata. Lì farete sia colazione che pranzo, per poi essere invitati nel primo pomeriggio da Mizumo nel suo dojodojo personale.
    Da piccolo mi allenavo sempre con mio padre.. Dato che non avete nulla da fare fino alle 19 che ne dite di allenarvi con me qui dentro? Potrebbe servirmi nel caso scoppiasse veramente una guerra fra il mio clan e quello di Karashi..
    Prenderete tutti e tre delle katana fatte di bambù e inizierete così dei mini-scontri. Prima Mizumo si scontrerà con Kazuo e poi con Masuta***saranno scontri singoli 1vs1. Avrete piena libertà di descrivere il combattimento, le vostre mosse e quelle del vostro avversario. Solo due cose:
    - per non far diventare i vostri post monotoni da leggere per me NON descrivete il combattimento del vostro compagno, ma solo quello del vostro PG
    - combattete solo con la spada di bambù, senza usare tecniche o armi ninja
    .
    Entrambi noterete che il ragazzo se la cava molto bene con l'utilizzo della spada, tuttavia non sarà minimamente paragonabile al livello di un ninja, quindi al vostro contrattacco lo butterete subito a terra.
    Cavolo siete davvero forti, eheh.. Chissà se un giorno riuscirò a diventare forte come voi!
    Mentre Mizumo se ne tornerà in camera sua a riposare, voi avrete a disposizione ancora qualche ora da spendere nella residenza. Potrete rimanere nel dojo e combattere insieme oppure andare in una delle camere messe a vostra disposizione per riposare anche voi.
    18.50: Uscirete dalla abitazione dei Takeda per intrufolarvi in quella degli Shimazu. Sfruttando il cambio delle guardie (dal cancello principale all'ingresso del castello ci saranno circa 3km da percorrere in quei pochi secondi che avrete a disposizione)
    Inizierete poi a cercare nelle varie stanze, controllando sempre che non ci sia nessuno, le armi scomparse. Ma non troverete nulla. Mentre starete uscendo dall'ultima stanza perquisita troverete stesi a terra i cadaveri di tre guardie uccisi da un'arma da taglio. Vicino a loro ci sarà anche un ragazzo con una bandana a coprire metà volto, ma che capirete subito essere Mizumo mascherato.
    Concludete il post quando, accortosi di voi, Mizumo vi guarderà spaventato.

    -2 giorni alla guerra civile

     
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    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Mizumo
    Kanzaki
    Masuta; Altri; Guardia 2 (Ichimaru); Guardia 1



    Io e Masuta ci scambiammo un’occhiata prima che aprii i portoni dell’immensa residenza senza neppure bussare.
    Il vecchio Takeda ebbe un sussulto nel vederci entrare così bruscamente, ma parve tuttavia sollevato dalla nostra presenza.

    Signore… Non abbiamo trovato nulla. Ammisi.

    Purtroppo. Fece eco il mio compagno, di fianco a me.

    L’uomo sembrò aspettarsi un simile esito e la sua reazione fu abbastanza contenuta, ma non riuscì comunque a nascondere un certo tono di inquietudine.

    Dannazione.. Se nell'armeria del clan Shimazu non c'è allora l'unico luogo in cui potreste trovare la lancia sacra è proprio la residenza Shimazu. So che alle 19.00 ci sarà il cambio delle guardie… Avrete solo 30-40 secondi di tempo per entrare senza farvi notare… Poi dovrete trovare voi il modo di uscire illesi… Non fatevi nè vedere, nè dovete arrecare alcun danno alle guardie reali... o la guerra civile sarà più che certa…

    Capisco… si prospetta un lavoro piuttosto complicato. E poi… conoscendomi mi risulterà difficile non colpire nessuno!

    Annuii gravemente facendo capire di aver compreso pienamente le direttive.
    Poco dopo Kanzaki sembrò come essersi ricordato di qualcosa di importante e ci offrì la possibilità di fermarci da lui per la colazione ed il pranzo, nonché alloggio fino all’ora di tornare sul campo.
    condivisi dei brevi pareri con Masuta e finimmo con l’accettare l’offerta, che tuttavia aveva più l’aria di essere un ordine.

    Dopotutto non possiamo rischiare di farci vedere in giro, almeno per stavolta non mi toccherà stare rintanato in qualche topaia mal gestita. Pensai riferendomi alle innumerevoli locande e taverne che nel corso della mia vita da shinobi ebbi il piacere, si fa per dire, di visitare.

    Quello che dava l’impressione di essere un maggiordomo ci accompagnò in una stanza di modeste dimensioni dove avemmo la possibilità di rifocillarci a piacere. Al centro c’era un grosso tavolo dalle dimensioni quasi sferiche e allungato adornato con una tovaglia a motivi romboidali, tutt’intorno erano posizionate delle sedie dalla stoffa color cremisi. I muri erano tinteggiati con il medesimo colore del salotto piacevolmente ritoccato con alcuni motivi geometrici.
    Quando finimmo ci dirigemmo in camera “nostra”, ovvero una stanza abbondantemente grande per sole due persone, concessaci dal vecchio Takeda. Lì io e Masuta ci mettemmo comodi e passammo il resto della mattinata scambiandoci dei pareri su come si erano messe le cose e discutendo su alcune strategie utili per questa missione.
    Lasciai arco e faretra su un tavolo e mi sedetti su di una poltroncina giallognola.

    Ricapitolando: l’armeria degli Shimazu è “pulita” ed ora dobbiamo invece perlustrare il palazzo. Se quanto affermato dal capo clan Shimazu non sono solo minacce, mancano due giorni alla presunta guerra civile… Ti dirò, per me quel clan non ha combinato nulla, ti dico che c’è qualcun altro dietro a questi furti, altro che tutte quelle tue palle sul clan Shingen che, ti ricordo, è stato distrutto!
    E poi… ho ancora quella strana sensazione riguardo Mizumo…
    Ma forse sto facendo andare troppo la fantasia.

    Ti sei accanito fin da subito su Mizumo...mi chiedo se effettivamente tu possa avere ragione. Ad ogni modo non mi va di scartare del tutto la "pista Shingen"; dal mio punto di vista è uno scenario più che plausibile.

    Diverso tempo dopo ci informarono che il pranzo era pronto, così mi diressi, insieme a Masuta, nella stanza dove precedentemente avevamo consumato la colazione.
    Ci sedemmo e ingollai il cibo, ma senza mettere troppa roba dentro lo stomaco, dovevo rimanere agile negli spostamenti e rapido negli attacchi.

    Mh? Strano, ci siamo solo noi a tavola…

    Scusami, dov’è il signor Kanzaki? Chiesi ad un maggiordomo che stava in piedi davanti alla porta.

    Oh… al momento è occupato. Tagliò corto.

    Probabilmente si starà preparando in vista della possibile guerra… dobbiamo impedire che questa avvenga! E guardai Masuta, accorgendomi semplicemente dallo sguardo che condividevamo gli stessi pensieri a riguardo.
    Anche Mizumo sembra assente.

    Dopo aver finito rimasi lì seduto a compiacermi del pasto mentre Masuta tornò in camera, non capitava mai in missione di poter mangiare qualcosa di davvero buono.
    Quando mi alzai incontrai proprio Mizumo, il quale mi rivolse subito la parola, ma non prima di aver notato che con me non c’era Masuta.

    Da piccolo mi allenavo sempre con mio padre... Dato che non avete nulla da fare fino alle 19 che ne dite di allenarvi con me nel mio Dojo? Potrebbe servirmi nel caso scoppiasse veramente una guerra fra il mio clan e quello di Karashi...

    Un Dojo tutto per lui? Che fortuna!

    Ma certo! Vado a chiamare quello scansafatiche... tu aspettami qui...

    Il ragazzo annuì.

    Hey sacco di patate! Siamo stati invitati da Mizumo nel suo dojo! Non so te ma io mi sono rotto di stare chiuso qui dentro! Dissi all’indirizzo di Masuta dopo averlo raggiunto in camera.

    Perdonami Kazuo-san! Ero perso tra i miei pensieri...

    Quando, insieme al mio compagno, tornai da Mizumo, ci guidò per una serie di corridoi che finirono col portarci nel Dojo.
    Era uno stanzone ricoperto di tatami, le pareti erano composte da innumerevoli Shoji affiancati l’un l’altro. Dalla parte opposta alla nostra c’era una piccola armeria contenente varie armi da taglio.
    Entrammo e appena messo piede nel Doma Mizumo ed io ci togliemmo le rispettive calzature. Masuta sembrò dimenticarsene, ma quando ci vide farlo fece lo stesso.

    Il ragazzo prese tre katane di bambù e ce le porse, dicendoci che lo avremmo affrontato in un “uno contro uno” a testa, il primo fui io.

    Vediamo come se la cava… Fortunatamente ho preso qualche lezione da Anzai, non dovrei fare troppo schifo.

    Soppesai quel peso praticamente inesistente e mi misi in guardia con la sinistra, più o meno: avevo lasciato di proposito una grossa apertura sul mio fianco destro, volevo vedere come avrebbe agito il mio attuale avversario, che nel mentre si era già messo in posizione… una di quelle strane, impugnava la spada con la destra, ponendola piuttosto avanti rispetto al corpo mentre il braccio sinistro era disteso quasi parallelamente al terreno, la mano lasciata a mo’ di artiglio ma rilassata, pronta a serrarsi o ad aprirsi del tutto.
    Gli girai intorno valutando la situazione poco prima che Mizumo mi caricò vibrando un fendente, giustamente, sul mio fianco scoperto.
    Ebbi appena il tempo di vederlo arrivare che menai a mia volta un fendente discendete circolare verso quello nemico, così facendo deviai e parai il colpo e levando un secondo movimento parallelo al terreno e opposto a quello precedente colpii il ragazzo sul volto lasciandogli un violento sfogo purpureo sulla guancia. Sembrò sul punto di cadere ma riuscì a mantenere l’equilibrio indietreggiando di un paio di metri.
    Masuta mi guardò colpevolizzandomi, ma cercai di ignorarlo, sono cose che capitano!

    Tutto bene?

    Il ragazzo ammise che avrebbe preferito non prendere un colpo in faccia ma che sì, stava bene.

    Ed ecco che “questo” “problema” si ripresenta… devo decidermi a parlarne con Anzai…

    Lasciai l’arma in legno per terra e assistetti al “quasi combattimento” di Masuta, il quale più che altro muoveva le braccia a caso.
    Al termine degli scontri il ragazzo si congratulò con noi.

    Cavolo siete davvero forti, eheh.. Chissà se un giorno riuscirò a diventare forte come voi!

    Non dissi nulla, non avevo voglia di parlare. Mizumo ci informò che sarebbe andato in camera sua, ma che se noi avessimo avuto voglia avremmo potuto rimanere nel dojo; tuttavia anch’io seguii le orme del ragazzo e tornai nella camera messa a disposizione per me e Masuta.

    Sarà una lunga nottata, meglio farsi trovare risposati.

    Mi lasciai cadere sul materasso e mi addormentai poco dopo.







    Percepii Masuta scuotermi al fine di risvegliarmi, doveva essere arrivata l’ora.

    Mancano diversi minuti alle 19… Si limitò a dire.

    Annuii e mi equipaggiai di tutto punto prima di uscire dalla residenza Takeda. Ci recammo davanti all’entrata del quartiere del clan Shimazu ed entrammo favoriti dall’uso della trasformazione, nonché dal cambio di guardia di cui ci aveva parlato il vecchio.
    Feci cenno a Masuta di seguirmi. Lentamente e con prudenza ci avvicinammo al cancello fino a, quando la guardia che si trovava nei paraggi girò l’angolo, superarlo.

    Tra pochi secondi un’altra guardia verrà a prendere il suo posto, dobbiamo muoverci! Vedi quel tetto… emh…”blu” in lontananza? Probabilmente è il nostro obbiettivo… stranamente la volta scorsa non lo abbiamo notato. Dissi incerto, l’oscurità non mi permetteva di distinguere appieno i colori.

    Tenendo d’occhio lo scorcio visibile della residenza Shimazu camminammo per le vie del quartiere a tentoni per quasi un quarto d’ora prima di raggiungere un ultimo stradone che portava direttamente al castello. Lo seguimmo con lo sguardo e notammo che l’entrata era sorvegliata da due guardie, le quali si guardavano in giro con circospezione. Non sembravano avere l’intenzione di andarsene.
    Mi morsi il labbro, frustrato.

    Se solo potessi stenderli…

    Masuta sembrò come leggermi nel pensiero e prese in mano la situazione.

    Non crucciarti, Kazuo-san. Mi è venuta un’idea!

    A questo punto… vediamo un po’.

    Compose una serie di sigilli prima di toccare terra con i palmi.

    Kuchiyose no Jutsu!

    Una nuvoletta di fumo circondò una porzione di terreno, quando si diradò, una lucertola più grossa del normale era visibile ai piedi del mio compagno. Mi guardò incuriosita.

    Forse era meglio se andavo a prenderli a pugni…

    Questa lucertola troppo cresciuta dovrebbe renderci le cose più facili? Forse se la tirassi in faccia a quei due… o magari contro di te, che hai queste uscite del cavolo!

    L’animale parve capire le mie parole e contrasse il muso, come se volesse assumere un’aria minacciosa.

    Ora la schiaccio!

    In primo luogo è una salamandra! Secondariamente: niente di tutto ciò! Le spiegazioni a dopo; fidati di me!

    Come ti pare! Ringhiai.

    Il genin bisbigliò qualcosa all’indirizzo dell’animale, il quale rispose con voce stridula e squillante.

    PARLA?!

    La "salamandra" annuì a Masuta e si nascose dietro la sua schiena. Ci avvicinammo fino ad arrivare a pochi passi dalle guardie quando un suono acuto di una vetrata in frantumi riempì l’aria.

    Che cos’è stato?! Disse allarmata una guardia.

    Sembrava un vetro in frantumi! E proveniva dal lato destro della casa, che un ladro stia cercando di intrufolarsi!? Sceneggiò Masuta dissipando l’attenzione da noi.

    Dannazione! Ichimaru, andiamo a controllare! Presto!

    Sì! Assentì il compagno.

    Masuta mi guardò soddisfatto e senza perderci in futili chiacchiere entrammo dentro.
    Agii con rapidità e concentrazione tali che non badai minimamente all’arredo della casa, in parte mascherato dalla penombra.

    L’edificio è grande, dividiamoci! Bisbigliai.

    Prendo la destra!

    Come preferisci…

    Mi precipitai immediatamente nelle prime stanze in cui incappai, cercando per quanto possibile di controllare che non ci fosse nessuno, ma con le mie capacità non ebbi troppi problemi.
    Avevo appena finito di controllare l’ennesima stanza vuota che sentii un rumore provenire dai dintorni.

    Masuta… usa un passo più leggero, idiota! Beh, fin’ora non ho incontrato nessun ostacolo, spero che anche per lui sia andata così…

    Nel mentre aprii cautamente la porta di un’altra camera. Intravidi un letto illuminato mestamente dalla luce opaca della luna. Mi avvicinai, non c’era nessuno. Guardai sotto il letto, a vuoto, controllai negli armadi, a vuoto, cercai dentro alcuni vecchi bauli, ancora una volta a vuoto.

    Che situazione malagevole! Per non rischiare di lasciarmi sfuggire la lancia sto controllando ovunque, anche nelle stanze in cui è improbabile che ci sia! Ma d’altro canto se continuo così rischio di metterci tutta la notte! Senza contare che il jutsu della trasformazione si è esaurito già da diverso tempo, ma vabbè, posso sempre riattivarlo...

    Continuai a perlustrare in giro e ad ogni stanza perdevo sempre di più la speranza. Mi guardai in torno e constatai che queste erano decisamente troppe, ad ogni corridoio si infittivano come fili d’erba in un prato e controllarle tutte sarebbe stato impossibile, persino usando i kagebunshin avrei alleggerito di poco il lavoro.
    Uscii da un’altra ricerca fallita e mi imbattei in un Masuta sconsolato, come me del resto. Lo vidi che si stava avviando verso un’altra stanza e attirai la sua attenzione sibilando il suo nome.

    Anche tu non hai trovato niente? Dissi sottovoce.

    Già, vedo che anche a te non è andata meglio. Disse replicando il mio tono.

    Feci spallucce. Non abbiamo scelta, siamo obbligati a continuare a cerca- Hai sentito!? Mi interruppi e tesi l’orecchio.

    Più o meno… cos’è stato!?

    Sembrava il tonfo emesso da qualcosa che cade su qualcosa di soffice… tipo un tappeto…

    Non mi dire...la casa ne è piena…

    Esatto! Andiamo a controllare!

    Provammo a ricollocare il suono ad una posizione, seguimmo un lungo corridoio, attraversammo piccoli e grandi salotti, di nuovo corridoi.
    Poco dopo si sentì un altro tonfo, più tardi un altro ancora. I suoni apparivano chiari e facilmente distinguibili, eravamo vicini.
    Aprimmo una porta scorrevole e ci ritrovammo faccia a faccia con uno spadaccino mascherato. Appena ci vide spalancò gli occhi, appena visibili mascherati da una bandana, e sbiancò.

    Qualcuno sembra averci preceduto, Kazuo-san. Proferì con fare retorico.

    Quella postura di guardia… Mizumo, che ci fai qui!? Esclamai dopo averlo riconosciuto.

    Notai solo dopo i tre corpi esanimi di tre guardie, giacevano per terra immersi in una pozzanghera di sangue. Avevano un taglio ciascuno e data la lama ancora insanguinata di Mizumo pareva ormai chiaro chi fosse il colpevole.

    Che i miei presentimenti fossero esatti? O forse sotto c’è qualcosa?! Non è da escludere che sia stato qualcun altro a fare tutto ciò, anche se preferirei finirla con gli intrighi, ho bisogno di un volto da prendere a schiaffi, e lo voglio ORA!


















    Link scheda: [1]




    Edited by † Insane † - 9/12/2014, 15:51
     
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