Missione Konoha: La casa dei fantasmi

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  1. KillerBii
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    Legenda
    Narrato

    Pensato Hakurama

    Parlato Kenzaburo

    Parlato Hakurama Senju

    Parlato Yahoda

    Parlato Kaoru Yamanaka

    Parlato Hokage


    Orfanotrofio di Konoha, prime ore della mattinata.
    Hakurama Senju dormiva ancora, le lenzuola mezze sul letto e mezze a terra. Si era concesso qualche giorno di pausa, dopo la più che estenuante missione di recupero dell'orchidea fantasma, svolta assieme all'impetuoso Makoto Sarutobi e alla bellissima Kaoru Yamanaka, cui pensava continuamente dopo quell'occasione.
    Sognava ancora i saluti collettivi con i due colleghi, dopo aver fatto rapporto allo Hokage al ritorno dalla spedizione, e quando il momento in cui Kaoru baciò Hakurama sulla guancia fu vivido come la concreta realtà, ecco che il Senju si svegliò.

    Che ore sono?

    Il pelandrone si alzò pigramente e controvoglia dal suo letto, e con altrettanta calma si andò a lavare e vestirsi, poi scese a salutare gli altri ragazzi e Yahoda, che lo chiamò in disparte.

    Lo Hokage ti ha riconvocato, ragazzo mio.

    Di nuovo? Volevo allenarmi con la mia nuova arte, perchè ha chiesto di me?!

    E secondo me me lo diceva chi mi ha chiesto di riferirtelo? Anzi, ringrazia che non c'era fretta di svegliarti! E poi è un onore essere richiesti da lui, vuol dire che le tue capacità sono ben viste.

    Che consolazione...

    Smettila di ]tenere il broncio e sbrigati. Ti aspetta una bella sorpresa appena arrivi. Muoviti! Non farlo aspettare!

    Ok!

    Haku salì subito in camera sua, preparò tutto l'occorrente per passare qualche giorno fuori dal villaggio, indossò il sempiterno coprifronte di suo padre e il suo porta-kunai mezzo pieno di strumenti e armi da lancio.

    Potrei passare da Kaoru, volendo!

    Così fece, ma una volta al negozio di fiori non trovò lei ma la nonna, che lo informò dell'assenza della ragazza.

    Pazienza, sarà per la prossima...

    Un po' deluso, Haku si mise in strada alla volta della residenza dello Hokage, pensando a quando avrebbe rivisto la splendida Kaoru, il suo viso angelico e i suoi occhi di ghiaccio pieni di vitalità e amenità allo stesso tempo.
    Il tempo camminava mentre il piccolo Senju giungeva alla Residenza. Entrò, e sul momento in cui stava percorrendo le scale che portavano all'ufficio del Kage, una voce più che familiare arrivò alle sue orecchie.

    HAKU-KUUUUN!!! SENJU HAKURAMA-KUN!!!

    La sua mente si svuotò, sentì come un riflesso condizionato, un brivido lungo la schiena fino ad arrivare al collo, provocato dal petto. Il suo sorriso si fece quanto l'abisso che separava il paradiso dall'inferno.

    KAORU!!!

    Per correre ad abbracciarla stava quasi per inciampare nei gradini della scalinata. Erano entrambi contentissimi di rivedersi.

    Che bello vederti! Non dirmi che lo Hokage ha convocato anche te!

    Si, Kaoru-chan! A quanto posso immaginare, anche tu hai ricevuto la chiamata!

    Esatto! Dai, non facciamolo aspettare, sicuramente Makoto sarà già davanti la sua scrivania, se noi due siamo stati convocati!

    Quando si dice il destino, cazzo!

    Una risata collettiva risuonò tra i due amici, che in men che non si dica furono davanti l'ufficio del capo del villaggio. Speravano fortemente di trovare proprio l'ex compagno Makoto Sarutobi all'interno.

    Prima le donne, Kaoru-chan!

    Che galante che sei, Haku-kun!

    Kaoru regalò un sorrisino al Senju e bussò alla porta.

    Haku, trattieniti e non guardarle il c...

    Non finì di pensare cosa non doveva guardare, che entrambi ricevettero il permesso di entrare e al cospetto del principale protettore di Konoha non stava Makoto. Eppure Sarutobi doveva essere, a giudicare dall'aspetto fisico e dai lineamenti facciali, corredati da una cicatrice sulla guancia sinistra. Si scambiarono uno sguardo di intesa reciproca al riguardo.

    Bho... Sarà un suo parente!

    Appena si misero a fianco del giovane già presente, lo Hokage parlò da dietro la sua scrivania, l'ufficio come sempre stracolmo di scartoffie. Fuori dalla finestra, nuvole e sole si alternavano come a chi conquistasse più firmamento.

    Salve a tutti e benarrivati. Hakurama e Kaoru vi conoscete già... Non ho potuto convocare Makoto perchè è occupato in un'altra missione, quindi nel vostro team a sostituire il vostro amico ci sarà Kenzaburo. Ma lascio a voi le presentazioni... Kenzaburo ha già svolto diverse missioni in maniera eccellente, pertanto quest'oggi sarà il capo del team.

    A sentir questo, Haku vide Kenzaburo che si toccava la sua cicatrice sul viso, come quasi a smentire il complimento ricevuto dal Kage.

    Chi ha commissionato questa missione ha richiesto il ritrovamento di questa collana...

    Haku e Kaoru non avevano mai visto quel tipo di ciondolo rappresentato nell'immagine: sembrava un atomo con le sue orbite elettroniche, tutto di colore rosso, con una pallina al centro.

    Mah! Per richiedere i servigi di tre shinobi, questa collana deve avere qualcosa di particolare... Chissà cosa ne pensa il nostro leader.

    Chi ha commissionato questa missione ha richiesto il ritrovamento di questa collana.. Stando alle informazioni
    ottenute, questo oggetto è stato perso in una casa abbandonata situata ai confini del Paese del Fuoco. Gente dei villaggi vicini a quella zona dicono che la casa sia infestata da spiriti maligni ..


    Che cosa?!

    Haku e Kaoru si guardarono nuovamente, stavolta con un'espressione tipica di chi non tende a certe peripezie.

    Voi non preoccupatevi, saranno sicuramente dicerie e in ogni caso un team di 3 genin non potrà fallire un simile compito. Ora andate e non deludetemi.

    Con riverenza Haku e Kaoru, seguiti dal terzo ragazzo, presero congedo dallo Hokage. Chiusa la porta dell'ufficio, il terzo parlò.

    Sono Kenzaburo Sarutobi, posseggo il chakra Raiton e sarò il vostro superiore per questa missione. Pretendo due comportamenti: il massimo impegno possibile e la totale obbedienza ai miei ordini. Ho svolto due missioni di livello D.

    Il Sarutobi guardò dapprima Hakurama, notando curiosamente i particolari lineamenti rossi che gli percorrevano il viso, poi pose il suo sguardo su Kaoru, abbastanza interessato a dire il vero.

    Per me può anche mandarmi a morire, ma non voglio che Kaoru mi venga toccata in qualunque senso.

    Da dietro il profondo rispetto per l'anzianità e l'ostentata esperienza del ragazzo, gli occhi di Hakurama fiammeggiavano, geloso della sua amica. Lei fu la prima a presentarsi al giovane Sarutobi.

    Piacere, Kenza-Senpai! Io sono Yamanaka Kaoru e sono una Kunoichi Genin sensitiva.

    Kaoru rivolse il suo caldo e incantevole sorriso al leader del nuovo team, gentile e angelica nel porsi e nel fare.

    Io sono Senju Hakurama, possiedo solo il chakra Doton al momento, ma mi cimento con il Mokuton da un po'...

    Ti cimenti? Guarda che se non era per te, Haku-kun, avrei potuto essere addirittura uccisa!

    Haku arrossì quasi sul colpo e cercò di sdrammatizzare appena Kaoru gli accarezzò affettuosamente la spalla.

    Non dire fesserie, Kaoru-chan... Non ho fatto niente di che...

    Il piccolo Senju non voleva dar a vedere cose che possibilmente erano solo frutto dell'eruzione ormonale scaturita dalla paura e dalla rabbia della circostanza. Si rivolse poi a Kenzaburo, con fare riverente.

    Io e Kaoru abbiamo svolto solamente una missione assieme, durante la quale io ho risvegliato il mio nuovo potere, questo!

    Alzò un dito all'altezza del naso e fece germogliare magicamente due timide foglioline di quercia, per poi riassorbirle da dove spuntarono. Kenzaburo pareva come impassibile.

    Ci troviamo all'ingresso nord del villaggio tra 10 minuti, chi non si presenterà puntuale verrà lasciato indietro. Se non lo avete, passate in armeria e prendete un auricolare.

    Non ci volle molto ad eseguire il loro primo ordine, impartitogli con una calma e un'autorità tipica di un capo, di un condottiero: i due amici si avviarono insieme verso l'armeria di Konoha per comprare quegli auricolari.

    Come ti sembra, Kaoru-chan?

    Si vede che è parente di Makoto! E ho la mera impressione che Kenza-senpai parli proprio per esperienza, non col fare intrepido e aggressivo del nostro caro amico...

    Hai proprio ragione... Penso che in quelle due missioni abbia svolto il suo lavoro da subordinato, e che ora sta riservando a noi lo stesso trattamento che hanno riservato i suoi superiori a lui.

    Beh, che ti aspettavi, Haku-kun? Punto primo è un Sarutobi, eh eh! Punto secondo, mia nonna dice sempre: impara ad obbedire e imparerai a comandare! E poi ognuno ha il suo carattere... Tu sembravi impaurito da Makoto, come se avessi dovuto badare a un drago sputafuoco appena nato! Ah ah!

    Metti pure che ero responsabile delle vostre stesse vite, quei due giorni... Non avrei mai permesso che quei rapitori e qualsiasi altra cosa avrebbe messo a repentaglio voi o la missione stessa! Avrei preferito esserci io al tuo posto mentre quel bastardo cercava di estorcerti informazioni sull'orchidea.

    Cosa vuoi dire?

    Kaoru era curiosa, immaginava un po' che Hakurama era interessato particolarmente a lei.

    Ehm... Che io... tu... Ehm... Dai sbrighiamoci! E non facciamo aspettare Kenza-senpai, altrimenti s'incavola di brutto.Ah Ah!

    Ok!

    Detto questo si trovarono già davanti l'armeria. Acquistarono gli auricolari e nel giro di qualche minuto giunsero sul luogo prefissato per la partenza. Le nuvole continuavano a far competizione al sole, per il controllo totale del cielo. Ad aspettarli ovviamente c'era Kenza-senpai, in anticipo come ogni buon condottiero.

    Bene, ci siete tutti. Partiamo immediatamente.

    E così fu: il team prese a correre per la strada fuori l'ingresso nord, con un'andatura poco sostenuta. Evidentemente Kenzaburo voleva risparmiare le forze e i due ragazzi dietro di lui stavano al suo passo, pensierosi per il loro piccolo dialogo durante la via per l'armeria. Dietro di loro il villaggio, con le sue case e l'altopiano che imponente sovrastava l'estensione dell'agglomerato, si faceva sempre più lontano. Un leggero vento spirava dalla loro parte opposta.

    E adesso come le dico quello che ho in testa? Lei è intelligente, l'avrà già capito...Sicuramente aspetta la mia mossa... NO! Devo concentrarmi sulla missione! Non voglio deludere le aspettative del mio superiore... A incarico terminato se ne parla!

    Il tempo iniziava a peggiorare, sembrava che le nuvole finalmente avessero vinto la competizione sulla proprietà della distesa celeste e si accalcavano l'un altra assumendo quel tono di grigio simile al fumo di una ciminiera: Kenzaburo se ne accorse prontamente.

    Aumentiamo l'andatura.

    Quando i ragazzi iniziarono ad accelerare, le prime goccioline presero a cadere verso il suolo e sembrava che la giornata avesse ricevuto un torto da parte di qualche essere soprannaturale.

    Ci mancava solo la pioggia, sembra che stia aumentando il ritmo...Ma perchè non ci fermiamo? Potrei usare il mio Mokuton per crearci un riparo!

    Manca ancora tanto? Sta per diluviare!

    Muoviamoci, siamo vicini!

    Con lo stesso tono calmo e lineare, il leader del gruppo ordinò di sbrigarsi; nel frattempo iniziò a piovere a dirotto e viaggiare in quello stato per un tempo continuato avrebbe portato solo febbre e raffreddore, per farla ottimistica.

    Meno male!

    Fortunatamente, nel mezzo del fitto velo d'acqua si intravedeva quella che doveva essere la casa infestata: un villone su due piani ormai in malora, retto in piedi da chissà quale forza, naturale o magica che fosse. Le pareti recavano bruciature dovute probabilmente a un incendio poco recente e ciò riportò in mente al Senju la visione della SUA villa ridotta in macerie; Hakurama guardò Kaoru, tremante per l'acqua fredda che accarezzava il suo viso e i suoi capelli chiari raccolti come sempre nella caratteristica coda di cavallo che la rendeva sublime quale lei era.

    Dentro, forza non abbiamo tempo!

    Kenzaburo urlò con tutto il tono autorevole che aveva, sembrava che lui stesso tonasse in quel diluvio universale e di certo Haku e Kaoru non se lo fecero ripetere mezza volta. Così giunsero in quella villa, temendo più le condizioni del tempo che l'eventuale presenza di qualche spirito o demone.



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