Missione Konoha: l'epidemia

Partecipanti: Byakko

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Byakko
        +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Group
    Konoha
    Posts
    239
    Reputazione
    +117

    Status
    Offline

    Yuki Moriko
    scheda - Yellow - Genin


    Uomo
    Pensato Yuki
    Parlato Yuki


    Doveva essere sincera, aveva sempre odiato i posti troppi affollati. Diciamo che non gradiva la presenza di persone, in generale. Non sapeva bene quale fosse di preciso il motivo che l'aveva spinta ad avere un tale atteggiamento, forse perché aveva sempre vissuto lontano dal contatto del calore umano – infatti, sua nonna, di umano non aveva un bel ninente – vivendo soprattutto immersa nella natura. In poche parole, riusciva ad avere un dialogo decisamente più aperto con un albero che con un coetaneo, che a dirla tutta lei li definiva “stupidi” per antonomasia.
    Eppure, l'unica stupida – ma soprattutto incoerente – in quel momento era lei che, nonostante odiasse i luoghi colmi di vita, si era lasciata trascinare, spinta dalla propria curiosità, in quella specie di arena traboccante di gente. Dulcis in fundo, poi, si era ritrovata schiacciata in avanti, tra un grosso – e con ciò intendeva dire veramente grosso! - omone, che mangiucchiava qualche cibo unto e pieno di calorie, e tutto sudato, che tra l'altro le stava appiccicata come una calamita al frigo, mentre la sua sinistra era completamente occupata da un piccolo, insopportabile e maleducato marmocchio che non faceva altro che piagnucolare. Inoltre, appena suo padre – che lo aveva portato lì perché, testuali parole, “Un giorno combatterai qui” - distoglieva lo sguardo, questi prendeva a tirarle delle ciocche di capelli. Ma Yuki doveva assolutamente mantenere la calma, pestare un bambino sicuramente non avrebbe valorizzato la sua immagine, che di per sé già era precaria.
    Se uscirò illesa da qui, giuro che non metterò mai più piede in un posto del genere aveva pensato spintonata poi in avanti da qualcuno, ritrovandosi attaccata alla ringhiera verde. Solo in quel momento si rese conto di quanta gente c'era, effettivamente: riuscì a scorgere tra l'enorme folla diversi tipi di coprifronte, risaltavano soprattutto quelli di Suna e Kumo, probabilmente erano persone che erano state scartate e che, soddisfatte o meno della loro prestazione, si erano accinte a gustarsi lo spettacolo, uno degli incontri più avvincenti che avesse mai potuto vedere.
    Si trattava di due ragazzi di cui le sfuggivano i nomi – non che questi siano di vitale importanza, anzi non le importava. Uno di questi era di Konoha, lo aveva intravisto qualche volta mentre girovagava per le strade, costretta da usa nonna per delle commissioni. L'altro invece, a giudicare dal coprifronte, doveva essere un genin di Kumo. Se doveva essere sincera, quei due a primo impatto non le erano sembrati nulla di che: il primo, di Konoha, non sembrava un tipo propriamente sveglio. Ad essere sinceri, sembrava uno di quei tipi caduti dalla carrozzella da bambini, avete presente no? Uno di quelli che sembra aver preso una bella botta in testa, con un espressione da ebete irreversibile; Quello di Kumo, invece, era il suo esatto contrario: sembrava uscito da una di quelle gang da strapazzo, il ghigno stampato sul viso e una cicatrice che gli attraversava il viso. Anche lui, secondo Yuki, aveva un'espressione da ebete.
    Che lo scontro abbia inizioooo!!!
    Ovviamente, nonostante quell'aspetto da idioti, dovette ammettere che i loro stile di combattimento non era minimamente specchiato dalla loro immagine, per questo si dovette ricredere. E lei odiava ricredersi, su qualunque cosa.
    Quei due si muovevano con così tanta grazia, grazia che poteva essere percepita solo da un ninja, che sembrava che non si sfiorassero neanche, ma dai rantolii sommessi di dolore poteva solo immaginare quanto, entrambi, soffrissero. Inoltre era uno stile di combattimento che, a dirla tutta, lei stessa invidiava. Quelli non erano colpi sferrati a caso, c'era un nesso logico per ogni minima cosa, persino un movimento, e Yuki si sentì quasi gelosa di non essere a loro livello. Quei due sembravano essere legati entrambi da un medesimo filo invisibile, capaci di portarli su una stessa lunghezza d'onda, ma era questo stesso filo che permetteva ad entrambi di schivare gli attacchi. Appena uno di loro si muoveva, dall'altra parte il filo oscillava mostrando all'altro un la sua prossima mossa.
    E forse è stato proprio a causa di questo che quella battaglia era andata avanti per quasi un ora, ma nonostante questo erano tutti rimasti col fiato sospeso e immobili come se qualunque rumore avesse potuto disturbare quell'atmosfera.
    Poi accadde improvvisamente: il ragazzo che lei aveva definito apertamente un'ebete, s'inginocchiò prima di cadere al suolo, privo di conoscenza mentre il suo avversario aveva stampato in viso un ghigno.
    Ma cosa diav...? Che mi sia distratta e non ho visto l'attacco avversario? Pensò sgranando gli occhi, mentre lo stadio scoppiava in un boato che fece tremare il suolo. Dietro di lei c'era chi spintonava, curioso di sapere cosa fosse successo e forse fu pure per quello che si ritrovò completamente attaccata alla ringhiera – evitiamo di dire che ce l'avevano scaraventata contro, provocandole anche un rantolio di dolore – mentre tutta quella gente era completamente riversa su di lei.
    Cominciarono a partire una serie di proteste, mentre muniti di barella facevano irruzione sul campo due medici e uno di questi, dopo avere scosso la testa e aver fatto un cenno al collega che lo aiutò a posizionare il corpo sulla barella lo portò via.
    lo scontro termina qui scusate ... io non so che dire...
    Eh come? Ho scavalcato una recinzione – questo perché la seccava a morte di fare la fila, ma non aveva avuto problemi a trasgredire, avendo notato dal principio una strana mancanza di sicurezza – schiacciata contro persone sudate, infastidita da un bambino... per nulla? Pensò stizzita e a quanto pare non era l'unica. Si erano sollevati versi di disapprovazione praticamente ovunque, mentre le persone si apprestavano a lasciare l'arena e gli abitanti di Konoha avevano tutti il morale sotto i piedi.
    Decise di attendere che l'arena si fosse svuotata, prima di andare via. Non ci pensava neanche a mettere di nuovo piede in quella marmaglia. Avrebbe sicuramente perso le staffe.

    **



    Quando uscì dall'arena stava ancora rimuginando sul fatto accaduto. Non che le toccasse più di tanto che quell'imbecille si fosse fatto mettere al tappeto da uno di Kumo ma... la circostanza era troppo strana.
    Sono stata attenta tutto il tempo, impossibile che nel momento in cui abbia battuto le palpebre lo abbia colpito così forte da farlo perdere i sensi pensò, arricciando il naso e percorrendo il vialetto che l'avrebbe portata in casa. La vecchia avrebbe dovuto essere fuori, quindi avrebbe potuto godersi il pranzo appieno.
    Però è piuttosto strana la cosa. Da qualunque aspetto la si voglia guardare, questa non ha nessun senso logico, bah forse sono solo filmini mentali quelli che sto facendo pensò chiudendosi la porta alle spalle, sfilandosi gli scarponcini da trekking, assaporando in tutto e per tutto l'assenza della megera.
    Ah, potrei quasi abituarmici sospirò estasiata dirigendosi in cucina e prendendo dalla credenza una pentola qualsiasi.
    Ma ora veniamo alle questioni importanti: come cavolo si scaldano gli onigiri?

    **



    Era passata uno ora all'incirca, e chissà come era riuscita a riscaldare quello che avrebbe dovuto essere il suo pranzo. Certo, quelli che erano una volta triangolini di riso si erano trasformati in una poltiglia inguardabile ma... il sapore era quello che contava, no?
    Stava per portare il riso alle labbra quando improvvisamente uno schiocco secco – segno che qualcuno aveva bussato alla porta – le fece cadere le bacchette dalla mano.
    Neanche un pranzo in pace posso avere?! Pensò stizzita, alzandosi da tavolo e dirigendosi all'entrata.
    Spero per te tu abbia un motivo valido per essere venuto sin qui, disturbandomi nell'ora cruciale aveva borbottato poggiando la mano sul pomello ma quando spalancò la porta, non c'era nessuno.
    Che scherzo infantile sbottò accigliata, accingendosi per chiudere la porta ma poi l'occhio le cadde sull'uscio, dove era posata in bella mostra una lettera dal marchio inconfondibile.

    **



    Quando aveva letto che l'Hokage richiedeva ancora i suoi, chiamiamoli così, “servigi” non aveva esitato un minuto, anzi aveva persino lasciato il piatto sul tavolo e si era diretta di corsa verso l'edificio in cui risiedeva l'ufficio dell'Hokage.
    Da quando era accaduto quel fattaccio, non l'aveva ancora chiamata, neanche per portare a spasso il cane di qualcuno, e questo aveva messo in discussione il futuro di Yuki come kunoichi. Diciamo che l'aveva fatta struggere davvero tanto il non essere stata ancora chiamata.
    Basta pensare. Non partire col presupposto che entri in azione. Sei pur sempre un Jinchuriki, devi mettere in primo piano la tua incolumità, quella del bijuu e quella delle persone di Konoha si era detta entrando nell'edificio e guardandosi intorno. Non c'era nessuno a cui chiedere informazioni.
    Va beh, entrerò lo stesso aveva pensato salendo velocemente le scale per poi arrivare di fronte all'ufficio dell'Hokage e bussare alla porta.
    E' permesso? Chiese, prima di fare leva sulla maniglia e spalancare la porta

    yypLX



    Edited by Byakko - 18/2/2015, 00:59
     
    Top
    .
17 replies since 14/2/2015, 14:05   467 views
  Share  
.
Top