Missione Konoha: Zero

Davvo

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    Kenzaburo Sarutobi


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    Konohagakure no Sato




    Missione Lv. C: Zero

    [II° Post]


    Narrato
    Pensato - Parlato Kenzaburo Sarutobi
    Sussurri del Sigillo




    Un modesto torii in legno risplendeva nei giochi di luce causati dalle fronde dagli alberi, che crescevano tutt'intorno. Occasionalmente il cinguettio degli uccelli accompagnava il rumore delle foglie accarezzate dal vento, spezzando per brevi momenti l'antica pace che trasudava dal terreno.
    Sembra di stare a Konoha. Quella pace gli ricordava le immense foreste del paese del fuoco: non la completa assenza di suono propria della neve, non lo scroscio continuo della pioggia, non il costante acciottolio delle pietre. In quel breve attimo si accorse quanto gli era mancato il rumore della sua terra; per la prima volta dopo una settimana si rilassò completamente.
    Così lontano, eppure così simile... Insindacabilmente si trovava nel paese degli uccelli, a kilometri e kilometri dal villaggio, eppure... in quel momento si dimenticò della missione, della radice, del sigillo; i suoi pensieri erranti verso la foglia.
    Scosse la testa, non era il momento di rilassarsi; aveva un compito da svolgere.
    Andiamo.
    Ovviamente non poteva usare l'entrata principale: un sottilissimo strato di chakra comparve sotto i suoi piedi e, appurandosi di non essere visto, salì su un albero. Vediamo se sei veramente qui. Un sussurro preannunciò l'inizio della ricerca: controllata nuovamente l'assenza di occhi indiscreti si spostò di ramo in ramo seguendo il perimetro del tempio. Ben presto riuscì ad ottenere un quadro generale su quella che, almeno ad occhi esterni, sembrava una normale giornata di tutti i giorni: qui e là piccoli gruppi di novizi si prendevano cura dell'ampio cortile, mentre al fiume delle donne lavavano vestiti e lenzuala.
    Lei non c'è. Il suo obiettivo non era nel gruppo di donne sulla riva del fiume. Non mi sembra il tipo da lavori manuali... La prima impressione che si era fatto lo portava a pensare che la rossa non si sporcava le mani spesso, e la sua mancata partecipazione ai lavori manuali confermavano l'ipotesi che si trovasse all'interno di uno dei numerosi edifici del complesso.
    Devo controllare l'interno... ma come? Non poteva semplicemente saltare su un tetto ed intrufolarsi, non in pieno giorno con così tante persone, sarebbe stato sicuramente avvistato. Posso aspettare e vedere se arriva, magari non è qui al momento.
    Proprio mente lo shinobi ragonava sul da farsi, una melodia troppo distante per essere compresa ma uscita da una bocca femminile attirarono la sua attenzione. Mhh? Dove? Era in una zona relativamente deserta, vicino a ciò che probabilmente era il retro del tempio.
    Incuriosito seguì quella traccia, arrivando nei pressi di un piccolo porticato a superficie quadrangolare: una donna stava riordinando quelli che sembravano attrezzi per la cura della fauna.
    E' lei! Capelli rossi, portamento nobile, movimenti raffinati... tutto combaciava con la foto che gli era stata mostrata.
    Il suo obiettivo era davanti a suoi occhi, non gli rimaneva che prenderlo e consegnarlo. Non posso ora! La costruzione limitava il suo campo visivo e non riusciva ad avere una chiara percezione dell'ambiente intorno alla presunta sacerdotessa, oltretutto non era certo di poterla immobilizzare senza farle emettere alcun suono. C'è troppa gente nei dintorni, troppe cose possono andare storte. Non poteva agire ora, in pieno giorno: avrebbe aspettato la notte, dove presumibilmente tutti avrebbero dormito. Ora che l'aveva trovata non gli sarebbe scappata tanto facilmente.
    Meno attenzione raccolgo meglio è, non posso fallire anche questa volta. Si, ormai era deciso, avvolto nel mantello delle tenebre avrebbe compiuto un lavoro pulito, un lavoro da Radice.

    ***


    Un freddo vento soffiava, muovendo le fronde degli alberi tutt'intorno a Kenzaburo. Il sole era tramontato da diverse ore, ed in cielo solamente le stelle manifestavano la loro presenza: uno strano silenzio abbracciava il tempio che solo poco tempo prima brulicava di energia. Ora di inziare. Osservando i movimenti delle donne aveva dedotto in quale edificio dormissero; l'ora tarda gli avrebbe assicurato completa libertà d'azione. Raggiungere la struttura, situata vicino al fiume, non era impresa ardua per uno shinobi. Il difficile viene adesso. Avrebbe dovuto orientarsi in una struttura a lui sconosciuta senza fare il minimo rumore: quando necessario avrebbe usato la fiebile luce dello Hōshutsu per distinguere il volto del suo bersaglio. Dopo averla legata ed imbavagliata non sarebbe rimasto altro che tornare a Konoha. Posso farcela. Doveva farcela; appoggiò la mano sulla porta di cipresso e scrutò un'ultima volta l'oscurità intorno a lui.
    In quel momento una luce abbagliante illuminò a giorno l'intero complesso.
    !! Un intenso dolore si propagò dagli occhi del giovane, ma ciò non gli impedì di udire il potente botto di un esplosione e, immediatamente dopo, il profondo rumore di una struttura che ormai sventrata si accasciava gemendo al suolo.
    Che cazzo sta succedendo! Voci da ogni dove iniziarono ad accavallarsi l'una sopra l'altra e prima contorni poi figure poi ombre iniziarono a muoversi freneticamente, mentre tutto prendeva una colorazione rossa. Dannazione, un'esplosione? Mentre un forte odore di bruciato si aggiungeva alle sue percezioni Kenzaburo cercava di riprendere il controllo di sè stesso in mezzo al caos. La donna! Diverse figure incrociarono più volte il suo sguardo, ma nella frenesia generale nessuna di esse sembrò chiedersi chi fosse o cosa ci facesse nel tempio. La donna!
    I pensieri del ragazzo corsero subito al suo obiettivo: poco prima tutte le occupanti del dormitorio si erano precipitate fuori lasciandolo completamente vuoto, ma non aveva visto quella donna.
    Trova la donna! Il suo istinto o forse qualcos'altro gli diede un ordine, categorico ed imperativo.
    Dannazione, forse è rimasta ferita! L'esplosione era stata potente e da quanto aveva capito dalla sua giornata di osservazione aveva interessato uno dei padiglioni principali: c'era la possibilità che avesse un turno notturno vicino alla conflagrazione. Merda! Ingiuriò a denti stretti; se era morta la missione era fallita! PORCO JASHIN! Bestemmiò, questa volta con tutto il fiato che aveva nei polmoni, attirando l'attenzione delle sacerdotesse più vicine. Fortunatamente le urla, il crepitio del fuoco e le grida dei feriti avevano sovratsato la sua voce, impedendo che rieccheggiasse in tutto il complesso.
    Trova la donna! Ancora quella voce, Kenzaburo sapeva che c'era qualcosa che non andava ma per la prima volta si trovava d'accordo con quell'istinto, col suo istinto. Doveseidoveseidoveseidoveseidovesei! Correva, pericolosamente vicino alle fiamme ma non gli importava: doveva trovare quella donna VIVA!
    Improvvisamente con la coda dell'occhio perceoì del movimento. Eccola! Si era lei, i vestiti bianchi velati da un nero strato di cenere bruciacchiati in più punti Quello chi è? Strizzò gli occhi che gli iniziavano a bruciare a causa del fumo, cercando di vedere meglio l'enorme figura sulla quale poggiava la sua donna: una gigantesca armatura brillava riflettendo le fiamme che danzavano tutt'intorno ad essa. ... Tutto sembrò fermarsi, Kenzaburo venne preso in contropiede, la sua mente incapace di contestualizzare il guerriero davanti a lui.
    FERMO! La gola secca per il calore gli doleva; i suoni dell'incendio che arrogantemente pretendeva gli edifici del tempio e gli alberi circostanti sovrastò la voce del giovane mentre la figura sparì nella confusione generale. Merda! In quel preciso istante le parole dell'ubriaco incontrato alla taverna gli risunarono in mente, e la consapevolezza di aver appena assistito al rapimento del suo obiettivo si palesò dirompente nella sua testa.
    Prendi la donna! Ancora quella voce; i suoi muscoli si contrassero di colpo, la sua figura si inabissò fra le tenebre nello stesso punto del rapitore. Il fuoco divampava alle loro spalle.
    Non posso fallire! Hebisu non glie lo avrebbe perdonato, non ancora, non questa volta.
    Non posso fallire! Quella armatura continuava ad allontanarsi sempre di più, quasi incurante del proprio peso.
    Non posso fallire! La donna, il successo della propria missione, il suo futuro si allontanavano sempre di più.
    Non posso fallire! In quella situazione accadde qualcosa di profondamente sbagliato: la mente e la corruzione si allinearono perfettamente, combaciando per un attimo. Bastò quell'attimo, e si ruppe qualcosa; qualcosa di estremamente importante.
    Il dolore pulsante si manifestò ancora una volta, in tutta la sua corruzione, ed il sigillo iniziò a vomitare quel chakra putrido e potente che costituiva il suo potere; la figura iniziò ad avvicinarsi.

    TI HO DETTO DI FERMATI! Un odio profondo per quella armatura iniziò ad instillarsi nel giovane, un odio motivato, un odio sconfinato. Ma questa volta c'era qualcosa di diverso.
    Raiton: Hōshutsu! Voleva ucciderlo, questo si, con tutto sè stesso.
    Raiton: Denki-kyū Ma questa volta non era in preda all'odio, non era controllato dall'odio.
    Lui controllava l'odio.





    Ho modificato per inserire il link corretto al riepilogo.


    Edited by Davvo - 24/3/2018, 23:37
     
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4 replies since 21/3/2018, 14:44   131 views
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