La Mossa del Suono

[Missione Tartaruga Kiri Livello C] [Partecipanti: blaze9]

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    Nome: Kameji Ashimizu
    Villaggio: Kirigakure No Sato
    Grado: Genin
    Altezza: 1,83 m
    Età: 17 anni
    Energia: Verde








    Pensato Kameji

    Parlato Kameji

    Nakata

    Guardia

    Segretario Squadre Speciali










    OLTRE LA MORTE




    Ti farò conoscere il vero terrore…

    La ragazza dinnanzi a me rimaneva immobile, attonita e in posizione eretta, con occhi spenti e privi di qualsiasi accenno di luce. Alla fine la mia arte illusoria sembrava esser andata a buon fine, o forse era questo che la donna voleva che io credessi.
    Devo stare attento… Potrebbe essere una trappola…
    Mi balenò rapido nella mente il ricordo di tutte le volte che ero cascato in strani tranelli durante questa missione. La ragazza di fronte a me era stata rapida da degli shinobi di Oto e il Mizukage aveva incaricato il sottoscritto e altri quattro chuunin di inseguirla prima che fosse entrata nel Paese delle Risaie, e fosse quindi diventata una questione fra nazioni. Dovevamo evitare qualsiasi scaramuccia ai piani alti. Durante la missione però, fummo separati con una serie di trappole fino a quanto non rimasi solamente io all’inseguimento della ragazza. Una volta trovata, stranamente sola, avevamo però ingaggiato battaglia, chiara spiegazione che forse vi era qualcosa di sinistro che non quadrava.
    Messo alle strette, ero stato costretto ad utilizzare un’arte illusoria. Mi trovato accovacciato a terra con le gambe al suolo, a scrutare immobile la scena. Le mani, appoggiate alle gambe, grondavano di sangue e sudore. Il petto, recante una ferita ad “X” dovuta agli attacchi precedenti, doleva non poco. Ero inoltre a corto di chakra.
    Trappola o no sono comunque alle strette…
    Dovevo cercare di concludere il duello ora, con le poche forze rimastemi, sperando di non incappare nell’ennesimo sotterfugio, a cui probabilmente, viste le condizioni fisiche in cui versavo, non sarei riuscito a scampare. Il cuore cominciò a batteri all’impazzata. La situazione sembrava essersi capovolta a mio vantaggio ma sentivo ancora nell’aria il tanfo di morte. Facendo leva con le mani sul terreno, mi feci forza e ritornai in posizione eretta compiendo uno sforzo disumano.
    OOOOOHHHH
    Barcollai per circa un secondo prima di assestarmi ed estrarre dunque un kunai con la destra dal portakunai e porre la mano in orizzontale davanti al plesso solare ferito. La sinistra scivolò lungo il fianco. Le gambe cominciarono a tremare. La ragazza però continuava a rimanere statuaria.
    Appena mi decisi ad andare all’attacco mi si annebbiò per un attimo la vista. Viste le condizioni in cui versavo stavo cercando di forzare il mio corpo oltre le possibilità.
    Kenpo: Hadan!
    Un lampo di luce svegliò il mio cervello confuso. La ragazza dunque venne sbalzata all’indietro di circa due metri cadendo di schiena, senza aver il tempo di reagire. Realizzai dunque solo in quel momento la provenienza dell’attacco. Il panico bussò nuovamente alla porta della mia gola: odiavo questi repentini cambi di scenario.
    Questa volta andò bene.
    Mi voltai per veder l’artefice di ciò e notai una faccia conosciuta, con i vestiti strappati e laceri, sporchi di terra e di sangue che si mescolavano in una macabra danza lungo tutto il corpo.
    Nakata!!! Allora stai bene!!
    Nakata fu l’ultimo compagno a separarsi da me. Eravamo rimasti in due a inseguire la ragazza quando Nakata cadde in una buca e rimase coinvolto in un’esplosione di carte-bomba. Non riuscii a fare nulla per salvarlo, e la sua morte mi scosse non poco anche se trovai comunque le motivazioni per lottare. Quelle sensazioni mi fecero crescere, e in pochi istanti mi fecero capire molte cose della guerra. Sicuramente, le notti a seguire, sarei tornato a rivivere quella scena shockante.
    C-Come hai fatto a scampare all’esplosione?
    Sono riuscito a scavare nel terreno con la stessa tecnica che ho usato poco fa…
    Capii che avrei rimandato a posteri tutti quei marasmi psicologici. Rimase solo l’amaro sapore di averlo abbandonato in una buca a morire. Certo non vie era altra soluzione in quel momento e non avrei avuto alcuna chance di tirarlo fuori da quella buca e probabilmente sarei finito con il nome inciso in una lapide. Ma le emozioni si sa, sono irrazionali, e vederlo vivo in questo momento da una parte mi riempiva di gioia, ma dall’altra mi dava un enorme senso di colpa.
    Capisco… Quindi era una specie di onda di chakra…
    L’esplosione mi ha coinvolto… Per fortuna solo parzialmente…
    A-Ah… S-sono contento…
    Lo stupore e la felicità al contempo mi strozzarono ogni altra possibile parola.
    Devo metterlo in guardia dal suo potere…
    Ehi… Kameji…
    La destra di Nakata indicò le mie spalle ove, pochi istanti prima, era stato scaraventato il nostro nemico. Mi voltai verso la ragazza.
    G-Guarda…
    Immobile, giaceva ancora a terra dopo l’ultimo colpo ricevuto. Ma il fatto strano, è che cominciò a perdere lembi di pelle, minuscoli, a poco a poco. Si liberarono in aria una miriade di strani corpuscoli, simili a pezzi di carta, che cominciarono a levitare e si sollevarono come un fiume di carta verso l’alto.
    E mo’ che cazzo sta succedendo…
    Ero stanco delle sorprese. Questi ultimi attimi mi parvero infiniti. Fui completamente preso dal turbinio di materia in ascensione che non mi resi conto di ciò che accadde alla ragazza. Nakata dunque si affiancò a me, anch’esso rapito dalla mia stessa visione.
    Uh… Guarda Nakata…
    Stavolta fui io a indicare con la destra la ragazza. Ma ora non vi era altro che una grande massa di carta sminuzzata a terra, da cui si intravedeva un volto completamente pallido. Indi ci avvicinammo con cautela. Mi appoggiai con la destra alla spalla medesima del mio compagno, facendogli passare il braccio dietro alla nuca, per aiutarmi a camminare. Nakata era malconcio, ma non quanto il sottoscritto.
    Ma cosa…
    Kameji dimmi che ho le allucinazioni…
    Dinnanzi a noi, avvolta in una sottile mangiatoia di carta lacera, un cadavere disteso con la giubba da chuunin riposava eternamente con una smorfia di dolore dipinta sul volto.
    No purtroppo…
    Si trattava sempre della ragazza che stavamo inseguendo con cui poi ho dovuto lottare, ma questa volta era morta e avvolta in sinistro letto bianco e con abiti diversi.
    Quindi non è stata la tua tecnica?
    Direi di no…
    Vi erano molte ferite sul corpo della stessa che grondavano sangue, di cui una all’altezza dello stomaco, sembrava averne portato alla morte. Non vi era equipaggiamento. Questo la diceva lunga sul fatto che fosse stata depredata visto che è una mossa poco scaltra scendere in battaglia senza armi.
    Ora che ci penso… Le ferite sono molto inusuali per gli attacchi che ha subito da noi…
    Nakata… Può darsi che non l’abbia uccisa tu…
    Di fianco al corpo notai due oggetti scintillare. Li misi a fuoco per bene e notai che erano delle lenti a contatto.
    Tutto ciò è davvero strano… Se non l’abbiamo uccisa noi come mai stava combattendo?
    Che qualcuno la usasse come burattino? Pazzesco… Significherebbe essere in grado di utilizzare i morti…
    La mia mente non si dava pace.
    In ogni caso solo la squadra speciale potrà far luce sul mistero… Direi di portare il corpo a loro…
    Concordo…
    Ma allora la carta che ruolo ha in tutta questa faccenda?
    Dobbiamo però toglierci da qui al più presto… Potrebbe tornare l’artefice di questo abominio…Riesci a camminare?!
    Ce la farò in qualche modo…
    Non avevo danni alle gambe. Ero semplicemente spossato per la gran perdita di sangue. Necessitavo al più presto di dovermi medicare le ferite. Inoltre avevamo un cadavere da portare fino a Kiri attraversando ben due Paesi interi. La situazione all’improvviso non fu delle più rosee. Facendomi forza mi staccai da Nakata e cominciai a incamminarmi cercando di mantenere l’equilibrio verso il margine di quell’immensa radura circolare in cui ci trovavamo. Al centro della stessa vi era una piccola casa ma ripararsi in essa ci avrebbe esposto inutilmente. Nakata si chinò, prese il corpo e se lo issò sulle spalle, raccogliendo con l’altra mano anche le lenti e un campione di carta. Poi mi seguii nella radura.
    Contrariamente a quanto pensavamo, ci addentrammo per una decina di metri, giusto per essere al sicuro da occhi indiscreti, ma nessuno si palesò.
    Dobbiamo pensare a un modo per trasportare questo sberlone…
    Hai idee?! Io direi a mano…
    Ma così non sarei molto di aiuto…
    Prima mettiamoci al sicuro… Poi pensiamo alla logistica!
    Avevamo delle priorità in quel momento e Nakata si premurò di ricordarmelo.
    Macinammo circa un chilometro ad andatura lenta visto il nostro stato, circumnavigando la radura fino a imboccare la direzione da cui eravamo venuti, ovvero quella che costeggia il confine del Paese del Fuoco con quello delle Risaie, per poi sbucare sulla costa di fronte al Paese del Vortice.

    Cazzo! Detesto perdere le cose!
    Avevo perso il mio zaino e lo realizzai soltanto in quel momento.
    Devo averlo lanciato via istintivamente durante l’esplosione… Oppure l’ho lasciato senza volerlo nella casa…
    Mi sentivo così idiota. Non commettevo errori simili da tempo. Probabilmente qualche movimento istintivo me lo aveva fatto gettare via nel marasma del combattimento e nei vari tranelli in cui ero incappato.
    Pazienza Kameji… Quel che è perso è perso… Non possiamo mica tornare indietro…
    Ci fermammo dunque per medicarci le ferite, il che mi fece utilizzare tutte le bende che fortunatamente tenevo nel portakunai. Dovetti fare tutto il giro del busto per bendare le ferite, il che mi fece usare quasi tutto il tessuto a mia disposizione. L’emorragia per mia fortuna si era fermata, il sangue sulla ferita era coagulato e aveva formato un tappo sul circondario impedendo al mio corpo di perderne ulteriore. A disinfettare il tutto ci avrei pensato una volta tornato a Kiri, anche correndo il rischio di avere un’infezione. Quel corpo aveva la massima priorità, noi shinobi contavamo molto meno.
    Fantastico… Sono a corto di cibo, acqua e vestiti…
    Il viaggio di ritorno improvvisamente diventò una gran rogna. Anche Nakata finì di medicarsi le proprie ferite.
    Direi di cercare del cibo… Possibilmente selvaggina visto il sangue che abbiamo perso…
    Dobbiamo anche cercare un fiume per sciacquare le nostre ferite e per rifarci le scorte d’acqua…
    Ti presterò io una delle mie borracce…
    Grazie tante! Ti sono debitore…
    Entrambi però sapevamo che mancava un grande dettaglio, ma non avevamo il coraggio di dirlo.
    E poi…
    Ruppi gli indugi.
    Essendo entrambi feriti non possiamo dividerci…
    Già… I nostri compagni dovranno aspettare…
    Non possiamo fare altro in queste condizioni!
    Parliamoci chiaro… Questo corpo è troppo importante… Dobbiamo portarlo immediatamente alla squadra speciale di Kiri!!
    Rimanere razionali in queste situazioni, con queste scelte da fare non era semplice. Io avevo ancora molto da imparare rispetto al mio compagno.
    Avremmo organizzato una volta al villaggio una missione di recupero. Contavamo comunque sul fegato degli stessi. In qualche modo sapevamo che ognuno aveva chance di cavarsela, ma non potevamo lasciare messaggi in giro, non su territorio straniero, e non alle prese con un gruppo di otiani.

    Impiegammo due giorni per ritornare nel Paese del Vortice. Nakata si premurò di portare il cadavere, in quanto possedeva una maggior forza fisica al momento, ma anche in generale. Il Paese del Fuoco possedeva grandi specie di selvaggina il che ci ha permesso di tenerci sempre rigorosamente alimentati a base di carne. Le forze pian paino tornarono a entrambi, mentre il petto ancora continuava a bruciare. Decidemmo di non costruire accampamenti: essendo in due, trovammo ogni sera un luogo nascosto dove uno poteva dormire e l’altro fare la guardia, e ci alternammo per tutta notte. Non mancarono soste ai fiumi o piccoli laghetti per poter dare una lavata alle ferite e una anche ai bendaggi, riducendo così le possibilità di infezione che rimanevano ancora molto alte. Decidemmo di aspettare la notte del secondo giorno per varcare lo stretto che separava i due paesi: preferivamo non rischiare alcun contatto. Per ammazzare le ultime ore, decidemmo di farci un bagno in mare, in una zona desolata, per lavarci un po’ di quell’odore nauseabondo che trasportavamo che mischiava sangue, sudore, sporcizia e cadavere. Non ottenemmo molto, ma riuscimmo a dare una bella disinfettata alle piaghe perché si sa, l’acqua salina del mare è sempre un buon rimedio. Quella sera pescammo e mangiammo pesce.

    Il giorno seguente lo passammo ad attraversare il Paese del Vortice sempre cercando di mantenere un basso profilo viaggiando nella parte più fitta delle radure del territorio. La routine era sempre uguale, se non per il fatto che provai a portare il cadavere sulle spalle, ma non ottenni altro che una fitta acuta al regalino sul petto lasciatomi dal cadavere stesso. Mi dispiaceva lasciare il lavoro sporco interamente al mio compagno, ma non potevo fare altrimenti. Sempre col favore della notte, varcammo nella medesima maniera il confine fra il Paese del Vortice e quello dell’Acqua, ovvero camminando sul mare. Era la seconda notte di fila che non dormivamo, viste le traversate notturne che la geografia del territorio ci aveva costretti a fare. Una volta rientrati nel nostro territorio di casa, rinfilammo i coprifronte e facemmo una sostanziosa sosta a riprendere energie, sempre con le dovute precauzioni.
    Il viaggio durò un giorno ulteriore, sempre per radure visto che trasportare un cadavere non è mai una bella attività da mostrare in pubblico. Arrivati alle mura di Kiri entrammo da una delle porte secondarie da cui si usciva prevalentemente per andare in missione.

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    Documenti prego?
    Sulla soglia ci avevano fermato due guardie: una abbastanza giovane, sulla trentina, con capelli folti neri, bocca carnosa, naso grosso come un macigno e voce un po’ effeminata, che si occupo’ di fare i dovuti controlli; il secondo, un po’ più anzianotto e pacato, ci scrutava silente con le braccia incrociate al petto.
    E con quello che volete fare?
    La guardia notò il cadavere, poi vece l’ennesima smorfia di disgusto. L’odore pungente dello stesso, sommato ai nostri olezzi rendeva quegli attimi infernali ai due. Il nostro aspetto trasandato e spettinato, ne era la conferma. In missione però l’igiene era trascurabile, soprattutto quando in gioco c’è qualcosa di più grande.
    Lo dobbiamo portare alla Squadra Speciale… E’ di grande importanza…
    La guardia esaminò i documenti e poi ce li riconsegno togliendosi dal percorso.
    Perfetto! Bentornati a Kiri!
    Mi grattai i corti capelli scuri sudati lasciandomi alle spalle la porta del Villaggio, felice di poter finalmente respirare aria di casa. Ne sentivo la mancanza, ma soprattutto, era chiaro indice che quell’estenuante missione era giunta al termine.

    La sede del Corpo della Squadra Speciale distanza pochi minuti di cammino. Inutile dire che la posizione era del tutto strategica vista la vicinanza ad un’entrata secondaria solcata prevalentemente da shinobi. L’edificio era un grande palazzo bianco di forma circolare, con inciso l’effige della squadra in dimensioni mastodontiche sulla facciata principale. Entrammo in un ampio atrio scuro, la cui unica parte illuminata era quella diametralmente opposta all’ingresso, da due misere luce di candela.
    Quest’atmosfera rimane sempre spettrale.
    Le due candele erano situate su un bancone di legno, dietro cui sostava uno shinobi avvolto in un bianco mantello, con sul volto una maschera bianca raffigurante un orso. La Squadra Speciale era famosa per essere il corpo d’elite comandato direttamente dal Mizukage, che si occupava quindi delle questioni più importanti per il villaggio, molto spesso nella maniera più sporca possibile. All’interno di essa vi erano numerose divisioni tra cui interrogatori, torturatori, sensitivi, crittografi e anche medici responsabili delle autopsie.

    Vi aspettavo…
    Tuonò la voce neutra dietro al bancone, probabilmente distorta da un aggeggio situato dietro alla maschera. Ci facemmo avanti fino a sostare a circa un paio di metri da lui. Nakata appoggiò il cadavere sul bancone, e estrasse dalla tasca della sua giubba i frammenti di carta e le due lenti a contatto per porli di fianco al cadavere.
    Il mio capo mi ha raccontato della vostra missione… Ma mancano persone all’appello vedo…
    Si sono perse strada facendo…
    Era prioritario farvi ottenere questo cadavere…
    Non lo metto in dubbio… Vedo a mio dispiacere che la donna è trapassata… Raccontate pure a me… Io riferirò tutto a chi di dovere… Naturalmente ciò non vi esenta dallo scrivere un rapporto formale…
    Annuii in risposta.
    Abbiamo inseguito in ninja di Oto fino a quasi il confine… Una di loro ha tentato di rallentarci ma è rimasto Jeral a fronteggiarla e l’esito della battaglia è incerto…
    Poi siamo stati intrappolati in una sorta di ragnatela… Non abbiamo scovato l’artefice ma Loki e Thorne sono rimasti per scovarlo e occuparsi di lui…
    Infine siamo stati costretti a combattere con questa ragazza che a quanto pare utilizzava delle ossa per attaccare ma…
    Ma?!
    Quando l’abbiamo messa fuori gioco si è come volatilizzata in tanti pezzetti di carta e ha lasciato questo cadavere al suo posto…
    Ci terrei a precisare che le ferite sul corpo della ragazza non le abbiamo causate noi quindi probabilmente è stata manipolata da morta… Non sappiamo come e oltretutto è solamente un’ipotesi…
    Perfetto! Ottimo lavoro ragazzi! Ora andatevi pure a riposare!!
    Oh finalmente!
    Arrivederci!
    Buon proseguimento!
    Ci congedammo dall'ANBU e uscimmo allo scoperto.

    Mi dispiace di averti abbandonato nella buca ma credimi…
    Io avrei fatto lo stesso al tuo posto. Non è cattiveria… Solamente è inutile morire in due…
    Umpf…
    Tirai un sospiro di sollievo. Mi ero liberato di un peso, seppur in questi ultimi giorni avevo avuto priorità superiori.
    Grazie… Ti devo un favore…
    Alla prossima e stammi bene!
    Altrettanto!
    Alzai la destra in un pigro gesto di saluto. Nakata ricambiò prima di voltarsi e scomparire in quella serena giornata di fine estate. Mi incamminai quindi verso l’ospedale, pronto a metter la parola fine a questo capitolo della mia storia.







    Ho perso lo zaino (per una questione ruolistica) e il contenuto e ho usato 5 metri di bende che erano nel portakunai :ice:


     
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    - "Dinnanzi a noi, avvolta in una sottile mangiatoia di carta lacera, un cadavere disteso con la giubba da chuunin riposava eternamente con una smorfia di dolore dipinta sul volto." La giubba da chuunin da dove te la sei tolta fuori? Ti ho mai detto che indossava qualcosa del genere? Quando non ti vengono date indicazioni specifiche devi andare sul generico. Vale lo stesso discorso sia per la mangiatoia che per la smorfia di dolore. Sono dettagli che potevi evitare di dare questi.

    - "Vi erano molte ferite sul corpo della stessa che grondavano sangue, di cui una all’altezza dello stomaco, sembrava averne portato alla morte. Non vi era equipaggiamento. Questo la diceva lunga sul fatto che fosse stata depredata visto che è una mossa poco scaltra scendere in battaglia senza armi." Di male in peggio. :facepalm: Stesso discorso fatto al punto precedente. :nunu:

    - Non mi ha convinto tanto il modo in cui hai trattato il viaggio. Troppo superficiale. Non ti chiedevo di descrivere nei minimi dettagli tutti i movimenti che facevi con il tuo pg sino a Kiri ma potevi almeno trattare qualche punto. Peccato.

    Voto: 6,5

    Non mi è piaciuto per niente il modo in cui hai trattato le parti dell'Edo Tensei (sopratutto) e del viaggio. E' un peccato perchè sei gradualmente migliorato in positivo in questa missione e concludere così non ti fa onore. Sii più attento la prossima volta, specialmente con cose così delicate.

    Per ogni dubbio sulla valutazione contattami via mp. :fiore:




    Missione Kiri - Livello C


    La Mossa del Suono

    Utente partecipante: blaze9

    Pg partecipante: Kameji Ashimizu



    Media Voti: 6,8 + 7,2 + 7,5 + 7,2 + 7 + 7 + 7,8 + 6,5 = 7,125

    Premi ottenuti: 550 ryo + 22 exp + 20 ppe + tecnica richiesta

    Considerazioni finali: Lo sai bene tu e lo vedi bene dall'andamento delle valutazioni nel corso della missione. Hai iniziato così così (e ci può stare, specialmente se non hai confidenza con il modo in cui valuto i miei utenti e il modo in cui voglio che lavorino i miei utenti) ma hai appreso i miei consigli migliorando gradualmente. Poi sei calato nella parte del combattimento (e anche qui ci può stare se non sai come voglio che lavorino i miei utenti, specialmente lato riepilogo) commettendo anche qualche errorino evitabile (inficiato comunque da un'inesperienza che può starci). Infine hai concluso non bene un ultimo post dopo aver rasentato l'8 nel post precedente, cosa che stona parecchio. Ti consiglio di lavorare sulla costanza. Ascolta bene ciò che ti diranno i tuoi master (tutti, anche se li cambi) e cerca di applicarti di più. Ne sei in grado.





    Arte del Vento: Mulinello (Futon: Toppa)

    Tipo: Ninjutsu
    Posizione delle mani: Cane - Cavallo - Uccello
    Livello: C
    Descrizione: Dopo aver composto i sigilli si creerà un vortice d'aria a mulinello proprio intorno all'utilizzatore, che potrà essere usato come muro per respingere gli attacchi. Il vortice potrà respingere tecniche di energia pari o inferiore, oltre ad attacchi semplici corpo a corpo o portati con armi.
    Consumo: 15
    Richiede: Chakra Fuuton, Zen 2; Destrezza 3
    Costo: 25 Exp
    Energia: Verde

    A fine missione potrai richiedere l'aggiunta di questa tecnica insieme al resto delle cose che ti spettano per la missione. :fiore:



     
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16 replies since 6/4/2018, 09:53   399 views
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