Missione Kumo: Occhi aperti!

Partecipanti: NieL - Tartaruga

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    Missione Kumo - Livello D



    Occhi aperti!


    Utente/i partecipante/i:NieL

    Pg partecipante/i:Ryuu Yotsuki






    Sono passate due settimane dal tuo esame genin. Nel corso di questo periodo ti erano state affidate alcune missioni molto semplici da svolgere in solitaria: recuperare un gatto da sopra un albero; accompagnare una vecchia signora a fare la spesa ecc.
    Durante la mattinata verrai interrotto dall'arrivo di un piccione. Legata alla zampa del piccolo uccello troverai un messaggio della Raikage: eri stato convocato per svolgere una missione e ti saresti dovuto recare al palazzo immediatamente.
    Giunto fuori l'ufficio della Raiakge troverai i due ragazzi che avevi già incontrato nel corso dell'accademia.
    Dopo esservi scambiati i primi convenevoli dalla stanza uscirà un ragazzo.
    Finalmente siete tutti. Entrate pure!
    Una volta che sarete tutti all'interno dell'ufficio la Raikage alzerà lo sguardo dai numerosi fogli che ricoprivano la sua scrivania, quindi comincerà a parlarvi.
    Innanzitutto benvenuti. Scusatemi per il poco preavviso: inizialmente la missione non prevedeva la presenza di genin. E' stato Mitsuo - indicherà il ragazzo di poco prima - ad insistere per avere un team a seguito...
    Alzerà gli occhi al cielo e farà un gesto con la mano, come a consentire all'altro di parlare. Il ragazzo allora farà un passo avanti.
    E non potrò mai ringraziarla abbastanza...
    Sorriderà alla capo villaggio, quindi si girerà nella vostra direzione e comincerà a parlare con una straordinaria ed inaspettata energia.
    Bene ragazzi! Come vi è stato già detto adesso fate parte di un team. Il nostro compito non sarà molto complesso: dovremo recarci a Sakegawa, un piccolo villaggio non molto distante da qua, per scortare dei mercanti al Villaggio della Brina... Non dovrete preoccuparvi: mi sono occupato di tutto io, ho anche preparato una serie di turni che possiamo fare nel corso della notte. Inoltre ho già pensato ad una formazione per circondare il carro: io starò dietro per supervisionare che tutto vada bene; tu, ragazza, sarai sulla sinistra mentre l'altr- Basta così, basta così... Questi dettagli li potrete vedere anche in privato.
    A quel punto la Raikage prenderà alcune piccole sacche dalla scrivania e ve le consegnerà personalmente (contengono 250 ryo che puoi spendere solo in armi, ciò che non usi adesso verrà perso), quindi ritornerà a sedersi.
    Mi aspetto che diate il massimo e che non succeda nulla... - Lancerà un'occhiata al chunin - Andate pure!
    Uscirete tutti dall'ufficio. Vai pure a fare acquisti. Chiudi il post nel momento in cui vi incontrate tutti alle porte del villaggio.














    Considerazioni sulla traccia: Non te l'ho presentata come tua prima vera missione per farti fare qualcosa di più interessante.
    Puoi muovere liberamente i tuoi compagni ed il chunin nella parte finale :soso:
    Puoi anche non descrivere la parte in cui vai a fare acquisti (capisco che sia noiosa), basta che me li segni alla fine del post. :fiore:

    Per qualsiasi dubbio mandami pure un MP :fiore:







     
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  2. NieL
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    Pensato Ryuu
    Parlato Ryuu

    Parlato Hana
    Parlato Takuya
    Parlato Mitsuo
    Parlato Raikage



    “Salvare un gattino: fatto;”
    “Aiutare un’anziana a fare la spesa: fatto;”
    “Fare da balia al figlio altezzoso di un nobile commerciante:”
    Ryuu sentì un brivido lungo la spina dorsale al sol ricordo di quella peste. “Fatto.”
    Adagiato comodamente su una vecchia poltrona sorseggiava del fumante tè. Si trattava di una miscela particolare proveniente da terre lontane, realizzata con un’antichissima pianta dalle foglie rosse. Il suo colore era vivo ed il profumo intenso. Ad ascoltare il commerciante, il quale l’aveva donata in segno di riconoscimento, si trattava di una bevanda miracolosa dai mille effetti benefici. Le nobili del villaggio ne andavano pazze poiché questa sembrava rallentare l’invecchiamento, mentre una buona parte di combattenti che praticavano il Taijutsu la compravano con la speranza che rafforzasse le loro ossa. Anche se questo non fosse stato vero, però, era innegabile si trattasse di una vera prelibatezza.
    “Valeva la pena sopportare quel moccioso.” Mormorò il giovane prima di bere un altro sorso. Il suo volto era cupo e triste mentre cercava di consolarsi. Non si aspettava certo questo una volta divenuto un Genin.
    Duelli, inseguimenti, appostamenti… Una vita frenetica in bilico tra la vita e la morte, con l’adrenalina ad alimentare il suo cuore. Ecco, questo era ciò che desiderava. Eppure avrebbe dovuto sapere non sarebbe stato così, almeno non subito. La vita di un Genin faceva schifo, senza usare mezzi termini. Si trattava di un grado che ogni ragazzino era ansioso di ottenere, ma che una volta raggiungo bramava con ansia ancora maggiore di superare. Il giovane del Clan Yotsuki non era un’eccezione.

    Improvvisamente un picchiettio sulla finestra interruppe il flusso dei suoi pensieri e portando rapidamente il suo sguardo in quella direzione notò un piccione messaggero. Si trattava di una missione, probabilmente l’ennesimo lavoro ingrato.
    Sbuffò contrariato ed ingurgitò il tè in un sol sorso alzandosi poi per andare a leggere quanto scritto nel biglietto. Ovviamente il suo morale era sotto i piedi e nel suo muso lungo si poteva cogliere la svogliatezza nel compiere quel gesto.
    “Vieni qui!” Ordinò seccato, afferrando la zampetta della creatura e sfogliando il piccolo rotolo di carta. Quanto vi era scritto lo lasciò di stucco.
    “La… Rai… Kage...” Balbettò con le mani che gli tramavano. Non era mai stato convocato nell’ufficio del più importante esponente del villaggio, il sol pensiero di rimanere nella stessa stanza di quel mostro sacro lo metteva in soggezione.
    “Aspetta!” Improvvisamente una lampadina si illuminò nella sua mente. “Le precedenti missioni mi sono state affidate da dei Chunin, se questa mi viene affidata direttamente dal capo villaggio deve trattarsi di qualcosa di grosso.”
    Un sorriso raccapricciante si fece largo sul suo volto mentre cominciava a fantasticare su cosa avrebbe dovuto fare o quale temibili nemici avrebbe dovuto sconfiggere. Era un inguaribile sognatore, non sarebbe mai cambiato.

    Sfrecciò tra i pendii rocciosi e le vie del centro, raggiungendo il palazzo e percorrendo, con qualche difficoltà, l’intricata rete di corridoi che portava all’ufficio della Raikage. Quando arrivò, però, trovò qualcosa di inaspettato. Svoltato l’ultimo angolo, infatti, si imbatté in due vecchie conoscenze, erano Takuya e Hana.
    Sembra scontato dirlo, ma ci fu un momento di imbarazzo da parte dei tre. Hana arrossì come un peperone incrociando lo sguardo di Ryuu, nascondendosi leggermente dietro il fratello ed abbassando gli occhi in balia ad un riflesso incondizionato. Il giovane Yostuki, dal canto suo, si pietrificò al ricordo del violento schiaffo subito.
    Per quanto riguardava Takuya invece, non si trattava solo di imbarazzo, ma anche di gelosia ed ira. Questo, infatti, provava un malsano sentimento per la sorella che andava ben oltre il legame di sangue e dopo quanto successo all’esame aveva cominciato a provare un profondo rancore nei confronti di Ryuu. Se qualcuno avesse saputo quali torture sognava di infliggere al suo coetaneo lo avrebbero rinchiuso in qualche centro per malati mentali.
    Fu proprio il biondo effeminato ad interrompere il silenzio che ormai si protraeva da qualche secondo. “Noi siamo qui per incontrare la Raikage.” Disse con tono altezzoso. “Tu invece?”
    “Inspira… Espira...” Il giovane del Clan Yotsuki inspirò profondamente per sopprimere la voglia di prendere a pugni quella mezza-sega, ma la diplomazia non era il suo forte e non riuscì infatti a trattenere un sorriso irritante.
    “Sono qui per il vostro stesso motivo.” Rispose con voce calma senza guardare il suo interlocutore. I suoi occhi erano piantati su Hana, lo erano stati per tutto il tempo e questa non poté che arrossire ancor di più.

    Improvvisamente la porta dell’ufficio si aprì, interrompendo quella sgradevole situazione. Un vera fortuna perché si sarebbe rischiato di venire alle mani, oltre al fatto che ormai ad Hana non rimanevano molte altre sfumature di rosso da assumere.
    Un ragazzo alto e dal fisico ben delineato, messo in mostra da una canotta attillata, li accolse all’interno della stanza dove i tre, mossi i primi passi, si irrigidirono alla presenza della Raikage.
    Postura militare, saluto, inchino. I movimenti furono meccanici ed in perfetta sincronia.
    Ryuu sgranò gli occhi incredulo, le storie riguardanti la sua bellezza erano assolutamente vere.
    La sua pelle era era priva di imperfezioni ed i capelli le scendevano sinuosi come filamenti d’oro. Quando questa alzò lo sguardo dalla scrivania poté notare anche i suoi occhi, che sembravano raccogliere insieme le profondità del mare e l’immensità del cielo.
    Rimase immobile a fissarla, che fosse rimasto infatuato sarebbe stato palese a tutti.
    “Smettila, smettila, smettila.” Si ripeté, conscio di quanto stava accadendo ma incapace di reagire.
    Takuya se la rise sotto i baffi fissando il giovane, ma quando portò il suo sguardo verso la sorella, però, la sua soddisfazione venne a mancare. Questa aveva le ciglia corrucciate: che fosse gelosa?

    La maggiore esponente di Kumo prese improvvisamente parola, interrompendo l’ennesima situazione imbarazzante delle giornata. “Innanzitutto benvenuti. Scusatemi per il poco preavviso: inizialmente la missione non prevedeva la presenza di genin. E' stato Mitsuo ad insistere per avere un team a seguito...”
    “Non prevedeva Genin? Allora perché siamo qui?” Si chiese Ryuu confuso. Non ebbe però tempo di porsi altre domande che il ragazzo dai capelli bianchi cominciò il suo discorso.
    “Bene ragazzi! Come vi è stato già detto adesso fate parte di un team. Il nostro compito non sarà molto complesso: dovremo recarci a Sakegawa, un piccolo villaggio non molto distante da qua, per scortare dei mercanti al Villaggio della Brina... Non dovrete preoccuparvi: mi sono occupato di tutto io, ho anche preparato una serie di turni che possiamo fare nel corso della notte. Inoltre ho già pensato ad una formazione per circondare il carro: io starò dietro per supervisionare che tutto vada bene; tu, ragazza, sarai sulla sinistra mentre l'altr-”
    Se non fosse intervenuta la Raikage probabilmente sarebbero rimasti lì per un bel pezzo.

    Tra tutte le informazioni ricevute una in particolare entrò nella testa dei due ragazzi del gruppo: facevano parte di un team. Ryuu e Takuya si voltarono entrambi, fissandosi negli occhi con facce schifate. Purtroppo, però, non potevano perdere questa occasione.
    Chiedersi se quei due fossero stati degni della benché minima fiducia sarebbe stata una domanda più che lecita.
    Ci pensò ancora una volta la Raikage a risolvere la situazione, alzandosi con tre piccole sacche in mano ed avvicinandosi per consegnarle ai tre Genin.
    “È poco più bassa di me.” Pensò lo Yotsuki fissandola negli occhi mentre le sfiorava la mano per afferrare il fardello. Non solo era bellissima, ma emanava anche un profumo fragrante. Difficile immaginare un uomo che non sarebbe caduto ai suoi piedi. Ahimè quel momento non durò a lungo e la bellezza delle nuvole tornò a sedersi dietro la scrivania congedando i presenti.
    Ryuu si limitò a salutare in fretta e furia, senza degnare di una sguardo Takuya, sorridendo alla sorella e porgendo un inchino a Mitsuo. Sarebbe corso a casa per prendere tutto ciò che gli serviva e solo poi si sarebbe recato in armeria per procurarsi ulteriore armamentario.

    Il sole splendeva alto in un vasto cielo azzurro, riscaldando il corpo del giovane Ryuu mentre aspettava seduto su una roccia alle porte del villaggio. Era arrivato per primo.
    “Quanto ci mettono?” Si chiese ansioso. Fremeva dalla voglia di partire, tanto da continuare a graffiare il tessuto dello zaino con l’indice della mano destra, dando vita ad una sgradevole melodia.
    “Non essere impaziente.” Una voce provenne da dietro l’angolo e con essa si materializzò la figura del Chunin seguito a ruota dei due gemelli.
    Ormai erano tutti arrivati e con i loro zaini in spalla erano pronti a partire all’avventura. Per un breve istante sembravano aver messo da parte le questioni personali ed i sentimenti e sui volti dei tre Genin si potevano notare occhi brillanti pieni di sogni ed aspettative.
    Anche Mitsuo sembrava particolarmente soddisfatto, lo dimostrava il suo smagliante sorriso.
    “Andiamo, partiamo…”
    Ciò che provava Ryuu in quel momento era indefinito, impossibile da descrivere. La pelle gli prudeva ed una brezza gelida gli percorreva le ossa mentre molleggiava freneticamente con le gambe. Gli sarebbe bastato un singolo cenno del Chunin per muovere pochi passi e, per la prima volta nella sua vita, valicare l’immenso portone ligneo che proteggeva il villaggio.

    _ _ _



    Acquisti

    Kunai x3 -60 ryo
    Shuriken x4 -60 ryo
    Palla di Luce x2 -40 ryo
    Sigillo Esplosivo x1 -50 ryo
    Fumogeno X2 -40 ryo



    Note: Ho volutamente preferito limitarmi alle porte del villaggio per riprendere nel prossimo post.
    Detto questo credo di dover aggiornare la scheda
     
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    Accademia



    Occhi aperti!


    Utente/i partecipante/i: NieL

    Pg partecipante/i: Ryuu Yotsuki





    Partirete per Sakegawa.
    Il viaggio durerà otto ore. Nel corso di esso vi fermerete anche ad una locanda sulla strada per mangiare qualcosa (tutto sul conto della Raikage ovviamente :asd:).
    Il vostro capoteam sarà molto preciso, tanto da risultare fastidioso e pesante: era stato promosso a chunin da un po', ma continuava a svolgere missioni molto semplici. Per questo motivo aveva chiesto alla Raikage di avere una squadra con sé sperando di dimostrarle la sua bravura come ninja. Stava cercando in tutti i modi di tenere tutto sotto controllo, non voleva avere alcun problema.
    Oltre a queste piccole direttive sei completamente libero di muovere e far parlare tutti i png.
    Concludi il post non appena arrivate al villaggio. Fammi divertire!! :asd:













    Considerazioni sulla traccia: Non ti posso dare una traccia più libera ed aperta di questa. "Conoscendoti" ho delle aspettative alte, quindi non mi deludere e fai un bel post! :fiore:

    Per qualsiasi dubbio mandami un mp. :fiore:










    Valutazione: 8

    Bel post!
    Mi piace molto il modo in cui scrivi, è molto "naturale": riesci ad entrare perfettamente nella testa di un quattordicenne, e non è una così scontato come può sembrare. (Bella la reazione all'incontro con Hana :asd:)
    Riesci a gestire i png molto molto bene, facendo risaltare in poche righe i loro caratteri.
    Hai scritto quasi 10k caratteri (ti prego di segnarlo ogni volta alla fine), ma il post non risulta pesante alla lettura.
    Forse l'unica cosa negativa che ho notato è una lieve carenza di descrizioni in alcuni punti: proprio perché i tuoi post sono molto scorrevoli puoi permetterti di "azzardare" ed allungare un po'. :soso:



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  4. NieL
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    Pensato Ryuu
    Parlato Ryuu

    Parlato Hana
    Parlato Takuya
    Parlato Mitsuo
    Parlato Raikage
    Parlato Altri



    La lunga parete rocciosa sembra infinita, tanto da non riuscire più a scorgere nessuna delle estremità. Anche se si alzavano gli occhi, puntando al cielo, non si poteva più avere certezza di essere nel mondo reale. Tutto ciò che si poteva percepire era una flebile luce, che illuminava la via quel tanto che bastava per permettere una visuale dignitosa di quanto vi era attorno: roccia, roccia nelle sue più variopinte sfumature.
    Ormai i quattro marciavano da più di un’ora lungo una fessura tra le montagne ed i primi segni di stanchezza si facevano sentire. “Quanto diamine manca?” Si chiese Ryuu avvilito.
    Mentre usciva dal portone che delimitava il villaggio si aspettava di vedere scenari da mozzare il fiato. In questo momento non poteva essere più deluso.

    Inspirò a fondo, più che poteva. Quel crepaccio gli dava un senso di chiuso, tanto da fargli mancare il fiato nei polmoni. Era una sensazione sgradevole e logorante, una sensazione che riusciva a limitare solo grazie ad Hana.
    Per fortuna che c’era lei. Certo, le sue forme non erano sinuose ed i suoi lineamenti poco accattivanti, ma il suo volto dolce calzava a pennello con il corpo da ragazzina che si ritrovava. Allora non importava che il suo seno fosse poco abbondante o che il suo sedere fosse scarno, riusciva comunque ad emozionare lo Yotsuki.
    Ryuu infatti la fissava, passo dopo passo, ammaliato senza un apparente motivo.
    “Che pelle chiara.” Pensò con un leggero sorriso in volto. Nella ripetitività di quel luogo aveva avuto modo di osservarla camminando alle sue spalle. Gambe e braccia erano snelle, le dita sottili ed affusolate, la pelle priva di imperfezioni ed i capelli folti sembravano filamenti d’oro.
    “Peccato non possa camminare al suo fianco, mi piacerebbe molto guardare il suo viso.” Arrossì in balia di quel pensiero così spontaneo.

    Se solo non ci fosse stato quell’inutile di suo fratello. Quell’effeminato continuava a gironzolarle attorno come un galletto. Che diavolo di persona malata si sarebbe comportata così con la sorella?
    Il giovane sentì un conato di vomito prendergli a pugni lo stomaco quando Takuya prese Hana per mano.
    Bisognava assolutamente dividerli. “Quanto manca all’uscita Mitsuo-sama?” Nel volto di Ryuu si stampava un sorriso diabolico mentre metteva in atto il suo piano.
    I due si lasciarono subito la mano, scattando come molle in una posizione rigida ed innaturale voltandosi verso il ragazzo imbarazzati. Non volevano farsi vedere dal Chunin in gesti così poco consoni ad una missione. Come se la possibilità di incesto non fosse un motivo più che sufficiente.
    “Comincia a vedersi l’uscita.” Disse il capo-squadra con tono fermo e sguardo serio. Da quando erano partiti sembrava un persona diversa. Non aveva mai mostrato un sorriso o proferito parola che non fosse strettamente legata alla missione. Era completamente ligio al compito che avevano, non vi era spazio per altro.

    - - -



    Una luce abbagliante avvolse i quattro, accompagnata da una folata di vento impetuosa che rischiava di fargli perdere l’equilibrio. Per un breve istante risultò difficile percepire quanto li circondava, gli occhi impiegarono un po’ per riabituarsi alla luce del sole, ma quando lo fecero qualcosa di unico si palesò dinnanzi a loro.
    Si trovavano su di una terrazza naturale che dominava una profonda vallata, talmente tanto profonda da non riuscire a scorgere nulla al di fuori degli speroni rocciosi che stagliavano su questa. Potevano sentire lo scroscio dell’acqua, dovevano esserci stati fiumi e cascate in abbondanza lì sotto, ma nulla altro.

    “Guardate.” Disse Mitsuo con sguardo serio voltandosi verso la via appena percorsa. “Questa conformazione rocciosa protegge il versante sud-ovest di Kumo” Allargò le braccia, in modo indicare la vastità di quella formazione naturale. Si estendeva a vista d’occhio, era imponente, tanto da mettere in soggezione chi si trovava la suo cospetto. “Scalarla sarebbe difficile anche per un ninja esperto, ma visto che la prudenza non è mai troppa ci sono delle torri di osservazione.” Puntò con l’indice della mancina verso tre postazioni.
    Si trattava di edifici rozzi e decadenti realizzati unicamente a scopo bellico. Si innalzavano per una decina di metri con semplice linearità, sfoggiando una sola terrazza superiore coperta da un tetto di vecchie e logore travi di legno. Una torre era distante, sui pendii della parete rocciosa, scorgerla era molto difficile; una era sopra le loro teste, affianco al crepaccio che conduceva al cuore di Kumo; l’altra invece si trovava su uno sperone roccioso nella vallata.
    “Ora attraverseremo questo ponte.” Continuò Mitsuo portandosi in prossimità di questo. Era un ponte largo poco più di un carro, realizzato solamente con legno e corde, non sembrava particolarmente stabile ed infatti ad ogni folata di vento lo si poteva oscillare violentemente.
    Oltre a questo ve ne era un numero incredibilmente elevato in quella vallata, consentendo di passare da uno sperone roccioso all’altro attraversandola nella sua interezza.

    Ad Hana venne un nodo in gola, sembrava paralizzata dalla paura e notando il fratello di questa imbambolato davanti al Chunin Ryuu decise di fare la sua mossa.
    “Hai fatto male a distrarti, cretino.” Velando il suo solito sorriso diabolico si avvicinò alla ragazza, poggiandole una mano sulla vita. Questa fece un piccolo balzo per lo spavento preso, ma non emise alcun suono.
    “Non preoccuparti.” Gli bisbigliò all’orecchio. Poté sentire il suo profumo, nonostante la lunga marcia odorava ancora di ciliegio, ed il suo respiro affannato sul collo. Per un breve istante perse ogni cognizione, ma fortunatamente la riprese prima che potesse accadere qualcosa di compromettente. Tolse quindi la mano dalla vita di questa e le sorrise. “Non accadrà nulla, ci sarò io al tuo fianco.”
    Hana arrossì, ma mentre si mordeva il labbro fece un cenno di assenso con la nuca, sforzandosi di sostenere lo sguardo del ragazzo. Nella profondità di quegli occhi di giada Ryuu ci si sarebbe potuto perdere.
    “Fate molta attenzione.” Scandì lentamente Mitsuo alzando la voce per richiamare l’attenzione dei due. Takuya, accortosi di quanto stava accadendo, cominciò a schiumare dalla rabbia.
    “Le profondità di questa vallata sono pericolose. Non è raro che qualche Mukenin venga qui a nascondersi, per questo i percorsi sono sopraelevati. Quindi mi raccomando, atteniamoci al piano e seguiamo il percorso.” Sottolineò la parte finale del discorso, come se i tre studenti fossero così cerebrolesi da gettarsi giù da un ponte così alto per vedere cosa vi era sotto.
    “Forse crede che siamo scemi.” Pensò Ryuu infastidito fissando nuovamente la ragazza, la quale si lasciò andare ad un leggera risata.

    - - -


    Attraversare quell’interminabile serie di traballanti ponti si stava rivelando un’impresa più dura del previsto. Vederli oscillare sotto l’impeto del vento dava solo un assaggio di ciò che si sarebbe potuto provare sopra di questi.
    Le folate arrivavano improvvise da ogni lato, tra quei pendii le correnti, infatti, si incanalavano e come fossero in un labirinto girovagavano senza meta. Un istante prima poteva sembrare di cadere alla sinistra del ponte e subito dopo ci si poteva ritrovare nella situazione completamente opposta.
    Mitsuo ovviamente mostrava un grande autocontrollo in quella situazione, tanto da riuscire nelle traversate senza particolari problemi anzi, riusciva ad avanzare tenendo continuamente gli occhi puntati sui tre Genin. Il timore potessero cadere era certamente fondato.

    “Un vero uomo non può farsi piegare da queste sciocchezze.” Pensò Ryuu fissando Takuya. Questo continuava ad aggrapparsi a destra e a mancia, seguendo i moti continui del ponte. Somigliava ad un bambino indifeso, era esilarante. Sino a qualche tempo prima sembrava voler portare la sorella in braccio lungo tutta la vale in balia della gelosia, invece ora quasi scoppiava in lacrime per la paura. “Tu, ovviamente, un vero uomo non lo sei.”
    Il volto del giovane Yotsuki era irradiato da un sorriso compiaciuto mentre stringeva a se Hana. Era toccato a lui il privilegio di scortarla, visto che la femminuccia del fratello non riusciva nemmeno a badare a se stesso.
    La ragazza tramava come una foglia e con tutta la forza che possedeva cingeva la vita di Ryuu. Era poco più bassa di lui, infatti la testa gli si appoggiava nel petto. Se non fosse stata in preda al terrore avrebbe potuto sentire il cuore del ragazzo pulsare a mille.
    “Non preoccuparti.” Continuava a ripeterle. Se solo avesse voluto avrebbe potuto insegnarle un modo piuttosto semplice per camminare in quelle condizioni avverse, un modo che avrebbe dovuto intuire da sola, in realtà. Se lo avesse fatto, però, non avrebbe più avuto bisogno del suo aiuto, sarebbe stato uno stolto a rivelarglielo.

    Per quanto riguardava il metodo con il quel Ryuu riusciva a percorrere lungo il ponte non solo senza aggrapparsi, ma anche reggendo la ragazza, si trattava di qualcosa di veramente basilare. Grazie al suo controllo sul Chakra riusciva a camminare anche su pareti verticali, aveva semplicemente applicato questo escamotage. Tanto semplice quanto efficace.

    - - -



    Una volta attraversata la vallata il percorso ritornò ad essere tranquillo e monotono. I quattro, infatti, seguirono un sentiero di terra battuta che si diramava all’interno di una verdeggiante foresta e si fermarono solo al calar del sole.
    Erano giunti in una prateria nella quale si era sviluppato un piccolissimo villaggio. Non vi erano più di una decina di baracche, doveva solamente trattarsi di un crocevia per i commerci di Kumo.
    L’unica via, ai lati della quale vi erano dei fatiscenti edifici, era deserta ed illuminata da poche candele. Sembrava quasi un villaggio fantasma.
    I tre Genin si guardavano attorno confusi. Ormai non dovevano mancare più di due ore di cammino per arrivare a destinazione e non comprendevano perché avrebbero dovuto fermarsi in un luogo del genere. Erano addestrati, potevano sopportare la fame, ma Mitsuo aveva imposto questo ed essendo lui il capo non vi sarebbe stato molto da discutere.

    “Ma che diavolo!” Rimasero a bocca aperta appena aprirono la porta della locanda. Una musica allegra si infilò nei loro timpani mentre ai loro occhi si palesavano uomini e donne di ogni età intenti a colloquiare e danzare. Ad occhio e croce dovevano esserci non meno di una trentina di persone, cameriere escluse.
    “Prima che ve lo chiediate...” Intervenne Mitsuo. “Questo piccolo agglomerato di case è l’ultima zona “civilizzata” prima di raggiungere Kumo, quindi mercanti o messaggeri, o chiunque per qualche motivo voglia entrare nel villaggio, si ferma qui la notte.” Mentre parlava, con lo sguardo, scandagliava ogni angolo del grande e variopinto salone in cerca di qualcosa. “Inoltre qui cucinano uno dei migliori Okonomiyaki che si possano trovare in circolazione, quindi non è raro che la gente dei villaggi vicini venga qui.” Improvvisamente esibì un impercettibile sorriso, che svanì appena una cameriera, alta e dai lunghi capelli castani, lo salutò. “Ecco cosa ci facciamo qui mandrillone!”
    Non era una bellezza senza eguali, la pelle chiara era ricoperta di lentiggini e gli occhi di un comune marrone erano sovrastati da sopracciglia poco curate, tuttavia il suo fare gentile era intrigante.
    Questa accompagnò i quattro a sedere in un tavolo libero ed in un baleno tornò con le ordinazioni.
    Okonomiyaki per tutti, ovviamente. Ed offerti dal Kage in persona, per giunta.

    In un lato del tavolo vi erano Hana e Takuya, dall’altro Ryuu e Mitsuo. Ovviamente l’effeminato si era seduto davanti allo Yotsuki, spostando in modo vigoroso la sorella per impedire che i loro sguardi si incrociassero ancora. Questo suo gesto portò una certa tensione.
    Ad ogni boccone gli sguardi dei due contendenti si incrociavano in un’epica battaglia immaginaria. I loro musi erano lunghi ed i muscoli facciali contratti in smorfie spaventose, avevano rapidamente catturato l’attenzione dei presenti ed i pettegolezzi cominciavano a farsi rumorosi.
    “Si stanno contendendo quella ragazza.” Disse un anziano facendo l’occhiolino ad Hana che, come suo solito, divenne di un rosso peperone.
    “Com’è fortunata.” Bisbigliò una donna dalle forme abbondanti.
    “Si assomigliano, che siano fratello e sorella?” Si chiese confuso un uomo panciuto e ben vestito. Doveva trattarsi di un mercante, lui si che aveva occhio.
    Le orecchie di Ryuu si drizzarono ed il suo volto si illuminò come quello di un bambino il giorno del suo compleanno. “Ha ragione.” Puntualizzò alzando l’indice della mano destra. “Voi non siete fratello e sorella?”
    Takuya sbiancò e rimase a bocca aperta mentre un alone di tristezza e vergogna lo avvolgeva. Posò quindi lo sguardo sul piatto e con movimenti lenti continuò il suo pasto senza proferire più la benché minima parola. Questa affermazione gli aveva squarciato l’animo e strappato la voglia di vivere.
    Nemmeno una mano della sorella posata sulla spalla in segno di consolazione poté nulla, in quel momento sembrava un vegetale.

    Per quanto riguardava Mitsuo, invece, non si era accorto di nulla. Sembrava stregato dalla presenza di quella ragazza e si limitava a fissarla mentre masticava la frittata condita con una grande varietà di verdure.
    “Dovresti provarci.” Pensò Ryuu distogliendo lo sguardo dall’ameba di Takuya. “Visto che ci hai preso in giro facendoci mangiare merda per vederla sarebbe il minimo.”
    Si, perché il Chunin aveva detto un paio di piccole bugie in merito a quel luogo. Innanzitutto la cucina era particolarmente scadente ed infatti la frittata sembrava fatta con uova andate a male e scarti delle peggiori verdure, inoltre i presenti non erano arrivati fin li per mangiare, ma perché si trattava di un bordello. Davvero pensava che nessuno dei tre avrebbe notato le donnine allegre ad ogni angolo del salone?
    Era proprio vero che l’amore rendeva ciechi. Ed in certi casi anche un po’ stupidi.

    - - -



    Dopo aver marciato per un paio d’ore sotto un magnifico cielo stellato e con lo stomaco pieno di schifezze i quattro giunsero in prossimità del villaggio.
    All’uscita della foresta, infatti, si apriva un’ampia pianura ed in lontananza si potevano scorgere dei bagliori provocati da delle fiaccole. “Quello è il villaggio.” Intervenne Mitsuo. “Siamo quasi arrivati.”
    Ormai stava calando la notte ed anche se i ninja novizi erano comunque ben allenati la stanchezza cominciava a farsi sentire. Non pronunciarono infatti parole tra di loro, ma si limitarono a proseguire imperterriti verso la meta e la loro missione.

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    Occhi aperti!


    Utente/i partecipante/i: NieL

    Pg partecipante/i: Ryuu Yotsuki





    Il villaggio davanti ai vostri occhi sarà molto piccolo: le abitazioni si sviluppavano intorno ad una piazza centrale formata da diversi edifici molto grandi - scoprirete poi che si tratteranno dei magazzini per il cibo - tutto intorno al villaggio ci saranno una serie di campi coltivati.
    Una volta che vi sarete avvicinati alle prime abitazioni un uomo anziano uscirà da una di queste e vi verrà incontro.
    Ninja di Kumo! Venite, venite... Fa freddo qua fuori...!
    A quel punto l'anziano vi farà entrare all'interno della casa da cui era uscito: vi offrirà sia una cena che un posto per dormire nel corso della notte (ci sono due stanze libere, decidete voi come organizzarvi). Nel corso della serata verranno a trovarvi anche i due figli dell'uomo (descrizione a piacere, ricorda solo di essere coerente con l'età del signore) e scoprirete che sono proprio a loro ad aver richiesto il vostro aiuto per quella missione; vi darete appuntamento al centro del villaggio per la mattina successiva.

    Il giorno dopo quando arriverete il carro sarà già pronto, ci saranno i due uomini ad aspettarvi per partire.
    Il viaggio durerà due giorni (in sostanza arriverete alla capitale della Brina la sera dopo). Noterai subito che i due uomini sembreranno avere un atteggiamento strano: avranno paura di essere attaccati da qualche mukenin e vi chiederanno di indagare per ogni minimo rumore che sentivano; se gli chiederete il contenuto delle varie merci all'interno del carro, inoltre, rimarranno sul vago oppure faranno finta di non sentire.
    Fammi percipere bene questo atteggiamento scontroso da parte dei due uomini, inventati pure qualche altro "aneddoto" se ti può essere utile.
    Fai terminare la sera del primo giorno, nel momento in cui vi fermerete per dormire - i due uomini si opporranno a recarsi in una locanda e dovrete dormire a terra all'interno di una radura - e deciderete i turni per la notte. Il tuo sarà l'ultimo.















    Considerazioni sulla traccia: Anche questa traccia ti lascia abbastanza libertà. Divertiti! :fiore:

    Spero di essere stato chiaro nella spiegazione della traccia. Per qualsiasi dubbio mandami un mp. :fiore:










    Valutazione: 7.2

    Mi fa piacere che tu abbia seguito i consigli che ti ho dato precedentemente :soso:
    Ho notato una maggiore attenzione ai dettagli delle descrizioni. Mi riferisco soprattutto alla parte di descrizione del passaggio sul ponte: sei riuscito a farmi immaginare perfettamente tutta la scena.
    Mi hai sorpreso più volte nella descrizione del viaggio, soprattutto la parte in cui vi siete recati alla locanda: oltre all'idea del bordello-taverna (:rofl:) sei riuscito a delineare in pochissime righe un altro lato del carattere del chunin in maniera molto originale, forse anche troppo...
    Se da un lato questa parte mi ha fatto sorridere, dall'altro non l'ho trovata molto coerente con le direttive che ti avevo dato sull'atteggiamento che avrebbe dovuto assumere il chunin, cioè quello di una persona precisa che voleva che tutto andasse per il meglio (ed anche logorroica :asd:). Non ho trovato intelligente quindi le scelte di far attraversare un ponte sospeso ad una squadra di neo-genin oppure portarli dentro un bordello :soso:
    Ti dò un consiglio: prima di cercare qualcosa per stupirmi (come il bordello) sviluppa bene le poche linee guida che ti do riguardo i png. :soso:
    Ho voluto "punirti" molto a livello di voto perché so che puoi fare di più, si tratta solo di concentrarsi sul leggere bene la traccia :soso:

    Mi aspetto un bel lavoro in questo senso nel prossimo post, sia legato al chunin sia ai due uomini. :fiore:






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    La missione diventa Tartaruga in seguito ad accordi presi privatamente con l'utente



    Edited by Galding56 - 3/6/2019, 20:50
     
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5 replies since 17/1/2019, 18:03   168 views
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