La foresta d'inverno: Team E

Step #2

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    invernoptc

    La foresta invernale. Un luogo inospitale nel vasto territorio dei domini Kumesi. Creature selvagge, resistenti ed aggressive vi sopravvivono, attaccando chiunque sia reputabile come preda, ed a volte, la fame porta ad essere vittima anche quelle bestie considerate l'apice della catena alimentare. La tundra è padrona, l'uomo non vi abita.

    step2faseregol

    Dovrete fare ingresso nella foresta. Il punto di partenza sarà uguale per tutti, tutti saranno liberi di prendere la direzione preferita. Nelle prime sei ore della prova però ( i primi 3 post ) nessuno potrà intraprendere battaglie con gli altri gruppi.
    CITAZIONE

    Si raccomanda impegno. Questa fase del torneo è già un'eliminatoria.

    Team E : Masaki Kariwa, Anakin Fuyu, Darren Fukowa. L'ordine di post iniziale non ha importanza, verrà però mantenuta la turnazione adottata sino la fine.

     
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    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Yamata No Orochi


    Il brusio solito di una folla impaziente caratterizzava l'inizio della prima fase del torneo. Un formicaio in preda al panico, c'è chi correva verso degli anonimi banchi e chi faceva esercizi fisici per partire già pronto; però lui era ancora fermo, si era informato antecedentemente su chi avrebbe composto il team di Kumo: stranamente però il suo amico Jin era scomparso, forse un malore o forse l'agitazione lo avevano costretto al ritiro ma questo poco importava, avrebbero portato avanti l'onore di Kumo i tre shinobi restanti. Ragazzini e giovani donzelle gli sfilavano davanti, ognuno di loro portava un coprifronte che ne identificava la provenienza e , purtroppo per lui, sembravano tutti molto forti...più di quanto Darren si aspettasse all'inizio di quella importante cerimonia. Era però tempo di riunirsi, Bee stava per dare le indicazioni su quale arcano mistero si celava dentro la foresta e su quale missione aveva in serbo per loro; vicino ad un gruppo di ragazzi vi era eretto un cartello ed al culmine di esso si presentava una scritta " Team E" e da quanto aveva capito il ragazzo quello era proprio il nome del suo gruppo, decise quindi di recarsi sul luogo prestabilito. I suoi compagni non ci misero molto tempo ad arrivare, lo shinobi li guardò e con un grande sorriso li accolse come avrebbe accolto due grandi amici; abbassò la sciarpa ponendola ora sotto il mento, dalla sua bocca si sprigionò una nuvoletta di fumo che sparì divenendo sempre più flebile e invisibile.

    Ciao Ragazzi! Sono Darren, a quanto pare ci rincontriamo di nuovo! Leggendo sulla bacheca dei gruppi ho notato che noi saremo in gruppo insieme nonchè gli unici Kumiani che partecipano al torneo...ma questo non ci deve demoralizzare!

    Ricevette con così amichevole ardore i suoi compagni perchè sapeva che loro erano la sua unica speranza di sopravvivenza per lui in quella foresta...come lui lo era per loro ma una cosa era certa: Da quella foresta non si può uscire da soli. Alzò lo sguardo, Bee aveva incominciato a dettare gli obbiettivi della prima fase e Darren con attenzione ascoltava e "marchiava" quelle parole nella sua mente per evitare di fare futuri sbagli. Le parole di Bee cessarono con una prevedibile rima, quel modo di parlare gli metteva ancora agitazione pur avendolo sentito per molto tempo; il formicaio appena apprese la notizia impazzì ed ogni formica si recò in un diverso luogo per affrontare con la propria squadra le insidie della foresta. Ma Darren ripeteva nella sua mente le parole che il Sannin di Kumo aveva melodicamente spiegato.

    Quindi gli obbiettivi di questa prima prova sono due: il primo è quello di uscire vivi da questa maledetta foresta ed il secondo prevede di trovare o rubare agli altri ninja un kunai di bronzo, uno di oro ed uno d'argento...mmm la cosa sembra davvero molto interessante anche se trovare questi oggetti non dev'essere di sicuro facile, ma speriamo che i miei compagni riescano ad aiutarmi con la stessa voglia che ho io per aiutare loro.

    Si voltò verso i due compagni, i loro sguardi erano decisi e pronti ad affrontare qualsiasi pericolo senza paura; nessuno era più forte di un altro, ognuno di loro era un ingranaggio che funzionava solo se anche l'altro adiacente funzionava: una macchina da guerra, l'orgoglio di Kumo ed il prossimo incubo per tutti i partecipanti. Loro erano quello, o forse non erano niente...ma presto tutto si sarebbe svelato in un incrocio di Kunai.
    Con gesto teatrale tirò fuori dal taschino posteriore dei pantaloni un pacchetto di sigarette, non avevano tabacco al loro interno ma uno speciale incenso che calmava l'animo e rendeva pura la mente...diciamo un antidoto per la sua situazione mentale. La portò alla bocca socchiudendo le labbra leggere sul filtro, la lasciò lì in pendenza e con la stessa mano prese un fiammifero che sfregato contro la ruvida cintura si accese in una calda fiamma, la punta della sigaretta si accese di rosso puro e una boccata più densa di fumo uscì dal naso di Darren.

    Ragazzi, per me è uguale...scegliete voi dove andare io vi seguirò a ruota, farò di tutto per non deludervi e rischierò la vita per i miei compagni, questi sono i miei principi!

    I tre ragazzi scelsero insieme la direzione da intraprendere per iniziare il loro arduo percorso, da lì non si tornava indietro, si poteva andare solo avanti...anche se esso comportava schiantarsi contro un muro.

     
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    Attimi di trepidazione e attesa sviarono ogni distrazione del ragazzo, concentrato più che mai a sapere cosa l'aspettasse dopo quell'appello per il torneo chunin. I partecipanti si erano presentati tutti, o quasi, dall'aspetto pericoloso e ben allenato, per Masaki era una sfida ardua che, probabilmente, andava ben oltre le sue potenzialità. Il fato cosa aveva in serbo per tutti quei ninja? Chi o cosa dovevano affrontare per far valere il loro nome e meritarsi l'ambito titolo di Chunin dei rispettivi villaggi? Tra i vari ninja e le centinaia di civili accorsi per l'evento, insolito per quei tempi di pace, si stese un velo di silenzio; Killer Bee era pronto per annunciare qualcosa, ciò avrebbe destato l'attenzione dei ninja. Masaki, stranamente muto, si girò e voltò le spalle alla maggior parte delle persone presenti, con lo sguardo fisso e rivolto a quel tipo strano, in pochi attimi i vari rumori erano svaniti e se ce ne fossero stati non sarebbero di certi passati nelle orecchie del ragazzino, come fosse in trance, udendo soltanto le parole che fuoriuscivano dalla bocca del banditore. Un percorso difficile ed una missione di recupero, in poche parole era ciò che dovevano fare i partecipanti, ma questo non era tutto; erano stati formati dei gruppi, ogni villaggio ne aveva uno con i rispettivi genin e il giovane Kariwa, controllando il tabellone su cui erano iscritti quest'ultimi, si ritrovava nel "Team E", in compagnia del jinchuuriki dello Yamata no Orochi, il pericoloso ottacoda, Darren Fukowa e il possessore dell'arte oculare più pregiata e rara, il Rin'negan, Anakin Fuyu. Cosa poteva sperare di più il quindicenne? Faceva parte di un team che, quasi sicuramente, non aveva rivali per potenza e bravura; la devastante forza di una bestia, l'intelligenza e la grande ampiezza visiva del dojutsu e poi lui, un semplice genin che sapeva farci con gli Origami, forse l'anello debole del gruppo, ma non per questo doveva deprimersi, anzi aveva il dovere di dimostrare la sua integrità e bravura dovuta ai suoi eccessivi e mirati allenamenti.

    Ci sarà da divertirsi.

    Il ragazzino aveva preso nel giusto modo la prova che l'aspettava, non preoccupandosi di ciò che l'attendeva e della ricerca di quei fantomatici kunai. Il suo pensiero non era rivolto alle prove, ma era dedito alla dimostrazione della sua forza e delle sue prestazioni per essere, sperava, alla pari dei due suoi compagni di team. Il momento di effettuare i primi passi per ritrovarsi con i compagni era venuto, doveva dirigersi all'entrata della pericolosa foresta invernale, ove si sarebbe riunito con i due shinobi d'elitè. In poco tempo, grazie alla sua agilità di saltare di tetto in tetto e alla velocità nei movimenti, arrivò per primo sul luogo prefissato e si mise ad aspettare i due che giungessero. Il gelo era sceso sul corpo allenato di Masaki, quei luoghi erano da tutti evitati per la grande pericolosità che incombeva a chi, da povero sprovveduto, si inoltrava senza la giusta preparazione ed attrezzatura, ciò che non mancava al ragazzino. Uno dopo l'altro arrivarono i due compagni di team, mentre Masaki li osservava e non proferiva parola. Darren sembrò molto diverso dall'ultimo incontro, quando aveva tentato la fuga, forse aveva capito il vero significato dell'essere ninja del grande villaggio della Nuvola, forse era riuscito a superare il tradimento del padre, era gioioso e sembrava non esser nemmeno un egoista e sbruffone, almeno per l'impressione che ebbe avuto Masaki ai tempi, ma i pensieri erano un po' offuscati; adesso voleva solo dare il meglio di sè e superare le due prove. Si fece coraggio e si avvicinò ai due, doveva subito mettere in chiaro due cose, voleva il meglio dalla squadra e lui in primis avrebbe dato tutto se stesso. Il tono di voce si schiarì concedendogli un timbro molto serio, così per esser preso in considerazione.

    Salve Darren, mi fa piacere rivederti ancora a Kumo. Se per Anakin va bene, decidiamo insieme, come un vero team, il percorso e la strategia da adottare dato che noi saremo i primi a prendere uno dei kunai nascosti. Abbiamo dalla nostra la potenza di Darren, i corpi di Anakin e la loro vista assoluta e io posso mandare in alanscoperta dei miei fogli di carta e aumentare il raggio d'azione delle ricerche. Cosa ne pensate? Se non vogliamo avere problemi, meglio finire il tutto in meno di sei ore.

     
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    *Parlato Anakin*
    *Pensato Anakin*




    Vuoto , come sempre , inabissato da quella mera concezione di intemperanza e subdolamente tormentato , mi piegavo sulla grande colonna di granito , a braccia conserte , ad attendere l’inno del sensei . Con sguardo spento invece e privo di compassione o qualsivoglia fugacità , scrutavo uno ad uno i partecipanti , marchiando con il fuoco nella mia mente , coloro che con orgoglio portavano il simbolo del suono sulla fronte , ricordando l’affronto subito ma soprattutto la veemente arroganza di un popolo , che non aveva avuto scrupoli a trasgredire le leggi dell’ospitalità . Ciò nonostante , parevo impassibile ma pensoso aspettando sotto quella gotica arcata , le istruzioni per la prova ; erano giunti in molti , ma poco più della metà ricevette la possibilità di parteciparvi , chi trascinava con se il tanfo della delusione o covava un ghigno di tristezza , già lasciava il presidio . Culture amorfe , etnie tanto dissimili tra loro eppure unite in un unico evento , per quei brevi tratti mi fecero assaporare forse l’unica sensazione di pace nella realtà , dove non importa il graffito sul copri fronte o le distinte stirpi ma solo la forza di uno shinobi , poi tutto crollò in frantumi , all’annunciare delle squadre e della loro bandiera. Scandito il mio nome nell’aria fu accompagnato da altri due , con loro , come fecero altri , ci riunimmo per arguire i soliti convenevoli , limpido cielo e brezza che migrava dalle candide vette accompagnarono quello sproloquio di formalità gelando alcun momento di silenzio pronto a presentarsi. Così i miei occhi non potevano evitare di posarsi fatidici , sulle nitide figure che circondavano , ognuna dei quali fregiava la propria personalità e pure dava inizialmente qualche indizio sulla persona , fieri combattenti dalle lunghe bende , gracili ragazzini appesantiti da armi e vergini di quella atmosfera , dopodiché visi oscuri , mascherati e diffidenti con altresì forma e temibili sorprese in serbo realizzavano quel mosaico di dualità. Poi il grande spettro della vendetta , alla vista del giovane Fujiwara Kensuke , ancora l’odio per lo stesso era rimasto assopito mentre a placarmi esigue una coltre di nubi a far capolino , tutte le ombre si ampliavano mentre al contrario i placidi raggi snidavano le strade risucchiando tutto in un alone cupo e desolato ed io distratto , mi intrattenevo con la danza di rosei petali dall'esotica coreografia , con flebile vocio di sottofondo , stavo ammaliato da quel vorticoso precipitare , sentii uno strano vuoto all'interruzione di tale grazia, figlia della natura, che con l'assenza di vento non potè proseguire. Cosichè inseguito al discorso di Bee un ulteriore melodia si stampò nell’aria per pochi secondi , svanendo poi come una scritta sulla sabbia tra le indomabili onde .

    *Team E*



    Il mio nome era tra quelli , perciò senza scompormi sospirai superficialmente , udendo una notizia gà scontata , dato che si trattava degli unici genin a rappresentare il villaggio , ma soprattutto la loro casa che con dedizione li supportava e il territorio impervio giovava , per agognare ad una manches vanagloriosa . Né aveva motivo di rimanere lì , né quindi mi dilungai a sentire il maestro che concludeva gli ultimi preparativi , intanto che il nostro arduo compito venne fatto sapere a tutte le squadre ,io mi ricongiungevo con la mia , solo dopo aver trovato ristoro. Il mio passato diveniva sempre piu sfocato man mano che riuscivo a incollare una nuova tessera a quel artificioso pazzle , pian piano tardavo a rinvenire ricordi semplici , talvolta solo particolari ,quindi ripensando ai giovani Darren e Masaki che mi avrebbero accompagnato in questo difficile percorso , non fui cosciente a rinvenire quando per la prima volta ci parlammo , che si trattasse di una vita precedente o di un solo istante anteriore , ormai non importava solo il futuro vedevo nitido , piu memorabile di qualsiasi atto già compiuto . Strani rumori a confondersi in quel luogo , il disco solare a bruciare squarci di cielo e le nuvole a tappezzare quel che nuoceva , nel frattempo ognuno trovava la propria sistemazione , tranne me , che con l’ammontare del tempo rifletteva solerte , nei pressi meno affollati . A gremire la mia mente , erano le parole ritmiche di Bee , le regole per la gara e il desiderato arrivo al chekpoint , riuscire a toccarlo non lo ritenevo difficile nemmeno di vitale importanza , da una prova di resistenza sarebbe potuta risolversi in una miscela adrenalinica per il piu veloce , a quel punto persino la piu scaltra volpe avrebbe ceduto contro una lepre , per cui le mie condizioni fisiche non le temevo , riusciva a stare in pace con il mio corpo e solidale controllo , ogni dì mi allenavo a sollevare la mia massa e trasmutare la pura volontà in esercizio per i singoli muscoli , non uno era trascurato . Silente però , un barlume fittizio di dubbi e tenebre che si celavano dentro di me , presero forma di mostri e creature demoniache per spaventarmi, Recuperare i tre kunai non sarebbe stato facile , i tre oggetti , uno di bronzo l’altro di argento e l’ultimo di oro , in quella duna animale e di sopravvivenza sarebbero divenuti il tesoro sperduto di un dio , e chi li avesse ottenuti , tale si doveva riconoscere , come Prometeo osò derubare il fuoco sacro , sotto questa stella ispiratrice , l’inibizione mi scaturì e l’eccitazione specchio della mia brama condusse.

    Nel frattempo giunsi al punto prestabilito , Masaki il primo componente aggiunto , vestiva una tunica semplice ma ricalcata di un rosso scarlatto , la sua aria mascherava l'esperienza vera e propria , e quando insieme , accorse pure Darren si pronunciarono, egli d'altro canto , sembrava in gran forma ricordando le sembianze di un vero e proprio padrone della forza , era deciso a dominare chiunque si posasse sulla sua strada , ispirandomi sicurezza , così abbassò quel velo dinanzi a me solo io restavo annunciarmi , ma a quanto pare entrambi conoscevano il mio nome e forse qualcosa di piu , non mi sorpresi per il momento , dunque muto mi lasciai alle spalle il paesaggio kumese per intraprendere infine il percorso a diventare Chunin . Ci accingemmo dunque , a giungere al punto di partenza , le squadre ovviamente erano presenti qualcuna composta di due persone altre come noi , da tre , inizialmente , la nostalgia si recò a farmi visita , le missioni compiute, i duelli , nulla poteva solo immaginarmi ciò che attendeva , difatti alla fine , sia nella benevolente fama che nella vergogna la mia vita sarebbe cambiata e percorso l’ultimo passo , si innesco inevitabile quel processo . Davanti a me vedevo solo tanti sentieri arcuati che sgusciavano come serpi reconditi , fino a infiltrarsi nella crespa boscaglia , la neve mai sciolta , ghiacciava il suolo arido mentre valicando anche l’ultimo traguardo , l’esame avviavo.

    *Che cosa ne sarà di me ?
    Sono io
    Io , questa neve
    Io questo plumbeo cielo
    Che sia il mio destino ? codesto sterminato deserto di gelo , sono io*



    Edited by Invictus - 23/9/2011, 18:57
     
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    Molti di voi hanno sottovalutato il termine "Tundra", altri lo hanno ignorato e soltanto qualcuno lo ha preso in considerazione. Cosa assai rara, se non impossibile, trovare una foresta all'interno di un simile sistema e quindi in tanti hanno scelto di adottare una descrizione della zona poco compatibile. Non c'è neve, non vi sono animali comuni negli altri luoghi e la foresta avrebbe dovuto avere qualcosa di "strano" per esistere là, magari una foresta "mezza morta".

    Darren: 7- Un buon voto. Ti sei sicuramente adattato al nuovo clima, a quello che viene richiesto dalla nuova politica ed a ciò che deve contenere una buona ruolata. Giudizi superiori alla media per l'impegno ed una buona ortografia in fin dei conti, mediocri però nella caratterizzazione del tuo personaggio e nel voto globale: il tuo stile deve stabilizzarsi.

    Van: 7,2 Voto buono anche il tuo. Di te non mi son mai dovuto preoccupare dello stile: fluisce bene ed anche in ortografia sai muoverti bene. Anche l'impegno non manca ed un voto più che sufficiente nel globale l'hai meritato. Mancano però ancora delle imperfezioni su ogni cosa, che sicuramente puoi annullare con il dovuto impegno :)

    Invictus: 7,7 Voto molto buono, direi. C'è chi sicuramente si aspetterebbe un voto maggiore per il tuo scritto. Arcaicismi del genere di certo affascinano ma... Lo stile ne risente pesantemente ( troppo lessico passivo non è adatto ad una buona narrazione). Un lettore esterno non riuscirebbe a trovare piacevole e fluibile uno scritto così realizzato e l'utilizzo spropositato di proposizioni subordinate confonde ancor di più le idee rallentando ancora la lettura. Ti consiglio uno stile più sobrio, e te lo dice qualcuno che preferiva ( una volta...) scrivere non molto dissimilmente da come fai tu. Per concludere: i tuoi giudizi sono tutti più che buoni ma nel globale e caratterizzazione non ho potuto assegnarti di più.

    CITAZIONE

    Nella foresta:

    Proseguirete verso la direzione che più riterrete opportuna senza però seguire nessun gruppo. Non ancora almeno. Cose più urgenti richiedono un'attenzione maggiore e procacciare al gruppo informazioni su come avanzare e sopravvivere a quella prova, lo sono sicuramente.
    CITAZIONE
    Traccia di pianificazione. Dovrete assicurarvi un riparo, cibo ( cosa rara in una tundra) e magari capire la giusta direzione nel dedalo di tronchi morti.

     
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    Da quando è che prendo così seriamente le cose? Ma davvero mi è servita quella missione per darmi la giusta dose di fiducia nelle mie reali capacità? Grazie Raikage-sama, mi è stato di sostegno...

    Lo sguardo del ragazzino si infiammò di contentezza, soddisfatto dei risultati ottenuti dalle sue esperienze di vita, aveva un obiettivo prefissato: diventare Chunin superando, insieme al team, le prove cui l'attendevano, senza ripensamenti e senza arrendersi mai. Masaki si mise ad osservare il terreno circostante, prima, preso troppo dalla foga dell'inizio del torneo, non aveva dato troppa importanza a questo "strano posto", sempre meglio carpire più informazioni possibili. Il posto era molto esteso, dalle dimensioni mastodontiche, e, in lontananza, si vedevano i vari gruppi, i quali già stavano progettando le loro strategie o altro, nulla che doveva importare al ragazzino; gli alberi erano sporadicamente sparsi per il terreno, betulle morte e rinsecchite che avrebbero potuto disorientare i meno esperti; radure molto ampie in cui erano presenti muschi e licheni, ottime fonti di orientamento dato che, grazie alla sua cultura, sapeva che i muschi puntavano sempre verso il nord. L'analisi grossolana del quindicenne era conclusa, non era molto pratico, ma conosceva abbastanza bene la teoria e per questo doveva solo essere più pragmatico e utilizzare al meglio le sue conoscenze, anche se limitate. Deciso più che mai a prendersii l'ambito titolo di chunin, Masaki si rivolse ai suoi compagni con lo stesso tono serio di poco fa, per capire cosa fare e se avessero qualche idea.

    Dobbiamo trovare un riparo, scorte di cibo per la notte e iniziare a cercare le giuste informazioni, ma come? Avete qualche idea?

    Il ragazzino aveva già preso l'iniziativa per aggiudicarsi il favore di Darren e Anakin, sperando, in questo modo, di ricevere il giusto rispetto senza però alludere all'essere un leader, non era nelle sue caratteristiche comandare gli altri, preferiva di più prendere insieme le decisioni, anche se non era mai stato in un team e forse i suoi modi, in buona fede, erano sbagliati. Gli occhi del ragazzino si spostavano tra gli sguardi dei due cercando in essi un arpiglio per le sue domande, avrebbero dovuto escogitare qualcosa per riporre al sicuro la loro persona e dare il meglio per concludere, positivamente, la sfida. Un sussulto istintivo attirò il pensiero del giovane Kariwa il quale si soffermò sulla scarsa presenza di selvaggina, in quel luogo la fauna scarseggiava per le rigide temperature e forse qualcosa nella vegetazione poteva essere commestibile, ma non era abbastanza informato su questo, era a conoscenza che solo pochi licheni erano commestibili, mentre altri provocavano strani effetti ed alcuni anche la morte. Masaki si mise a spremere le meningi, doveva capire cosa fare in quel momento, però aveva bisogno del supporto degli altri due e quindi continuò il suo suo precedente discorso proponendo la sua idea.

    Ragazzi... dividiamoci i compiti, forse è la cosa migliore. Io procurerò un riparo e voi due vedete cosa fare, se cacciare per il cibo o cogliere le giuste informazioni, nell'area circostante o in altro modo... non prendetemi per un leader, non è nel mio carattere, ma sono determinato e voglio che lo siate anche voi. Ritornando ai compiti io posso prendere dei tronchi e creare un piccolo accampamento e creare un tetto con la mia speciale innata, che sia resistente e che ci tenga al caldo, perchè qui fa un tantino troppo freddo...

    Infatti il genin stava un po' subendo quel gelo a cui non era molto abituato, le mani eran congelate e non sentiva più le punta delle dita; lo stesso il suo piccolo naso all'in su, un piccolo "polaretto"; per non parlare poi del tremolio delle gambe e delle stesse mani, aveva bisogno di un po' di calore perchè non mancava molto all'eclissamento del sole e quindi il subentrare della notte. Masaki si mise subito all'opera per scovare un buon posto per ripararsi e delle scorte di rami rinsecchiti e tronchi menomati, giusto per dare una buona base e un solido sostegno per la loro "base operativa" in cui riposarsi e riflettere sul da farsi. Veloci e agili movimento precedettero la raccolta delle risorse primarie per la sua "missione personale", aveva preso alcuni rami ben robusti, infatti si sforzava per tenerli bene tra le braccia senza farli cadere, e li aveva rimasti in un luogo ben preciso mettendosi all'opera per preparare il loro rifugio.

    Meglio farne uno grande o tre piccoli e personali...? Ma che diavolo mi interessa! Non c'è tempo da perdere... cercherò di crearne uno abbastanza grande senza indugiare ancora.

    Un'ora e più servì al ragazzino per ricreare un accampamento che ricordava su vecchi libri letti nell'infanzia; la sua casa non conteneva grandi attrattive, come giochi o altro, e quindi il giovane passava il tempo a leggere e questo era servito per dargli una buona cultura di base. Quattro grossi tronchi, impiantati per bene nel gelido terreno, erano le colonne portanti della base, i piccoli rami erano posti alla base per dare un valido sostegno alle "colonne portanti", due alberi abbastanza vicini erano un'ottina protezione da occhi indiscreti, ma soprattutto da bestie fameliche, assetate di sangue pronte a banchettare con la carne umana. Il lavoro era quasi concluso, ma mancava un riparo sulle loro teste ed era qui che entrava in gioco il potenziale nascosto del ragazzino, c'era bisogno di ricreare un solido tetto, anche se di carta, e che questo non fosse, facilmente, penetrabile. Si concentrò, intensamente, e richiamò a sè il suo speciale chakra, del quale in pochi possedevano, e tramite esso fuoriuscirono fogli di carta che man mano si univano tra loro e davano forma alla sua opera. Lo sforzo per portare la legna e il chakra utilizzato per creare il giusto riparo gli avevano diminuito le energie, quindi il ragazzino si riposò sedendosi per terra, per qualche istante, aspettando così l'arrivo dei due, sperando avessero buone nuove

     
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    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Yamata No Orochi
    Masaki


    Guarda un pò dove siamo finiti...
    Il corpo si bloccò di colpo, come fosse colpito da un palese incantesimo; lo sguardo verso terra con gli occhi spalancati e terrorizzati, simile sarebbe stata la vista della sua più recondita paura ma differente era quello appena accaduto.

    Ch...Chi ha parlato? Chi sta parlando? Hai ragione ad essere sorpreso, in fondo io e te non abbiamo mai parlato Non dirmi che sei proprio tu! Yamata?!Non sei stupido allora...ora che Jyno non c'è più io posso esprimermi direttamente a te...non ne sei felice?

    Una risata agghiacciante risuonò nella sua mente, Darren ci mise tempo a rispondere come se la domanda gli fosse di difficile comprensione.

    Se puoi darmi la potenza e le tue abilità ninja sono più che felice di averti accanto...
    Bene Darren...ma sappi che lo faccio solo per proteggere me!

    La risposta sarebbe stata inutile. Il battito si era stabilizzato e il fiato era tornato a gelarsi tra quell'aria fredda che circondava i tre shinobi; ogni passo corrispondeva ad uno scroscio di foglie secche sotto i loro piedi, non ci davano più importanza ormai perchè anche se sapevano che in quello stesso luogo erano presenti i loro nemici non gli importava: il combattimento sarebbe stato accettato con nobile dignità.
    La diversità in lui doveva farsi sentire, ora più che mai, nessuno dei suoi attuali compagni aveva mai visto la sua ira o quello che ne sarebbe derivato, in pochi sapevano l'enorme bomba ad orologeria che teneva dentro di se pronta a scoppiare ma finchè questo non sarebbe accaduto Darren preferiva vivere con la quiete caratteristica di un monaco di Logai. Grazie agli insegnamenti ricevuti da quei altezzosi monaci era riuscito a trovare la pace interiore e quando il raptus omicida non prendeva il sopravvento, riusciva a trasmettere armonia e energia positiva a chiunque gli stesse intorno; la sua bocca mutava in sorriso quando qualcuno lo fissava. L'animo nobile gli permetteva ora di esser preso con più simpatia dalla gente e anche se i suoi tratti demoniaci erano ancora presenti, ora nessuno ci faceva più caso credendo che fossero solo dei lineamenti casuali.
    I tre si fermarono di colpo quando Masaki ricordò a tutti il vero obbiettivo di quel viaggio.

    Dobbiamo trovare un riparo, scorte di cibo per la notte e iniziare a cercare le giuste informazioni, ma come? Avete qualche idea?

    Darren aspettò che fosse Anakin a scegliere per primo quello fa fare, essendo lui più esperto del giovane Fukowa, ma non sentendo l'opinione del compagno Kumiano decise di prendere lui la parola.

    Io, se non vi spiace, mi occuperei del cibo...anche se in questo così inospitale luogo sarà difficile trovarlo, ma darò tutto me stesso per non far mancare l'essenziale alla squadra!

    Lo aveva detto con una ritrovata convinzione in se stesso, riusciva ora ad avere più autostima e la paura di essere fuori luogo non lo toccava neanche minimamente ormai.
    Una cosa che notò solo al fine delle sue parole fu l'innaturale silenzio, eppure da qualche parte in quello stesso posto stavano combattendo o sopravvivendo tantissimo ninja eppure il silenzio era l'unico rumore...forse quei così fitti alberi che si intersecavano nel grigio di una flebile nebbia insonorizzando la misteriosa foresta.
    Un altra cosa che si sentii quando i tre fu fermarono fu il clima freddo che caratterizzava la montagna e si insidiava nelle ossa dei giovani rendendo più complicati i loro movimenti.

    Ragazzi... dividiamoci i compiti, forse è la cosa migliore. Io procurerò un riparo e voi due vedete cosa fare, se cacciare per il cibo o cogliere le giuste informazioni, nell'area circostante o in altro modo... non prendetemi per un leader, non è nel mio carattere, ma sono determinato e voglio che lo siate anche voi. Ritornando ai compiti io posso prendere dei tronchi e creare un piccolo accampamento e creare un tetto con la mia speciale innata, che sia resistente e che ci tenga al caldo, perchè qui fa un tantino troppo freddo...

    Perfetto, l'idea di dividerci è sicuramente più conveniente è allargherà il campo di ricerca. Tranquillo Masaki, noi quì siamo tutti uguali e solo insieme potremo farcela.

    Un caldo e sincero sorriso accompagnò la fine della frase del ragazzo, che dopo aver salutato i suoi compagni si diresse verso un punto casuale della foresta.
    Davanti a lui solo inquietanti alberi, spogli, privi di vita ma al contempo così influenti sul ragazzo, sembravano essere loro i nemici più pericolosi ma ora non era il momento di farsi influenzare dall'energia negativa che emettevano le conifere.
    Camminando l'unico segno di vita era il rumore dei suoi passi, intorno a lui non sembrava esserci nessuna forma di vita, nessun animale, nessun volatile...era comprensibile, d'altronde quel clima così rigido non permetteva una permanenza troppo lunga in quel luogo quindi qualsiasi animale sarebbe emigrato da qualche altra parte o sarebbe rimasto in letargo ancora un po...era inutile cercare animali o fonti di cibo derivate da esseri viventi. Ma fortunatamente per lui in quella foresta, seppur fredda e spoglia, erano presenti cespugli carichi di violacee bacche di bosco che sembravano commestibili e non velenose. Se ne riempii le tasche e dopo aver ripulito i cespugli che aveva visitato si mise a cercare altro in modo da non fare brutta figura con i suoi compagni; un fruscio alterò la sua tranquillità, dietro di lui una piccola biscia stava scappando da quello che avrebbe potuto essere un grande predatore, il ruolo che più gli apparteneva in quel momento: veloce come pochi tirò fuori dal portakunai una omonima arma che con grande precisione e meticolosità lanciò impalando il serpentello per la coda continuando a dimenarsi alzando varie foglie secche. Si avvicinò con calma e prendendo per la testa il piccolo serpente estrasse il kunai facendo dimenare ora la coda, poggio il serpente per terra e bloccandogli il collo con il ginocchio gli conficcò il kunai dietro la testa, mozzandogliela di netto.
    Il serpente era lungo circa un metro o poco meno...per tre persone sarebbe bastato, se lo buttò in spalla come se fosse una cintura e con le tasche piene di bacche si avviò verso il luogo in cui aveva lasciato i suoi compagni.
    Una bellissima scena lo accolse, Masaki era sdraiato a terra esausto e sopra di lui si erigeva un'accogliente rifugio creato con legna e carta, sembrava resistente.

    Bravo Masaki hai fatto un ottimo lavoro! Purtroppo però quì la foresta è magra e non sono riuscito a recuperare tanto cibo!

    La delusione nelle sue parole era facilmente individuabile, ma era meglio non pensarci ora, prese della legna secca che sporgeva dagli alberi e dopo aver creato una circonferenza di pietro ci mise all'interno una media quantità di legna e muschio. Impianto due sottili ma resistenti bastoni lunghi più o meno un metro e grazie alla biforcazione che avevano sulla cima riuscii a metterci appoggiato un altro legnetto che aveva trafitto il serpente da bocca a coda; convogliò il chakra Raiton nella mano e facendolo fuori uscire fece appiccare un flebile focolare dovuto alle scintille, il serpente si sarebbe cotto e sarebbe stato meno sgradevole da mangiare. Le bacche le mise invece in una pietra concava che riuscii a contenerle tutte. E con calma si sedette, in attesa di informazioni, e avvicinando le mani alle danzanti fiamme si riscaldò.
    I tre ragazzi però dovevano anche idratarsi ma in quella così macabra foresta l'acqua non sembrava essere in normale quantità, gli venne quindi una idea: scavò vicino alle radici di un albero una buca profonda circa quindici centimetri, la riempi con uno dei tanti fogli che componevano il tetto e poggiandolo dentro gli fece prendere la forma di un bicchiere abbastanza capiente, strappò poi un pezzo della sua lunga sciarpa e poggiandolo sopra il buco lo fissò con quattro sassi e infine ci mise sopra una abbondante quantità di neve che sporgeva dagli alberi; il tutto a circa 2 metri vicino al fuoco. Il fumo caldo avrebbe fatto sciogliere la neve e la stoffa avrebbe filtrato l'acqua lasciando fuori tutte le impurità di quella sporca neve, facendo riempire la carta, rivestita di foglie, di acqua. Una volta finito il processo, se si doveva avere una maggiore quantità d'acqua, si sarebbe potuto ripetere.


    Edited by ‡ Ðarren ‡ - 1/10/2011, 13:45
     
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    *Parlato Anakin*
    *Pensato Anakin*




    Temprato nello spirito e nel corpo da quell’indole orgogliosa e quasi folle che mi perseguitava dalla nascita , venivo soprafatto dal desiderio di conoscenza e dualità che mi scindeva l’anima e altro non facevo , che pensare a chi sarebbero stati i miei avversari , al flusso di chackra che bramavo liberare ed all’odore del sangue sul ferro della mia spada , mistico sacrificio che piega tutto al dolore. I gruppi di ninja , come topi si biforcarono in quel dedalo labirinto , inizialmente nessuno vedeva o ascoltava altro che non fosse il suo compagno sicche era ancora presto incontrarsi ; per il momento. Dunque assieme agli altri componenti del team E senza tergiversare avanzammo in quella gelida tundra scegliendo anche noi , seppur istintivamente la via da seguire , il calore era sottile a malapena contaminava l’aria ormai il sole aveva perso le sue lingue ardenti tra le densi foschi che d’altronde incalzavano a coprire l’intero cielo . Il ruvido metallo degli shuriken dietro la schiena mi pesava mentre imbarazzato , trascorrevano i primi attimi a camminare , silenti , con il solo freddo vento a ispirare rumore . Marciavo su quella terra brulla pensieroso , vigile e calmo , la plaga si presentava pianeggiante con poca vegetazione , tranne importanti rilievi di betulle e salici alti solo pochi metri , ad ostacolare la vista e creare un fittizio muro di flora , tutto sembrava albergare in un insolita calma , la medesima prima di una tempesta. A seguito dello scarso tepore che aleggiava , l’acqua trattenuta dal terreno ghiacciava, forse per molti metri di profondità , formando così uno strato brillantato di fiocchi di neve e talmente duro , da limare accuratamente la grezza superficie , assiduo vociferare dei miei pensieri o il peregrinare da una decisione all’altra mi spingeva avanti nella competizione quando le riflessioni potevano sembrare l’unico modo per ingannare il trascorrere del tempo .Non si avrebbe avuto nessun contatto alcuno con i team partecipanti se non dopo le sei ore . Così avevano detto , probabilmente per mettere alla prova il nostro istinto di sopravvivenza in un ambiente ostico , a contatto con bestie piu feroci dei leviatani , dove solo l’avido attaccamento alla propria esistenza , sarebbe prevalso ed allora non ci rimaneva che aspettare , e ancora una volta la pazienza si trovava ad essere una qualità piu unica che rara per i mortali , eccetto che per me , insensibile a qualunque cambiamento , insipido per alcuni reali aspetti e passivo contro rabbia o cieca aggressività . Ero sicuro di me , come la mia presenza su questo mondo che sarei riuscito a prevalere , non per la gloria o la fama o altri encomiabili epiteti che mi avrebbero assegnato , ma per l’orgoglio verso il mio paese e soprattutto il rispetto contro tutti gli allenamenti e tutte quelle battaglie che mi aveva forgiato. Smeraldi occhi ad accompagnarmi in quel cammino insidioso , dove ogni essere prediligeva la caparbietà di sostenere il proprio peso ed io pronto a differenziarmi tra questi come una prisma filtravo la luce in una moltitudine di colori al pari dei miei sentimenti in quell’ardua prova. Il recupero delle reliquie lo ritenevo un discorso scontato , ma preferii temporeggiare prima di rivelare le mie intenzioni agli altri , le loro reazioni sarebbero potute rivelarsi noiose da sopportare , per tanto nel frattempo ciò che mi premeva maggiormente era la cacciagione di cibo in questo territorio , trovare un sicuro posto di riposo e anche un valido tragitto da seguire invece che continuare ad avanzare in balia della fortuna .L’intuizione però illuminò anche il giovane Masaki che quasi a tagliare quel filo di inquietudine tacito parlò mostrando la sua sottile voce e chiedendo soprattutto se vi fosse qualche paradossale progetto per iniziare . D’un tratto una cascata di parole emersero traboccanti dalla mia bocca ma le trattenni prontamente , sin da quando avevo ascoltato della prova non avevo fatto altro che dirmi come vincere , quale modus operandi adottare ed infine fui convinto a prestarmi sulle doti che possedevo , ma solamente quelle rudimentali , quelle che in verità , dovevano servire a mascherare la fonte del’l unico motore che mi alimentava. Non questa volta , non avevo intenzione di far ricorso a simile energia, per una volta ci dovevo essere solo io , forse per paura di perdere il contatto con la realtà o forse perché avevo frantumato la mia anima in talmente tanti pezzi , da poterli perdere istantaneamente , ed un momento dopo accorgermi di non essere piu in grado di controllare il mio corpo ; poi tutto si dileguò con la paura a soggiogarmi la mente provocando un singhiozzo a scuotermi. Quindi , non diedi risposta , interpellandomi se fosse la cosa piu giusta , e opportunamente continuai seguendo quell’ incerta dottrina : se sei capace , fingi incapacità se sei furbo fingi stupidità , se sei pronto fingi impreparazione. Fu allora che capii cosa significava , la vera essenza dell’ agone divorarti , il continuo sussultare dei tuoi pensieri che bisbigliano la paranoia , la sfiducia verso chiunque fino a quando realizzi che sei tu stesso causa della tua avversità. Mentre il gelo mi paralizzava le mani rinvenii , la turgida freschezza si aggrappa al viso , piaghe a marcarmi la fronte e peli drizzati sul guscio dell’epidermide mi facevano sentire in un armatura pesante . Poi nuovamente l’intervento coraggioso di Masaki e la risposta di Darren rigenerarono l’aria , fino al mio incommensurabile accenno ad annuire quella decisione , quando ci dividemmo raggrinzii la tunica al collo per riscaldarmi la gola e poi partii , ci saremmo rincontrati in quel punto una volta concluso l’incarico ed a me spettava solo orientare la marcia verso la strada piu stabile e meno pericolosa , o questo loro credevano . Scolpito da una triste ambiguità mi allontanai il necessario per rendermi invisibile , inseguito annaspai la terra , la neve mordeva la pelle ma non gli diedi peso , finche trovato il terreno cercai tracce di vita , saltellando tra gli stretti tronchi brancolavo in cerca di prove ma fu più difficile del previsto , allo stesso tempo però mi aggiravo con celerità senza lasciare tracce , quasi fossi evanescente , meravigliosamente misterioso vagavo per quel panorama incontaminato , esordendo già , i primi tentativi di preparare il campo e ugualmente orientare gli sperduti . Dinanzi a me , il vento selvaggio occidentale navigava come una presenza eterea da cui incenso e cenere sono trascinate come spettri in fuga da un mago incantatore , assieme ad estinte foglie pallide e del rossore della febbre che vidi , nell’ atmosfera le nuvole disperse erano spinte qua e là scosse da angeli della pioggia e del fulmine . Dal limite fioco dell’orizzonte alle altezze estreme dello zenit notavo come il giorno si chiudeva in una sorta di cupola del suo sepolcro immenso , a contenere il sole ormai sostenuto null’ altro che da vapore il cui denso cielo perea in viaggio per esplodere in una bufera di grandine e neve mentre poi nella mia ricerca , finalmente mi imbattei presso rocce avorio muschiate dello stesso colore .Delicatamente toccai quella strana pelliccia che ricopriva diversi massi sempre piu avanti , le strane fattezze di quella pianta , mi indussero rapidamente a pensare che si trattasse di licheni , così come li avevo sempre trovati durante i miei viaggi ora mi indicavano nuovamente la strada . Repentinamente , con lo sguardo cercai di valicare l’orizzonte in cerca ancora di indizi ma nullo alcuno vedevo , ed io dovetti ritornare dagli altri prima che un'altra aurora sarebbe mutata e quando finalmente giunsi parlai avvallando il mio nascosto intento .

    *So quale strada seguire*


     
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    Avete, in maggioranza, optato per il sopraggiungere della notte. Pochi hanno rispettato la consegna sul trascorrere delle prime 6 ore e questo, presumibilmente, non si attiene di molto a quella parte della traccia. Forse per colpa mia, non avendolo specificato in maniera troppo vistosa, ed in parte dei partecipanti avendo anche nuovamente sottovalutato il termine "tundra" *. Il prestare la massima attenzione alle istruzioni comunque è parte della prova. Non vedrete i vostri voti abbassarsi per quest'ultimo fatto ma d'ora in poi saprete bene di fare più attenzione ^^ .

    Van: 7,5

    Darren:7+

    Invictus:7,8

    I voti parlano: lievi miglioramenti sul già buon lavoro precedente. Alcuni consigli restano però ancora validi; anche se non completamente.



    CITAZIONE
    Nel prossimo scenario, vi vedrete svolgere le ultime attività. Le ore di neutralità sono arrivate agli sgoccioli ed il timore di poter essere attaccati vi farà muovere di conseguenza. Chi si chi no. Chi più chi meno; sino ad arrivare a comprendere quale sia la giusta direzione da seguire per arrivare al punto di controllo ( apprenderete la giusta strada quando al segnale di avvertimento - quello dello scadere della "non-bellicosità"- un fulmine cadrà verso lo sterminato orizzonte, capirete la natura antropica di quel fenomeno e, grazie ad un semplice ragionamento, arriverete a pensare che quella potrebbe rivelarsi la giusta meta).

    CITAZIONE
    * Nella tundra, specialmente quelle artiche e per la disposizione del paese delle tempeste ci rientriamo abbastanza, il ciclo solare tende a seguire quello dei poli. Lunghi mesi di luce o assenza di questa senza il vedersi quindi di crepuscoli o albe.

     
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    Van, devo mandare avanti il torneo ed evitare di far attendere oltre i tuoi compagni di squadra. Per questo devo escluderti dal torneo per mancato post, anche da parte tua - come altri - non c'è stato alcun avviso per un'eventuale richiesta di proroga. Mi dispiace ma devo proseguire :S
    Ricevi comunque 16 ppe per il lavoro svolto fino adesso nel torneo.

    Darren ora è il tuo turno, 72 ore da adesso

     
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  11. ‡ Ðarren ‡
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    No Drizzt credo ci sia un errore, Van stava per postare, me lo disse oggi...solo che non vedendo nessuno postare pensava non ci fosse limite di tempo come i turni precedenti...io lo vedo un po ingiusto...insomma lo avete contattato prima di escluderlo? Se è così allroa è ok ^^
     
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  12. XxVanxX
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    Ho il post quasi pronto... me la sono presa comoda proprio come ha detto darren e cioè nessuno si è degnato di postare! Come tu hai fatto aspettare 5 giorni pensavo che non ci fosse più il limite delle 72 ore. Comunque se è così fa niente comunque bisogna avvisare la gente.
     
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    I giorni passati sono quasi 4. Il turno resta quello di Darren che può proseguire normalmente con la traccia. Per il momento la mancanza dei compagni può non esser notata, per questo post almeno.
     
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  14. ‡ Ðarren ‡
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    CITAZIONE

    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Yamata No Orochi


    Assorto nei più inquietanti pensieri, vagava senza meta in quella così inospitale foresta. Il passatempo che ornava la sua mente ,o almeno la teneva impegnata, era quello di calciare un sasso abbastanza grande, un ciottolo, per decine e decine di metri e quando il sasso si distanziava troppo dal ragazzo egli cambiava oggetto.
    La noia era insidiata, un principio di depressione lo accolse senza troppi problemi o ripensamenti, il silenzio e l'ignoto non potevano di sicuro suggestionare la sua voglia di combattere; ma purtroppo la sua attesa di combattere, affrontare qualcuno, gli faceva attendere con ardore un eventuale attacco a sorpresa: infatti non temeva un eventuale attacco. Il freddo si snodava tra le ossa del giovane, rendevano le gambe sempre più pesanti e l'ossigeno diventava sempre più difficile da trovare. Si fermò.
    Si sedette per terra, sopra un cumulo di foglie secche e morte, prese dalla tasca posteriore il pacchetto che conteneva le sigarette, ne estrasse una e ripose l'oggetto, la portò alla bocca con eleganza e socchiudendo le labbra come in un dolce bacio la strinse; prese una foglia secca, con il chakra Raiton che egli possedeva la incendiò e diede vita al tabacco nella sua bocca. Una scia di fumo denso uscì contemporaneamente dalla bocca e dal naso; sentì finalmente il senso di calma che dapprima aveva perso e finalmente ritrovato.

    Allora Darren, possiamo parlare un pò?
    Una voce, secca e rauca risuonò nella sua mente come una campana.
    A-Ancora tu...di cosa vorresti parlarmi? Lo sai che sono più forte di te!
    Il tono con cui lo disse trasudava convinzione.
    Uhuhuh, mio caro ragazzo, io sono la potenza fatta persona...non diverrai mai più forte di me, voglio però che tu sappia una cosa che forse ti aiuterà in questo torneo. In questa foresta esistono tantissimi esseri maligni, per questo non ti devi difendere solo dai partecipanti ma anche dagli abitanti della foresta!
    Perchè mi stai aiutando? Cosa ne ricaveresti tu?
    Io non ne ricaverei niente, ma se tu dovessi morire per me sarebbero problemi...soprattuto in questo luogo così ostico.



    Cenere dopo cenere, la sigaretta stava per giungere al termine. La buttò via e si alzò appoggiando le mani sulle scricchiolanti ginocchia: era tempo di rimettersi in viaggio. Con più attenzione ,ora, ricominciava la camminata; gli occhi vispi cercavano un eventuale segno dei kunai ma sfortunatamente il grigio spento era l'unica visione possibile: della vita ancora nessuna traccia. Un dubbio lo, con grande angoscia, toccò " e se questi kunai fossero un pretesto per farci combattere?" poteva essere una idea plausibile si, ma le probabilità di incontrare un nemico nel bel mezzo della tundra e assai scarsa ma ci doveva essere un secondo fine: ne era sicuro!
    Alcune riflessioni lo accompagnavano durante la lunga camminata; perdere il controllo non sarebbe stato contemplato, doveva limitare il suo potere perchè una esposizione troppo prolungata potrebbe rivelare agli altri villaggi cosa in realtà il ragazzo contiene al suo interno: non poteva certamente correre questi rischi! Almeno finchè gli avversari che si sarebbero posti davanti a lui risultassero abbastanza facili da sconfiggere. Era un arma del villaggio, almeno pensava di esserlo, il Kage non era sembrato così attratto dal potenziale bellico che Darren avrebbe potuto offrirgli...ma quello era il luogo ed il momento peggiore in cui pensare a queste cose.
    Uno schiocco divino, una esplosione di energia, la furia del cielo.
    Fragoroso si schiantò sulla superficie della foresta, lontano dalla sua persona; il suono arrivò circa pochi secondi dopo l'avvistamento del dorato lampo perciò il luogo in cui si era imbattuto non doveva essere molto lontano. Il giovane Shinobi guardò il cielo incuriosito ma stranamente le nubi ed il colore del manto celeste non sembravano annunciare un temporale ne tanto meno dei lampi così fuori misura.
    In più il lampo sprigionato da una misteriosa forza sembrava molto più potente e veloce di quanto fosse un normale fulmine; c'era una sola soluzione: quel fulmine era stato fatto cadere in quel luogo appositamente!
    Il segnale era quasi palese, bisognava andare nel posto indicato il più in fretta possibile; Darren si aggiustò il portakunai e tutto il suo equipaggiamento poi con uno scatto inumano aumentò notevolmente la sua andatura, in modo da arrivare fra i primi nel luogo in cui il fulmine aveva colpito il suolo. L'avventura era appena iniziata.


    Il ragionamento l'ho messo nel narrato, è come se fosse un pensiero indiretto quindi il narrato spiega quello che Darren pensava nella sua mente e non che ho pensato solo io.
     
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  15. Invictus
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    *Parlato Anakin*
    *Pensato Anakin*




    Giunto in prossimità dei miei compagni , alternavo docili sospiri al mio camminare, non vedevo l’ora di trovare un riparo o almeno una fonte di calore , poi eccomi apparire come in un miraggio il castello di carta. Proprio sul nostro punto di ritrovo ora sorgeva una affabile dimora , per lo più inconsistente e lacerata da feritoie ma che stranamente incuteva in me protezione , centinaia di foglietti perlati confusi con la neve limitrofa pendevano dai rami come decorosi appendici ma che insieme formavano un apparato scheletrico in grado di contenerci all’interno. Subito intrapresi una beve corsa per recarmi lì , e appena entrai senza nemmeno guardare in volto i presenti dissi con tono sprezzante .

    *So dove è il nord , in quel punto sicuramente le strade di tutti si incroceranno.*



    Ad un udirmi però trovai solo Darren , dunque capii immediatamente che era sorto un imprevisto , ciò che probabilmente riguardava Masaki , nonostante ciò negai timore per lui , qualcosa me lo impediva , forse già la sua assenza durante la prima missione , forse si trattava solo di una questione di abitudine , comunque non ne feci parola seppellendo in silenzio l’ammirazione che provavo nei suoi confronti , abbandonandomi così ad una tranquillo ristoro. L’assenza di buio cominciava a farsi notare , erano passate diverse ore del giorno da quando ebbi intrapreso quel torneo , eppure non si era accennato ad alcun cambiamento di luminosità o clima , il tempo pareva immobile , fermo , imprigionato in un limbo di eterna perseveranza. Quella dimensione perdeva ai miei occhi saldezza , come se molteplici fossero le realtà , ognuno di chi le abita ,come se ognuno fosse padrone del propri destino , tale da tenerlo in mano e plasmarlo a suo volere poi mi fermai a ricordare . La memoria , in quel momento , il mio unico legame con l’ esistenza generò in me l’idea che ogni essere è soggetto ad illusione e che in quel momento la stessa mi stava possedendo. In un crescendo di pensieri e fatti , non avevo dimenticato che il destino, era il mio unico padrone per me non c’era possibilità di scelta ed allora mi sentivo simile ad una vuota marionetta poi mi ricongiunsi al mondo terreno , quando solo il fragrante calpestio di foglie mi guidò a spostare lo sguardo verso il mio unico compagno rimasto .Il giovane shinobi dalla criniera arancio pur la rigida temperatura , portava legato in collo solo una svolazzante sciarpa scarlatta mentre il suo torso scolpito e muscoloso bastava a riscaldarlo , io non aveva una simile corporatura , ero forse più alto ma cercai di oltrepassare quella sensazione di inadatezza scrutando le vasta distese di erba ondeggiare all’orizzonte , l’effetto si propagava all’infinito sempre fuggendo dalla nostra posizione. La scarsità di cibo non mi meravigliò , questo sembrò demoralizzare Darren che annunciò la notizia inseguito , in quell’occasione di ozio però la fame cominciava a torturami ed era un chiodo fisso nella mia mente allorchè cercai di impegnare il tempo in qualche modo .La preoccupazione che alcuni partecipanti si presentassero come avversari prima del previsto, mi allarmò in quel momento , dentro quella gelida tundra escludevo che ci fosse qualche arbitro nascosto a scrutare lo svolgersi della manifestazione e che dunque molti giocatori infimi e sleali avrebbero potuto approfittarne , le regole del villaggio in quel luogo ostile non valevano , erano dimenticate se non ripudiate dai più furbi cacciatori e sola la giustizia privata era contemplata adesso. Quello sterile dogma non mi scuoteva anzi , travolse in me un turbine di furia e eccitazione , come se finalmente potessi essere libero da ogni vincolo ma poi mi chiedevo : era veramente ciò che volevo ? Personificare un mukenin giustificato o rappresentare il dominio di Kumo ? Fin dal principio quello era l’obbiettivo e così prima di annunciare le mie intenzione notai l’altro ninja , brevemente irrequieto , poi con un fluido movimento sedersi su alcune foglie secche lì racimolate , e triturandole in una sorta di frastornato suono, incrociando le gambe , sfoderò poi una bacchetta che mise in bocca e accese rapidamente . Cupo fumo grigiastro sputò successivo mentre un estremità di quella bacchetta bruciava , avevo visto alcuni uomini fare quella stessa cosa , si trattava , da quanto avevo capito , di un rimedio per calmare i nervi o accelerare la serenità , ma mai mi era venuto in mente di provare una di quelle aste piene di tabacco , semplicemente perché l’odore che ne scaturiva mi infastidiva . Difatti arricciai il naso subito dopo e senza perder tempo uscii esclamando .

    *Faccio la guardia nel caso arrivi qualcuno … o qualcosa , non si sa mai … *



    Lasciai Darren a vagare tra il suo Io come me d’altronde , che cullato dal moto dei fluttui azzurrini , vedevo il faro del rifugio alle mie spalle , tutto di pomice per una sola fiamma contesa da tante lamine , in seguito caddi sulle spine della vita prima lavato da un secondo di pace , un grave peso di ore mi aveva incatenato , incurvato in quella contesa . Se fossi stato una cetra , il tumulto delle mie forti armonie innalzerebbe un canto profondo di solitudine e dolcemente triste , se fossi stato uno spirito impetuoso , guidato dai miei morti pensieri per tutto l’universo avrei chiesto una nascita nuova per poi disperdermi come un focolare non ancora spento , le faville , le ceneri sulla terra che dorme. Avvolte , mi domandavo , anche solo immaginavo , come fosse stata la vita non di uno cavaliere ma bensì di un normale servo di corte , stabile sicuramente ma priva di emozioni e levigate sfumature , il baratto sarebbe stato equo , pensando al nobile di spada che lotta per una battaglia non sua , costretto a perire in gloria ma vanamente .Il dubbio mi logorava , non era rimasto piu nulla a frenarmi in quel soliloquio , in giro non si accorgevano strane presenze e gli animali già in letargo non garantivano pericolo poi però ascoltai un rantolo , profondo , doveva essere di un orso e proveniva da sud , non mi scomposi , se lo avessi avuto di fronte avrei saputo come contrastarlo , fervevo dalla voglia di combattere , anche per scaldarmi in quell’incessante tremolio che mi attanagliava o anche per rubare viveri e potermi finalmente sfamare da quei presunti avversari , il languore infatti distraeva l’animo , il freddo continuo pure mi teneva in morsa e decisi quindi di rientrare , intanto strofinandomi le mani . Attonito , una forte luce si scagliò sulla pianta dove poggiavamo , come se un lampo fin ora rimasto a navigare tra i cieli fosse affondato , provocando un acuto rombo , il pallore della luce svanì dopo pochi istanti diradandosi nell’aria fino a esaurirsi , quel fenomeno ricordò in me , quanto noi esseri fossimo piccoli dinanzi a tale potenza naturale , un energia così viva eppure meccanica smorzò il mio respiro mentre il cuore si era placato dallo spavento . Dapprima pensai fosse un comune fenomeno proprio del paese del Fulmine poi però una sciai brillante fece lampeggiare i miei occhi sgranati , avevo riflettuto che pur non avendo la completa cognizione del tempo, le sei ore dovevano essere passate e quel fascio di luce indicava proprio il nord la via che dovevamo seguire, dunque quando costatai che non si trattasse piu di una mia semplice fantasia la risposta era la sola .

    *E’ questo il segnale … diamo il via alle danze *



    In quel momento mi precipitai a chiamare Darren , fin ad allora non avevamo avuto molto di che parlare , principalmente per la nostra indole mite ma ora che si entrava nel vivo dell’azione , l’affiatamento era importante se non fondamentale , così mi proclamai a lui , anche se sapevo che il rumore causato dalla caduta di quel fulmine , fosse stato udito dall’intero Villaggio.
     
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14 replies since 22/9/2011, 14:33   438 views
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