Step #2 Colosseo.

Il tempo dei rimorsi e delle paure era ormai svanito, era arrivato ad un punto di non ritorno; in quel momento doveva dare tutto se stesso per portare a termine l'obiettivo da lui prefissato. Questa volta non doveva affrontare una prova di sopravvivenza, ma uno scontro con due ninja, ragazzi come lui che ambivano al titolo di chunin. La preparazione all'incontro fu molto accurata, si preparava psicologicamente e fisicamente ad uno scontro che, con molte probabilità, l'avrebbe portato ai limiti delle sue capacità; si era già trovato in uno scontro simile e ne uscì sconfitto e dolorante, aveva subito delle brutte ferite che non si curarono con qualche giorno di riposo, non voleva fare la stessa fine dell'ultima volta. Dopo minuti e minuti passati nel più totale silenzio, immerso nei suoi pensieri e cercando di canalizzare dentro sé tutte le sue energie per essere al meglio per l'incontro, ecco che arriva la sua chiamata. Doveva entrare in scena e combattere per un solo obiettivo: andare avanti nel torneo a tutti i costi. Prima di uscire dalla piccola stanza in cui era rimasto per molto tempo, si preparò a dovere mettendo sulle braccia e sulle gambe delle bende, voleva avere delle protezioni non visibili, ma utili per attutire colpi di poco conto, sapeva bene che non sarebbe rimasto illeso da tale combattimento e si proteggeva come poteva.

Devo essere concentrato al massimo, solo uno su tre passerà al turno successivo e l'unico privilegiato sarà io. Lo devo fare prima di tutto per me e poi per la mia Kumo che crede in me e non le farò rimpiangere questa fiducia, come nell'ultimo scontro contro quel certo Ashura e l'altro, Kid. Ora scoprirò chi saranno i miei avversari.

Masaki si avvicinò verso la porta e l'aprì con una calma apparente, dentro sé invece stava iniziando a far effetto l'adrenalina scaturita dal suo cuore, ed uscì dallo stanzino per dirigersi nell'arena. Pochi metri separavano egli dall'arena e li percorse in poco tempo arrivando così in un grande spiazzale. Qualche sguardo veloce per ispezionare il luogo dello scontro; era un loco circolare dall'ampiezza di circa cinquanta metri, il perimetro era segnato da alte mura di oltre tre metri e dopo queste vi erano gli spalti ove il pubblico avrebbe acclamato il futuro vincitore dello scontro. La sicurezza che si iniettava per porre un rimedio alla sua debolezza fisica venne incrementato alla vista di tutta quella folla, erano lì per vedere un bel combattimento e lui non li avrebbe di certo delusi. Masaki si accinse a raggiungere il centro dell'arena, nel punto indicato dall'arbitro dell'incontro; i tre erano uno di fronte l'altro. Alla destra del giovane shinobi della Nuvola vi era un ninja di Suna, con dei capelli rosso fiammante che risaltavano agli occhi, ma c'era una cosa che ancor di più risaltava: una specie di contenitore gigante dietro la sua schiena, il ragazzino si chiedeva cosa potesse contenere tale oggetto; alla sua sinistra, invece, c'era un ninja della Nebbia, un combattente di Kiri, e questo gli fece ritornare in mente il ragazzino con quello speciale potere nel manipolare il ghiaccio, questo suo avversario non gli assomigliava molto, anch'egli aveva degli occhi di color ghiaccio, ma dei capelli arruffati e bianchi su un corpo ben allenato e robusto.

Ecco, ci siamo... ora si deciderà il destino dello scontro! Meglio stare allerta e far fare la prima mossa agli avversari o forse no? Diamine è iniziata!

Il ragazzino non ebbe nemmeno il tempo di studiare i due che già era iniziato lo scontro. Il primo a prendere l'iniziativa fu il giovane ninja di Kiri che iniziò subito con una strategia semplice per cogliere impreparati i due avversari; lanciò un fumogeno verso il centro del "triangolo" per cercare di oscurare la visione intanto Masaki notò che stava per mettere mano al portakunai e cacciare fuori qualche arma, ma ormai il fumo si era espanso così da coprirgli, completamente, la visuale. In quel momento si doveva aspettare di tutto, però non sapeva bene da quale direzione poteva arrivare un attacco, quest'ultimo non si fece attendere. Dei kunai spuntarono fuori da quel velo creatosi dal fumogeno poc'anzi lanciato, il ragazzino era sempre stato allerta, ma erano molto veloci ed i suoi riflessi furono troppo lenti per schivare i colpi. Istintivamente si portò il braccio destro in alto per coprire la faccia, mentre l'altro copriva il collo e la parte superiore del petto, era una ultima difesa, non poteva fare altro in quel momento. Due su tre kunai lo colpirono in pieno. Il primo kunai andò ad impattare contro il braccio destro che riuscì a frapporsi tra l'arma e la faccia, attutendo il colpo grazie anche alle bende poste attorno ad esso, mentre l'altro si infilzò dentro la coscia sinistra provocandogli un intenso dolore. Era stato preso in contro tempo e le sue scarse doti combattive lo stavano ponendo su un gradino inferiore agli altri, ma questo non doveva abbatterlo, assolutamente. Con velocità e con smorfie di dolore si tolse il kunai dal braccio per poi passare a quello sulla gamba, il sangue sgorgava fuori quelle ferite, ma fortunatamente c'erano le bende che avevano ostruito il passaggio alle armi. Non poteva di certo arrendersi alla prima difficoltà, così si fece coraggio e cercò di non pensare al dolore e di continuare la lotta che era appena iniziata. Diede un veloce sguardo intorno a sé, il fumo del fumogeno si era quasi dissipato davanti agli occhi, mentre un altro si era formato non troppo distante da lui, si chiedeva chi potesse esserci dietro esso, dato che non vedeva più nessuno nel campo di battaglia, solo del fumo e una pozzanghera.

Da dove esce fuori questa pozzanghera?!?! E' probabilmente il ninja di Kiri, difficilmente un Sunese ha l'elemento acqua. Bene ora vedrà che effetto gli farà una bella scossa elettrica...

Il quindicenne aveva intuito che quella pozzanghera aveva un qualcosa di strano, appena entrato nell'arena aveva dato uno sguardo a quest'ultima ed era, completamente, arida e spoglio, da dove era saltata fuori quell'acqua, soprattutto con il clima di Kumo? Per adesso l'altro avversari non si era fatto vedere e quindi, in quel momento, doveva occuparsi dello shinobi della Nebbia e fargli assaggiare un po' del potere della Nuvola. Intanto che caricava il chakra Raiton all'interno della mano destra, atto a creare tre sottili aghi di tuono, si scostò, velocemente, di due metri dalla sua posizione, andando verso destra, per non ricevere brutte sorprese. Ormai il colpo era pronto e l'obiettivo era quella pozza d'acqua; con tutta forza, ma con molta precisione, lanciò la tecnica verso il suo obiettivo sperando che quest'ultimo venisse colpito in pieno. Nel frattempo non poteva stare fermo aspettando una controffensiva e quindi cacciò fuori un kunai con la mano destra, mentre con l'altra un filo di nylon e lo legò, agilmente, all'impugnatura, fatto ciò si annodò qualche centimetro alla mano, per averne un buon controllo. Aveva una tattica in mente, ma prima doveva avvicinarsi ad un avversario, sicuramente non sarebbe stato facile.

CITAZIONE

Riflessioni: Due su tre kunai mi colpiscono dato che comunque c'è del fumo ad oscurare la vista di Ichigo e per questo può anche fallirne uno. Mi dò 3 slot ferita invece di 4 dato che comunque ho posto le bende a protezione degli arti. Se è sbagliato mi correggerai tu Drizzt ^^.

Il mio personaggio ha pensato che quella pozzanghera fosse il suo avversario perchè ho spiegato, tra narrato e pensato che non poteva esser possibile che quell'acqua fosse uscita dal nulla, dato che prima non c'era. Spero non sia preso come metagame, perchè ho cercato di evitarlo.

Sulla tecnica degli aghi l'ho usata per fargli prendere una scossa, ma sinceramente non saprei se è possibile con dei piccoli aghi, ne ho creati tre proprio per aumentare le possibilità

Il giovane Masaki aveva intuito con furbizia che quella pozzanghera aveva qualcosa di strano e quindi aveva utilizzato gli aghi paralizzanti per sicurezza, probabilmente era un suo avversario ad aver utilizzato una strana tecnica, a lui sconosciuta. Difatti il colpo andò a segno e questa chiazza d'acqua, magicamente, si trasformò nel giovane ninja di Kiri che sembrava molto adirato per via del colpo subito dal ragazzino. La sua espressione facciale era cambiata, sembrava quasi che volesse stritolarlo e porre fine alla sua vita, ma il ninja della Nuvola non si spaventò, era pronto a tutto per non diventare, nuovamente, il disonore di Kumo e quindi non si sarebbe nascosto o chinato di fronte a nessuno. L'arma che aveva ingegnato era pronta, ma la reazione del ninja fu così immediata da lasciarlo di stucco; dai suoi arti fuoriuscirono degli spuntoni ossei, una cosa mai vista prima, come se potesse controllare il suo esoscheletro e farne di esso qualunque cosa volesse. Queste ossa erano lunghe più di mezzo metro e sembravano proprio fatte apposta per aumentare un eventuale colpo utilizzando gli arti. La situazione era diventata critica, non poteva farsi cogliere impreparato, ma il suo corpo era come paralizzato e questo stato venne interrotto solo dalla frase dell'altro, molto minacciosa, che gli inveiva contro. Con grande agilità e movimenti sgraziati si ritrovò faccia a faccia con il povero malcapitato e nel giro di pochi istanti quest'ultimo si beccò un calcio ben assestato sull'interno coscia sinistro. In quell'attimo Masaki sentì un dolore enorme che lo fece gridar dal dolore, era come se l'avesse colpito, a gran velocità, una palla di cannone che gli aveva spezzato l'osso interno. Istintivamente si portò la mano sinistra sulla parte lesionata e constatò, con felicità, che non si era rotto nulla, ma non era finita lì. Quel dolore fu presto spiazzato da un altro, ancor peggiore, perché il ninja della Nebbia non aveva ancora finito con lui; avvicinò la mano sinistra verso il petto del giovane e da essa uscirono dei proiettili ossei pronti a perforare il torace dello shinobi che, grazie all'istinto, si scansò di qualche centimetro così che il colpo non andò dritto al cuore, ma andò ad impattare sulla gabbia toracica, colpendo di striscio i polmoni. Quel colpo era stato dolorosissimo, non aveva mai subito un tale male in vita sua, il ragazzino si accasciò a terra colpendo, bruscamente, la faccia contro l'arido terreno.

Che gran bastardo! AH! Che dolore! Come ho fatto a farmi colpire con tutta questa facilità?!?! Sono uno stupido... ah la gamba! Se riesco ad alzarmi lui se la vedrà nera, l'altro non mi interessa, sarà solo lui a perire sotto la mia collera!

Il giovane Masaki era steso a terra e aveva lasciato la presa sul filo di nylon che teneva il suo kunai. Intanto il duello era andato avanti e il terzo ninja, quello di Suna, era passato all'attacco utilizzando una marionetta, una caratteristica di alcuni shinobi del villaggio della Sabbia, che prese di mira il genin di Kiri. Il giovane Kariwa doveva approfittare di quel momento, anche se era quasi esamine a terra per via dei colpi inferti. Sovrastando il suo enorme dolore, con grande forza di volontà il ragazzino fece leva sulle braccia, le parti del corpo meno malconce, e si rialzò, con tanta fatica e dolore, per non dare l'impressione di gettare subito la spugna. Il suo sguardo era intrinseco di rabbia, solo un obiettivo aveva ed era prima ancora della vittoria: fargliela pagare a quel ninja che gli aveva inferto quei duri attacchi. Prese da terra, con un grande sforzo, il filo di nylon con attaccato il kunai e si avvicinò a passi pesanti, trascinando dietro sé l'arma metallica, e cercò di richiamare a sé tutte le sue forze per imprimere la giusta potenza al colpo, ma il suo obiettivo non era solo quello di colpirlo, ma prima doveva lanciargli il filo intorno al collo, cercando di strozzarlo, per poi rimandargli contro l'arma così che si potesse inficcare nella carne del ragazzo e fargli soffrire un po' di quanto stava soffrendo lui. Venne un'idea abbastanza maligna il ragazzino: decise di incollare all'arma un sigillo esplosivo così che se non fosse andato secondo i suoi piani, gli sarebbe comunque esploso vicino ad esso, provocandogli, sperava, dei danni gravi; prese dal suo portakunai una carta bomba e la poggiò, sempre con grande sforzo, sull'oggetto metallico e impostò cinque secondi di timer. Masaki si concentrò per un istante e lanciò il filo in corrispondenza dell'avversario, cercando di coglierlo di sorpresa, e di fargli girare attorno al collo, di alemno un giro, il filo e se ci fosse riuscito avrebbe rilanciato il kunai cercando di colpire la schiena, precisamente la colonna vertebrale, rendendogli pan per focaccia.

Devo... ho bisogno di protezione, meglio utilizzare il drago di tuono per il momento. Devo riprendermi da questo dolore, ma non so se ho la forza di difendermi da altri assalti, per questo ci dovrà pensare il jutsu.

Il ragazzino richiamò a sé il suo chakra elementale e, da esso, ne fece scaturire fulmini e saette che, in pochi secondi, si unirono insieme creando un drago composto da pura elettricità. Questa tecnica era un'utile difesa nei casi più estremi e gli avrebbe permesso di recuperare fiato ed occuparsi anche dell'altro duellante che aveva trascurato. Fece qualche passo indietro e ad ogni passo la gamba premeva dal dolore, ma era per evitare l'eventuale esplosione ed avere un'ampia visuale dell'arena per cercare anche di visualizzare la posizione del ninja di Suna.

CITAZIONE

Riflessioni:
Dato che ho i riflessi di un bradipo non posso fare molto per i colpi subiti, però ho cercato di limitare i danni grazie all'istinto. Altrimenti se mi colpivi al petto ero morto a quest'ora

Non so se è chiara la dinamica del mio attacco... se va tutto a buon fine e cioè il filo di nylon riesce a fare un giro intorno al collo (difficile, ma non impossiile) il kunai mi ritorna indietro e io devo esser veloce a rimandartelo contro verso la schiena questo in tipo 5 secondi, un lasso sufficente a mio avviso, ovviamente lo piloto con la mano dato che il filo è attaccato ad essa.

Masaki Kariwa

Il duello stava giungendo all'apice del suo culmine, ormai i giovani duellanti ce la stavano mettendo tutta per portare a casa una vittoria tirata. Il ninja di Kiri, però, si era ritirato dal torneo senza far sapere il motivo e, quindi, in quel momento toccava scontrarsi soltanto con il ninja della Sabbia, abile marionettista. Masaki stava esaurendo la sua scorta di chakra e le ferite subite da parte degli attacchi dello shinobi della Nebbia si facevano sentire sempre più presenti; la gamba dava segni di cedimento e il dolore non voleva cessare, mentre si sentiva il petto in fiamme per via di quella specie di proiettili entrati al suo interno. Con il suo drago di tuono si sentiva più tranquillizzato, ma non poteva abbassare la guardia, c'era pur sempre un altro ninja ancora in gara e la vittoria non era ancora stata decretata, non doveva far brutte figure per lui e, soprattutto, per il suo villaggio.

In questo momento ho bisogno di escogitare una buona strategia da attuare contro il marionettista. Ha dalla sua un'arma micidiale, ma il mio obiettivo primario è il ninja che la controlla... eccola che arriva.

Non poteva arrendersi il ragazzino ed era pronto a tutti pur di finire il duello con una sua vittoria. La concentrazione era massima, anche se disturbata dalle frequenti fitte delle sue antecedenti ferite, e gli occhi non si scollavano da dosso alla marionetta che si stava per scagliare a tutta velocità contro Masaki, dato che prima aveva puntato con aggressività contro il genin di Kiri. Era ormai davanti al giovane Kariwa che la guardava con un po' di timore, ma sapeva che il suo jutsu l'avrebbe potuto aiutare in caso di pericolo estremo. L'attacco della marionetta era partito e la sua velocità era impressionante, aveva cacciato dagli avambracci una lama nascosta su ambedue le braccia, pronte a immettersi prepotenti nello sterno del ragazzino, impotente nello schivare dato che la distanza era minima e il colpo era molto veloce. A quel punto Masaki sprigionò il suo chakra elementale che l'avvolse ancor di più e, in qualche modo, sviò l'attacco di quella marionetta inanimata. Le lame toccarono lo strato di fulmini attorno all'aspirante chunin e dopo ciò non riuscirono più ad andare oltre, la difesa era riuscita. Mentre l'attacco era fallito si vedeva in lontananza correre il possessore della marionetta e altre sue copie che si stavano disponendo in semicerchio, pronte ad attaccare e sconfiggere il povero Masaki.

L'attacco non era finto e la marionetta non era una mera illusione, quindi il vero marionettista è proprio lì, sarà lui il mio obiettivo, mentre gli altri non sono un problema, saranno, sicuramente, delle copie fittizie.Ora gli farò saltare la testa a quel poveraccio!

Il giovane shinobi aveva capito bene contro chi prendersela utilizzando un po' di sale in zucca. Ormai il suo drago l'aveva abbandonato facendo il suo buon lavoro ed era il momento di passare alla contro offensiva. Per procurargli dei danni ingenti aveva bisogno di utilizzare una carta bomba e posizionarla su uno shuriken Uchiha così da prenderlo alla sprovvista grazie alla velocità dell'arma. Masaki mise mano al suo portakunai ed estrasse, agilmente, con la destra lo shuriken Uchiha e con la sinistra un sigillo esplosivo ed impostò il timer a tre secondi, così da non permettere all'avversario di scansare anche l'esplosione che l'avrebbe coinvolto. In pochi istanti aveva creato un'arma micidiale e la lanciò con forza contro il vero duellante della Sabbia, avendolo capito dapprima, cercando di mirare al busto per avere più possibilità di colpirlo. Per non incombere anch'egli nell'onda d'urto dell'esplosione, fece un balzo all'indietro di circa due metri e altri tre passi per essere ad una distanza ragionevole per non subire effetti controproducenti. Prima che avesse luogo l'esplosione, però, fece i sigilli per richiamare a sé il suo chakra di tipo Raton. Così facendo creò, nuovamente, dalla sua mano tre aghi sottili, interamente di tuono, e li lanciò contro il ragazzo dai capelli rossi, sperando che lo colpissero appena dopo la sua arma creata all'istante.

E' il momento di nascondermi dalla sua vista, non penso di resistere ancora ad un ulteriore attacco.

Masaki era quasi allo stremo delle sue forze; il suo chakra era quasi esaurito e i forti dolori lo tartassavano, con quel balzo all'indietro le fitte alla gamba e al petto erano peggiorati e i suoi continui sforzi non erano di certo un calmante per quest'ultimi, anzi era il contrario. Dalla sacca prese un fumogeno e lo lanciò a tre metri davanti ad esso, così che potesse coprire la visuale all'altro e gli potesse dare un po' di tempo per fiatare, ma prima sarebbe dovuto uscire dall'espansione di quest'ultimo e, per questo, fece ancora qualche metro all'indietro. Doveva, probabilmente, aspettarsi una controffensiva del genin di Suna, sperando che l'attacco suo l'avrebbe ridotto in fin di vita così da non essere più un pericolo.