Girone B (Senior) Angel in the Dark VS Sho

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Il duello procedeva alla grande e Toshiro e il suo avversario ci stavano dando dentro di come dei matti, il pubblico li acclamava, esultava, esplodeva di gioia nel vederli combattere in una lotta all'ultimo sangue, le persone erano fatte così, dagli un minimo di competizione che subito si esaltano.

Patetici... si esaltano così tanto per due persone che combattono... li ucciderei tutti...

Lo scontro era appena iniziato e l'avversario con astuzia si era fatto indietro per evitare i velocissimi colpi del ragazzo che, come tutte le tecniche, perdevano velocità con la distanza e non poteva di certo farci qualcosa. Inoltre per difendersi dalla sua potente sfera elettrica che minacciosa si era diretta verso il nemico, egli di tutta risposta creò un enorme drago di fuoco che scontrandosi con l'enorme sfera provocò una grande e fragorosa esplosione che dilaniò il campo di battaglia.
Gli altri attacchi invece colpirono il nemico, che comunque riuscì a uscirne con pochi danni.

Qualche secondo dopo che Toshiro uscì dal fumogeno le copie lo seguirono uscendo dalla grigia nube, arretrando di circa 8 metri mettendosi qualche metro più avanti del ragazzo, in modo di cercare di reagire ad un attacco nemico.

Fatti sotto so che stai arrivando... lo sento!

L'attacco del nemico stava arrivando, Toshiro e le sue copie lo percepivano, lo sentivano bene che qualcuno o qualcosa stava arrivando verso di loro a grande velocità.
Qualche secondo dopo, oltrepassando la coltre di fumo un uccello che sembrava essere un corvo, si posizionò davanti a lui, con in groppa il suo padrone che altri non era che lo shinobi nemico. Egli lo guardò negli occhi, iniziò a fissarlo, Toshiro quasi spaventato fece lo stesso reagendo spontaneamente sgranando gli occhi per l'improvvisa mossa dell'avversario, non si sarebbe mai potuto aspettare che egli si sarebbe avvicinato così tanto ad esso.
Noto subito che i suoi occhi erano di un cremisi unico al mondo, stesso per i segni neri che li adornavano che dicevano tutto di lui: era un Uchiha, un membro del leggendario clan di Konoha.!

Che intenzioni ha questo?!

COSA?!

Improvvisamente Toshiro si trovò legato a quella che sembrava essere una croce, il cielo era scuro, come se fosse già calato il sole, vi era anche la luna piena a confermare che era notte. Ma di certo non era quella che conosceva il ragazzo, un astro color cremisi quello, proprio come gli occhi del nemico.
Il luogo in cui si trovava sembrava essere la piazza di un villaggio, quale non lo sapeva, di sicuro non ci era mai stato prima d'ora. Poi d'un tratto, dalle piccole capanne che vi erano attorno a quel piazzale iniziarono add uscire quelli che sembravano essere dei cloni del nemico.
Erano decine, centinaia forse addirittura migliaia, apparivano uno dietro l'altro come se non avessero una fine, come faceva ad avocare tutti quelle copie? Che fosse un qualche tipo di Jinchuriki superpotente in grado di attingere a una riserva illimitata di chakra?
Non sapeva niente di tutto questo, sapeva solo che, ora, tutti quei dannati cloni del nemico avevano estratto le loro affilate katane e puntavano dritto verso di lui.

Toshiro cercava di liberarsi, si dimenava più che poteva ma ormai il nemico era arrivato. Portando il braccio in alto, un clone, alzò la katana al cielo, e facendo con peso ricadere la spada sul petto di Toshiro lo ferì. Il dolore che provava era fortissimo, mai nessuno aveva osato colpirlo così, faceva malissimo, in ogni modo provava a porre fine a quella sofferenza ma era tutto vano, le corde con cui era legato sembravano essere indistruttibili.

Altri cloni di volta in volta si avvicinarono a come il primo iniziarono a flagellare il giovane, il dolore era immenso, le grida del ragazzo era fortissime e niente sembrava poterlo aiutare, nessuno poteva aiutarlo poichè oltre a quelle dannate copie vi era solo quella luna color cremisi che in cielo sembrava guardare il giovane con disprezzo e goderne delle sue sofferenze.

Il tempo passava, ormai chissà quante ore che erano passate da quanto inspiegabilmente si era ritrovato in quello stranissimo posto. Cinque, dieci forse anche venti ore erano passate da quando con inisistenza riceveva dai quei incrollabili cloni i colpi delle loro spade, le sue grida si fecero sempre più fievoli col tempo, come se stesse iniziando a sopportare quello strazio a cui era sottoposta, ma il dolore c'era, era fortissimo e l'unica cosa che poteva fare, l'unica via di fuga che riusciva a vedere non era altro che la morte.

Di sicuro passò un giorno e poi forse anche un altro, ormai aveva perso la cognizione del tempo, la sua sofferenza non era diminuita, sperava solo di andare all'altro mondo ma inspiegabilmente ciò, ormai da tempo, non accadeva. Perchè?! Perchè non poteva moriree porre fine a tutto ciò?!
Non ce la faceva più!

Di colpo fu come aprire gli occhi, di fronte a se aveva il suo nemico che lo guardava, Toshiro era abbastanza intelligente per capire cosa gli era accaduto, quello che gli era successo non era di sicuro reale, ma il dolore, il tremendo dolore che aveva provato nella sua mente, quello si che era vero. Qualche attimo dopo cadde con le ginocchia per terra, la sua mente era stata lesa, si sentiva stanchissimo, ancora riusciva a vedere cose di quella strana dimensione in cui il nemico l'aveva portato.
Ogni tanto a flash apparivano quei cloni, quella luna rossa, quel villaggio, tutto era così confuso che a malapena riusciva a distinguere la realtà dall'illusione, una cosa però la fece, sperando che l'avrebbe potuto aiutare, il ragazzo evocò il suo animale da battaglia, poco più a vanti a se apparse.

Mise un pugno per terra, alzò la gamba destra e mise il piede per terra cercò di alzarsi, di camminare, ma era completamente bloccato, come se fosse paralizzato, non riusciva a camminare a mala pena si mise in piedi, giusto in tempo per dire alle copie quello che dovevano fare.

AAAAHH, non riesco a muovermi e mi fa malissimo la testa, copie tocca a voi attaccate!

Non fece quasi in tempo a finire di dire la frase che di nuovo l'avversario si avvicinò a lui, faccia a faccia, ognuno a pochi centimetri dall'altro - la scena era molto dubbia, tanto che per qualche attimo cadde nell'arena un silenzio tombale e un senso di imbarazzo generale - ma quello che contava era che non aveva potuto evitare il contatto visivo col nemico, provò a chiudere gli occhi.

Spero di aver evitato il suo attacco!!

Riaprì gli occhi. Si guardò le mani.

AAH!

Le mani del ragazzo, e tutto il suo corpo, erano sottili come la carte, se non proprio di carta, che stava succedendo ancora questa volta riusciva a capirlo. Tutt'intorno a lui era nero, corse, corse più che poteva, corse a perdifiato, ma era tutto vano. Nulla vi era in quell'infinito buio che stranamente riusciva a vedere, non sapeva cosa stesse succedendo. Era spaventato e il dolore alla testa si faceva sempre più forte, non sapeva come fare a scappare da quel mondo, anzi da quella specie di dimensione.

Aaaaaa! Una via d'uscita! Voglio una via d'uscita!



Sentendo le parole del ragazzo le copie si allarmarono e con esse Mito, avevano chiaramente sentito che Toshiro non poteva muoversi, dovevano fare qualcosa, dovevano attaccare il nemico anche non sapendo cosa avesse il ragazzo, in pochi istanti iniziarono ad attaccare.

La prima copia con velocità, quasi pari a quella dell'originale, compose dei sigilli creando a sua volta un ulteriore clone, ma questa volta composto di pura elettricità. Questo con uno scatto tentò di colpire il nemico, e sperando che l'avesse preso, l'altra copia passò all'attacco. Se fosse stato così il nemico avrebbe risentito di una paralisi, cosa che di certo avrebbe aiutato sia i cloni sia la volpe artica sia l'utilizzatore a combattere e quindi competere per la vittoria.

La seconda copia invece, seguendo la scia degli attacchi della prima, bevve un tonico della destrezza, dopo di che componendo dei sigilli creando degli aghi elettrici fra le sue mani che scagliò in diverse parti del corpo del nemico in modo da riuscire a prenderlo in seuguito con degli attacchi corpo a corpo, quindi, tre di quegli aghi li indirizzò al collo e gli altri tre al busto.

Toccò poi a Mito, la volpe artica, che concentrando il chakra nel terreno iniziò a formare velocemente delle pareti di roccia immense, alte all'incirca 20 metri che iniziarono a dirigersi verso il nemico. Sperando che prendesse sia il ninja che l'animale da battaglia Mito si avvicinò al padrone.

Una copia quindi iniziò a correre verso lo shinobi nemico, estrasse la katana e cercò di portare a temine un affondo al ventre di quest'ultimo, quindi ancora difronte all'avversario mise mano al porta kunai e diedi immediatamente l'innesco ai tre sigilli esplosivi che vi erano all'interno.
In quello stesso istante la copia rimanente e Mito placcarono Toshiro facendolo cadere per terra in modo da fargli da scudo con i loro corpi.

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