Missione Iwa: Il contadino scomparso

Partecipanti: Sraeps & Tiz95

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  1. Tiz95
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    Era una splendida giornata, il era alto e rasserenava tutto il villaggio della roccia. Sora, da poco diventata genin, stranamente, non si svegliò di buon ora quel giorno. Infatti, da quando è diventata genin, si allena duramente tutto il giorno per migliorare le sue capacità d’attacco e difesa, la confraternita pretendeva la massima dedizione e per questo, veniva costantemente braccata e controllata dai massimi esponenti del clan. Si allenava tutti i giorni con gli esperti del controllo delle tecniche della lava, il suo scopo è far fronte al simbolo che possedeva dietro al collo. Il drago di fuoco era il suo destino, Sora, aveva il compito di rispettare la gerarchia e attraverso il suo simbolo sarebbe diventata la più forte di tutti. L’allenamento era duro, la pressione dei maestri era snervante. Ogni sua sconfitta era un umiliazione, dopo l’allenamento si ritrovava a piangere nel suo letto per la disperazione, chiedendosi se davvero era lei quella destinata a possedere il drago di fuoco.

    Non riesco a far nulla, da quando ho lasciato l’accademia non fanno altro che darmi ordini, non sono un fottutissimo animale, sono una persona come tutti voi. Perché? Perché proprio io dovevo avere questo destino maledetto? Potevo essere una giovane contadinella del villaggio di Kiri, o di qualsiasi altro villaggio in questo fottutissime terre! E invece no! Proprio io dovevo appartenere alla clan di cui mio padre era capo e in cui l’egemonia si sarebbe dovuta trasmettere attraverso un simbolo, ovviamente, se si ha il simbolo, si ha il potere e se si ha il potere, la tua vita si complica. Chi doveva mai averlo quel maledettissimo simbolo!? IO. Mi sembra ovvio, altrimenti la mia vita sarebbe stata troppo banale. Ovviamente la mia famiglia doveva essere sterminata e oltretutto il mio clan per paura dello scatafascio completo, è stato costretto ad emigrare. E chi li deve riportare indietro per improntare il potere di nuovo a Kiri e dimostrare che la confraternita è la più forte? IO. Ma che vita da schifo. I problemi li dovrebbero risolvere tutti questi maledettissimi anziani che non fanno altro che allenarmi e allenarmi. VOI AVETE DISTRUTTO L’EGEMONIA DEL POTERE DELLA LAVA E DI TUTTA LA CONFRATERNITA.
    Un peso…un peso enorme mi hanno affidato, a volte vorrei farla finita. Ormai non si contano più le volte in cui mi sono chiusa nel bagno e con un coltello ho tentato di togliere quel maledetto simbolo dal collo. Quante volte ci ho provato?...non ci sono mai riuscita, sono una vigliacca. L’unico risultato che ho avuto sono gli immensi tagli che pian piano si cicatrizzano dietro al mio esile collo. E bruciano, come se il drago stesse sputando fuoco per proteggersi. Ho tentato anche di usare l’acido, ma le ferite sarebbero state troppo evidenti e anche se avesi tentato una fuga, sarei morta per le infezioni provocate dalla ferita. Tolto quel simbolo, non sono più nessuno. Sono sicura che se non l’avessi più, la confraternita mi caccerebbe via per tradimento e allora chi sarebbe è davvero il “drago”, come mi chiamava mio padre? Non di certo io.


    Ella risultava ancora inesperta nelle tecniche di terra e fuoco, e infatti finiva sempre con il consumare troppo chakra e di distruggere completamente il proprio corpo mandandolo allo stremo. L’innata era da perfezionare e Sora avrebbe fatto di tutto pur di salvare l’onore della sua famiglia. Quando scendeva la sera, non aveva neanche la forza di cenare, si limitava a fare un bagno caldo e ad andare a letto, sempre con una lacrima che gli scendeva dai suoi occhi color verde smeraldo e specchiandosi come al solito con il suo copri fronte, come se vicino a lei dormisse la sua esatta copia, la sua sorella gemella.

    Sora finalmente verso tarda mattinata si svegliò, si ritrovò, come al solito le sue guardie del corpo che la seguivano in continuazione, in cucina, fuori in giardino, agli allenamenti…beh, ovunque!
    Al suo risveglio era molto agitata, nervosa, non sopportava più quella pressione, era quasi allo stremo. Non poteva parlarne con nessuno, non aveva nessuno. Si recò in bagno seguita dalle guardie.

    ALLORA CHE DITE VOLETE SEGUIRMI ANCHE QUI’ DENTRO!?

    Sbattè violentemente la porta e allora iniziò a vestirsi. Particolare era il modo con cui lo faceva, la confraternita insegnava che i possessori del simbolo dovevano svolgere le loro mansioni mattutine con tutta la dedizione possibile per un buon proseguimento della giornata, era legge, e doveva essere fatto. La giovane dopo essersi fatta una rapida doccia, senza tralasciare nessun punto del suo corpo, iniziò a vestirsi. Il suo era un abbigliamento molto inusuale, possedeva una maglietta nera con scollo a V sul seno, e una tunica blu cobalto con intagli rossi e gialli stretta in vita che possedeva con un ampia scollatura, la tunica però assolutamente non lasciava intravedere nessun dettaglio del collo, perché il segno doveva rimanere un segreto, anche per gli abitanti del villaggio e persino per lo tsuchikage.
    Quella era la tunica ufficiale della confraternita, obbligatoria per i propri membri.
    Dopo essersi vestita Sora iniziò a pettinare i suoi capelli neri e fini come la seta, il suo volto era severo quel giorno ma non sapeva che qualcosa sarebbe cambiato, c’erano delle novità in vista.
    Uscita dal bagno, si recò in cucina per la colazione e poi successivamente si recò in giardino per effettuare alcuni esercizi di meditazione e per il controllo del chakra.
    Ad un tratto bussarono alla porta della sua dimora, mentre una delle due guardie del corpo proteggeva Sora con la sua spada l’altra andava a controllare chi fosse. Sora rimase impassibile.
    Siete due stupidi, come al solito sarà il solito cagnolino randagio che cerca un po’ di cibo, non c’è bisogno di fare tutta questa messinscena. Ho capito che volete proteggermi ma almeno non disturbatemi durante la meditazione.
    Però chi aveva bussato non era un cagnolino randagio ma un ninja di Iwa che aveva un messaggio speciale per Sora, egli chiese di poter parlare con la diretta interessata per trasferire il messaggio.
    Sora si apprestò ad ascoltare tutto e allora si alzò e si incamminò verso la porta.
    La prego signorina Aoi, non siamo sicuri dell’identità del soggetto, si sieda e lasci fare a noi.
    …..MI AVETE STANCATA, VI ORDINO DI ENTRARE DENTRO IMMEDIATAMENTE E SE NON RISPETTERETE LE MIE ESIGENZE VI CACCERO’ VIA. ADESSO ANDATE, LASCIATEMI IN PACE!
    Signorina non possiamo, abbiamo precisi ordini dai capi della conf….ehm del clan.
    Sono io che comando qui, ricordate chi era mio padre? Potrei uccidervi con un sol colpo, ho detto lasciatemi in pace.
    Le guardie indietreggiarono e si posero alle spalle di Sora che stava per raggiungere il portone.

    Salve, sono Sora Aoi, mi scusi l’impertinenza di questi tue stupidi. Mi dica, ha un messaggio per me?
    ….NON SARA’ MICA LO TSUCHIKAGE? COSI’ PRESTO!?
    Signorina deve subito raggiungere lo Tsuchikage, chiede un colloquio con lei riguardante una missione.
    Ok, sono pronta…no…non è vero, sono in PANICO!
    L’espressione dapprima severa di Sora cambiò radicalmente e si vedeva anni luce che era nervosissima, oltretutto era il suo primo incontro con il kage e doveva avere la massima discrezione, dopotutto il suo clan era emigrante e nessuno conosceva il suo segreto, altrimenti non avrebbe accettato nessun villaggio di accogliere una ragazza che avrebbe potuto far scattare addirittura una guerra.
    Bene, c’è da dire che però mi sono preparata parecchie volte all’incontro con lo tsuchikage, nessuno sarà il tuo segreto Sora, è questa la prima regola della confraternita. Ci riuscirò….credo.
    Sentito cretini!? Non voglio nessuno che mi segua, avete capito? Sono capace di andarci da sola.
    Sora si avvicinò alle due guardie e disse
    Nessuno deve conoscere il mio segreto ricordate? Non diamo troppo nell’occhio e se tentate di seguirvi vi ucciderò con le mie manine avete capito!?
    Ehm…SISSIGNORA!
    Perfetto, adesso io vado via, devo incontrare la tsuchikage, datemi la buona fortuna, su!
    Buona fortuna signorina Aoi.
    Peeerfetto, mi sento meglio. Ciao cretiniii!
    Sora allora seguita da quel ninja si incamminò verso la dimora principale dello tsuchikage ed entrò nello studio. Si ritrovò faccia a faccia con una donna,alta e snella,occhi rossi sangue e capelli neri come la pece possedeva una tunica nera attillata e una maschera di stoffa che le copriva il viso.
    Buon giorno signorina Tsuchikage
    Lo tsuchikage osservò con molta attenzione Sora ed ella si sentì un irrefrenabile agitazione che le scorreva nelle vene.
    Si vede lontano un miglio che questa tizia è persino più depressa di me, quello sguardo dice tutto, deve essere una di quelle persone autoritarie un po’ come i miei superiori del clan, ne ho un po’ piene le scatole di queste persone così. Mi incute agitazione ma vedo quegli sguardi tutti i giorni, ormai sono abituata mia cara tsuchikage. E poi perché porta quella maschera che gli copre quasi metà del viso, che tristezza…
    Il kage non proferì parola e dopo un minuto entrò un altro ninja nella stanza.
    E adesso chi sarebbe questo tizio? Sembra una carota, e poi cosa sono quei capelli? Li avrà tinti? Beh, per me rimane sempre una carota. Si direbbe anche un po’ bruttino.
    …Ma perché mi fissa con quella faccia da ebete? Ne ho trovato un altro di cretino oggi. Lo aggiungerò alla mia lista.

    Oh finalmente ci siete tuttie due!
    Disse il kage e penetrò entrambi i ninja con il suo sguardo rosso fuoco, un flebile nervosismo si iniettò nei due ninja. L’agitazione era alle stelle e la voce grave del kage era severa.
    Siete una strana coppia, tu, ragazza,si riferì a sora guardandola dall’alto in basso
    è la tua prima missione, mi raccomando non fare casini. Sei uscita con ottimi voti dall'accademia, non mancare di autostima.
    Sora non si perse d’animo e trattenne lo sguardo del kage cercando in tutti i modi di sembrare determinata, il suo tono nonostante tutto le trasmise sicurezza.
    Cercherò di non deluderla signorina.
    Dopodichè il kage si rivolse al ragazzo dai capelli color rame
    Ashura, ho saputo che ti sei allenato molto e vorresti essere un chuunin. Questo per te sarà un piccolo test. Sei più esperto della tua compagna, quindi sarai tu a prendere le decisioni.
    Ok, si prospetta una pessima giornata, mr. Carotina dovrà anche darmi ordini, che notizia meravigliosa! Proprio meravigliosa!
    Lo sguardo del kage paralizzò il ninja e continuò dicendo:
    Ricorda: siamo umani e seguiamo gli istinti, ma è la ragione a distinguere un grande ninja da un povero idiota
    Cosa avrà mai voluto dire? Che problemi ha un tizio con i capelli color carota? Probabilmente sono quelli il suo problema, ne sono certa…oppure, a parte scherzi, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe esser anche una spia segreta del villaggio di Kiri, devo stare molto attenta, ogni missione per me diventa un’arma a doppio taglio. Cercherò di osservare questo tizio per individuare quali sono le sue vere intenzioni.
    Non lontano dal villaggio abbiamo ricevuto la richiesta di aiuto di una donna, suo marito è scomparso! Recatevi sul posto... si tratta di una piccola fattoria a sud est del villaggio, è 1 giorno di cammino. Indagate sul caso e ritrovate quell'uomo! Avete a disposizione un buono sconto in armeria di 250 ryo usatelo prima di partire o scadrà. Andate e non fallite!
    Bene, sembra una cosa abbastanza fattibile.
    Il kage quindi lasciò andare via i due ninja e uscirono entrami dall’ufficio.
    Ma perché cavolo mi fissa questo tizio!? Tra tutti proprio lui, che vita da schifo. Starà forse cercando il mio simbolo? Devo stare attenta. Ma il suo sguardo mi sembra diverso, non è minaccioso…non riesco a capire cosa vuole da me e perché mi fissa tanto!
    Dopo un paio di secondi l’Ashura iniziò a parlare

    Piacere, il mio nome è Kariya Ashura.

    Non è soltanto stupido lui, ma anche il suo nome. Per me, mio caro, rimarrai sempre mister carotina, ovviamente nella mia mente. Beh, cerchiamo di essere socievoli, chi non sarebbe socievole con una carota? Sono buone e poi hanno un aspetto simpatico, ma lui lascia a desiderare.
    Piacere, sono Sora Aoi.
    Sora ci vediamo tra un quarto d'ora fuori le porte del villaggio, cosi avrai il tempo di fare le compere.
    I due si incamminarono verso l’uscita e si separarono.
    Vediamo cosa potrei acquistare mi conviene andare in armeria.
    Fece quindi acquisti e si avviò al varco dell’entrata del villaggio e vide da lontano Kariya
    Bene, è il momento di andare, chissà come andrà a finire, e ovviamente lui come al solito mi fissa e mi sorride come un cretino, iniziamo bene. Avrò qualcosa nei capelli? Devo assolutamente capire se è un infiltrato o qualcosa del genere perché non è possibile che sta sempre a guardarmi.
    Effettivamente Kariya aveva un espressione alquanto strana:
    Pronta?
    I due ninja iniziarono il cammino, il tragitto era lungo, doveva passare per lo meno un giorno, i due non parlavano, si limitavano a guardare in direzioni opposte.
    Ho fatto un po’ il conto di quante volte mi ha guardato, saranno state tipo un Miliardo, MA COSA DIAVOLO VORRA’ DA ME?
    Kariya era piuttosto imbarazzato ma non si perse d’animo e disse:
    Sai, dato che dobbiamo lavorare in coppia sarebbe il caso di sapere le abilità l'uno dell'altro. Io sono uno specialista del corpo a corpo e delle armi da lancio...
    Ecco la domanda a trabocchetto, non potrò mai dirgli la verità, non so niente di questo ragazzo,no…devo dargli una risposta secca, devo allontanarlo.
    Per il momento sarebbe meglio che io non ti rispondessi…

    Kariya cambiò espressione e si intravide il suo stupore, ma Sora non lo notò, pensava ad altro.
    Scusa carotina, ma non mi fido del primo che passa. Adesso penserò soltanto alla missione, devo diventare più forte, basta piangere. Il DRAGO SONO IO!
    Come preferisci, comunque sia non manca molto, prepariamoci.

    compere in armeria
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    1 sigillo esplosivo
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    1 uchiha Shuriken
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