Invasione Kumo: Paese delle Brina

FLASHBACK

Al villaggio si respirava un’aria strana oramai da diverso tempo. I rapporti con le altre nazioni erano sempre stati basati, almeno in apparenza, sul reciproco rispetto delle prerogative altrui, ma questo non è sempre vero. Recentemente il Paese della Brina, da cui ero passato diverse volte per recarmi a svolgere missioni nelle altre nazioni, aveva dato importanti segnali di insofferenza verso il Paese del Fulmine, segnali che erano talvolta sfociati in azioni che andavano apertamente contro gli interessi del Paese ledendo non solo i nostri interessi, ma minando la fiducia che potevamo nutrire nei loro confronti. La situazione, pur non conoscendo i dettagli, sospettavo essere abbastanza compromessa

Gran brutta cosa…mi domando fin dove si possa arrivare con questa brutta storia

Ero sveglio già da circa un’ora, ma non mi ero ancora dedicato alle solite attività che scandivano il mio tempo quando ero a casa, lontano dalle missioni. Nelle intenzioni avrei voluto allenarmi, ma quando ero uscito di casa mi ero soffermato ad osservare il cielo nero a causa degli ammassi nuvolosi che si radunavano sulle montagne circostanti il villaggio. In breve mi era passata ogni voglia di fare qualunque cosa, così mi ero seduto su una panchina posta sul bordo del piccolo laghetto artificiale che si trovava nel cortile della mia casa ed in cui sguazzavano spensierati alcuni pesci. Me ne stetti lì un tempo imprecisato, ad osservare le traiettorie degli animaletti che si incrociavano tra loro e con la mente rivolta a pensieri distanti, quasi la volessi volontariamente allontanare da preoccupazioni più prossime. Fu mentre che ero con la testa fra le nuvole che sentii del movimento alle mie spalle

Sei convocato urgentemente dal Raikage

L’uomo che mi aveva parlato aveva il volto nascosto da una maschera felina, non potevo vedere il suo volto, ma dalla voce traspariva una certa premura

Ha a che vedere con…le ultime vicende? – chiesi titubante

L’uomo stette un attimo fermo, inclinando la testa, poi mi rispose

Probabile, ma non ne sono sicuro. Io mi limito a trasmettere i messaggi del Kage…adesso è ora che tu vada ragazzo
Si

Mi diressi in gran fretta alla residenza del Raikage, se era vero quanto riportatomi dal ninja di certo la nuova capovillaggio pareva avere le idee molto chiare su come risolvere le dispute tra villaggi. Non sapevo se essere o meno contento di ciò, ma nonostante ciò avrei fatto il mio lavoro fino in fondo se mi fosse stato richiesto. Quando arrivai sul posto dell’appuntamento vidi altri ninja sul posto, due di loro mi risultavano a loro modo familiari

Uno di loro è Fudo, l’altro invece è Natsu…a quanto pare ci ritroviamo ad operare insieme assai presto

Secondariamente notai un ninja più giovane di me e che non avevo mai visto. Ero incuriosito, ma sapevo che se fossimo stati compagni di missione avremmo avuto modo di conoscerci meglio. I tre stavano già entrando nell’ufficio, quindi mi accodai senza dilungarmi in saluti o chiacchiere. Dentro l’ufficio la Raikage sedeva alla sua scrivania e pareva avere anche lei dei pensieri importanti su cui concentrarsi

Bene siete tutti e quattro qua…la situazione è complessa, non ve lo nascondo, quindi andrò direttamente al punto: il Paese delle Brina ci è ostile in maniera oramai manifesta e non è possibile risolvere i nostri conflitti in maniera pacifica. Il motivo per cui siete stati convocati è che ho intenzione di mandarvi sul campo a risolvere la situazione in maniera definitiva. Quello che vi sto chiedendo è di conquistare il Paese della Brina a QUALUNQUE costo. Posso contare su di voi?
Allora i miei timori erano fondati, ma non c’ è tempo per esitare
Si Raikage sama, conti pure su di noi!

In breve ci congedammo dall’ufficio e ci radunammo nel cortile esterno per pianificare la partenza, una guerra non è cosa da prendere sottogamba…quindi probabilmente ci sarebbe stato bisogno di rifornimenti

Va bene...allora direi che siamo quasi pronti per partire...qualcuno di voi ha ancora bisogno di fare qualcosa di particolare prima di partire? – attesi le risposte dei miei compagni - Ok, allora direi di trovarci tra 30 minuti alla portar principale del villaggio...mi troverete là

Avendo già fato rifornimento nei giorni precedenti possedevo già tutto l’equipaggiamento di cui avessi bisogno, quindi mi recai direttamente sul luogo stabilito in attesa che i miei compagni arrivassero. Approfittai del tempo a disposizione per dare un’occhiata alla cartina, non che ce ne fosse bisogno visto quante volte ero oramai transitato per la strada che avremmo percorso, ma lo feci giusto per ingannare il tempo dell’attesa, viso che il tempo sembrava non volersi decidere a passare

Ci siamo. Eccoli che arrivano
Bene siamo tutti. Mentre ero qui che aspettavo ho già tracciato un possibile itinerario per arrivare al Paese della Brina...non impegneremo molto ad arrivare, ma direi di metterci subito in marcia

FINE FLASHBACK

All’incirca dopo una giornata di viaggio ci trovammo prossimi a destinazione, come preventivato. Il viaggio mi aveva dato modo di fraternizzare con Natsu e Fudo, con cui aveva già svolto missioni e con il “nuovo arrivato” che appresi si chiamasse Shuren. In particolare venni a conoscenza che lui e Fudo erano da poco stati promossi chunin

Bene, quindi di sicuro sanno il fatto loro…meglio così, questa è molto diversa da una normale missione. La guerra non fa sconti a nessuno

La realtà dei fatti era molto semplice, ma pur avendola compresa mi risultava difficile da accettare. In passato c’erano state molte guerre ed in tutte queste le persone avevano sofferto enormemente a causa dei combattimenti. In un certo senso andare in guerra rappresentava l’opposto di quelle che erano le mie aspirazioni come shinobi, ma non potevo ribellarmi…tanto più che io meglio degli altri comprendevo quale fosse la faccia nascosta ed oscura del potere a cui tutti noi ubbidivamo, seppur a fin di bene. Infine giungemmo in una foresta in cui il terreno era ricoperto da un soffice manto di neve, dando ragione al nome dato al Paese a cui stavamo per fare la guerra. Gli alberi si stendevano cupi e fitti davanti a noi ed il manto candido regnava incontrastato su tutta la scena, sembrava tutto tranquillo, ma il silenzio che regnava mi rendeva inquieto

Su questa superficie è difficile muoversi senza lasciare tracce, quindi dovrebbe essere più facile per noi scovare eventuali segni lasciati da chi fosse appostato…ma in questo posto la natura gioca contro di noi. Il freddo può esser il nostro più grande nemico se non troviamo dove ripararci

Tra i quattro componenti della squadra i mie compagni mi riconobbero la maggiore esperienza, fu quindi mio l’onere di decidere come comportarci in questo frangente

Devo scegliere bene, ne andrà del successo della missione
Ok ragazzi oramai siamo quasi arrivati...la foresta ci darà copertura, ma potrebbe essere anche il luogo di un'imboscata...quindi propongo di viaggiare uniti e di limitare al minimo i rumori, quindi on parliamo a meno che non sia strettamente indispensabile. Natsu tu che sei medico starai al centro della formazione, qualcuno ha delle domande?

Lasciai modo ai miei compagni di rispondere, quindi ci preparammo ad avanzare.

Il paesaggio si stendeva monotono e piatto davanti a noi, la luce che proveniva dal cielo velato era piatta e lattiginosa e rendeva difficile notare le piccole irregolarità ce spuntavano da sotto il soffice manto nevoso. Come stabilito procedevamo in formazione cercando di fare meno umore possibile e soprattutto facendo attenzione a tutto ciò che era attorno a noi e che avrebbe potuto rivelare la presenza del nemico. Mano a mano che ci inoltravamo fra la vegetazione il freddo si faceva sempre più sgradevole e l’aria umida lo rendeva ancora più penetrante

Sembra tutto congelato. Nessuna traccia…niente di niente

Mentre i minuti passavano uguali e ci inoltravamo cominciavo a sentirmi sempre più impaziente. Non mi aspettavo certo di trovare un esercito schierato, ma almeno qualche segnale di vita si…invece nulla sembrava cambiare. Ad un certo punto però fui come folgorato dalla vista di un dettaglio assai significativo, infatti in lontananza vidi una specie di nuovoletta, come quella che si forma quando si respira nell’aria gelida. Feci segno agli altri di fermarsi, ma anche loro sembravano aver già notato la mia stessa cosa ed erano tesi quanto me

E ora come ci comportiamo?
Potremmo provare ad aggirarli…ma non sappiamo quanti siano di preciso ed inoltre potrebbero vederci. Ho un’idea, voi aspettate qua un momento

Richiamai a me il chakra e lo sfruttai per eseguire una delle tecniche della mia specializzazione in modo da diventare completamente invisibile e mi avvicinai facilmente agli uomini che avevo visto in modo da poterli contare meglio. Notai che erano in otto e che erano armati in maniera del tutto simile a quella degli shinobi di Kumo, come ci si poteva aspettare data la presenza di un corpo militare a difesa del Paese. Gl uomini non fecero nessun segno di averci individuato e quindi tornai indietro a fare rapporto ai mie compagni

Sono in otto e non dovrebbe esserci nessun altro nelle vicinanze. Credo che la cosa più sensata da fare sia aggredirli di sorpresa ed eliminarli: rapportando i relativi numeri sono due a testa. Ce la possiamo fare

Una volta stabilito il da farsi e soprattutto dopo esserci “spartiti” i nemici che dovevamo affrontare mi infilai la maschera da anbu ed uscimmo allo scoperto. Mi diressi subito contro gli shinobi che avrei dovuto affrontare ed impastai una gran quantità di chakra tuono tra le mie mani generando una sfera di elettricità la quale, una volta scagliata si suddivise in tanti piccoli fulmini che andarono a centrare i miei due bersagli, in seguito indirizzai contro uno di essi il jutsu della prigione di fuoco. Gli attacchi andarono a segno ed uno dei due shinobi del Paese delle Brina sembrava più provato dell’altro, ma cercarono subito di ribaltare a loro favore. Per prima cosa si scambiarono uno sguardo d’intesa e poi uno dei due estrasse la sua katana e si fiondò verso di me compiendo uno strano movimento volto a disorientarmi in modo da colpirmi alle spalle

Questa se non mi sbaglio è una tecnica di Kumo

L’attacco per quanto impegnativo non lo fu abbastanza da ferirmi, infatti evitai il danno balzando all’indietro, ma a quel punto mi accorsi di aver perso di vista il secondo shinobi con cui stavo combattendo

Dove diavolo si è cacciato? Oh no, eccolo laggiù!

Il ninja visto l’attacco di sorpresa doveva aver pensato di andare ad avvertire il villaggio di essere sotto attacco, o almeno così credo, rischiando di complicare tremendamente il nostro piano di conquista…l’uomo aveva infatti evocato uno strano uccello che si stava alzando in volo allontanandosi dallo scontro

Non posso lasciarlo scappare!

Richiamai una gran quantità di chakra fuoco e lo usai per generare un drago di fuoco che andò ad investire sia lo shinobi che l’animale che sparì in una nube di fumo, successivamente usai la tecnica della palla di fuoco suprema con cui finii il ninja che mi aveva affrontato e poi uccisi a colpi di katana anche l’altro shinobi. Il mio scontro si era concluso abbastanza rapidamente e lo stesso valeva per i miei compagni i quali si erano dimostrati tutti quanti all’altezza. Proprio mentre stavamo per allontanarci notammo però che uno dei ninja era sopravvissuto allo scontro, pur essendo gravemente ferito. Fu a quel punto che discutendone generammo un modo per cercare di avvantaggiarci della situazione

Interrogare il sopravvissuto ed usare le informazioni per penetrare più efficacemente nel Villaggio, magari camuffandoci in maniera da somigliare ai ninja che abbiamo sconfitto…un’idea niente male!

Fu così che interrogammo lo shinobi che nonostante una strenua resistenza ci rivelò l’ubicazione delle guardie che sorvegliavano le mura del villaggio e come orientarci nel villaggio ed altre cose utili. Terminato l’interrogatorio non restò che sbarazzarsi dello scomodo testimone

Ci ha rivelato delle informazioni interessanti, il nostro piano di travestirci da guardie sarà più facile se non incorreremo tanti occhi indiscreti. Ai cadaveri ci penso io, voi intanto scegliete chi impersonare

Estrassi dalla giubba un rotolo che mi era stato consegnato non appena divenuto assassino e lo usai per riporvi all’interno gli otto cadaveri dei nemici, in modo da non doverli lasciare sul posto e farci correre il rischio di essere scoperti.
Terminato lo scontro continuammo ciascuno di noi assunse l’aspetto di un ninja e creò una copia che a sua volta usò la tecnica della trasformazione, in questo modo i conti tornavano perfettamente. Continuammo ad inoltrarci nel bosco finchè dopo una mezz’oretta di cammino ne uscimmo e davanti a noi si parò una pianura piatta e ricoperta di ghiaccio che si stendeva per qualche chilometro fino alla capitale del paese. Quando fummo sufficientemente vicini al villaggio sfruttammo le informazioni rubate al nemico le quali, unite alla nostra furtività, ci consentirono di entrare nel villaggio apparentemente senza dare troppo nell’occhio, a quel punto anche se qualcuno ci avesse visto sarebbe stato più facile cercare di scamparla dato il nostro stratagemma. Il villaggio era abbastanza ben fortificato, con delle palizzate fatte di tronchi rinforzate da mura di pietre squadrate, le vie erano perlopiù strette e procedevano a zig zag per cercare di contrastare i venti che dovevano spazzare la zona nei periodi più freddi dell’anno. Ai lati delle strade le case erano fatte di legno ben stagionato, adatto a trattenere il calore, ed i tetti erano ricoperti di ardesia

Meno male che siamo riusciti a farci dire come è fatto questo posto…

Furtivamente ci muovemmo nei vicoli del villaggio, tentando di raggiungere il palazzo del capovillaggio.

Trovare il palazzo del Kage fu abbastanza semplice, anche se richiese un po’ di tempo a causa della cautela dovuta per non farsi scoprire dalle guardie del villaggio. Il palazzo era una struttura in legno su due piani dall’architettura abbastanza elaborata che lo faceva distinguere nettamente tra tutti gli altri. Non c’erano dubbi, anche non sapendo nulla non sarebbe stato difficile immaginare che quella fosse la nostra meta

Va bene ragazzi, ora facciamo ancora più attenzione…seguitemi

Entrammo facilmente attraverso una delle finestre del pino terra e ci trovammo in un corridoio tappezzato di arazzi raffiguranti scene di guerra, mi guardai intorno con fare circospetto e poi decisi la direzione da seguire. La tensione era alle stelle, qualcuno sarebbe potuto sbucare fuori da una delle stanze o da uno dei corridoi che incrociavano la nostra strada ed allora avremmo dovuto metterlo ko prima che potesse dare l’allarme, sperando che fosse possibile. Nonostante la stagione sentivo un gran caldo e sotto la maschera sentivo il sudore che cominciava a scendermi dalla fronte

Dai…ancora poco e siamo arrivati!

Il palazzo sembrava completamente deserto. Non solo non incrociammo nessuno sulla nostra strada, ma non sentivamo nessun rumore provenire dalle stanze che costeggiavamo, ma non c’era tempo per fare supposizioni. In pochi minuti trovammo le scale per salire al piano superiore e da lì trovammo l’ufficio del Kage. La serratura della porta non oppose resistenza e così entrammo dentro la stanza…ma non c’era nessuno!

Dove diavolo si è cacciato il Kage? Non ha senso

Andai un poco avanti, tutto sembrava al suo posto: la scrivania con i documenti accuratamente impilati, gli scaffali con i raccoglitori tutti al loro posto. C’era silenzio. Improvvisamente la quiete fu rotta da un colpo secco. La porta alle nostre spalle era stata chiusa dall’esterno

Merda! Quella è una carta bomba!
Via fuggiamo!!

Il sigillo esplosivo si stava attivando e non c’era u luogo sicuro in cui ripararsi nella stanza, nella concitazione non mi venne altra idea se non fuggire dalla finestra. Corsi verso il vetro e mi gettai contro di esso facendomi scudo con le braccia, i vetri si infransero facilmente dopodichè mi trovai a cadere per alcuni metri. Con un colpo di reni mi rimisi in assetto ed atterrai sulle mie gambe ammortizzando la caduta in maniera plastica, il contrasto fra il caldo all’interno dell’edificio ed il gelo che proveniva dal manto di neve su cui ero atterrato mi fece venire i brividi per un attimo. Ebbi appena il tempo per accertarmi che i miei compagni stessero bene che i nostri nemici si fecero subito vivi. Erano in quattro, ad 8 metri da noi, e non persero tempo con i convenevoli. Uno in particolare si rivolse a me con fare minaccioso

Maledetti...siete venuti nel nostro territorio!! Ve la faremo pagare...
Allora fatti sotto!

Detto fatto. Il ragazzo dai capelli blu mi si fiondò contro con veemenza e mi colpì con una serie di calci e pugni, colpendomi prima al volto poi allo stomaco ed alla fine con un calcio al petto che mi fece spostare indietro di un paio di metri

Maledetto…sa il fatto suo!

Avevo accusato parecchio gli attacchi rivoltimi: la guancia era letteralmente in fiamme per la violenza del colpo ed i colpi all’addome ed al petto mi avevano fatto perdere il fiato per qualche secondo. Mi faceva male anche respirare

Brutto bastardo, questa me la paghi!

Anche i miei compagni sembravano aver subito dei danni, la situazione era delicata. Vidi Natsu creare un clone che si diresse verso di me

Ho capito! Bella idea

In risposta alle azioni del mio compagno creai a mia volta un clone ed evocai la maschera in possesso del chakra Fuoco. Mentre il clone del mio compagno si prendeva cura delle mie ferite la maschera entrò subito in azione, eseguendo il jutsu della prigione di fuoco e frapponendosi tra me ed il nemico, nel mentre la copia reale caricò una grossa sfera di chakra raiton e la scagliò contro il nemico cercando di colpirlo alle gambe. In seguito il clone che avevo creato quando eravamo nella foresta e a cui avevo applicato la tecnica della trasformazione lanciò una palla di luce davanti al nemico e sia la maschera che il clone che aveva eseguito il jutsu attaccarono il nemico, la prima con un pugno e la seconda con la katana.