Missione Konoha: "..VI SONO AMICO!!"

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    Esitò un momento, volteggiò davanti a me per poi posarsi sul palmo della mia mano. Sulla zampa aveva legato un foglietto, lo presi delicatamente e lo lessi. Era un messaggio dalla Hokage:
    ~ Dopo il tuo ultimo rapporto TI ordiniamo di continuare la monitorizazzione della situazione , e evitare qualsiasi scontro diretto con i SOGGETTI ~.
    "Questo mi riporta indietro con la mente", osservai, e nella mia testa il ricordo di quel che avvenne circa venti giorni fa si fece sempre più nitido:

    CITAZIONE
    La Hokage mi assegnò una missione più delicata del solito, si sospetta che un mercante venda armi al paese della pioggia, spetta a-me (gioco di parole tra "a me" ed "ame") indagare sulla faccenda e inviare, una volta a settimana, dei rapporti a Konoha. Tutto questo è possibile perché sono riuscito a farmi assumere come giardiniere presso la sua villa in un villaggio limitrofo a quello della pioggia.

    Strinsi il biglietto in mano mentre mi avvicinavo alla finestra, richiamai a me il chakra katon e una leggera nuvola di fumo si levò dal pugno chiuso, allungai il braccio oltre la finestra e riaprì la mano, della cenere si sparpagliò nell'aria.
    "E dopo aver distrutto il messaggio, consegno il mio rapporto", dissi tra me e me.
    Mi avvicinai al fianco destro del letto e sollevai il materasso, infilai la mano sotto quest'ultimo e la ritrassi stringendo un foglietto di carta che legai alla gazza.
    Mi aspettai che da un momento all'altro avrebbe spiccato il volo, invece si limitò a gracchiare, come se si aspettasse una ricompensa o qualcosa di simile.
    « Sciò sparisci! hai un messaggio da consegnare o sbaglio!? vuoi finire arrosto? m-u-o-v-i-t-i ! », dissi severo.
    L'uccello si mosse verso la finestra sconsolato e se ne andò volando.
    Chiusi la finestra, tornai a letto e provai ad addormentarmi.
    "Domani sara una giornata lunga... oggi era il mio giorno libero, ma da domani...", non riuscii a concludere i miei pensieri che mi addormentai.
    Il giorno dopo mi svegliai di buon ora pronto per andare a 'lavoro'; prima di uscire mi sfilai il porta kunai e il copri fronte, indossai la divisa da giardiniere ed i guanti anti-taglio, quindi mi avviai. La villa era un edificio davvero enorme, esternamente era costruita in marmo bianco, durante le poche giornate di sole sembrava emanare luce propria, mentre in quelle piovose diventava lucidissima. Il giardino interno, il mio posto di lavoro, era decorato con sculture bronzee o marmore e composizioni floreali.
    Quando arrivai davanti al cancello due guardie mi vennero ad aprire per poi scortarmi fino all'area del giardino interno di cui dovevo occuparmi.
    « Il capo ha detto di occuparsi dell'erba nella zona Est, dice che è troppo lunga rispetto le altre aree », si congedò con un gesto del capo e mi lasciò ai miei lavori di potatura.
    "Prima di tutto mi serve un'aiutante... magari riesco anche a farmi dare qualche informazione!", pensai.
    Così mi guardai in giro in cerca di qualche altro giardiniere libero; quando lo trovai gli spiegai il mio compito, andammo a procurarci un metro ed un taglia-erba e cominciammo a fare quanto richiesto.
    Utilizzammo il metro per misurare l'altezza dell'erba nella zona Est rispetto a quella delle altre zone, quindi calibrai la sensibilità del tosa-erba e cominciai a fare avanti/indietro tagliando l'erba.
    Quando andai in pausa pranzo ero a poco più della metà del lavoro, mi diressi in un locale insieme ai miei altri colleghi e mangiammo insieme.
    "Questo è il momento ideale per farsi avanti", decisi.
    « Ehy ragazzi... quindi... che tipo è l'uomo per cui lavoriamo? », dissi intavolando la discussione.
    I presenti al tavolo si scambiarono un'occhiata perplessa. « Beh è un mercante! », disse uno.
    « Già! », fece eco un altro.
    « Ragazzo, credo di parlare a nome di tutti i presenti quando dico che nessuno l'ha mai visto... persino i sui clienti: si dice che siano le sue segretarie a concludere ogni affare! », mi confidò un altro ancora.
    «B-beh capisco... ero solo curioso eheh!», dissi.
    Quando tornai a lavoro finii l'incarico assegnatomi, quindi mi mandarono sopra il tetto per pulirlo dalle foglie cadute. Non ero da solo, c'erano altri due giardinieri che non avevo visto in precedenza. Mentre mi aggiravo per il tetto spazzando qua e la tentai un approccio.
    « Hey... come va? nessun pettegolezzo riguardante il capo? », chiesi. Non era un granché, mi era venuto spontaneo.
    « Hey ciao, no... si conosce a malapena il suo nome, figuriamoci gaffe o pettegolezzi! », dopodiché torno al suo lavoro.
    Sconsolato tornai anch'io ai miei affari, che sarebbero durati fino al calar del sole. Sarei tornato a casa solo quando il cielo sarebbe diventato rosso.





     
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