Missione Konoha: "..VI SONO AMICO!!"

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    Segretaria















    Quando il sole si disperse all'orizzonte potei tornare a 'casa'. Mi fermai in una piccola panetteria dove riuscii a saziarmi con pane e latte, sfruttai quel momento anche per riposarmi un po'; « Dio solo sa quanto ho lavorato... non vedo l'ora di tornare a casa », ammisi sottovoce.
    Appena tornai nella mia abitazione mi buttai nel letto e riposai fino al giorno dopo.
    Proprio come il giorno precedente mi alzai presto e, saltando la colazione, andai a 'lavorare'. Arrivato davanti al cancello dovetti aspettare nuovamente che le guardie mi aprissero, quindi dirmi cosa fare e lasciarmi ai miei obblighi.
    Stavolta dovetti tagliare dei rami secchi; mi procurai una scala ed una motosega e cominciai ad'affettare le varie ramificazioni che necessitavano di venir recise. Ogni volta che finivo di lavorare su un albero ammucchiavo i rami recisi, quindi passavo all'albero successivo... continuai con questo andamento fino a quando la mia attenzione non venne attirata da un quartetto di donne, o ragazze; non seppi dirlo con certezza, in questo benedetto mondo non si capisce più l'età di una persona!
    In ogni caso capii che erano le 'segretarie', voglio dire: quattro fanciulle vestite uguali dentro la villa di un mercante rinomato per la sua 'invisibilità'? Chi altri possono essere se non le sue segretarie?
    Una di loro mi notò. "Azz ora verrà a farmi la ramanzina perché mi ha beccato mentre non facevo nulla!", pensai.
    Come le altre indossava un completo bianco e verde, i capelli erano dorati e mossi, gli occhi color ambra.
    « Hey, lascia stare quegli alberi e occupati del laghetto delle carpe, dopodiché sistema i fiori davanti alla veranda... domani dovremo accogliere un cliente e voglio che sia tutto... come dire... quanto di più vicino c'è alla perfezione! », disse con tono distaccato. Si voltò senza aspettare una risposta lasciandomi ai miei nuovi incarichi.
    "Questa è una buona opportunità per studiare una parte della villa che non ho ancora avuto modo di visitare!", osservai compiaciuto.
    Mandai a quel paese gli alberi e mi diressi nello specchio d'acqua contenente le carpe; l'acqua era cristallina, perfettamente pulita; mentre dalla flora sparsa in torno si levava un odore fresco e vagamente somigliante alla menta.
    « Mhh... certo sarebbe tutto perfetto se le carpe... NON FOSSERO MORTE! », dissi portandomi la mano sulla fronte. Dovetti ottenere un permesso per uscire dalla villa e comprare delle nuove carpe; fatto ciò tolsi dall'acqua quei poveri animali morti mettendoli in una busta ed inserii dentro quelli appena acquistati.
    Dopo aver sistemato il laghetto andai a vedere la situazione nella veranda, anche li era tutto in ordine, lindo e pulito.
    « Però mancano davvero i fiori », dovetti ammettere. Passai quasi tutto il tempo rimanente ad impiantare fiori esotici di qualunque tipo.
    "Woah! che meraviglia... ora speriamo che nessuno soffra d'allergia", conclusi soddisfatto.
    Passai il resto del mio turno di lavoro a 'studiare' quella parte del palazzo, cercai di imprimermi la mappatura di quella zona in testa, ma non capii se ci fossi riuscito o meno; una cosa era certa, riuscii ad intrufolarmi nelle stanze che si affacciavano su quella parte del giardino, ed ora ne avevo imparate le posizioni.
    Al tramonto tornai a casa, indossai i miei abiti ninja e riposai fino alle prime ore notturne.
    Verso le undici feci irruzione nella casa, avevo infatti scovato una piccola breccia tra le mura, grazie all'esperienza fatta durante il pomeriggio e nei giorni passati riuscì ad entrare nello studio del mercante, Daichi.
    "So bene cosa fare ora: trovare una qualche prova della sua colpevolezza!", pensai mentre osservavo la stanza. Tutto era in ordine, non sarebbe stato facile non lasciare alcun segno della mia presenza. Con premura guardai tra i cassetti o le file di fogli sulla scrivania, ma senza successo. Passai ai mobili, alle librerie, in piccoli porta gioie, ma a vuoto.
    Stavo quasi per credere nell'innocenza del mercante quando spostai per puro caso una scatola che credevo fosse vuota; dentro racchiudeva una cassetta di ferro lucchettata a dovere.
    "Ora come la apro? L'ideale sarebbe trovare la chiave", pensai sconsolato.
    Mi guardai in torno quando notai una piccola statua della dea Tiche (la dea greca della fortuna).
    "Quella è... ma sì, è la dea greca che rappresenta la fortuna, l'ho letto in un libro!", la riconobbi.
    Vuoi vedere che...? L'afferrai e una piccola chiave cromata cadde sul pavimento. Guardai il sotto della statuetta e vidi un piccolo interstizio.
    "Probabilmente la chiave è uscita da li", rimasi sconcertato. Baciai contento la statuina, raccolsi la chiave ed aprii la cassetta.
    Dentro vi trovai delle ricevute di armi e mappe con sopra dei punti, le osservai per qualche momento e mi resi conto che si trattavano di 'basi' e militari nel paese del fuoco. Sbiancai. "E' più grave di quanto ci si potesse aspettare! Devo avvertire la Hokage!".
    Facendo molta attenzione riposi nuovamente le 'prove' nella cassetta, la chiusi a chiave e infilai la chiave nel suo nascondiglio; quindi lasciai la stanza, entrai in quella adiacente ed uscii dalla finestra, che veniva sempre tenuta aperta, ritrovandomi così nel giardino interno. Feci per allontanarmi quando sentii un rumore provenire dall'abitazione.




     
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