Gorlenah Madstar

[Suna]

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    CITAZIONE
    Nome Pg: Gorlenah Madstar
    Villaggio: Suna
    Energia: Rossa
    Grado: Chunin
    Età: 16
    Altezza: 169 cm
    Segni Particolari: capelli neri con ciuffo rosso legato, occhi verdi, e un sigillo impresso attorno al collo
    Storia:
    CITAZIONE
    Sono nato in primavera appena i fiori di ciliegio cominciavano a sbocciare. I miei genitori sono: Miyoko, mia madre: lei è nata e cresciuta a Suna; e mio padre Shigekazu, lui era un Mukenin. Per questo motivo non vidi quasi mai mio padre. Sono cresciuto da solo con mia madre, la mancanza di mio padre mi rese freddo e insensibile. Mia madre usava delle marionette create apposta da lei per facilitarle i lavori in casa.
    all’età di cinque anni, mia madre usci di casa per andare a fare compere, io, mentre lei era fuori mi avvicinai a quelle due marionette e le guarda bene, fin troppo bene. Mi arrampicai su una di esse e, inevitabilmente persi l’equilibrio e caddi trascinandomi addosso le marionette. Battei la testa e svenni; credo che siano passate delle ore prima che mia madre sia tornata e mi abbia trovato sotto le marionette. Ma quando mi risvegliai mi ritrovai tra le braccia di mia madre che piangeva. Mi disse che aveva avuto paura di avermi perso per sempre e poi mi sgridò perché non avevo fatto attenzione e le avevo disobbedito. Già allora ero un po’ ribelle. Ma da quell’esperienza ne rimasi lievemente traumatizzato e per diversi anni ho avuto paura delle marionette. Poi all’età di 8 anni stavo girano davanti casa ammirando la collana che al mio risveglio di quella giornata d’autunno mi sono ritrovato al collo; mia madre diceva che quella era la collana di mio padre e che per lui era un porta fortuna. Ma quella giornata mia madre sembrava agitata e preoccupata e guardava in continuazione fuori dalla finestra di casa come se attendesse qualcuno. E infatti poche ore dopo due ninja passarono davanti casa con un cadavere, vantandosi di aver ucciso uno Mukenin molto pericoloso. Mia madre appena vide ciò usci subito di casa e mi prese per un braccio, portandomi dentro casa. Io subito non capì il perché di quel gesto, ma quando andai in camera mia, sentì mia madre piangere. Restai un attimo confuso, ma poi capì perché piangeva: era mio padre. In quel momento in preda alla rabbia mi avvicinai a mia madre e le dissi: mamma vendicherò il papà. Lei mi guardo e poi mi abbraccio stretto dicendomi nell’orecchio: no figliolo…ti prego dimentica ciò e non diventare un mukenin come tuo padre, non è una bella vita.
    Subito rimasi stupito dalle sue parole, ma poi ragionando mi convinsi a seguire per una volta ciò che mi venne detto e le risposi: te lo prometto mamma.
    passarono gli anni e non furono neanche così belli, poiché cominciarono a mancare i soldi e mia madre dovette vendere le sue tanto amate marionette per pagare da mangiare. Ma lo stesso giorno in cui stava tornado a casa con i soldi della vendita accadde il peggio. Io ero in camera mia a giocare, quando all’improvviso senti un urlo, ma subito mi accorsi che non era un urlo qualsiasi ma quello di mia madre. Corsi subito alla porta e quando la apri mi ritrovai davanti al peggio. Mia madre giaceva a terra carbonizzata, i cadetti sulle ginocchia dalla disperazione e mi misi a urlare di dolore. La strada era deserta e nessuno aveva visto niente. I stetti li a piangere e notai che accanto a lei, a terra c’era uno dei suoi orecchini. Lo presi in mano e mi ricordai di quante volte mia madre mi metteva quegli orecchini vicino alle orecchi e mi diceva: staresti benissimo con questi orecchini. A me dava un po’ di fastidio ma lo sapevo che lei lo faceva per scherzare. Ma ora questo unico orecchino è l’unica cosa di lei che mi è rimasta. Dopo alcune ore portarono via il cadavere e mi portarono dall’unico mio parente rimasto, mio zio. Ci furono delle indagini riguardo all’accaduto, ma non si scopri niente, se non che inizialmente l’intenzione dell’assassino era di rubare i soldi a mia madre. Crebbi con mio zio, che non si interessava quasi mai a me, io divenni solitario e sviluppai molti hobby, tra cui leggere, cucire e cercare di aggiustare le cose. Sul fatto di leggere leggevo parecchi libri, anche se a volte mi toccava rileggere sempre gli stessi perché i soldi non bastavano. Riguardo al fatto di aggiustare le cose molto spesso non riuscivo ad aggiustare un bel niente, ma mi divertivo a provarci e ogni volta scoprivo qualcosa di nuovo. E sul fatto di cucire, diciamo che ho dovuto imparare, perché i soldi non bastavano per comprare nuovi abiti e a volte ho dovuto modificare o ricuperare dei vestiti per avere qualcosa da mettermi, ma tutto sommato non mi è dispiaciuto.
    ma con quello che ho passato sono diventato freddo e insensibile agli altri, e soprattutto ribelle. Non dico che vado fiero di come sono ma non mi dispiace nemmeno. Ultimamente mi sono cominciato a interessare alle marionette e ho deciso di diventare un ninja per imparare a usarle a meglio, con la precisione e la perfezione di mia madre.

    PARTE 2: Solitudine - Suna
    Ritornando a casa dall’ultima missione percepisco un senso di disagio a stare a Suna, ma non ne ho un motivo tangibile per giustificare ciò. Dopo una notte turbolenta passata con gli incubi, decido che la cosa migliore è partire per un viaggio di meditazione.
    Al mattino dopo una litigata con la mia amica, e kunoichi di Suna, Junko parto lasciando il villaggio senza una meta precisa. Dopo diversi giorni a girovagare, decido di andare ad un villaggio che mi aveva fatto conoscere proprio Junko.
    Li vengo accolto, ma cerco lo stesso di mantenere le distanze. Il tempo passato li l’ho trascorso allenandomi e meditando. Ma purtroppo non avendo un lavoro non avevo modo di procurarmi il cibo, ma a questo problema fu ovviato da un tizio misterioso, per precisione quello che mi segue da quanto è stato risvegliato in me questo demone, che ogni notte mi portava un cesto di cibo. Non mi diceva niente, posava il cesto, mi guardava attraverso quella sua maschera bianca e se ne andava lasciando dietro un profumo di rose.
    Così passo il tempo e senza nemmeno che me ne accorgessi passa un anno, ma dopo tutto quel tempo mi sentivo cambiato. Ed in effetti sono cambiato parecchio, e non solo fisicamente, ma anche mentalmente; tutto quel tempo trascorso a meditare con il demone mi ha contaminato la mente, ma io ho avuto lo stesso effetto su di lei. Siamo cresciuti, entrambi assieme. Io ho imparato a essere più freddo e distaccato, ma anche a lasciare andare di più i miei istinti. Mentre Konton, finalmente uscita dal bozzolo, ha imparato a controllarsi e a riflettere di più sulle sue azioni.
    Dopo ciò ho salutato questo villaggio sconosciuto che mi ha accolto e sono tornato a Suna.
    Entrato in casa ho trovato Junko ad accogliermi e sono rimasto sorpreso nel vedere che, dopo tutto questo tempo non è cambiato nulla. L’unico ad essere cambiato sono solo io.


    Edited by Gorlenah - 10/1/2016, 20:37
     
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  2. Gorlenah
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    Aggiornata per passaggio energia e avanzamento della storia personale
     
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1 replies since 4/10/2014, 16:21   249 views
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