Missione Suna: La Nobil Donna

utenti: Microzoopsia - Gorlenah

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    Gorlenah Madstar

    Paese: Suna
    Grado: Genin
    Energia: Gialla

    "Parlato"
    Pensato
    "Parlato Kaos"
    "Parlato signore"
    "Parlato vecchio"

    Tutta questa fretta non è che mi abbia messo molto appetito, e come se non bastasse mi da il nervoso che ci siamo dovuti fermare quando potevamo ancora camminare…di conseguenza arrivare prima, ma hanno deciso loro quindi non posso oppormi, ma fare semplicemente quello che mi hanno chiesto.
    Mi alzo e mi stiracchio facendo scrocchiare tutte le ossa delle braccia e delle gambe.
    Non credo che dovrei restarmene qui…andiamo a sentire cosa ne pensa Kaos di cosa fare questa notte per proteggere questo posto.
    Mi sistemo il cappotto e apro la porta della mia camera e, mettendo fuori solo la testa, controllo che non ci sia nessuno nel corridoio.
    Uhm…questo posto così…vuoto…fa quasi venire i brividi…mi piace.
    Esco dalla mia stanza e chiudo attentamente la porta.
    Anche se non ho niente di importante lì dentro preferisco non rischiare.
    Busso ed entro nella stanza di Kaos chiedendo.
    “Vorrei sapere quali sono le tue idee per sta notte”
    Lui subito mi risponde, io resto lì in pedi ad ascoltarlo attentamente, ma senza mostrare nessuna reazione.
    “Questo posto non è sicuro, durante la notte è imprescindibile andare in ricognizione lungo tutto il perimetro. Non possiamo contare sulle altre guardi quindi tutta la responsabilità graverà sulle nostre spalle. Giri rapidi intorno alla casa senza stazionare a lungo in un unico punto e variando continuamente i nostri percorsi e la velocità degli stessi, in modo tale che nessuno possa prevedere i nostri spostamenti ed agire di conseguenza.”
    Uhm…un ottimo ragionamento…quasi quasi mi è simpatico, ma per adesso non facciamo confonderci. Per quanto ne so potrebbe essere anche lui un nemico.
    Qualcuno bussa alla porta, io mi volto semplicemente a guardare. Ma noto che Kaos si guarda velocemente in giro, prima di andare ad aprire.
    Appena apre la porta riconosco subito la figura del bersaglio che dobbiamo proteggere, con in mano una tazza di thè.
    “Scusate l’ora…sono venuto qui per spiegarvi alcune cose…oggi per la fretta non c’è stato tempo e modo…”
    Me ne sono accorto. Beh era ora che ci spieghi cosa sta succedendo prima che cambi idea e me ne vada.
    Il tizio entra nella stanza, mentre Kaos chiude la porta e poi si mette a massaggiarsi il mento mentre guarda il vecchio.
    Non mi deve sfuggire niente, neanche il più minimo dettaglio. E per di più in questo momento sono completamente disarmato, quindi sono molto vulnerabile.
    “La persona che state proteggendo è una figura importante nel nostro paese…è un nobile di alto rango di una famiglia molto rispettata…è questo il motivo di tutta questa segretezza…”
    Pfui stupida nobiltà…la mia famiglia non è mai stata nobile, anzi per quanto ne sappia…non so niente della mia famiglia, mai sentito qualcuno minimamente parlare dei Madstar…questo è strano, ma ora non centra nulla con la missione.
    Il tizio beve dalla tazza e dopo un sorso riprende a parlare.
    “Siamo stati presi di mira molte volte…e i nemici sono sempre più forti e numerosi…per questo dobbiamo tornare nel nostro paese al più presto…solo li saremo al sicuro…”
    Ma che bella cosa…beh se mi offrissero un bel po’ di soldi non direi di certo di no…anche perché mi farebbero parecchio comodo. E poi il thè…se lo volessero morto ci metterebbero molto poco ad avvelenarlo.
    “Sono più sereno sapendo che ci siete voi…ora tolgo il disturbo…buona notte…”
    Il tizio esce dalla stanza con calma.
    Per essere uno che rischia la vita, se la prende con molta calma. Beh ora il difficile è passare la notte.
    Kaos seguendo il piano che mi ha detto prima, mi comunica che farà lui il primo turno e esce subito partendo per il suo compito.
    Io faccio le spallucce e non dico niente, non mi importa chi inizia prima, l'importante è che la missione si concluda bene.
    Appena sono sicuro che sta controllando il perimetro, torno nella mia stanza chiudendo le porte dietro di me, non mi piacciono le porte lasciate aperte.
    Deciso il giovanotto! Beh meglio che uno che esita, almeno non dovrò pensare per lui.
    Passano diverse ore e mentre attendo il mio turno cerco di rilassarmi inutilmente.
    Uhm…ora che ci ho pensato…la mia famiglia…chi siamo veramente noi? I Madstar? Della mia famiglia non c’è storia, come se non fosse mai esistita o fosse stata cancellata. Vorrei tanto sapere di più sul cognome che mi porto dietro. Di sicuro mio padre sapeva qualcosa, ma ora mi è impossibile chiederglielo. Idem per la mamma.
    Sbatto un pugno contro il muro
    Dannazione! Io non so chi sono o perché sono qui. Voglio risposte, ma so già che non le avrò. Forse se chiedessi al Kazekage…magari è a conoscenza di qualcosa che non so.
    Mi siedo e comincio freneticamente a modificare l’ordine delle mie cose, per poi rimetterle a posto e così di nuovo.
    Continuo così per diverse ore, fino a quando Kaos non mi chiama dicendo.
    “E’ il tuo turno! Io me ne vado a letto, spero non succeda niente di anomalo mentre sto dormendo!”
    E cosa dovrebbe succedere? Dannazione, al massimo fanno saltare in aria la catapecchia.
    Mi armo e esco subito per non creare una falla nello stratagemma difensivo.
    Appena fuori mi fermai; il buio, dopo la luce che c’è dentro la casa, mi impediva di vedere chiaramente ciò che mi circonda.
    Resto un attimo davanti all’uscio della porta, fino a quando i miei occhi non si abituano alla poca luce.
    Come prima cosa devo controllare il perimetro, per capire meglio com’è fatta la casa e da dove e come possono attaccare. Sempre se attacchino…
    Comincio a camminare contro i muri perimetrali della casa controllando ogni minimo dettaglio.
    Nel mio primo giro di controllo notai subito che non molto distante ci sono delle rocce abbastanza grandi per nascondere qualcuno.
    “Uhm…teniamo a mente quelle rocce, non mi piace l’idea che qualcuno si nasconda lì dietro”
    Proseguendo noto che la posizione delle casa rispetto alla luna crea una zona d’ombra.
    Uhm…questa cosa potrebbe essere pericolosa. Qui potrebbero prendermi alle spalle senza che me ne accorgessi. Si potrebbe risolvere con una torcia, ma se ci fosse qualcuno che ci vuole attaccare sarebbe un invito a dire dove siamo.
    Proseguo il giro e noto una zona in cui è presente dell’erba.
    Ma che cavolo! Forse questo era un giardino, ma ora potrebbe essere un tappeto rosso per dei ipotetici aggressori. Uff…con tutte questi punti sarebbe meglio minare la zona e risolvere così…ma poi quando dovremmo uscire potremo saltare in aria.
    Mi fermo un attimo e sospiro
    “Sarà una lunga notte…”
    Sento il vento soffiare leggermente più forte e mi giro di scatto estraendo l’aikuchi. Resto un attimo immobile fissando un punto in lontananza che mi sembra un nemico, ma poco dopo mi accorgo che sono solo dei rami di un albero, mossi dal vento.
    Non posso fare così! Devo rilassarmi. Ho sempre vissuto nell’ombra, e ora ho paura di lei? Ma che mi prende? Solo perché devo proteggere un idiota non vuol dire che tutto mi è nemico
    Ripongo il coltello e riprendo il mio giro, senza notare nient’altro di significativo.
    Dopo circa cinque giri e un ora e mezza passata mi fermo un attimo a fare una sosta.
    Uhm…perché non salgo in alto? Avrei una visuale decisamente migliore.
    Pensato ciò, non perdo tempo e comincio ad arrampicarmi su un lato della casa e, dopo alcune difficoltà, arrivo sul tetto.
    Quando sono sopra mi guado un attimo attorno, controllando che non ci sia nessuno e mi tolgo con calma il cappotto.
    Esponendo le mie braccia e collo alla brezza della notte.
    Mi siedo sul tetto rilassandomi, ammirando la luna e le stelle, che sembrano tanti puntini luminosi su uno sfondo scuro.
    Me ne approfitto della situazione e tiro fuori il mio diario e la penna.
    Guardando un attimo il cielo penso e poi scrivo.
    Missione 2Ora è notte e sto facendo la guardia a una casa in cui c’è la persona che devo difendere. Ho un compagno di squadra, il suo nome è Kaos. Anche se non sopporto nessuno, lui potrebbe essermi simpatico, ma non voglio saltare a giudizi affrettati. Mi da fastidio il fatto che ci siamo dovuti fermare invece che continuare, ma io sono solo la scorta quindi non ho voce in capitolo.
    Sto guardando la luna e le stelle nella loro bianca purezza, avvolte dalle tenebre nere del cielo. Credo di essermi innamorato della notte.

    Ripongo il mio diario e mi alzo, riprendendo a camminare sul bordo del tetto controllando la situazione sotto di me, con occhio attento e vigile.
    Passano diverse ore e durante questo tempo, essendo sicuro di non essere visto da nessuno, avevo un sorriso malsano sul mio viso, felice di trovarmi in mezzo alle ombre.
    Ma purtroppo comincia a sorgere il sole e le tenebre svaniscono con lui.
    Quando all’improvviso sento un forte rumore, sono vetri infranti.
    Corro subito verso il rumore e, passando vicino a dove ho lasciato il cappotto, me lo rimetto al volo.
    “Dannazione, non ho tempo da perdere per scendere e entrare dalla porta principale”
    Arrivo alla fine del tetto, lasciandomi cadere, afferro il bordo e mi infilo nella prima finestra che capita del secondo piano.
    Ho girato talmente attorno a questa casa che ormai la conosco a memoria, infatti ora sono nella mia stanza…Dannazione ho sbagliato…sono nella stanza del mio compagno di squadra
    Guardo Kaos e noto che si è svegliato e apre si strofina gli occhi.
    “Che cos’era quello? Sembrava un suono di vetri infranti… Andiamo a controllare!”
    Lui parte subito per controllare cos’è successo e io lo seguo immediatamente.
    Devo ammettere che per essersi appena svegliato è parecchio reattivo, direi che è uno che non perde tempo.
    In poco tempo scendiamo al pianterreno e usciamo all’esterno raggiungendo il lato sud della casa.
    “Che diavolo…”
    “Dannazione lo sapevo che sarebbe successo. Troppi punti deboli e poche persone, ecco cosa succede a fermarsi la notte”
    Noto subito la finestra rotta dall’interno verso l’esterno, come dimostrato dai vetri sul terreno davanti a noi.
    Quindi sono entrati da un’altra parte e sono usciti di fretta di qua, per poi…
    Successivamente noto tracce nitide che parono di qua e vanno per allontanarsi, dal numero di impronte e da quanto sono marcate di sicuro sono più di uno, ma non riesco a capire molto di più.
    Mentre sono chinato sul ginocchio a guardare i segni che hanno lasciato sento una voce provenire dalla casa e svuoto la mia mente che capire al meglio quello che dice.
    “So-sono entrati in…in un attimo…erano…in…du…due…insegui-teli…vi…prego…”
    Dalla voce era il vecchio proprietario della casa, addolorata e debole capisco, che hanno colpito anche lui, ma non lo hanno ucciso, se ne avessero avuto l’opportunità credo lo avessero fatto, ma quindi questi rapitori, sono professionisti, o qualcuno che almeno ragiona bene.
    “Dobbiamo seguire quelle tracce, presto!”
    Mi alzo e prendo l’auricolare, indossandolo
    Feci di si con la testa e il mio compagno parte a gran velocità seguendo le tracce.
    Io li resto di fianco e gli dico con tono serio e deciso.
    “Usiamo l’auricolare per mantenerci in contatto, caso ci separassimo potremmo sempre coordinarci”

     
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