[KONOHA] Duello di beneficenza

† Insane † e Bouranchi VS Uggi

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  1. Bouranchi
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    CITAZIONE
    Pensato Kaminari no Masutā
    Parlato Kaminari no Masutā
    Parlato Kaminari no Uta
    Parlato Kazuo Nakamura
    Parlato Mashu Shinmen
    Parlato Jonin

    Un avversario senza voglia di combattere



    Una giornata come tante altre a Konoha: calma piatta e nessuna emozione forte.
    Un ninja, per quanto adori rivedere il proprio villaggio natio al rientro da una missione ad alto rischio, difficilmente può rimanervi per troppo tempo; se per un fumatore la propria dipendenza è costituita dalle sigarette, allora per un ninja lo sono le missioni. Non è una questione di quanto esse possano rivelarsi fruttuose sul piano economico o del prestigio che ne deriva una volta portate a termine, ma dalle emozioni prorompenti che riescono a trasmettere, cosa che un villaggio tranquillo e placido mai potrà donare.
    Kaminari no Masutā, in quel periodo, era all'ultimo stadio dell'astinenza di missioni e per quanto si sforzasse di mascherarlo, da parecchi giorni il suo nervosismo era andato in un continuo crescendo.
    Ancora non riesco a capire perché non ti sia fatto assegnare una missione.
    Gli disse Uta, una delle sue sorelle maggiori.
    Erano seduti sulla rampa di scale situata sul retro della loro abitazione, al riparo da orecchie indiscrete.
    Ti ho già spiegato le mie motivazioni! Al momento, per quanto desideri intraprendere una nuova missione, mi rendo conto che non potrei dare il massimo...è come se avessi un blocco, capisci?
    Lei lo fissò per qualche attimo, scrutandolo profondamente con lo sguardo. Distogliendolo, sospirò sconsolata e con un gesto della mano si sistemò la lunga e fluente chioma rossa che dalla madre aveva ereditato.
    Non vorrai dirmi che sei ancora fissato con quella storia della “forza”?!
    Chiese lei quasi angosciata.
    Stai dicendo che non dovrei?
    Ho forse detto questo? Dico soltanto che è paradossale questo tuo comportamento.
    Paradossale?
    Ma certo! Vuoi diventare più forte, ma non svolgi missioni perché non ti reputi alla loro altezza...eppure è sopratutto nelle missioni dove si imparano veramente le cose che contano.
    Quindi sto sbagliando tutto?
    E' probabile.
    Rispose lei con un sorriso dolce.
    Masutā non continuò la conversazione, lasciando che il silenzio calasse su di loro.
    Che abbia davvero ragione Uta? Sto forse sbagliando? Se così fosse, cosa dovrei fare comunque? Andare in missione non ancora convinto di me stesso?
    Quella scarsa convinzione nei suoi mezzi era maturata proprio durante le precedenti missioni, sopratutto in quella dove lui ed i suoi compagni si erano imbattuti nel “monaco”, il quale, venne successivamente a conoscenza Masutā, era un membro di Akatsuki. Credeva di aver combattuto alla pari con il suo nemico, ma in verità, alla luce dell'affiliazione di quest'ultimo con la temutissima organizzazione, egli aveva soltanto scherzato con il giovane genin.
    Questa scoperta aveva aperto nella psiche di Masutā una ferita profonda che più volte credeva di aver superato, ma che mai in realtà si era risanata.
    Sembra così distante...non potrò mai essere alla sua altezza.
    Quasi come se Uta avesse interpretato alla perfezione i suoi pensieri, si avvicinò al fratello e lo abbracciò.
    Su con la vita, fratellino! Il Sole splende e ti sorride, non mi pare la giornata adatta per deprimersi! Chissà, magari potrebbe succedere qualcosa che possa dare sollievo al tuo animo tormentato.
    E cosa mai potrebbe accadere?
    Un'idea io l'avrei.
    Disse lei sorridendo sotto i baffi.
    Estrasse in modo teatrale una lettera dalla sua veste di special jonin e la sventolò davanti agli occhi di un oramai incuriosito Masutā.
    Beh? Vuoi farmi leggere quella benedetta lettera sì o no?
    Impaziente, proprio come Megumare e papà! Ad ogni modo, prego.
    Gli porse la lettera e lui la prese tra le mani; la aprì ed incominciò a leggere ciò che vi era scritto.
    Vediamo un po': "Avvisiamo che questa domenica si terrà il primo torneo di beneficenza del villaggio della foglia, aperto a tutti i ninja che si vogliano mettere in gioco per una giusta causa. Vi aspettiamo numerosi al campo d'addestramento. Non ci sarà costo d'iscrizione per i partecipanti, ma la possibilità di fare un'offerta. L'Hokage"
    Rimase qualche attimo a fissare il foglio, dopodiché si rivolse alla sorella.
    Un'offerta? E per cosa?
    Si tratta chiaramente di una mossa molto furba del villaggio che intende incassare qualche introito, sopratutto alla luce della figuraccia che abbiamo fatto in guerra; molti soldi sono andati persi e in un modo o nell'altro bisogna pure riparare alla perdita! E per inciso, ho già pensato io al pagamento ed ovviamente alla tua iscrizione.
    Ma non era indirizzata a te quella lettera? Tu avresti dovuto parteciparvi.
    E' indirizzata a chiunque voglia parteciparvi, inoltre sai come la penso riguardi i combattimenti; sono certa che tu saprai divertirti meglio di quanto riuscirei io.
    Lui guardò ancora il foglio e poi la sorella. Non poté far altro che sorriderle, il suo modo per dirle grazie.
    Non c'è di che fratellino, ma sarà meglio sbrigarsi, non vorrai far tardare i tuoi avversari!
    Certo che no! Ci vediamo dopo.
    Durante il tragitto non gli riuscì di trattenere l'euforia che ormai pervadeva tutto il suo essere; l'adrenalina spinta al massimo, l'ansia della prossima mossa del nemico, l'incertezza dell'esito dello scontro! Tutto quello non faceva altro che eccitarlo a dismisura e in quel momento, almeno per un poco, si dimenticò dei suoi dubbi e delle sue paure.
    Se hanno invitato a partecipare qualcuno come Uta, vuol dire che ci sono buone probabilità di incontrare gente veramente degna di nota! Spero di trovarmi difronte a qualcuno che possa regalarmi le emozioni che cerco.
    Il campo d'addestramento non era molto lontano e in breve tempo ci giunse.
    E' un po' diverso da come lo ricordavo...che lo abbiano modificato per l'occasione?
    Sul lato destro del campo erano stati allestiti degli spalti per chi fosse venuto a godersi lo spettacolo; una rete di protezione era stata sistemata poco davanti ad essi, fatta interamente in acciaio. Lo sguardo del genin si spostò sul “ring” vero e proprio che sarebbe stato lo spettatore più vicino agli sfidanti: era ad occhio e croce quasi 20 metri diametro e il terreno era composto da semplice terra, erba, sassi e qualche albero sparso qua e là; alla sinistra del campo vi era un piccolo laghetto che, per come la vedeva lui, poteva rappresentare un'incognita non da sottovalutare nello scontro.
    Già gli spalti incominciavano a riempirsi e il campo non era da meno: decine di ninja avevano risposto all'invito loro fatto e, con impazienza, aspettavano l'inizio del torneo.
    Un uomo gli si fece incontrò, un jonin a giudicare dalla giubba che indossava.
    Buongiorno!
    Disse lui cordialmente.
    Buongiorno a lei.
    Rispose Masutā.
    Il tuo nome?
    Chiese lui con in mano quella che sembrava essere una lista.
    Kaminari no Masutā.
    L'uomo scrutò il foglietto che aveva in mano e dopo pochi secondi esclamò:
    Ah! Eccoti qui! Kaminari no Masutā. Ascoltami ragazzo, sono già stati sorteggiati gli avversari e tu sei stato inserito in un Handicap match.
    Un due contro uno intende?
    Precisamente.
    Un sorriso si dipinse sul volto del genin. Non che combattere in due contro uno lo soddisfacesse ma se qualcuno poteva permettersi una simile disparità, probabilmente aveva le sue buone ragioni.
    Comincia a farsi interessante.
    Il jonin lo guidò attraverso il campo e dopo poco si ritrovarono difronte ad un ragazzo un po' più basso di Masutā di circa una decina di centimetri, dai capelli neri e lo sguardo infuocato. Aveva delle bende elastiche legate sulle mani e agli avambracci ed il suo vestiario era tipicamente quello di un'artista marziale.
    Lui è il tuo compagno, Kazuo Nakamura. Se non sbaglio ha un anno in meno di te ma, sempre se non mi sbaglio, ha già conseguito il tuo stesso numero di missioni.
    Ergo, un compagno alla mia altezza...si fa per dire.
    Il ragazzo si voltò e gli fece un cenno col capo, tornandosene girato a fissare dritto dinanzi a lui.
    Che tipo! Inoltre il suo spirito combattivo arde, lo percepisco chiaramente...non vorrei azzardare giudizi prima del tempo ma io e questo ragazzo potremmo anche andare d'accordo!
    Se non le dispiace, io andrei a fare conoscenza con Kazuo-kun.
    Vai pure ma bada che lo scontro avrà inizio fra poco, stiamo solamente aspettando il vostro opponente.
    Accomiatandosi dall'uomo si avvicinò al ragazzo.
    Tu sei Kazuo Nakamura-kun, dico bene? Il mio nome è Kaminari no Masutā, tanto piacere.
    Mh! Per te è -san. Quindi saresti tu la mia spalla?
    Per te è -san? Che caratterino..simpatico!
    Parebbe di sì, Kazuo-san! Ma sia chiaro, la spalla migliore in circolazione a Konoha!
    Kazuo non rispose alla battuta del genin, forse perché troppo preso dai suoi pensieri.
    C'è qualcosa che turba la mente di Kazuo-kun...forse il motivo è legato all'insistenza di quello sguardo in quella determinata direzione? Sopratutto, sento emanare da lui spirito combattivo da tutti i pori. Devo andare in fondo alla faccenda!
    Ehm...Kazuo-san, permetti una domanda? Eccetto quest'ultima ovviamente.
    Senti, io mi starei concentrando… so che i deboli non ne hanno bisogno in quanto farebbero pena in ogni caso, ma non è un problema mio! Tra poco arriverà il nostro avversario, Mashu, il mio sensei durante l’accademia ninja!
    I deboli non ne hanno bisogno? Beh, non ha tutti i torti. Inoltre se devo essere sincero con me stesso, secondo le mie stime attuali, forse in uno scontro avrei la peggio con Kazuo-kun.
    I pensieri di Masutā vennero improvvisamente interrotti da una sensazione esterna al suo corpo; di scatto si voltò a guardare nella direzione in cui Kazuo era ormai in contemplazione e davanti a loro vide un uomo avanzare. Avanzare era una parola un po' troppo eccessiva, in verità si stava letteralmente trascinando per la strada.
    Non ditemi che quel mollaccione è...
    I capelli argento, che di solito avrebbero dovuto risplendere alla luce del Sole, sembravano spenti, incapaci di brillare; era vestito con delle vesti nere e bianche e al fianco gli pendeva una spada che di primo acchito non sembrava essere una normale arma. Una volta che si fu avvicinato ulteriormente Masutā poté vedere i suoi occhi verdi, spenti e vuoti, come se il proprietario di essi fosse assente. Al centro del viso esibiva una cicatrice...forse un “trofeo” di qualche suo passato scontro?
    Quest'uomo deve aver passato l'inferno per essere ridotto in questo stato. Ciò nonostante riesco ad avvertire un'immenso potere assopito dentro di lui; questo mi fa pensare solo una cosa: non sarà divertente affrontarlo in questo frangente.
    Ciao Kazuo-kun, ti trovo in forma… meglio.
    Disse il nuovo arrivato di nome Mashu.
    Mashu...il nome non mi dice nulla. Ad ogni modo, tralasciando ciò che ora mi si presenta davanti agli occhi, se è stato il maestro di Kazuo non ci sarà da scherzarci.
    Come scusa? Ci conosciamo? Sapevo di un ninja che si chiama Mashu, ma quello che ora mi trovo davanti non è lui!
    Rispose mordace Kazuo al maestro.
    Cerchi una reazione Kazuo-san, ma qui le parole a quanto sembra serviranno ben poco.
    Come accorgendosi solo in quel momento della presenza di Masutā, si rivolse a lui porgendogli la mano.
    Piacere, io sono Mashu...Shinmen...
    Kaminari no Masutā, il piacere è mio.
    I due si strinsero la mano e il genin avvertì la presa poco salda del suo opponente.
    Siete genin vero?!...Quindi immagino si tratterà di un due contro uno...
    Disse lui con un mezzo sorriso sulle labbra chiaramente falso.
    Ma sentilo...sembra quasi che tutto questo sia una seccatura per lui. Shinmen ha detto...credo di aver sentito parlare di qualcuno che si chiamasse Shinmen...Takezo forse? Probabilmente me ne avrà parlato mio padre.
    Il jonin che prima aveva parlato con Masutā venne loro incontro per metterli al corrente delle regole del combattimento.
    Lo scontro andrà avanti finché una delle due compagini andrà KO, o a meno che qualcuno non decida di arrendersi.
    A Masutā sembrò che l'uomo avesse guardato lui e Kazuo in tralice, come se ad un certo punto si sarebbero più avanti trovati costretti alla resa.
    E' tutto pronto dunque? Molto bene...
    Il campo nel frattempo si era svuotato, lasciando solo i quattro in mezzo all'arena;
    Fate in fretta...ok?!
    Disse Mashu dando poi loro le spalle per andare a prendere posizione per l'inizio dello scontro.
    Kazuo lanciò un'occhiata significativa al compagno, mettendosi poi in una posizione di guardia.
    Andiamo a farlo rinsavire un po’, capelli di merda!
    Il genin rimase per un attimo a corto di parole, poi un sorriso sincero prese forma sul suo volto.
    Capelli di merda? Oh cielo...
    Se sapessi la storia dei miei capelli avresti un poco più di rispetto Kazuo-san! Ad ogni modo, let's go!
    Anche se non c'era motivo per cui avrebbe dovuto far rinsavire Mashu dato che nemmeno lo conosceva, per Masutā risultò automatico: Mashu era un avversario senza voglia di combattere e questo il genin, non poteva accettarlo.
    Quell'uomo...è come se avesse il mio stesso problema! Non m'importa se non ti conosco Mashu-senpai, ma come Kazuo-san ha detto, ti faremo rinsavire!
     
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12 replies since 24/10/2014, 12:46   589 views
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