Due facce della stessa medaglia

[Kumo - Missione Tartaruga] Grëed

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    CITAZIONE
    Narrato – Parlato - Pensato Parlato Matabi

    Il viaggio sembrava andato a buon fine. Quella che si stagliava all' orizzonte, circondata da guardie, torri di vedetta e mura carcerarie, sembrava trattarsi proprio della temutissima prigione di Ame. Non a caso le guardie del luogo sembrava avessero una stazza superiore alla media, sottolineando forse le restrizioni e la man forte necessaria per gestire i prigionieri al suo interno.
    Siiii!!! Finalmente... non sembra vero che siamo arrivati... sei contento Kuro?
    L'uomo non rispose, mostrando come sempre un'aria triste e turbata alle parole della "scorta".
    Lo so, lo so... senza di me, ti annoieresti a morte... come biasimerti... nessuno riesce a stare lontano dal grande Shuren Furinji...
    Secondo me, se servisse a non vederti, quel tipo accetterebbe anche la ghigliottina.
    Io invece sono convinto che mi adori... anche se non lo da a vedere. ..
    Contento tu...
    Coraggio Kuro! Ora ti portiamo a "casa".
    Poco entusiasmato dalla cosa, il mukenin si lasciò lentamente accompagnare verso l'ingresso. Giunti dinanzi al roccioso portone, due grosse guardie rivolsero un terrificante sguardo ai due viandanti, chiedendogli con voce cupa e profonda di farsi riconoscere. Senza rispondere, Shuren infilò la mancina in una delle tasche della giubba e vi tirò fuori un documento recante la firma della Raikage. Quasi con una smorfia di disprezzo, la guardia diede uno sguardo al documento e, apatico, ordinò al collega di lasciarli passare.
    Grazie!
    Sí limitó a dire il kumiano, varcando l'ingresso al fianco del suo compagno. Percorrendo un lungo quanto antico viale alberato, lo shinobi notò la presenza di diversi suoni artificiali provenire da alcuni ruderi, situati nelle vicinanze, quasi nascosti dalla vegetazione circostante. L'intera zona, scarsamente illuminata, rendeva difficile capire la natura di quegli inquietanti suoni.
    Chissà cosa tengono dentro quei cosi... magari hanno qualche attrezzatura per i prigionieri...
    Perché non ti avvicini? Così lo scopri.
    Grande idea! Così magari anticipo a Kuro quello che potrebbe trovare qui dentro.
    Forse ti è sfuggito che ti prendevo per il culo... firma quello che devi firmare e andiamocene! Non voglio restare oltre in questo postaccio!
    Già... ora che mi ci fai pensare, devo firmare dei documenti...speriamo non ci voglia molto...
    Mentre rifletteva sul da farsi, una delle guardie aveva raggiunto Shuren in prossimità del viale, guidandolo verso una delle strutture in cui era di guardia. Anche questa aveva un'aria cupa e minacciosa, ma oltre a lei pare che altre guardie sorvegliassero un'altro edificio, dalla medesima forma incrociata, ma nel lato opposto del piazzale. Poco importava però di quella struttura, poiché il luogo del martirio era un'altro. Raggiunto l'ingresso di una costruzione quasi identica a quella incontrata in precedenza, la guardia prese visione del documento della Raikage, estratto nuovamente dal Furinji che, fungendo da riconoscimento, gli permise di accedere all'edificio. Una volta dentro, un'enorme sala, sempre adornata con le tipiche sbarre alle finestre, si stagliò dinanzi alle azzurre iridi del kumiano. Al centro, su un grosso bancone in legno, due enormi pile di carte si ergevano al centro della sala, sembrando quasi due torri insormontabili.
    Guarda quante pratiche... quasi mi dispiace per il poveraccio che dovrà compilarle... ah ah
    Senza aggiungere nulla, la guardia che li aveva condotti al suo interno, tirò fuori uno stilo e poggiando una mano sulla spalla del giovane, puntò con l'indice il tavolo. Neanche il tempo di obiettare che il chunin si ritrovò da solo, con una montagna di pratiche da compilare.
    È ufficiale... odio la burocrazia...
    Dopo aver trascorso ore a compilare quelle maledette pratiche, il giovane gettò a terra lo stilo come sfogo, sospirando dalla gioia.
    Finito... non pensavo di riuscirci davvero. ..
    Terminato l'ardua compito, lo shinobi lasciò la sala con i documenti firmati e, dopo una rapido controllo della guardia, fu finalmente libero di lasciare la struttura.
    Perfetto... qui posso anche andarmene... mi raccomando Kuro... fatti tanti amici e cerca di essere più loquace...
    O almeno di comunicare. ..
    Detto quello che doveva, il ninja si incamminò verso il viale e si lasciò alle spalle il resto della prigione. Varcato l'uscita, il chunin iniziò a ripercorrere il perimetro della prigione, cercando di raggiungere un sentiero che dava sul retro. Fischiettando con le mani tasca,quasi spensierato dopo essersi tolto un peso, il kumiano continuò sereno per la sua strada, fino a quando qualcosa non attirò la sua attenzione.
    Chi diavolo è stato a fare una cosa simile?
    Le cerulei iridi erano puntate sullo strano varco, generatosi nel bel mezzo delle mura. Intorno alle sue estremità, pezzi di muro sembravano quasi carbonizzati, come se qualcosa lo avesse colpito con una fiammata. A confermare questa ipotesi, si aggiunse il fatto che la sua superficie era leggermente calda, dimostrando che la casa era avvenuta da poco.
    Wow... chiunque abbia fatto una cosa del genere o è un ampio conoscitore dell'arte del fuoco o è un piromane... in entrambi casi, parliamo di un tipo pericoloso...
    Continuando a fissare quasi con ammirazione quel varco, Shuren staccò poi i palmi dal muro e decise quindi di continuare per la sua strada.
    Vabbe... se ne occuperanno le guardie...
    Continuando come nulla fosse per la sua strada, il ninja avanzò poco distante dalle mura della prigione, quando ad un tratto qualcosa interruppe il suo cammino. Un uomo, con indosso un lungo soprabito e una maschera bianca in una mano, occupava la strada allo shinobi, dandogli le spalle. Percependo probabilmente la sua presenza, l'oscuro figuro si voltò di scatto e scrutando poi il volto del jinchuuriki, iniziò a fissarlo adirato. Nonostante si fosse voltato, restava completamente anonimo, mostrando i tipici tratti di qualcuno che, pur non conoscendolo, presentava comunque qualcosa di vagamente familiare. Rimasero a fissarsi per diversi istanti, lasciando trasparire da essi le loro intenzioni. Attimi interminabili, in cui sembrava che uno di loro leggendo nella mente dell'altro.
    Non vorrei interrompere... qualunque cosa sia quello che state facendo... ma penso che quel tipo o ha intenzione di ucciderti o è amore a prima vista... in entrambi i casi, penso sia meglio tenere alta la guardia... percepisco uno strano tipo di chakra...
    Neanche a me piace il suo brutto muso... e non sembra che io gli vada a genio...
    Quindi?
    Quindi mi serve il tuo chakra!
    Come al solito...
    Mentre i due sembrano quasi impietriti dallo sguardo dell'altro, il chakra del demone iniziava già fluire nel jinchuuriki, rendendosi visibile, per il momento, solo con una visione più marcata dei canini. Quando l'uomo iniziò però a comporre diversi sigilli, lo scontro arrivò ormai alle porte.
    Riconoscerei ovunque quei sigilli. ..
    Prendendo fiato, l'uomo avvicinò una mano alla bocca e con essa direzionò una grossa fiammata che, distanziandosi dal suo creatore, assunse una tipica forma sferica. A quel punto, vedendo solo la sagoma della sfera avvicinarsi, Matabi rilasciò il resto del chakra e la forza portante vide la comparsa di una lunga coda, costituita da fiamme bluastre. Quando l'attacco fu ormai vicino, Shuren ipotizzò la traiettoria dell'attacco e con uno scatto si sarebbe spostato verso sinistra, in direzione opposta alle mura carcerarie. Ma l'offensiva era solo all'inizio. Subito dopo il primo attacco, lo shinobi si vide arrivare addosso un enorme disco di roccia, facendo appena in tempo a tentare di abbassarsi all'indietro per evitarlo. In questo modo il disco gli sarebbe passato solo a pochi centimetri dal volto, comunque sufficiente a rimanere illesi dall'offensiva. Terminata la prima sequenza di ninjutsu, il misterioso avversario sembrerebbe poi avventarsi su Shuren, puntando a colpirlo con la punta delle dita, intrise di un denso chakra verdognolo.
    Belle tecniche. .. ma se volevo restare a guardare, sarei rimasto a casa a vedere le lotte tra barboni.
    Sfruttando un'incredibile velocità nelle gambe, lo shinobi andrebbe a sparire dalla vista del nemico, lasciando che il suo ultimo attacco andasse a vuoto. Sparendo per qualche istante, il ninja sarebbe poi ricomparso improvvisamente, tentando di colpire l'addome del nemico con un rapido calcio ascensionale. Questo sarebbe poi stato lanciato all'altezza di circa quattro metri, rendendosi vulnerabile ad un successivo attacco del kumiano. Accorciando infatti la manica del soprabito, il jinchuuriki mostrò uno strano marchingegno, in cui erano già stati caricati una serie di spiedi metallici. Attivando il meccanismo, gli spiedi sarebbero poi stati lanciati a ripetizione in direzione delle spalle e il collo dell'avversario. Prima che precipitasse al suolo, Shuren avrebbe poi fatto un passo indietro, acquisendo il breve slancio necessario per sferrare una lunga serie di calci rotanti che avrebbero colpito il nemico a mezz'aria, scagliandolo per qualche metro in direzione delle mura. Portando il nemico letteralmente con le spalle al muro, il kumiano estrarrebbe alcuni oggetti dalla giubba, per poi legare due carte bomba ad un rispettivo kunai. Senza esitare oltre, il jinchuuriki lancerebbe i due kunai in direzioni opposte, conficcandoli saldamente nel muro, ognuno a circa tre metri dall'uomo, impostando così l'esplosione a circa tre secondi dal loro lancio. Con un ultimo balzo all'indietro, lo shinobi avrebbe preso infine le dovute distanze dall'esplosione. Se tutto fosse andato come previsto, il nemico avrebbe avuto quindi ben poche vie di fuga.




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    Edited by Grëed - 24/3/2015, 17:36
     
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