Missione Konoha: Dove Cade la Pioggia

Partecipanti: Davvo - Byakko

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    Yuki Moriko [x]

    Genin - 15



    narrato - parlato Yuki -pensato Yuki - Parlato ninja - Parlato Kenzaburo


    Amekagure e vecchie conoscenze



    Percorreva la strada che l'avrebbe portata all'entrata del villaggio a testa basa, uno sguardo che avrebbe potuto uccidere a prima vista, con i pugni serrati a pugno pronta a colpire chiunque l'avesse infastidita. Chiunque avesse visto i due battibeccare, avrebbe sicuramente pensato si trattasse di un rapporto fraterno ma questo la ragazza non poteva neanche immaginare. Essendo figlia unica non avrebbe mai potuto pensare che quello, agli occhi esterni, potesse sembrare un legame e, se solo lo avesse saputo, non avrebbe esitato a smentire.
    Lei, di legami, non ne voleva proprio sapere ad eccezione di quelli parentali che, ahimé, era costretta a sopportare. Specialmente se si parlava delle sue cugine, di parte materna, Rumiko e Ruriko.
    Erano le figlie di sua zia, ad essere più specifici erano le figlie della sorella di sua madre, che si erano divertite a rendere tutte le estati passate insieme un vero inferno.
    Con la scusa di giocare con lei, ingannando la sua tutrice - la nonna, che poi riflettendoci su non sono così diverse fra loro, quei mostri - e finendo per essere seviziata dalle sue stesse cugine.
    Ma se andaste a chiederlo alle dirette interessate, vi risponderanno che si trattava solo di un innocuo gioco tra bambine. Certo, vallo a dire ai capelli tagliati, ai segni sui polsi che lasciava la corda troppo stretta o alle lotte due contro uno. E pensare che quelle due sono più piccole di lei e vincevano di brutto.
    La realtà e che Yuki non era, in tenerà età, aggressiva come lo era adesso. Piuttosto che iniziare una battaglia, preferiva di gran lunga evitarla e starsene in disparte.
    Spero solo che questo Kanzaburo...o era Kenzaburo? Non importa quale sia il suo nome. Spero solo non sia un'idiota. pensò stizzita e mentre svoltava l'angolo finì per scontrarsi con qualcuno che, purtroppo, aveva già avuto l'occasione di fare conoscenza.
    Sta attento a dove metti i piedi, razza di imbecille! sbottò la ragazza sollevando lo sguardo dalle punte delle sue scarpe a quella del suo interlocutore rimanendo di sasso.
    Non è possibile! pensò con gli occhi sgranati mentre incredula fissava la figura del ragazzo dalla pelle diafana e dagli occhi e dai capelli color pece. Immediatamente la sua memoria riportò a galla uno spiacevole ricordo.

    Flashback


    Era accaduto tutto troppo velocemente: il suo interlocutore, troppo rapido persino per lei, si era mosso con una agilità assurda e senza che se ne accorgesse le era arrivato alle spalle. E non era solo agile, ma anche forte: con un gesto secco le aveva afferrato le braccia e stretto in una morsa i suoi esili polsi.
    E' uno scherzo? Pensò sgranando gli occhi per lo stupore, mentre alla gola le si era formato un groppo enorme che non riusciva a mandare giù, mentre il suo capo era rivolto verso il basso-
    Calmati ed ascoltami le aveva sussurrato il ragazzo sconosciuto, accorciando ancora di più le distanze e ciò aveva fatto irrigidire ancora di più il corpo della kunoichi che, chissà perché, non riusciva a muovere. L'idea che qualcuno le fosse così maledettamente vicino la innervosiva e spaventava al contempo
    Sono un ninja della foglia. come te, ma a quanto pare tu sei importante. C'è qualcuno che ti sta puntando, ti sta tenendo d'occhio, probabilmente da prima di me, ed è bravo. Dannatamente bravo. Io ti farò GUADAGNARE tempo, tu torna il più in fretta possibile a Konoha. Le aveva soffiato all'orecchio con voce risoluta, il suo respiro caldo le si infrangeva contro i capelli, e fu allora che si accorse del ragazzo, precisamente del suo petto, leggermente poggiato sulla propria schiena. Riusciva a sentire il suo cuore palpitare e, per un momento, le pareva che il suo battito avesse preso ad accelerare.

    Fine Flashback



    Il viso di Yuki cambiò diverse tonalità di colori del viso in un lasso di tempo che potremmo definire record: dapprima rosso dalla vergogna, per aver ricordato, blu dal nervosismo e poi di nuovo rosso a causa della rabbia e furia omicida che sormontava dentro di lei.
    Eccot...TU SEI IL DEPRAVATO! aveva urlato la ragazza, non lasciando al suo interlocutore il tempo di completare la frase, puntandogli contro un dito con fare accusatorio. I pochi passanti che si trovavano nei pressi delle porte del villaggio si voltarono verso di loro, con un espressione a dir poco sconcertata. Non poteva minimamente biasimarli, avrebbe fatto lo stesso nei loro panni.
    Oh no... oh no, no, no, no e no. La vita non può farmi anche questo, non a me! pensò, mentre una goccia di sudore - freddo - le percorse la tempia.
    Aspetta un momento! Non fasciamoci la testa prima di rompercela. Magari lui non è la persona con cui dovrò andare a Kiri. Il fatto che si trovi alle porte del villaggio è solo una coincidenza... pensò cercando di autoconvincersi, combattendo contro parte di lei che voleva saltargli addosso e prenderlo a punti.
    Ti prego, prima che possa reagire male, confermami che non sei tu Kenzaburo il suo tono oscillava tra l'amareggiato e il supplichevole, mentre quasi implorava di sentire quella risposta.
    Sono Kenzaburo. asserì il ragazzo, con la sua solita faccia neutrale, priva di ogni tipo di espressione umana, cosa che faceva innervosire Yuki ancora di più.
    Okay,lo strangolo. probabilmente vi starete chiedendo perché tutto quel rancore nei confronti di Kenzaburo. Beh, credo che il flashback sia più che eloquente a chiarire qualsiasi vostro dubbio. Inoltre, oltre il gesto, ci si aggiungeva la sua misantropia che faceva sembrare ogni contatto umano una sorta di trasmissione virale di chissà quale virus mortale e questo l'allontanava da qualsiasi tipo di relazione personale.
    Assimilato ciò, che ormai era rimasta fregata dal grande cerchio della vita, con aggiunta di karma, Yuki si mise a camminare in circolo cercando di ordinare i pensieri che le vorticavano per la testa.
    Questo intacca completamente la mia idea di convivenza pacifica, tutto il mio piano per non dare in escandescenza va a farsi friggere, soprattutto se dovrò avere a che fare con una faccia da ebete del genere.. e mentre pensava le parole "faccia da ebete" fermo il suo andare e si fermò a guardarlo, per poi scuotere la testa disgustata. Non c'era niente che potesse fare al riguardo, doveva farsene una ragione.
    Questa è una missione, per questo non mi tirerò indietro anche se sei tu la persona che mi è stata appioppata per portarla a termine. Solo voglio avvertirti: asserì fredda come un ghiacciolo, guardando le sue iridi nero pece Prova ad allungare di nuovo le tue mani, sfiorarmi, avvicinarti anche solo involontariamente o ti ritroverai privato di un arto.
    Recepito..disse semplicemente Kenzaburo, annuendo con il capo Incamminiamoci, fammi strada, e informami sulla missione.
    Chiedere per cortesia non fa male, sai vero? Yuki lo schernì, tagliente come al solito alla pari di un coltello, superandolo e incominciando a camminare.
    Per cortesia? Ti è stato ordinato di ragguagliarmi sulla missione: non è un piacere che mi fai... l'aveva incalzata il ragazzo, facendo vacillare per un secondo la sua andatura ritta e fiera.
    Cosa ha detto? pensò adirata, anche se la sua faccia era una maschera impenetrabile, anche se il leggero tic all'occhio si era ripresentato.
    Ma un tuo preciso dovere. infierì Kenzaburo ancora di più, rigirando il dito nella piaga in una ferita appena aperta. Si, perché per quanto non lo avrebbe mai ammesso, aveva saputo bene come rigirare la cosa.
    Brutto figlio di... Respira Yuki. Avrai tutto il tempo per ucciderlo nel viaggio di ritorno, non c'è bisogno di sporcarti le mani già da subito. e prese un respiro a pieni polmoni, cercando di calmarsi.
    Già, un ordine. Ma nello specifico, l'ordine non prevedeva di metterti al corrente subito, ergo sarà a mio discapito scegliere quando farlo disse monotona, scuotendo le spalle con nonchalance.
    Inoltre non sei un mio superiore. Quindi non provare ad impartirmi ordine, ne tanto meno usare toni che non appartengono al tuo rango. In questo momento stiamo, per quanto mi costa dirlo, sullo stesso livello. disse pacata, mentre dentro di lei c'era un fuoco che le divampava.
    Intanto stai facendo strada... non seppe precisamente se con quella costatazione volesse prendersi gioco di lei o fosse davvero così stupido da non saper dosare le parole come si deve.
    Quante missioni hai svolto? chiese il ragazzo senza peli sulla lingua, domanda probabilmente fatta per mettere in difficoltà Yuki che, nonostante mostrasse abili qualità da ninja, aveva portato a termine, sì, parecchie missioni di livello D - livello basso, a dire il vero - non erano comunque abbastanza da potersene vantare. Inoltre quella era la sua prima missione di livello più alto, ma non l'avrebbe di certo sbandierato ai quattro venti. Soprattutto non davanti a quello spocchioso.
    Abbastanza da essere qui, adesso. E se credi che ti faccia la stessa domanda, più per cortesia che per interesse, sappi che ti sbagli. Non mi interessa minimamente. disse piccata, mentre il passo incominciava ad aumentare il ritmo.
    Io non credo niente... semplicemente penso che fra compagni di missione... a quella costatazione a Yuki per poco non scappò una di quelle risate che si hanno dal profondo del cuore, della milza e persino dello stomaco, ma cercò di trattenersi, soprattutto per dare ancora credibilità alla sua immagine.
    Sia d'obbligo condividere le informazioni... almeno quelle inerenti allo stile di combattimento... e dopo questa non poté fare a meno di liberare i suoi polmoni in una risata che riecheggiò nel luogo circostante.
    Frena, frena. Solo perché ci è stata assegnata una stessa missione non implica che noi possiamo definirci "compagni". Prendiamola come una sorta di convivenza forzata, quindi non vedo il motivo per cui metterti al corrente del mio stile di combattimento aveva detto, cercando di troncare ogni tipo di curiosità da parte del ragazzo. Infatti, metterlo al corrente del suo piccolo - abnorme - problema peloso a nove code non era esattamente in cima alle cose da fare. Inoltre non sapeva neanche se ne fosse a conoscenza. Ricordava ben poco di quel giorno e alla fine si era svegliata nel suo letto, stanca e spossata, credendo di aver solo sognato.
    Come vuoi. Ora, che ne diresti di dirmi almeno dove stiamo andando? insisté il ragazzo, e Yuki lasciò stare il suo muro di ostinazione e acidità per quel momento.
    Dobbiamo dirigerci al confine di Amekagure, pare ci siano problemi e quindi hanno richiesto di incontrarci. Però... disse, grattandosi il mento cercando di ricordare le parole esatte del capo villaggio Neanche l'Hokage sa di che si tratti. Quindi è stato organizzato una sorta di incontro al confine del Villaggio della Pioggia, al villaggio di Shizuku.
    Capisco... aveva detto, prima di lasciare completamente il discorso, cosa che Yuki aveva accettato ben volentieri e senza opporsi minimamente. Aveva sperato che accadesse o avrebbe finito per fargli inghiottire qualcosa.
    Comunque meglio se ci muoviamo. Ci vorranno sette ore prima per arrivare, non voglio perdere altro tempo. concluse, slanciandosi in avanti.

    ***



    Dopo sette astenuanti ore di viaggio, trascorso nel silenzi più totale, erano finalmente al villaggio e con loro era arrivato anche un leggero strato di nebbia. Fortunatamente non intaccava la sua vista.
    Bene, adesso dobbiamo solo incontrare questi ninja... Anche se non sappiamo come sono fatti. pensò Yuki stringendosi nella giacca a vento beige attraversando il sentiero principale che l'avrebbe portata - insieme all'ameba al suo fianco - alla vera vita del villaggio.
    Sinceramente non mi hanno dato nessun identikit del nostro ninja. Quindi non mi scomodo, sarà lui a cercare noi. Nel frattempo voglio andare in qualche locanda a mangiare qualcosa. Non so tu cosa voglia fare, se tu abbia fame o altro e francamente non m'interessa. quando si trattava di avere fame e cibo, era meglio non contraddirla, non più del dovuto almeno. Nonostante l'aspetto esile, era un pozzo senza fondo.
    Non sappiamo come distinguerlo.. Potrebbe essere una trappola
    Giusta osservazione, ma io ho comunque fame. Ergo, andiamo in qualche locanda. Rilassati o ti viene un infarto... e poi, anche se fosse una trappola, nessuno entrerebbe in azione in un villaggio così affollato. disse risoluta guardandolo dritto negli occhi senza battere neanche ciglio, facendogli capire che non avrebbe cambiato idea.
    Si, andiamo in una locanda, ma tieni alta la guardia. Il numero di persone non centra, se vogliono agire agiscono
    Si, si, okay ma sbrigati. Sappi che non mi faccio alcun scrupolo a lasciarti indietro terminò avanzando il passo nella direzione di un'insegna di una sorta di locanda - ristorante.

    ***



    All'interno dell'edificio c'era molto più calore di quanto si aspettasse, infatti sì privó anche della giacca, poggiandola sullo schienale della sedia, e anche il ragazzo prese posto.
    Finí per ordinare diversi piatti a base di carne, anche perché - crediateci o meno - anche essendo giapponese, detestava il pesce. Non affatto storse il naso quando il cameriere serví una sorta di intruglio con riso e gamberetti al suo "compagno".
    Che schifo, questo ragazzo non ha gusti in nulla: né nel vestire, né nel cibo. Poverino, lo compatisco... Kami-sama deve proprio odiarti pensò prima di distogliere lo sguardo dalla sua figura, ispezionando l'interno della sala con gli occhi il tutto mentre addentava un pezzettino di carne di maiale.
    All'interno di quella locanda, che non era poi così grande, oltre loro vi erano altre persone: alla loro destra vi era una famiglia, composta da padre, madre e due bambini che non ne volevano sapere di mangiare le verdure; alla sinistra invece, due vecchietti giocavano a shoji mentre si scaldavano con una minestrina calda e, al bancone, due ragazzi mandavano giù dei bicchieri di sake tra chiacchiere e risatine. Solo un personaggio, entrato in quel momento facendo tintinnare i campanellini della porta, attirò l'attenzione della ragazza.
    Era un tipo strano, vestito in un modo che più di tutti lo faceva risaltare tra la folla, avvolto in una giacca a vento lunga fino alle ginocchia beige ed un berretto in testa. Si guardava intorno come se cercasse qualcuno e i suoi occhi non smisero di muoversi o almeno non lo fecero finché non si posarono sulla stessa Yuki.
    I due si guardarono, poi l'uomo spalancò gli occhi e si diresse verso di loro percorrendo i metri che li dividevano a grandi falcate.
    Vi stavo aspettando...ma non possiamo parlare qua... aveva sussurrato estraendo dal giaccone un piccolo foglietto di carta piegato e poggiandolo sul tavolo. Dopodiché, dopo essersi guardato intorno con aria circospetta, si dileguò.
    Yuki con uno scatto felino allungò il braccio, prendendo il foglietto prima del suo compagno e poi lo lesse.
    Visto? Alla fine lui ha cercato noi disse, appiccicandogli il foglietto alla faccia.
    Era in incognito...E' una trappola ma Yuki roteò gli occhi facendo finta di non sentirlo.


    «Quelli che hanno paura sono quelli che muoiono per primi»


    Edited by Byakko - 27/11/2015, 15:56
     
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7 replies since 19/11/2015, 15:15   302 views
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