Missione Kiri: Il Prezzo di una Scelta [Tartaruga]

Il vento ululava forte,nel suo abbraccio circondava tutta la valle in una stretta morsa che sembrava non cessare mai; nessuno si arrischiava a uscire fuori quella notte,gli abitanti di quel piccolo villaggio sperduto erano troppo spaventati per farlo. Gli ultimi giorni non erano stati favorevoli con il raccolto e il clima capriccioso non era venuto il loro soccorso. Poche luci ad illuminare la via,gli animali randagi erano i veri padroni del posto,desiderosi di battersi per un pezzo di carne lasciato per terra.
Il vento ululava,solo una figura avvolta da un mantello sembrava sfidarlo. Avanzava passo dopo passo verso il villaggio. Cominciavano a girare strane storie su quella figura,molti credevano che fosse uno spettro catturato dal vento e costretto a seguirlo altri che fosse semplicemente uno sventurato mercante che avendo perso tutto non gli restava molto altro da vivere. La verità come una lama a doppio taglio è sempre la più affilata una volta che si conosce la storia. Il misterioso incappucciato è finalmente entrato,passo dopo passo avanza,inesorabile nella sua marcia. Il suo sguardo è spento,il suo spirito perso.

Una giornata come le altre era spuntata,il cielo come sempre plumbeo e carico di tristezza non lasciava gioire gli abitanti che tanto pregavano nel ritorno del sole. L’incappucciato che si faceva chiamare Ryo se ne stava seduto per la maggior parte del tempo intento a scolarsi l’ultima bottiglia di sakè,tra la sporcizia e lezzo nauseabondo dei suoi abiti,si capiva che non si lavava da settimane,forse anche mese. La barba e i capelli come cespugli incolti gli coprivano il viso in modo disordinato nascondendo quello che un tempo poteva essere un viso fiero e spendente. La disgustosa bevanda che ingurgitava sembrava calmarlo,troppi fantasmi del passato erano in agguanto dentro la sua mente. Passarono alcune ore prima di rendersi conto che la bottiglia che stava bevendo era vuota,non si era accorto di niente; pertanto decise senza tanti indugi di recarsi alla prima locanda del posto e lasciarsi rapire da una lunga bevuta. Per sua fortuna nessuno a quest’ora del giorno pareva essere molto incline a recarsi alla locanda,gli abitanti avevano ben altri problemi a cui pensare. Ad un tratto un’altro essere disperato o coraggioso gli si parò davanti.
<< La prego signore, ho fame...la mia sorellina ed io siamo soli al mondo e non abbiamo di che vivere!>> Un bambino dall’aspetto non poteva avere più di nove anni e a giudicare dallo stato miserevole dei suoi vestiti che fosse povero. Rio sembrava non averci fatto caso e cosi come se niente fosse superò di lato il bambino e continuò per la sua strada. La locanda era ormai vicina,poteva sentire già il sapore del liquore scorrere veloce dentro la sua bocca, ma nel mentre stava cercando di tirar fuori quelle poche monete vinte nell’ultima partita a dadi,si accorse con suo grande rammarico che erano spariti. In preda ad una rabbia incontrollabile continuò a tastare tutto il suo corpo alla ricerca del tanto agognato bottino,doveva assolutamente bere,non poteva averli persi. Il suo ridicolo spettacolo aveva attirato alcuni curiosi e proprio nel mezzo c’era il ragazzino che alcuni istanti prima si era fermato per chiedergli dei soldi; la sua espressione dapprima supplichevole si era trasformata,lo guardava ma stavolta burlandosi di lui e sbeffegiandolo con una lunga e poderosa linguaccia. *Piccolo bastardo* Colto alla sprovvista e ansioso di prendere quel moccioso causa dei suoi mali con un poderoso scatto avanzo nella sua direzione. Il bambino sentendosi minacciato non restò a guardare e come un lampo si disperse tra la folla. L’inseguimento poteva essere davvero insidioso e difficoltoso per un vagabondo qualsiasi ma Ryo sembrava possedere un’insolita forma fisica,infatti come un corridore nato sapeva come scartare i numerosi ostacoli che il fuggitivo sperava lo rallentassero. La presa forte delle sue braccia attorno al suo abito striminzito era la prova della sua sconfitta; messo al muro con il terrificante individuo che sembrava proprio non volerlo lasciare andare cominciò a strillare e chiedere aiuto <<no nooo! Al ladro, mi vuole rubare i soldi!>> Il tono della voce cresceva sempre più e le lacrime arma preziosa con cui di soliti i bambini riescono ad ottenere qualsiasi cosa sembrava aver attirato i ficcanaso di turno e donne vecchie e giovani guardavano l’assalitore con occhi misti di paura e odio. << Questo ragazzino mi ha rubato qualcosa ….. non lasciatevi ingannare dal suo stato e da qualche lacrima…. posso provarvelo>> e senza doppi termini cominciò a ispezionare la veste del bambino per riuscire a trovare i suoi soldi. Non passo molto tempo che una signora anziana scioccata da quell’atto cosi brutale e contro natura nei confronti di un innocente bambino avvertì le guardie del corpo cittadino e in men che non si dica Ryo si ritrovò ammanettato e richiuso in usa stanza della centrale senza nemmeno rendersene conto. Il tempo passava e Ryo seduto in una sedia sembrava non dar segni di turbamento,a parte il fatto che cercava di trattenersi dal non fare gesti stupidi; essere ancora sobrio a quest’ora del mattino non aiutava la situazione * Bhè avrei dovuto forse…. o forse agire più ……* vecchi ricordi di una vita passata ormai quasi dimenticata tornavano a visitarlo come un fantasma. Passi silenziosi si stavano avvicinando nella sua direzione, erano troppo diversi da essere scambiati dai confusionari e rumorosi movimenti delle guardie. I sensi di Ryo scattarono in allerta anche se la sua espressione restava sempre la stessa. Smarrita. Fece capolino un nuovo pezzo all’interno della scacchiera,un ninja e non un ninja qualsiasi ma un Jonin della nebbia. Come un falco che studia la preda cominciò a esaminare Ryo da capo a piedi << E tu saresti uno shinobi di Kiri?! Stento a crederlo se non fosse per quanto mi hanno detto al Villaggio. Sappi che la mia presenza qua non è casuale, nè lo è il fatto che quelle guardie ti abbiano fermato...per quanto la tua scenata di prima abbia dato loro una valida ragione per portarti qua……>> Il jo diceva cose senza senso,riguardo a dare spiegazioni e una casa a cui tornare. Rio non aveva mai posseduto una casa,credeva di averne trovata finalmente una tanto tempo fa, ma anche quel sogno era bruciato. Rio che fine a quale momento si era riservato a prestare poco ascolto al discorso fattogli dal suo carceriere finalmente prese la parola,senza però guardarlo mai negli occhi << Ci risiamo sempre la stessa storia, vado in un villaggio e mi scambiano per quello che ha avvelenato il loro raccolto …. in un altro quello che ha sedotto la moglie del sindaco con strani trucchi ….. che sia un misterioso guerriero e adesso che addirittura sia uno Shinobi di Kiri>> le parole gli uscivano naturali e piene di costernazione,poi per la prima volta Ryo fisso lo shinobi negli occhi << Io sono un vagabondo sono l'ombra del vento …. non ho una casa … non ho una famiglia …. non ho niente …… chiunque tu sia hai sbagliato persona. Lasciami stare …… Se proprio vuoi darmi una mano …offrimi un goccio! >> per concludere la frase con una violenta e poderosa risata di scherno nei confronti del Jonin.