Missione Konoha: Ultima Sera d'Estate

Partecipante: Byakko [Tartaruga]

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    Yuki Moriko [x]

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    narrato - parlato Yuki -pensato Yuki - Parlato kyuubi HanekawaGanta-kun


    Beata tra le volpi!

    Andare a quella festa l'aveva reputata fin dall'inizio una pessima idea, il fatto che poi l'avessero conciata alla pari di un clown l'aveva fatta classificare come “la peggior idea in assoluto”. Con l'arrivo, poi, del dolore alla superficie plantare di entrambi i piedi aveva iniziato ad inveire mentalmente contro Hanekawa, augurandole atroci sofferenze che a confronto l'inferno era un parco giochi per bambini. Insomma, camminare con calze spesse ed infradito non era il massimo dei comfort. In più il kimono era decisamente troppo corto, ad ogni passo si intravedevano zone che non avrebbero dovuto vedersi.
    Fortunatamente il clima gioioso e allegro distraeva tutti dalla sua persona, che inciampava una volta si e l'altra pure, troppo occupati a mirare le miriadi di bancarelle che si estendevano, probabilmente, anche oltre dalla portata del suo sguardo.
    L'odore di cibo le inondava le narici - e dato che lei non era programmata per godersi i momenti, l'unico pensiero che le sfiorava la mente era che quell'odore le sarebbe stato impregnato addosso, sui vestiti, sui capelli, tutto il tempo.
    Inoltre, se c'era una cosa che odiava di quelle feste era principalmente una: i bambini. Oddio, precisiamo una cosa. Lei i bambini li odiava a prescindere, ma quelli che erano presenti a quelle feste si trovavano ad uno scalino più alto: piccoli esseri umani che ti passavano tra le gambe senza accortenza, spintonavano, piangevano, urlavano e il tutto senza che i genitori muovessero un dito perche “Sono bambini! Si stanno solo divertendo”.
    Inammisibile.
    Che pesante che sei, vuoi dirmi che non sei stata bambina? Kurama aveva fatto capolinea nella sua testa senza prima chiedere il permesso, come suo solito.
    Certo, ma non ero di certo come queste bestie di satana. Aveva detto gelida, mentre fulminava con lo sguardo un moccioso che le aveva pestato un piede.
    Era vero, lei non era mai stata cosi, troppo concentrata ad osservare le regole a lei imposte per essere gia considerata un'adulta.
    Ricordava di quando suo padre la portava in giro sulle spalle alle fiere, quando aveva cinque anni, e lei poggiava il mento sulla spalla e osservava utto dall'alto.
    Le madri in crisi, che la osservavano, non facevano che complimentarsi suo padre di come fosse educata e calma.
    Eri una palla al piede anche da bambina, ho capito.
    Chiudi il becco sbottò Yuki arricciando il naso infastidita rivolgendo di nuovo la sua attenzione al luogo circostante: la luce delle lanterne illuminava il sentiero tra le bancarelle mentre persone di tutte le età camminavano spensierate e felici godendosi quel momento.
    Si chiese come sarebbe stato vivere come loro, senza pensieri poi scrollò le spalle. Lei non avrebbe mai potuto vivere quella vita, quella da “senza pensieri”: lei aveva la grande abitudine di sminuzzare le cose in parti sempre più piccole, finché di quella cose non ne rimaneva nulla, solo un guscio vuoto.
    Ragazzi, facciamo un gioco dai! Voglio vincere un premio! Squittì Hanekawa indicando una bancarella poco distante addetta ai giochi di tiro al bersaglio.
    Hanekawa-chan, mi sembra una splendida idea, anzi vincerò io per te Ganta si immolò volontario per quella missione, con l'obbiettivo di far colpo sulla ragazza. Era davvero un cascamorto.
    E tu Yu... ma dov'è andata a finire?!
    Yuki, d'altro canto, si era dileguanta ancor prima che Hanekawa avesse finito di pronunciare la sua frase. Non si sarebbe fatta fregare da quella ragazza, non di nuovo.

    **



    Aveva camminato per quella che l'era parsa un'eternità – la realtà era che camminare con quegli affari ai piedi la rallentava molto. Non aveva percorso neanche duecento metri. L'altra realtà era che era rimasta per più di un quarto d'ora davanti uno stand a decidere quale tipo di cioccolatini prendere.
    All fine aveva chiesto che le fossero messi un paio di ogni tipo in un sacchetto, sacchetto che stringeva avidamente tra le mani e che con avidità e ferocia aveva subito aperto perché se c'era una cosa a cui Yuki non riusciva a resistere era il cioccolato.
    Non pensavo che una come te avesse un tallone d'achille come questo. La tua facciata da donna impenetrabile può essere rotta cosi semplicemente? Con del cioccolato? Mi deludi Kurama ovviamente non aveva esitato a dire la sua come sempre, e questo non faceva altro che irritare la ragazza che, sta volta – forse sotto effetto dell'ossitocina in circolo a causa del cioccolato – aveva mostrato il suo disappunto solo attraverso uno sbuffo.
    Non si poteva definire perfettamente che tipo di rapporto avessero precisamente Yuki e Kurama, ma da quando quest'ultima aveva deciso di riporre le armi e di non farle commettere un omicidio una volta si e l'altra pure, le cose andavano un pelino meglio. Ovviamente scaricava la sua frustrazione commentando ogni cosa facesse la ragazza.
    Potresti anche ris... Kurama si ammutolì.
    Avete presente quando improvvisamente vi si cala un brivido lungo la spina dorsale? Quando avvertite che c'è qualcosa che non va? Ecco, era esattamente ciò che aveva avvertito la grossa volpe, brivido che aveva percorso tutte le sue nove code.
    Lo senti? Il tono dell'animale mastodontico aveva assunto una colorazione che mai prima di allora Yuki aveva sentito. Forse era questo l'unico motivo per cui gli aveva prestato attenzione.
    Coosha? Aveva risposto la ragazza, masticando con poca grazia un pezzo di cioccolato con le nocciole.
    Proviene da li, oltre quelle persone ferme lì giù e le aveva indicato un palco, ma da quella angolazione vedeva ben poco.
    Sarà solo la tua immaginazione, non ci sara nulla lì sbuffò la ragazza scocciata. Se quell'idiota di una volpe voleva prendersi gioco di lei, beh,non ci sarebbe cascata questa volta.
    Non è immaginazione, stupida umana ringhiò nella sua testa.
    Si ma non sbavare, se non c'è nulla ti stacco una ad una tutte le tue code e le vendo come portachiavi.
    E così, facendosi strada tra la gente – ovvero spintonandola – era riuscita ad arrivare davanti al palco, finendo col ritrovarsti davanti lo spettacolo più strano mai visto.
    Una piccola volpe, alta più o meno quaranta centimetri, si trovava sul palco e si muoveva a ritmo di musica, allegra.
    Mi hai fatto venir qui per veder ballare un tuo lontano cugino?!
    Ah... non pensavo si trattasse di una cosa del genere aveva biascicato la volpe, palesemente messa alle strette dall'evidenza. Aveva sbagliato.
    Quindi mi stai dicendo di aver avuto un abbaglio! Dunque anche i demoni si sbagliano sogghignò la ragazza, prendendosi una piccola rivincita. Ah, la vendetta. Che cosa sublime!
    GRRR... la volpe ringhiò irritata, cosa che scatenò da parte del Junchuriki una grossa risata.
    Attenta ragazzina a non pestare la coda al can che...
    Tu sei la grande volpe!! una voce molto vicina allo squittio penetrò le orecchie di entrambi e un espressione di sorpresa si dipinse sul volto della ragazza quando si accorse che quello che aveva appena sentito proveniva dalla piccola volpe
    Parla?! Dissero all'unisono, guardando la piccola creatura scendere dal palco con un piccolo saltello per poi dirigersi verso di loro con una corsa goffa.
    Che sia un animale evocativo?
    Lo stai davvero chiedendo a me? Domandò Yuki, ricevendo uno sbuffo come risposta E' una domanda retorica, idiota!
    Si Si sei tu...ti ho trovata! E come se non bastasse già l'animale bavoso che custodiva, l'altra volpe si era aggrappata alla sua gamba cercando di risalire la ragazza fino ad arrivare sulle spalle.
    Guarda che ti stai sbagli...
    Ti stavo cercando! Presto devi venire con me!! e mentre cercava di mettersi comoda, con una delle piccole zampe aveva fatto pressione sulla cintura della ragazza, proprio dove aveva legato con un fiocco il sacchetto dei cioccolatini. Inutile dire che con quella zampata aveva fatto si che il fiocco si sciogliesse, facendo cadere il suo adorato tesoro.
    Non c'è tempo da perdere
    Kurama ma che è, uno scherzo? Io non vado da nessuna parte aveva sbottato, chinandosi a raccogliere quel che le era rimasto del cioccolato.
    Poi, il suono di una campanella si levò nell'aria.
    Stava per allungare la mano, ma il tempo di battere le ciglia che si trovò china sul nulla. Beh, forse non proprio sul nulla, ma di certo non era ciò che si aspettava.
    Presto vieni...ti stanno aspettando! e schizzò via dalla sua spalla, correndo verso l'entrata di un tempio comparso lì davanti. O per meglio dire: verso un tempio davanti al quale si erano trovati improvvisamente.
    Ma che diavolo! Dove diamine siamo finiti ora! e ciò non l'aveva pensato, bensì urlato.
    Si era stancata di tutto quel teatrino, ma cosa più importante: aveva perso il cioccolato.
    certo che voi volpi, in un modo o nell'altro, siete tutte delle mega str***ze. aveva detto, incamminandosi anche lei verso il tempio.
    Hai intenzione di seguirla?
    Pensi che abbia altra scelta?
    Kurama ghignò divertita.

    «Quelli che hanno paura sono quelli che muoiono per primi»
     
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