Missione Akatsuki: Nuove Vite

Misaki Mei

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  1. Misaki Mei
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    Fiore del Suono - Hokage (Ex-Raikage - Nata dalla Tempesta)

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    Kirika: Parlato/Pensato - Kohana: Parlato
    Akatsuki: Grey - Zetsu
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    La neve ancora cadeva, accumulandosi per le strade e passo dopo passo sembrava di calpestare dei piccoli sassolini, schiacciandoli e lasciando delle orme al proprio passaggio. Tutto quel bianco dava al villaggio in cui si trovava un aspetto ancora più desolante, vuoto e triste. Kirika si chiese se fosse davvero quello il miglior luogo per nascondersi, se non sarebbe stato meglio rimanere al Villaggio della Pioggia. - Stai calda con quella mantella? - Si tranquillo - Sebbene avvertisse più freddo di Grey, a cui di certo era più abituato, Kirika era più presa dalle strade che stava percorrendo. Il luogo era molto simile ad Amegakure, se non fosse per il fatto che era un villaggio in rovina, abbandonato. Non era stata una sua scelta andare li, per essere più precisi aveva condiviso la proposta che le era stata fatta di allontanarsi per un breve periodo, per stare più al sicuro, ma non si sarebbe aspettata di ritrovarsi in un posto del genere. Si sentì piuttosto sconcertata nel pensare che quel villaggio fosse più sicuro di Amegakure e tutta quella perplessità gliela si leggeva in faccia. - Manca poco... - Grey era già stato li diverse volte, proprio per preparare tutto per l'arrivo di Kirika, proprio per questo faceva da Cicerone al percorso, mostrando la via alla sua metà. - Dove stiamo andando di preciso? - C'è un nascondiglio posto sotto uno di questi palazzi...io, Kirito e altri ci abbiamo lavorato su un bel po'...volevamo che fosse tutto pronto - Il ragazzo si era dato molto da fare, era stato il primo ad appoggiare l'idea di trasferire Kirika fino a che non fosse tutto passato. In verità l'idea era stata dello stesso Capo dell'Akatuski, che aveva espresso la perplessità di far rimanere uno dei suoi membri di punta in uno stato così delicato al villaggio. Fu una scelta quasi opportunistica e di interesse in vero, dopo tutto fin troppi incidenti erano avvenuti negli ultimi tempi e Kirika si era sempre dovuta trovare in prima linea a doverli fronteggiare, cosa che ora non poteva fare di certo. Se voleva che la sua kunoichi tornasse operativa al più presto, senza farle rischiare troppo, doveva allentare la stretta per un po' e tenerla nascosta e lontana da pericoli di ogni genere era per lui la scelta migliore. - Qui sarai al sicuro - Sebbene fosse un po' scettica sulla scelta fatta, contando sopratutto che non aveva avuto molta voce in merito, si fidava di Gray. Lui non l'avrebbe di certo messa in pericolo, non in quelle condizioni. Visto che non poteva difendersi da sola, non potendo far affidamento ne sulle proprie marionette, ne sui suoi Edo, doveva riporre tutta la sua fiducia in lui e nell'organizzazione. - Va bene Gray... - Entrando in una di quella palazzine fatiscenti, i due iniziarono a scendere verso il basso, tramite un passaggio segreto celato tra le fondamenta. Parecchi gradini separavano la superficie dal luogo in cui erano diretti e passo dopo passo Kirika avvertiva sempre di più stanchezza e mal di schiena. - Ce la fai? - sussurrò con voce preoccupata - Si tranquillo...ma manca molto? - No, dobbiamo scendere ancora un po' e siamo arrivati - In quella tromba di scale non si avvertivano che i rumori dei loro passi e qualche goccia di acqua che doveva cadere dal soffitto, generata dall'umidità del luogo. La desolazione che regnava li sotto ricordava alcuni posti che Kirika aveva visitato in passato, ma che erano tutt'altro che sicuri. Arrivati all'ultimo scalino, Gray si portò avanti, continuando a farle strada, verso una porta dall'aria arrugginita, che perfino il ragazzo fece fatica ad aprire. Sembrava essere l'entrata di un buncker nascosto e più la porta si apriva, grattando sul pavimento ed emettendo un suono stridulo e ferroso, più Kirika era curiosa di sapere cosa ci fosse dall'altra parte. Varcata la soglia, si ritrovarono in un ampio spazio aperto, in cui Kirika non sapeva da dove iniziare a guardare per capirci qualcosa.

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    Mentre la giovane a bocca aperta scrutava il luogo, Gray la fissava, cercando forse di cogliere dai suoi sguardi cosa ne pensasse. - Oddio... - ma non sicuro di riuscirci, preferì essere diretto e chiedere - Allora...cosa ne pensi? - Fu una domanda con toni coraggiosi e la risposta che doveva dare Kirika doveva essere altrettanto forte per riuscire ad esprimere cosa stesse pensando realmente - ...Mi ricorda molto il nascondiglio nel deserto...solo...che...disordine... - Non osò chiedere chi avesse addobbato il luogo così, puntando troppo sui tendaggi. Sembrava un accampamento nomade impiantato in uno scantinato. Certo era uno spazio molto grande, con dei soppalchi in legno che aggiungevano ulteriori zone, ma quello stile così Agrabah di notte non era qualcosa che nemmeno più a Suna si usava più. Forse Gray era convinto che nel deserto del Paese del Vento i villaggi si presentassero in questo modo, così facendo avrebbe accolto Kirika in un ambiente a lei più familiare. Si incamminò lentamente verso il centro della sala, guardandosi intorno per scorgere ogni particolare, dal più grande al più piccolo. I tappeti in finto persiano buttati un po' ovunque come le tende rosse appese a drappi, il camino in pietra per cui si chiese dove espellesse il fumo e se avrebbe attirato l'attenzione, la zona cucina e quella notte che si trovavano ai livelli superiori, cosa che magari sarebbe stata un po' seccante nel giro di qualche mese. - Credo... - Gray aguzzò le orecchie in attesa della sua risposta - ...che non ti lascerò mai decidere come verrà casa nostra un giorno...non se questa è la tua idea di arredamento - risuonò come un velato rimproverò, che demoralizzò alquanto Gray, pensando di aver sbagliato tutto - Ma...credo che possa andare - lo guardò sorridendo e il ragazzo non sapeva cosa pensare, se le piacesse o meno. Kirika sapeva alla fine che lui aveva fatto del suo meglio e questo era quello che apprezza di più di tutto, per il resto era una persona che si era sempre adattata a qualsiasi situazione e anche questa non avrebbe fatto eccezione. Si avvicinò e prese le mani di Gray - Basta che resterai con me e andrà tutto bene - Non mi allontanerò nemmeno un attimo


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    Diversi Soli e diverse Lune dopo



    Il cuore le batteva a mille, immersa in un bagno di sudore il respiro era sempre più affaticato e il dolore derivante dallo sforzo era qualcosa di inspiegabile. Si sentiva esausta, nessun allenamento l'aveva mai ridotta in quello stato, tanto da desiderare che finisse presto. - Stai procedendo bene...continua così - Bene? *haaa haaaa*...mi sento...come se mi avesse investito un masso...AHHHHH!!! - le grida di Kirika risuonavano in tutta la stanza, mentre con forza stringeva la mano di Gray affondando le sue unghie nella carne del ragazzo, che per rispetto verso di lei preferì non lamentarsi del dolore che le stava procurando vista la situazione - Ancora un po' e sarà tutto finito - Se le parole di lui volevano essere confortanti, non ebbero proprio il risultato sperato dal ragazzo. Nello stato in cui si trovava la ragazza era particolarmente suscettibile e poco l'avrebbe potuta calmare e tranquillizzare - Gray hai idea...da quante ore...sto così?? - ed ecco che partì un rimprovero che ogni donna avrebbe potuto fare in un momento del genere - Vorrei...vedere te...al posto mio..AHH!! - ma il dolore continuava a chiamarla a rapporto, non permettendole di portare avanti un discorso troppo lungo e articolato. - Rimanga concentrata - Anche quello era difficile da fare, si sentiva sfinita oltre ogni immaginazione e non aveva idea di come continuare ad andare avanti così. L'infermiera le si avvicinò portando un fazzoletto con cui asciugò con fare amorevole il viso completamente bagnato dal sudore. - Non ce la...faccio più... - la donna le si avvicinò prendendole l'altra mano e stringendogliela - Ce la può fare...e dopo ne sarà valsa la pena - Il pensiero del dopo sembrava ancora così lontano, ma era qualcosa che le dava forza per andare avanti, anche perché sopratutto non poteva tornare indietro. Capì che doveva darsi da fare ancora di più e fare il necessario per compiere quell'atto. - Deve spingere - Ci provo...mmmm AHHHHH!!!! - Affrontando il dolore, Kirika fece come le era stato detto e con tutta la forza che aveva continuò a spingere. - Ahh!! AHHAA!! - A fronte degli sforzi della ragazza, il medico fece segno alla sua assistente infermiera di avvicinarsi - Ci siamo quasi...non si fermi ora...sta andando benissimo - Il volto di Kirika contorto dallo sforzo aveva cambiato colore, superando il paonazzo. Non riusciva a tenere gli occhi aperti, mentre sentiva che stava giungendo al termine. - Ecco! - Un'ultima spinta!! - Kirika afferrò con entrambe le mani quella di Gray, in cerca della forza per un ultimo sforzo - YAAAAHHHH!!! - improvvisamente ci fu un sollievo, benché il dolore non fosse di certo passato, cambio forma, mentre lei si sentì sfinita. Tutto cambiò quanto udì un gemito provenire proprio davanti a lei - Guuu ueee!! - Si lasciò andare e iniziò a piangere lacrimoni che non riusciva minimamente a controllare. Guardò Gray, anche lui che non riusciva a trattenere qualche lacrima, mentre il suo sguardo sembrava essere ipnotizzato dalla creatura appena venuta al mondo. - Stva bene?? Gvray...stva bene?? - parlò mugugnando in attesa di una risposta dell'amato che non tardò ad arrivare. - Si...sta benone...è... - sembrava felice, tanto da non riuscire a trovare le parole. In tutto questo c'era ancora una cosa che non sapevano, che non avevano voluto sapere sino a quel momento. L'infermiera si avvicinò di lato, finalmente vide la creatura, avvolta in un fagotto dopo essere stata ripulita - Una femminuccia - Kirika continuò a piangere mentre le veniva passata la piccolina dalla donna. Se la ritrovò per la prima volta tra le sue braccia e tutto quello che aveva passato sino ad ora andò in secondo piano.
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    Ora c'era solo lei, piccola, indifesa, che come la madre aveva dato libero sfogo al pianto, ma quando si ritrovò tra le sue braccia e aprì gli occhi incrociando i suoi, come per imprinting, iniziò a calmarsi. Pieno di gioia e amore, Kirika fissava quella piccola creatura che teneva tra le sue braccia e che non avrebbe lasciato mai andare se avesse potuto - Nico! - Uuu?!? - quello era il nome che avevano deciso qualora sarebbe nata una femminuccia e la piccola sembrò rispondere allo stesso come se già ne fosse a conoscenza di chiamarsi così. Gray si avvicinò loro, accarezzando con un dito la figlia sulla guancia - E' bellissima...ti assomiglia tantissimo - Sembrava stessero coronando un sogno e non esisteva altro al di fuori di loro, ne il dottore e l'infermiera riuscivano ad distrarli da quell'incanto, ne il luogo in cui si trovavano, si poteva dire che non avessero bisogno di altro.

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    Anche dopo il parto, Kirika continuò a rimanere al sicuro in quel nascondiglio insieme alla bambina. Gray andava e veniva causa di qualche missione che gli veniva assegnata dall'organizzazione, dopotutto era stato anche lui per mesi fermo avendogli permesso di restare accanto a Kirika, ma ora era necessario che almeno lui tornasse a svolgere incarichi. Ovviamente non permisero alla ragazza di rimanere sola e alternandosi venivano mandati alcuni shinobi di guardia. Non mancò nemmeno l'improvvisata di Zetsu, evidentemente mandato dal capo per controllare la situazione, ma che forse stava sviluppando una certa curiosità per gli eventi umani. Come dono inaspettato fu lui a creare la culla della piccola utilizzando la sua abilità innata di manipolare il legno e passava parecchio tempo appollaiato sul bordo a fissare la piccola - Quindi questa piccola creatura è uscita dalla tua v... - Zetsu! - Kirika si protese verso la piccola e la sollevò dalla culla per prenderla in braccio - Cosa? - la seguì con quel suo solito sguardo assetato di curiosità - Dovresti già sapere come nascono i bambini...non credo ti serva una lezione a riguardo - L'uomo pianta fece spalline, come se confermasse di avere la risposta ma non gli bastasse - E' comunque tutto strano per me...il modo di riprodurvi di voi umani è diverso dal mio... - Kirika dondolò Nico tra le braccia, mentre si poneva un paio di domande - Che vuoi dire? - Beh...a me basta dividermi per creare una nuova vita...già adulta e autosufficiente...voi invece create esserini piccoli che hanno bisogno di anni per crescere - La ragazza comprese che quello che per Zetsu stava mettendo a confronto due cose ben diverse tra di loro. Quello che era una semplice scissione di entità dal creare una vita completamente nuova. Non sapeva se sarebbe riuscita a farlo, ma voleva provare a fargli capire la profonda differenza che intercorreva tra le due cose. - E' diverso...quando tu crei un tuo clone...non stai creando una nuova persona, sei sempre tu...un altro tu...noi umani invece diamo vita a qualcosa di indipendente, ha i nostri geni, ma per il resto è un'entità completamente nuova - guardò Nico con infinito amore - E il fatto che non sono autosufficienti e hanno bisogno di noi...ci da modo di dimostrare tutto il nostro amore - Non sapeva se Zetsu avrebbe mai compreso quelle parole, ma almeno ci avrebbe provato. Di certo l'uomo pianta fece qualcosa di inaspettato. Si avvicinò loro e aprì il palmo della mano, mostrando due piccole sfere di legno. - ??? - Poi dallo stesso palmo generò altro legno che avvolse le due sfere rinchiudendole in una più grande unita ad un manico. Zetsu lo iniziò a scuotere e il rumore delle sfere di legno attirò l'attenzione della piccola - Cucci cucci cù - Egh? - Nico sorrise e protese le manine all'oggetto - Un sonaglio? Zetsu ha creato un sonaglio per Nico? - Sembra che le piaccia - Un comportamento simile da parte di Zetsu non se lo sarebbe mai aspettato, era qualcosa di troppo umano per lui, ma comunque un gesto da apprezzare. - Questa cosina ti terrà lontana ancora per molto? - Ancora per un po' si...almeno per l'allattamento - L'uomo pianta iniziò a fissarla - Allattamento?...E' per questa cosa che sembra più grosso il tuo se... - Zetsu!! - Cosa? ...


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    Contatto:
    MisakiMei@Mp
    Riepilogo: Mei

     
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