Posts written by AccountInutilizzato

  1. .




    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Mizumo
    Kanzaki Takeda
    Guardia 1
    Guardia 2
    Masuta



    Mizumo, davanti a noi e ancora visibilmente scandalizzato, cercava di farfugliare qualcosa mentre riuscivo già ad udire il sommesso scalpitio di passi provenienti dai dintorni, in poco tempo avremmo avuto compagnia.

    Io... Io... Volevo dare una mano, e... Ma…

    Masuta sembrò sul punto di dire qualcosa, ma proprio in quel momento la porta alle spalle di Mizumo venne spalancata bruscamente dalle guardie Shimazu.
    Senza indugi il ragazzo corse verso una finestra alla sua destra e con molta teatralità saltò giù dall’abitazione mandando in frantumi la vetrata in centinaia di schegge vitree che volarono perlopiù seguendo la traiettoria del fuggitivo.

    Combattimento in arrivo? Chiesi beffardo all’indirizzo di Masuta.

    Ma quello non era mica Mizumo, il figlio di Kanzaki Takeda? E voi? Luridi bastardi, avete ucciso i nostri compagni! Urlò la guardia a capo di quel drappello di uomini, che rapidamente entrarono nella stanza con le wakizashi sguainate.

    Così pare. Rispose il mio compagno con un mezzo sorriso.

    Con lo sguardo indagai tra i nemici, li contai, ne studiai gli equipaggiamenti, la mano dominante, il tipo di guardia… tutte informazioni finalizzate all’ottenere più possibilità di vittoria. Erano circa due dozzine e bene o male sembravano aver avuto tutte quante lo stesso addestramento accademico.

    Beh, fatevi sotto. Dissi provocandoli.

    Si imbestialirono e corsero contro di noi come dei forsennati, estrassi due spiedi e ne impugnai uno per mano.

    Cerca di non farti ammazzare, o peggio, catturare. Dissi scherzoso all’indirizzo di Masuta. Oh, e mi raccomando, non esagerare con i ninjutsu, non vorrai appiccare un’incendio…

    Corsi a mia volta incontro a quelle maledette guardie trovandomi in un faccia a faccia mortale, subito una cercò di affettarmi, ma schivai facilmente il colpo e contrattaccai infilandogli uno spiedo dentro la spalla; prima ancora che potesse anche solo pensare di urlare lo estrassi per poi infilzarlo nuovamente, ruotai dietro di lui e lo colpii con un calcio lasciandolo per terra. La guarda dietro di lui tentò un affondo a due mani ma gli intrappolai le braccia e gli conficcai lo spiedo dentro entrambe le mani, lasciandolo come ammanettato, lo colpii al collo tramortendolo prima ancora che potesse urlare dal dolore.
    Nel frattempo molte altre guardie mi avevano ignorato e superato, concentrandosi su Masuta. Io continuai la mia carica stendendo tutti i nemici che mi si paravano davanti, ma ad ogni colpo diventavo sempre meno efficace, divenivo più lento, mi spostavo con affanno e mi sentivo sempre più pesante. Mi consolai dicendomi “Beh almeno le abbiamo stese tutte”, tuttavia non era così perché nel corso della lotta, che perdurava da un paio di minuti, erano arrivati gli stramaledetti rinforzi, un’altra trentina di guardie avevano fatto irruzione nella stanza lasciandoci con le spalle al muro, letteralmente.

    E adesso che facciamo, Kazuo-san!? Sono… anf…troppi… temo che neppure il tuo taijutsu possa esserci toglierci da quest'impiccio… anf…

    Beh possiamo provare a chiedere per favore, no? Hey sacchi di patate, lasciateci andare oppure noi… anf… anf… oppure…

    Oppure cosa? Non riuscite neanche a parlare da quanto siete stanchi! Ahahaha! E’ già tanto se vi reggete in piedi!

    Anf… touchè… Confermò Masuta appoggiandosi sulle ginocchia, mentre io feci spalluce.

    Non finirà così, te lo puoi… anf… scordare Masuta!

    Catturateli! Sentenziò con fare serio quello che sembrava essere il loro superiore.

    Mentre uno di quegli idioti si avvicinò, saggiai con la mano la parete dietro di noi e la trovai piuttosto umida.

    Questo muro si affaccia sull’esterno… Bisbigliai.

    Vorresti dunque sfondarlo e scappare? E se invece dietro ci fosse solo una stanza con delle infiltrazioni d’umidità?! E' un maledetto azzardo...incomincio ad apprezzare il tuo modo d'agire. Rispose il mio compagno.

    Piantatela di confabulare e lasciatevi legare come due salami! Disse quella guardia venuta a catturarci.

    Gli offrii le mani con fare seccato, aspettando che cercasse di legarle. Quando ciò avvenne gli calpestai il piede e lo proiettai a terra. In un istante irrobustii tutti i muscoli del corpo e feci fluire il mio chakra per tutto l’organismo inebriandomi con esso, in alcuni punti la maglia bianca si lacerò e parte delle bende che ricoprivano gli avambracci si strapparono.
    Mi slanciai contro il muro facendo esplodere tutta la mia energia residua.

    TOKKEEEEEN!

    Al contatto con il mio corpo il muro si frantumò esplodendo verso l’esterno, io ero ormai in aria a circa un piano o due da terra e l’unica cosa che riuscì a fare fu l’urlare: SALTAAAAA!

    TI SONO UN PASSO AVANTI, KAZUOOOOO!Urlò di rimando lui dietro di me.

    Ritrassi leggermente le gambe preparandomi all’impatto col terreno e rotolai attutendo la caduta, poco dopo anche Masuta atterrò.

    Hey Masuta, gli abbiamo dato di che raccontare al capo clan eh!? Ah-ah!

    Di certo un metodo di fuga anticonvenzionale.

    Scappammo via a gambe levate sotto lo sguardo attonito delle guardie e ci lasciammo alle spalle quello spiacevole intrattenimento, uscimmo dal quartiere Shimazu e tornammo alla residenza Takeda. Lungo la strada ci eravamo detti che una volta arrivati avremmo cercato Mizumo e preteso delle spiegazioni.
    Quando arrivammo vidi Mizumo seduto sugli scalini della residenza, la testa fra le mani e gli occhi rossi dalle lacrime.

    Allora, Mizumo, vuoi dirci che diavolo hai combinato? Chiese Masuta.

    Giuro... Non sono stato io... non ho ucciso io quelle persone... Ero venuto per aiutarvi, ma due tizi mi hanno seguito e hanno attaccato sia me che le guardie Shimazu… Sono riuscito a ferire il braccio di uno dei due, ma sono scappati… Vi prego, credetemi! Rispose lui.

    Scambiai un’intensa occhiata con Masuta, ci fu il tempo di fare solo quello dato che poco dopo uscì frettolosamente dalla porta il capo Clan.

    Che stesse parlando di qualcuno del clan Shingen? Mi rifiuto categoricamente di accettare che siano coinvolti!

    Oh mio Dio Mizumo, ragazzi, cos’è successo? Chiese preoccupato il vecchio.

    Ascolti, è una situazione com- Venni interrotto dal conficcarsi di una freccia sul portone della casa, istintivamente tutti quanti abbassammo il capo temendo di venir colpiti.
    Mi guardai intorno spaesato in cerca di quel maledetto che aveva scoccato la freccia, ma non ve n’era traccia. Al contrario, un rotolo di carta era conficcato nella punta dell’arma.

    Un messaggio!

    Masuta si avvicinò alla porta e dopo aver estratto la freccia dal portone lesse il contenuto del rotolo.

    Per l'oltraggio da voi commesso la guerra civile sarà immediata! Non ci interessa più la spada Nihonto, spazzerò via il vostro misero clan una volta per tutte!
    Karashi Shimazu


    Oh no… esclamò esasperato Mizumo prima di fuggire via, dentro il bosco.

    Mizumo! Mizumo! Fermati! Urlò Kanzaki. Dannazione è andato! Ragazzi, conto su di voi per riportarlo sano e salvo a casa! Pregò il vecchio con un’aria smarrita ed uno sguardo affranto.

    Non risposi lasciando a Masuta le formalità e mi diressi al limitare del bosco.

    Non si disperi, lo riporteremo indietro noi..

    Perfetto, una dannata foresta! Cavolo non ne sta andando uno giusta!!!

    Calmati Kazuo-san, vedrai che riusciremo a risolvere tutte queste spinose avversità! Ad ogni modo...non ti è sembrato strano? Disse Masuta dopo avermi raggiunto.

    Cosa? Che io non abbia già rotto le gambe a quel disgraziato di Mizumo?!

    Al diavolo Mizumo! Parlo della freccia e del suo messaggio: se io volessi sterminare un clan partirei con l’eliminarne il capo. Chiunque abbia scoccato quella freccia aveva probabilmente visuale libera sul vecchio Takeda, quindi perché non toglierlo di mezzo fin da subito?

    Non ne ho idea… e ora troviamo quell’idiota.



















    Link scheda: [1]




    Edited by † Insane † - 6/1/2015, 19:01
  2. .
    Richiedo proroga di 24h
  3. .
    Benvenuta :fiore:
  4. .




    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Mizumo
    Kanzaki
    Masuta; Altri; Guardia 2 (Ichimaru); Guardia 1



    Io e Masuta ci scambiammo un’occhiata prima che aprii i portoni dell’immensa residenza senza neppure bussare.
    Il vecchio Takeda ebbe un sussulto nel vederci entrare così bruscamente, ma parve tuttavia sollevato dalla nostra presenza.

    Signore… Non abbiamo trovato nulla. Ammisi.

    Purtroppo. Fece eco il mio compagno, di fianco a me.

    L’uomo sembrò aspettarsi un simile esito e la sua reazione fu abbastanza contenuta, ma non riuscì comunque a nascondere un certo tono di inquietudine.

    Dannazione.. Se nell'armeria del clan Shimazu non c'è allora l'unico luogo in cui potreste trovare la lancia sacra è proprio la residenza Shimazu. So che alle 19.00 ci sarà il cambio delle guardie… Avrete solo 30-40 secondi di tempo per entrare senza farvi notare… Poi dovrete trovare voi il modo di uscire illesi… Non fatevi nè vedere, nè dovete arrecare alcun danno alle guardie reali... o la guerra civile sarà più che certa…

    Capisco… si prospetta un lavoro piuttosto complicato. E poi… conoscendomi mi risulterà difficile non colpire nessuno!

    Annuii gravemente facendo capire di aver compreso pienamente le direttive.
    Poco dopo Kanzaki sembrò come essersi ricordato di qualcosa di importante e ci offrì la possibilità di fermarci da lui per la colazione ed il pranzo, nonché alloggio fino all’ora di tornare sul campo.
    condivisi dei brevi pareri con Masuta e finimmo con l’accettare l’offerta, che tuttavia aveva più l’aria di essere un ordine.

    Dopotutto non possiamo rischiare di farci vedere in giro, almeno per stavolta non mi toccherà stare rintanato in qualche topaia mal gestita. Pensai riferendomi alle innumerevoli locande e taverne che nel corso della mia vita da shinobi ebbi il piacere, si fa per dire, di visitare.

    Quello che dava l’impressione di essere un maggiordomo ci accompagnò in una stanza di modeste dimensioni dove avemmo la possibilità di rifocillarci a piacere. Al centro c’era un grosso tavolo dalle dimensioni quasi sferiche e allungato adornato con una tovaglia a motivi romboidali, tutt’intorno erano posizionate delle sedie dalla stoffa color cremisi. I muri erano tinteggiati con il medesimo colore del salotto piacevolmente ritoccato con alcuni motivi geometrici.
    Quando finimmo ci dirigemmo in camera “nostra”, ovvero una stanza abbondantemente grande per sole due persone, concessaci dal vecchio Takeda. Lì io e Masuta ci mettemmo comodi e passammo il resto della mattinata scambiandoci dei pareri su come si erano messe le cose e discutendo su alcune strategie utili per questa missione.
    Lasciai arco e faretra su un tavolo e mi sedetti su di una poltroncina giallognola.

    Ricapitolando: l’armeria degli Shimazu è “pulita” ed ora dobbiamo invece perlustrare il palazzo. Se quanto affermato dal capo clan Shimazu non sono solo minacce, mancano due giorni alla presunta guerra civile… Ti dirò, per me quel clan non ha combinato nulla, ti dico che c’è qualcun altro dietro a questi furti, altro che tutte quelle tue palle sul clan Shingen che, ti ricordo, è stato distrutto!
    E poi… ho ancora quella strana sensazione riguardo Mizumo…
    Ma forse sto facendo andare troppo la fantasia.

    Ti sei accanito fin da subito su Mizumo...mi chiedo se effettivamente tu possa avere ragione. Ad ogni modo non mi va di scartare del tutto la "pista Shingen"; dal mio punto di vista è uno scenario più che plausibile.

    Diverso tempo dopo ci informarono che il pranzo era pronto, così mi diressi, insieme a Masuta, nella stanza dove precedentemente avevamo consumato la colazione.
    Ci sedemmo e ingollai il cibo, ma senza mettere troppa roba dentro lo stomaco, dovevo rimanere agile negli spostamenti e rapido negli attacchi.

    Mh? Strano, ci siamo solo noi a tavola…

    Scusami, dov’è il signor Kanzaki? Chiesi ad un maggiordomo che stava in piedi davanti alla porta.

    Oh… al momento è occupato. Tagliò corto.

    Probabilmente si starà preparando in vista della possibile guerra… dobbiamo impedire che questa avvenga! E guardai Masuta, accorgendomi semplicemente dallo sguardo che condividevamo gli stessi pensieri a riguardo.
    Anche Mizumo sembra assente.

    Dopo aver finito rimasi lì seduto a compiacermi del pasto mentre Masuta tornò in camera, non capitava mai in missione di poter mangiare qualcosa di davvero buono.
    Quando mi alzai incontrai proprio Mizumo, il quale mi rivolse subito la parola, ma non prima di aver notato che con me non c’era Masuta.

    Da piccolo mi allenavo sempre con mio padre... Dato che non avete nulla da fare fino alle 19 che ne dite di allenarvi con me nel mio Dojo? Potrebbe servirmi nel caso scoppiasse veramente una guerra fra il mio clan e quello di Karashi...

    Un Dojo tutto per lui? Che fortuna!

    Ma certo! Vado a chiamare quello scansafatiche... tu aspettami qui...

    Il ragazzo annuì.

    Hey sacco di patate! Siamo stati invitati da Mizumo nel suo dojo! Non so te ma io mi sono rotto di stare chiuso qui dentro! Dissi all’indirizzo di Masuta dopo averlo raggiunto in camera.

    Perdonami Kazuo-san! Ero perso tra i miei pensieri...

    Quando, insieme al mio compagno, tornai da Mizumo, ci guidò per una serie di corridoi che finirono col portarci nel Dojo.
    Era uno stanzone ricoperto di tatami, le pareti erano composte da innumerevoli Shoji affiancati l’un l’altro. Dalla parte opposta alla nostra c’era una piccola armeria contenente varie armi da taglio.
    Entrammo e appena messo piede nel Doma Mizumo ed io ci togliemmo le rispettive calzature. Masuta sembrò dimenticarsene, ma quando ci vide farlo fece lo stesso.

    Il ragazzo prese tre katane di bambù e ce le porse, dicendoci che lo avremmo affrontato in un “uno contro uno” a testa, il primo fui io.

    Vediamo come se la cava… Fortunatamente ho preso qualche lezione da Anzai, non dovrei fare troppo schifo.

    Soppesai quel peso praticamente inesistente e mi misi in guardia con la sinistra, più o meno: avevo lasciato di proposito una grossa apertura sul mio fianco destro, volevo vedere come avrebbe agito il mio attuale avversario, che nel mentre si era già messo in posizione… una di quelle strane, impugnava la spada con la destra, ponendola piuttosto avanti rispetto al corpo mentre il braccio sinistro era disteso quasi parallelamente al terreno, la mano lasciata a mo’ di artiglio ma rilassata, pronta a serrarsi o ad aprirsi del tutto.
    Gli girai intorno valutando la situazione poco prima che Mizumo mi caricò vibrando un fendente, giustamente, sul mio fianco scoperto.
    Ebbi appena il tempo di vederlo arrivare che menai a mia volta un fendente discendete circolare verso quello nemico, così facendo deviai e parai il colpo e levando un secondo movimento parallelo al terreno e opposto a quello precedente colpii il ragazzo sul volto lasciandogli un violento sfogo purpureo sulla guancia. Sembrò sul punto di cadere ma riuscì a mantenere l’equilibrio indietreggiando di un paio di metri.
    Masuta mi guardò colpevolizzandomi, ma cercai di ignorarlo, sono cose che capitano!

    Tutto bene?

    Il ragazzo ammise che avrebbe preferito non prendere un colpo in faccia ma che sì, stava bene.

    Ed ecco che “questo” “problema” si ripresenta… devo decidermi a parlarne con Anzai…

    Lasciai l’arma in legno per terra e assistetti al “quasi combattimento” di Masuta, il quale più che altro muoveva le braccia a caso.
    Al termine degli scontri il ragazzo si congratulò con noi.

    Cavolo siete davvero forti, eheh.. Chissà se un giorno riuscirò a diventare forte come voi!

    Non dissi nulla, non avevo voglia di parlare. Mizumo ci informò che sarebbe andato in camera sua, ma che se noi avessimo avuto voglia avremmo potuto rimanere nel dojo; tuttavia anch’io seguii le orme del ragazzo e tornai nella camera messa a disposizione per me e Masuta.

    Sarà una lunga nottata, meglio farsi trovare risposati.

    Mi lasciai cadere sul materasso e mi addormentai poco dopo.







    Percepii Masuta scuotermi al fine di risvegliarmi, doveva essere arrivata l’ora.

    Mancano diversi minuti alle 19… Si limitò a dire.

    Annuii e mi equipaggiai di tutto punto prima di uscire dalla residenza Takeda. Ci recammo davanti all’entrata del quartiere del clan Shimazu ed entrammo favoriti dall’uso della trasformazione, nonché dal cambio di guardia di cui ci aveva parlato il vecchio.
    Feci cenno a Masuta di seguirmi. Lentamente e con prudenza ci avvicinammo al cancello fino a, quando la guardia che si trovava nei paraggi girò l’angolo, superarlo.

    Tra pochi secondi un’altra guardia verrà a prendere il suo posto, dobbiamo muoverci! Vedi quel tetto… emh…”blu” in lontananza? Probabilmente è il nostro obbiettivo… stranamente la volta scorsa non lo abbiamo notato. Dissi incerto, l’oscurità non mi permetteva di distinguere appieno i colori.

    Tenendo d’occhio lo scorcio visibile della residenza Shimazu camminammo per le vie del quartiere a tentoni per quasi un quarto d’ora prima di raggiungere un ultimo stradone che portava direttamente al castello. Lo seguimmo con lo sguardo e notammo che l’entrata era sorvegliata da due guardie, le quali si guardavano in giro con circospezione. Non sembravano avere l’intenzione di andarsene.
    Mi morsi il labbro, frustrato.

    Se solo potessi stenderli…

    Masuta sembrò come leggermi nel pensiero e prese in mano la situazione.

    Non crucciarti, Kazuo-san. Mi è venuta un’idea!

    A questo punto… vediamo un po’.

    Compose una serie di sigilli prima di toccare terra con i palmi.

    Kuchiyose no Jutsu!

    Una nuvoletta di fumo circondò una porzione di terreno, quando si diradò, una lucertola più grossa del normale era visibile ai piedi del mio compagno. Mi guardò incuriosita.

    Forse era meglio se andavo a prenderli a pugni…

    Questa lucertola troppo cresciuta dovrebbe renderci le cose più facili? Forse se la tirassi in faccia a quei due… o magari contro di te, che hai queste uscite del cavolo!

    L’animale parve capire le mie parole e contrasse il muso, come se volesse assumere un’aria minacciosa.

    Ora la schiaccio!

    In primo luogo è una salamandra! Secondariamente: niente di tutto ciò! Le spiegazioni a dopo; fidati di me!

    Come ti pare! Ringhiai.

    Il genin bisbigliò qualcosa all’indirizzo dell’animale, il quale rispose con voce stridula e squillante.

    PARLA?!

    La "salamandra" annuì a Masuta e si nascose dietro la sua schiena. Ci avvicinammo fino ad arrivare a pochi passi dalle guardie quando un suono acuto di una vetrata in frantumi riempì l’aria.

    Che cos’è stato?! Disse allarmata una guardia.

    Sembrava un vetro in frantumi! E proveniva dal lato destro della casa, che un ladro stia cercando di intrufolarsi!? Sceneggiò Masuta dissipando l’attenzione da noi.

    Dannazione! Ichimaru, andiamo a controllare! Presto!

    Sì! Assentì il compagno.

    Masuta mi guardò soddisfatto e senza perderci in futili chiacchiere entrammo dentro.
    Agii con rapidità e concentrazione tali che non badai minimamente all’arredo della casa, in parte mascherato dalla penombra.

    L’edificio è grande, dividiamoci! Bisbigliai.

    Prendo la destra!

    Come preferisci…

    Mi precipitai immediatamente nelle prime stanze in cui incappai, cercando per quanto possibile di controllare che non ci fosse nessuno, ma con le mie capacità non ebbi troppi problemi.
    Avevo appena finito di controllare l’ennesima stanza vuota che sentii un rumore provenire dai dintorni.

    Masuta… usa un passo più leggero, idiota! Beh, fin’ora non ho incontrato nessun ostacolo, spero che anche per lui sia andata così…

    Nel mentre aprii cautamente la porta di un’altra camera. Intravidi un letto illuminato mestamente dalla luce opaca della luna. Mi avvicinai, non c’era nessuno. Guardai sotto il letto, a vuoto, controllai negli armadi, a vuoto, cercai dentro alcuni vecchi bauli, ancora una volta a vuoto.

    Che situazione malagevole! Per non rischiare di lasciarmi sfuggire la lancia sto controllando ovunque, anche nelle stanze in cui è improbabile che ci sia! Ma d’altro canto se continuo così rischio di metterci tutta la notte! Senza contare che il jutsu della trasformazione si è esaurito già da diverso tempo, ma vabbè, posso sempre riattivarlo...

    Continuai a perlustrare in giro e ad ogni stanza perdevo sempre di più la speranza. Mi guardai in torno e constatai che queste erano decisamente troppe, ad ogni corridoio si infittivano come fili d’erba in un prato e controllarle tutte sarebbe stato impossibile, persino usando i kagebunshin avrei alleggerito di poco il lavoro.
    Uscii da un’altra ricerca fallita e mi imbattei in un Masuta sconsolato, come me del resto. Lo vidi che si stava avviando verso un’altra stanza e attirai la sua attenzione sibilando il suo nome.

    Anche tu non hai trovato niente? Dissi sottovoce.

    Già, vedo che anche a te non è andata meglio. Disse replicando il mio tono.

    Feci spallucce. Non abbiamo scelta, siamo obbligati a continuare a cerca- Hai sentito!? Mi interruppi e tesi l’orecchio.

    Più o meno… cos’è stato!?

    Sembrava il tonfo emesso da qualcosa che cade su qualcosa di soffice… tipo un tappeto…

    Non mi dire...la casa ne è piena…

    Esatto! Andiamo a controllare!

    Provammo a ricollocare il suono ad una posizione, seguimmo un lungo corridoio, attraversammo piccoli e grandi salotti, di nuovo corridoi.
    Poco dopo si sentì un altro tonfo, più tardi un altro ancora. I suoni apparivano chiari e facilmente distinguibili, eravamo vicini.
    Aprimmo una porta scorrevole e ci ritrovammo faccia a faccia con uno spadaccino mascherato. Appena ci vide spalancò gli occhi, appena visibili mascherati da una bandana, e sbiancò.

    Qualcuno sembra averci preceduto, Kazuo-san. Proferì con fare retorico.

    Quella postura di guardia… Mizumo, che ci fai qui!? Esclamai dopo averlo riconosciuto.

    Notai solo dopo i tre corpi esanimi di tre guardie, giacevano per terra immersi in una pozzanghera di sangue. Avevano un taglio ciascuno e data la lama ancora insanguinata di Mizumo pareva ormai chiaro chi fosse il colpevole.

    Che i miei presentimenti fossero esatti? O forse sotto c’è qualcosa?! Non è da escludere che sia stato qualcun altro a fare tutto ciò, anche se preferirei finirla con gli intrighi, ho bisogno di un volto da prendere a schiaffi, e lo voglio ORA!


















    Link scheda: [1]




    Edited by † Insane † - 9/12/2014, 15:51
  5. .
    Richiedo proroga
  6. .




    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Mizumo
    Kanzaki Takeda
    Karashi Shimazu
    Masuta


    Mentre raggiungevamo il villaggio di Mizumo, il mio compagno chiese che rapporto ci fosse tra i clan Takeda e Shimazu.

    Il nostro villaggio è stato fondato secoli fa dopo l'unione di tre clan: il clan Takeda, il clan Shimazu e il clan Shingen. L'unica fonte di economia nel nostro paese è sempre stata la pesca e a causa di conflitti di interessi vent'anni fa è scoppiata una lite tra il capo del clan Shimazu e quello del clan Shingen finendo poi in una guerra civile. Il mio clan è restato in disparte fino a che la famiglia Shingen non è stata completamente annientata. Nonostante la mia famiglia abbia una grande potenza bellica, temiamo una nuova guerra con il clan Shimazu.. quindi cerchiamo di evitare ogni contatto con loro.. ecco: siamo arrivati al Villaggio Tashishi. Rispose Mizumo, indicando un punto imprecisato davanti a sé.

    Ci guidò per le stradine del villaggio fino a raggiungere un’imponente e stabile abitazione.

    Nonostante sembri abbastanza vecchia è ancora tirata a lustro, probabilmente sarà un edificio storico o la casa di qualche riccone.

    Questa è la residenza della mia famiglia. Io, mia madre e mio padre, il capoclan, viviamo qui.Rivelò il ragazzo.

    Più o meno c’ho azzeccato, ma… tutto questo spazio solo per tre persone? Per essere a rischio di una guerra civile sembrano passarsela abbastanza bene.

    Entrammo aprendo i possenti portoni ritrovandoci in una grossa stanza tinteggiata d’ocra, sui muri erano appesi una moltitudine di quadri mentre il pavimento, talmente pulito che potevamo specchiarci, era costituito da eleganti tasselli quadrati di marmo bianco, sui lati di destra e di sinistra sorgevano due rampe di scale, dalle quali scese un uomo piuttosto avanti con l’età. Era appoggiato con una mano sul corrimano, mentre con l’altra teneva ben salda quella che appariva come una mappa.

    Voi sareste i ninja inviati da Konoha, eh? Chiese mentre scendeva i gradini.

    Il volto era coperto da un’abbondante barba e baffi bianchi, il capo parzialmente stempiato sulla fronte possedeva anch’esso candidi capelli completati dalle folte sopracciglia anche loro segnate dall’età. Gli occhi verdi trasmettevano un’aria incupita all’uomo.

    Esattamente. Risposi chinando il busto.

    Io sono Kanzaki, capo del clan Takeda. Passando subito ai fatti: questa è la mappa del quartiere degli Shimazu. Disse mettendola in mostra. Voi dovrete controllare la zona est, dove depositano le proprie armi. La lancia Ama-no-Uzume era l'arma del mio trisavolo, Muguji Takeda, nonché uno dei tre fondatori di questo villaggio. Perdere in simile oggetto significherebbe cadere nel disonore più totale.

    Mi porse la mappa e mi accinsi ad afferrarla quando percepii l’eco di pesanti passi provenire da fuori, un istante dopo i portoni si spalancarono con un profondo stridio che riecheggiò per la sala. Rapido mi volsi e vidi un vecchio uomo a capo di due guardie. Aveva gli occhi colmi di rabbia ed un’espressione agghiacciante. Istintivamente piegai le gambe in modo impercettibile.

    Tu! Farabutto! Disse indicando con prepotenza il capoclan Takeda e rivolgendogli uno sguardo omicida.

    Ma che diavolo…?!

    Karashi? Come hai osato entrare in questo modo a casa mia? Ribatté Kanzaki urlando.

    Guardai preoccupato Masuta, come se in lui si celasse la soluzione al problema, ma fece spallucce scuotendo la testa.
    Mizumo ci raggiunse e ci allontanammo di diversi passi dai due litiganti.

    Mizumo, si può sapere chi è quel tizio? E cosa vuole da voi!?

    Lui è Karashi Shimazu, il capo del clan nemico. Non so perchè sia venuto qui…

    Clan nemico? Strano… non mi era parso di capire che fossero nemici… Guardai Masuta cercando di trasmettergli i miei dubbi.

    Nel frattempo si sentivano ancora quei due darsi addosso l’un l’altro. Urlavano talmente forte che il rimbombare delle loro voci mi dilaniava i timpani.

    Non fare il finto tonto.. So che il tuo clan ha rubato la spada Nihonto. Cosa intendi fare con un simile furto? Lo incalzò con tono accusatorio.

    Cosa? Io un ladro? Piuttosto so che tu hai rubato la sacra lancia del mio clan!

    La faccenda si complica, un doppio furto!

    I due continuarono imperterriti per qualche altro minuto, finché Karashi non decise di andarsene.

    Tre giorni! Hai tre giorni di tempo per ridarmi la spada Nihonto. Altrimenti preparati per una nuova guerra civile. Disse infine mentre se ne stava andando, senza voltarsi.

    Involontariamente il mio sguardo andò a posarsi su una di quelle guardie che stavano dietro a Karashi. Indossava un’armatura piuttosto leggera dal color blu scuro, sotto di essa portava una calzamaglia nera, in testa calzava un elmo, anch’esso blu, con delle piccola corna. Ai fianchi teneva riposta una wakizashi.
    Poi guardai Kanzaki… mi sembrò risentire parecchio di quelle parole, probabilmente avrebbe preferito non doverle udire. Sta di fatto che dopo si rivolse a noi con tono ancor più preoccupato, quasi accomodante.

    Qualcosa… qualcosa non quadra… o Karashi sta bluffando ed è solo un pretesto per attaccarci o c'è qualcuno dietro tutto questo che vuole farci annientare a vicenda.. Se è così allora dovete ritrovare sia la lancia che la spada sacra, dimostrando così l'innocenza del mio clan. Vi prego, avete tre giorni di tempo… Io adesso devo richiamare l'esercito e prepararmi peggiore dei casi…

    Non si preoccupi e faccia attenzione ai nemici, ma ancor di più agli… Mi zittii un momento. …Amici. Conclusi.

    Ci congedammo, ma non prima di aver ricevuto la benedetta mappa, e ritornammo di fuori a conoscenza delle direttive del capo dei Takeda:
    Intrufolarsi nel quartiere degli Shimazu, trovare la loro armeria ed ispezionarla. Tutto in una sola notte. Proprio un lavoraccio.
    Masuta ed io ci dirigemmo alla ricerca di un posto in cui attendere l’orario propizio, dopotutto mancavano diverse ore al tramonto. Trovammo una taverna, affittammo una stanza e ci accomodammo dentro. Non era nulla di che, aveva un bagno, un letto, una cucina con qualche piatto freddo nel frigo, un tavolo e quattro sedie.

    Perché ci sono così tante sedie se c’è un solo letto? Bah!

    Mi sedetti sul materasso lasciando i piedi a poggiare per terra, (per ovvi motivi di “equipaggiamento” eheh) questo cigolò sotto il mio peso. Masuta si accomodò invece su una sedia, davanti a me.
    Hey Kaminari, tu che ne pensi di tutto ciò?

    Per usare un eufemismo, Kazuo-san, la situazione è più complicata di quanto si potesse pronosticare. Dire cosa sia successo effettivamente al momento è impossibile, ancor di più azzardare un'ipotesi su chi possa essere il responsabile di ciò. Rispose lui.

    Ti dirò, ho forti dubbi riguardo Mizumo, non so perché ma non me la racconta giusta. Hai sentito anche tu no? Ha definito senza pensarci troppo, il clan Shimazu un “nemico”, nonostante a me pareva non lo fossero, correggimi se sbaglio… Inoltre il mio intuito mi dice che c’è lui dietro i furti, sia la spada che la lancia!

    Il tuo intuito potrebbe avere ragione, Kazuo-san. Definire così alla leggera il clan Shimazu “nemico” è davvero strano, ma non saltiamo a conclusioni affrettate ad analizziamo più attentamente la faccenda: Kanzaki è il capo clan degli Shimazu, coloro che furono gli artefici della fine degli Shingen. Da quello che mi è parso di capire i Takeda non sono intervenuti nella guerra tra i due clan, rimanendo in disparte; forse gli Shingen nutrono risentimento verso i Takeda perché nel momento del bisogno questi si sono tirati indietro e per questo motivo proprio loro potrebbero celarsi dietro ad entrambi i furti! Tutto per far scontrare tra loro i due clan rimasti. Questo ovviamente non è l'unico scenario verosimile, anche il tuo potrebbe rivelarsi veritiero...per ora limitiamoci a compiere questa ispezione all'interno del quartiere degli Shimazu e poi...si vedrà!

    Annuii pensieroso mentre ascoltavo le parole del mio compagno, mi destai dai miei dubbi solo quando sentii lo stomaco brontolare.

    Vabbè, ora mangiamo qualcosa, dobbiamo essere in forze per questa sera.

    Divorammo quella poca dispensa di cibo che era presente in cucina e, in qualche modo, ci dividemmo il letto che usammo per dormire fino al momento di entrare in azione.
    Quando finalmente potemmo avere il favore delle tenebre iniziammo la nostra missione.
    Avanzammo quatti quatti verso il quartiere designato, una volta davanti dovemmo escogitare qualcosa per agire indisturbati.

    Purtroppo siamo stati visti davanti al “nemico”, quindi non possiamo farci avanti così. Tuttavia anche noi abbiamo un grosso vantaggio, ora te lo mostro, sempre se tu non ci sia già arrivato.

    Detto ciò posizionai le mani a formare il sigillo della tigre.

    Henge!

    Una nuvoletta di fumo mi coprì e quando, in pochi istanti, si diradò, il mio aspetto era modificato. Ora ero una riproduzione fedele delle guardie di Karashi, le quali lo avevano scortato dentro la casa del clan Takeda e non mi erano passate inosservate.

    Forza, trasformati e procediamo, la tecnica dura solo due ore.

    Ottima idea, Kazuo-san! Procedo.

    Dopo che anche il mio compagno eseguì la tecnica entrammo nel quartiere. Saranno state solo le nove, ma le strade erano comunque poco affollate, probabilmente si temeva un possibile attacco da parte del clan a loro avverso.

    Dobbiamo trovare l’armeria. Hai idea di dove possa trovarsi? Bisbigliai.

    Di certo non dove ci troviamo ora, non terrei mai un deposito d'armi così vicino all'uscita. Suppongo che sia all'interno del quartiere, probabilmente verso il centro...in un edificio sorvegliato. Feci un cenno col capo in segno d'assenso e mi affidai al mio compagno.

    Ci immergemmo nelle viscere del quartiere cercando, per quanto possibile, di dedicarci alla ricerca senza dare troppo nell'occhio. Dopo tutto per due guardie Shimazu sarebbe strano non conoscere le proprie vie e strade. La nostra attività di perlustrazione si rivelò piuttosto lunga rischiosa, più volte incontrammo "colleghi" in giro a perlustrare, una di queste guardie si fermò anche a scambiare due parole con noi, ma bene o male riuscimmo a non farla insospettire.
    Dopo un'ora abbondante di vagabondare trovammo finalmente l'armeria, sgombera da qualsiasi guardia. Ci avvicinammo rapidamente, consapevoli del tempo già trascorso fuori nelle strade, e notammo che era bloccata con un lucchetto.

    Che seccatura... Kaminari, lascia fare a me. Dissi sbuffando e facendomi ancora più vicino alla porta.

    Fortuna che ho esperienza con questo genere di cose...

    Ammira "Fulmine rosso"... Mi chinai esaminando la serratura del lucchetto. Si direbbe un modello vecchio stile, per fortuna ho qui con me tutto l'occorrente per aprirlo... Dissi pieno di me.

    Mi rialzai e mi allontanai di uno o due passi. Yaaay! Con calcio circolare feci saltare via il lucchetto, che volò per un paio di metri prima di toccare terra emettendo un acuto clangore metallico.

    Masuta mi guardò in parte contrariato, in parte incuriosito. Sembrò anche sul punto di rivolgermi la parola, ma mi volsi ed entrai, successivamente seguito dal mio compagno.
    Ci ritrovammo dentro una grossa stanza grigia illuminata da una lanterna ad olio, per terra c’era della paglia e tutt’intorno al perimetro erano disposte armature e armi. Incominciammo la ricerca, nel frattempo la tecnica della trasformazione si era sciolta.

    Anche se non capisco per quale motivo uno debba nascondere una sacra lancia in un’armeria qualunque…

    Cercammo dentro i bauli, che contenevano da armi a pezzi di armatura; scavammo dentro con la mano spostando tutto ciò che non dava l’idea di essere il nostro obiettivo passando da un baule all’altro, da una cesta all’altra, da un deposito all’altro, ma senza successo. Trovammo anche una piccola stanza segreta, scavata sotto il terreno, ma conteneva solo polvere e cianfrusaglie di altre epoche.

    Kaminari, saranno ore che cerchiamo invano… che si fa? Lo interpellai.

    Le alternative sono poche, continuiamo a cercare! Disse speranzoso.

    E così facemmo, fino a che da sotto la porta notammo della luce, probabilmente naturale, oltre che delle voci provenienti dai dintorni. Questi fattori ci spinsero ad abbandonare la ricerca. Senza contare la stanchezza e la demotivazione derivata dai risultati inconcludenti.

    Kaminari…

    Sì! Capì al volo lui.

    Henge!

    Henge!

    Coperti dal nostro aspetto fittizio abbandonammo senza intoppi il quartiere e ritornammo sconsolati davanti all’abitazione del clan Takeda, ma non prima di aver annullato la trasformazione.













    Link scheda: [1]






    Io e Bou abbiamo notato che il cognome di Karashi è "Shingen" nonostante quel clan sia stato distrutto durante la guerra civile... Inoltre minaccia di scatenare un'altra guerra contro il clan Takeda, ma se gli Shingen sono stati sconfitti ci risulta impensabile che abbiano una forza militare capace di sopportare un'altra guerra. Alla luce di ciò abbiamo pensato che, magari, avessi confuso i cognomi, quindi abbiamo messo "Shimazu"



    Sono un fesso e ho sbagliato ad aggiornare la scheda (per diverse volte di fila :facepalm: ), dato che ho fatto degli acquisti coi famosi 300 ryo della missione (ho comprato 8 kunai), e dato che non me li hai ancora messi in scheda, posso approfittarne per chiederti di mettere anche 4 uchiha shuriken? Mi sono, appunto, dimenticato di aggiungerli nell' aggiornamento scheda. Ti lascio anche il link del post in armeria così puoi verificare le date e quant'altro. Scusa per il disturbo :snif:

    Link armeria: [2]
  7. .
    Richiedo proroga di 24h (anche se hai detto di non essere troppo fiscale mi sento comunque più sicuro se avviso della mia necessità di una proroga).
  8. .




    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Anzai
    Hokage
    Masuta
    Mizumo


    Era una splendida giornata. Il sole brillava nel cielo terso dal color azzurro acceso, la poca umidità impediva di soffrire troppo il caldo altrimenti provocato dai raggi del sole ed una leggera brezza rendeva il tutto più piacevole.
    Mi stavo allenando con l’arco nel giardino interno di casa mia, o meglio, di Anzai. Per la precisione ero nello stesso punto dove si era rotto il vaso durante l’allenamento per apprendere il soru, il quale tra l’altro è stato sostituito con uno specchio nella medesima posizione. Parliamoci chiaro, questo “specchio” non è un comune oggetto, bensì si tratta di un pezzo praticamente irriproducibile, in quanto realizzato con l’argento delle miniere di un villaggio ninja ormai scomparso. Inutile dire che gli è costato una fortuna.
    Incoccai una freccia e tesi la corda, mi concentrai esclusivamente sul bersaglio e lasciai andare la freccia che volò via con uno schiocco secco. In quel momento mio zio Anzai sbucò dal nulla con un sorriso a dir poco preoccupante.

    HEY KAZUO GUARDA LA MIA NUOVA TECNICA!!! Urlò gettandosi in avanti.

    ATTENTO IDIOTA!

    Eh? Perché mai dov- Apparentemente ignorava che avessi appena scoccato una freccia, infatti questa ci mise pochi istanti a raggiungerlo penetrandogli il cranio.

    No non è vero. Raggiunse sì il capo ma anziché perforarlo venne deviata, misteriosamente, verso l’entrata e scomparve dietro la porta. In un attimo il volto di Anzai assunse un’espressione di terrore puro, simile a quella dell’urlo di munch. Infatti se i suoi occhi avessero potuto parlare, avrebbero detto “NOOOOOUUUUUU!”
    Niente da fare, ancora una volta da dentro l’abitazione si sentì il suono di una vetrata in frantumi e sia io che Anzai sapevamo cos’era appena successo. Alcuni pezzi di vetro schizzarono fino alla soglia della porta, altri invece caddero sul pavimento della casa con un fastidioso suono di attrito tra il vetro e le pavimenta. Ecco che la storia si ripeteva.
    Mi diedi un colpo col palmo della mano sulla fronte, basito.

    E ora mi toccherà sorbirmi “l’Anzai depresso”? E che diamine…! E poi come cavolo ha fatto la sua testa a deviare una freccia scoccata alla massima potenza!?

    Mio zio cadde in ginocchio sull’erba. Il volto guardava in alto illuminato dal sole mentre una lacrima scese lentamente lungo lo zigomo destro. Un’impossibile espressione angelica era indelebile sul suo viso. Poi, il nulla. Chiuse gli occhi e svenne a terra. Che il suo spirito non fosse pronto a tale situazione? Probabile.
    Ebbi come l’impressione di vedere la sua anima uscirgli dal corpo e librarsi in aria.

    Ah. La presa bene.

    Mi persi in alcuni dei miei pensieri finché non avvertii una presenza estranea comparire vicino all’ingresso dell’abitazione. Rientrai in casa facendo attenzione a non calpestare i pezzi di vetro e mi avvicinai alla porta d’ingresso. L’aprii porta ma non vidi nessuno, anche i miei sensi non percepivano più alcuna presenza.

    Strano, ero sicuro di… e questa cos’è?

    Notai per terra una lettera che raccolsi per poterla leggere.

    …Bla bla bla…convocato seduta stante alla magione dell’hokage! Meglio non farlo aspettare! Ehehe!

    Indossai al volo i miei sandali lasciandomi alle spalle la mia dimora, ad Anzai ci avrei pensato più tardi, ora avevo di meglio da fare. Dirigendomi a passo svelto verso la magione zigzagavo tra le persone che quel giorno abbondavano in strada.
    Arrivai dopo un paio di minuti e bussai. Una voce proveniente da dentro disse di entrare e così feci.
    All’interno trovai ad attendermi, ovviamente, l’hokage. Era seduto dietro la sua scrivania, sopra la quale v’era appoggiato il copricapo del villaggio della foglia.
    I suoi occhi neri si soffermarono brevemente su di me per poi spostarsi alla mia sinistra.

    Hm?

    Qualcun altro era appena entrato nella stanza. Masuta.
    I voluminosi capelli rossi parevano fulmini cremisi per quanto erano scompigliati, l’abbigliamento era l’opposto del mio, indossava parecchi capi perlopiù neri mentre ai piedi calzava dei sandali simili ai miei.
    Silenziosamente omaggiò l’hokage chinando il capo e mi rivolse un sorriso, di tutta risposta sollevai gli occhi al cielo.
    Finalmente il kage prese parola spezzando quella suspence che si stava via via creando nella stanza.

    Buongiorno ragazzi: il Clan Takeda del paese dell'acqua ha richiesto l'aiuto di Konoha per recuperare un antico cimelio rubato pochi giorni fa.

    Furto eh? Odio questo genere di missioni.

    Dovrebbe essere un…

    No… Non dirlo…

    Lavoro semplice per…

    No no… lo sta per dire…!

    Due genin.

    L’ha detto! Ora per forza succederà qualcosa che complicherà la missione!

    Feci una smorfia che Masuta sembrò riuscire ad interpretare e rise sotto i baffi.
    Successivamente l’hokage ci consegnò una mappa e una sacca contenente i soldi per prepararci alla missione.

    Dovrete incontrarvi con Mizumo Takeda, il figlio del capoclan fra 1 giorno, alle 12.00. Il luogo dell'incontro sarà il Ponte Naruto, nella sponda della nostra nazione.

    Il ponte Naruto, eh? Capisco…

    Ci congedammo dal capo villaggio e scambiammo quattro chiacchiere mentre uscivamo dalla magione. In quel momento non indossavo neanche il porta kunai, quindi più tardi sarei senz’altro passato da casa per prenderlo.

    Masuta… ci rincontriamo…

    Si vede fosse destino, Kazuo-san.

    Tipico di voi deboli credere in qualcosa di tanto assurdo come il destino!

    Vero, da un certo punto di vista è assurdo come concetto ma diverse esperienze nella mia breve vita mi hanno portato a crederci.

    Ed io, per lo stesso motivo, non ci credo. Se davvero credessi al destino, la mia intera vita perderebbe senso e smetterei di allenarmi.

    E' bello avere a che fare con qualcuno che la pensa diversamente!

    Frase mai detta da nessuno nella storia, Kaminari. Che cosa ci sarebbe di così tanto bello?

    Il fatto che io agisca in un modo e tu in un altro ci completa, non trovi?

    Intendi forse che gli opposti si attraggono?

    Diciamo pure di sì.

    Feci spallucce.

    Comunque, prima di partire dovrei tornare a casa a prendere il mio equipaggiamento!

    Va pure, io ti aspetterò alle porte del villaggio.

    Tornato a casa trovai Anzai ancora disteso a terra, lo ignorai e di fretta e furia legai il portakunai alla vita, posizionai l’arco e faretra dietro la schiena ed uscii nuovamente, stavolta mi sarei recato in armeria. Una volta lì acquistai abbastanza kunai da riempire la tasca (otto kunai) spendendo 160 dei 300 ryo forniti dall’hokage.
    Mi diressi alla porta del villaggio e vi trovai Masuta appoggiato al muro che mi aspettava. Gli feci i pollici all’insù.

    Let’s go!

    Annuii accompagnando il gesto con una risata gutturale e ci mettemmo in viaggio, erano le primissime ore pomeridiane.

    Hey, lo sapevi che riguardo al ponte Naruto corre una vecchia nonché famosa storia? Si dice che lì un grande shinobi della Foglia abbia sconfitto quello che veniva chiamato "Il Demone della Nebbia di Sangue", un pericolosissimo ninja di Kiri, e per questo motivo il ponte sia stato intitolato a lui…

    … Il ponte di per sé consiste in una lunga striscia di cemento lunga diverse centinaia di metri e larga una decina, sorretta da molte colonne sempre in cemento poggiate sul fondale marino e lì ancorate. Agli estremi del ponte vi sono due pesanti cancelli. Però magari questa parte noiosa me la tengo per me, eheh!

    Mi è stato raccontato qualcosa in merito, anche se non così dettagliatamente. Se non sbaglio quello stesso Naruto è stato poi Hokage di Konoha.

    Già...nonostante vi fossero candidati ben più meritevoli!

    Ad esempio?

    Beh... una volta ho letto un libro che riguardava le tecniche più pericolose al mondo e... vennero citate le "otto porte"; non so se tu sappia già cosa siano, in ogni caso non sto qui a spiegartelo, ti basta sapere che l'ultima "porta" toglie la vita all'utilizzatore, eppure c'è stato uno shinobi in grado di sopravvivere all'apertura di questo cancello proibito, per così dire... Se non mi sbaglio questo ninja ha vissuto nello stesso periodo di quel Naruto. Mi pare che nel libro ci si riferiva a lui come... "La bestia verde di Konoha" o qualcosa del genere!

    Poco dopo sprofondammo nelle foreste di konoha, attraversammo per mezza giornata una moltitudine di boschi e di alberi, corremmo sotto il canto di diverse specie volatili e terrestri prima di intravedere il primo scorcio della nostra meta, ma non eravamo comunque che a metà strada circa. L’ambiente circostante non era cambiato più di tanto, la presenza di un’imminente fonte d’acqua aveva giusto aumentato il numero di piante e animali, senza modificare troppo il panorama a cui io e Masuta eravamo abituati.

    Kaminari, il sole sta tramontando. Propongo di accamparci qui.

    Ottima idea, Kazuo-san.

    Ci sistemammo alla buona in una piccola radura e ci coordinammo per i turni di guardia.
    L’indomani ci rimettemmo in viaggio e raggiungemmo l’estremità del ponte Naruto verso mezzogiorno.

    Dovremmo essere in orario…

    Ci avvicinammo ulteriormente e scoprimmo di non essere soli. Un ragazzo dai capelli bianchi che coprivano l’occhio sinistro si avvicinò a noi. L’occhio visibile era rosso, indossava una maglia smanicata bianca, dei pantaloni neri tenuti da una vistosa cintura color mattone, gli avambracci erano coperti da due grosse fasce bianche a triangoli neri. I calzari erano anch’essi neri.

    Finalmente siete arrivati. Il mio nome è Mizumo.

    Piacere, io sono Kazuo, autoproclamato genin più affidabile di Konoha.

    Io invece sono Kaminari no Masutā, molto piacere. Disse il mio compagno trattenendosi a malapena dal ridere in faccia al suo interlocutore.

    Fatte le presentazioni iniziammo ad attraversare il lungo ponte.

    Tre giorni fa dalla residenza di famiglia è stata rubata la lancia Ama-no-Uzume, la sacra arma che custodiamo di generazione in generazione. Sospettiamo che l'abbiano rubata i membri del Clan Shimazu.. Tuttavia non possiamo investigare direttamente o rischieremmo di creare una guerra fra famiglie.. Per questo motivo abbiamo chiesto un aiuto esterno…

    Mh… capisco ma… Questo ponte è dannatamente lungo! Un conto è leggere i suoi dati su un libro, un altro è provarli sulla propria pelle!

    Ci impiegammo un quarto d’ora abbondante prima di arrivare dall’altro lato del ponte. Una volta lì eravamo ufficialmente fuori dal paese del fuoco e Mizumo ci guidò fino al suo villaggio.
    Le case erano per la maggior parte basse ed in legno con i tetti spioventi, le costruzioni che potevano vantare un po’ di altezza erano ben poche. Il posto era diviso in due da un corso d’acqua (incanalato lì per mezzo di lavori dell’uomo) che scorreva quieto con diversi piccoli ponti per attraversarlo. Tutt’intorno la vegetazione cresceva fitta nonostante il cielo fosse nuvoloso.

    Ohi, Mizumo-kun! Potresti raccontarci che rapporto esiste tutt'oggi tra il clan Takeda ed il clan Shimazu? Chiese furbamente Masuta.













    Link scheda: [1]


  9. .
    Per colpa di Bouranchi richiediamo una proroga di 24h :nunu:
  10. .
    Benvenuto :fiore:
  11. .
    Benvenuta :fiore:
  12. .
    La figlia di ChoJI... :mog:
  13. .
    :beer: :beer:
  14. .




    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Masuta
    Anzai
    Jonin



    Un calcio, una ginocchiata e alla fine una spallata. Mashu subì inesorabilmente tutti i miei colpi e finì con l’essere atterrato pesantemente. Più per spirito di sopravvivenza che per voglia di vincere si rialzò, ma ne ricavò solo altre ferite: tre proiettili infuocati con un egual numero di spiedi si conficcarono nelle sue carni… non un urlo, non un gemito… cadde in ginocchio fissando gli spalti, i suoi occhi si chiusero ed anche il busto crollò a terra con un tonfo secco. Aveva perso.
    Il jonin di prima si avvicinò al centro dell’arena per annunciare il termine dello scontro.

    Lo scontro è vinto da Kazuo Nakamura e Kaminari No Masuta!

    La folla si unì in un applauso generale che riecheggiò a lungo nell’arena. Ma io non ero altrettanto contento, per un motivo o per un altro il mio avversario non aveva combattuto con l’intenzione di vincere, se cominci qualcosa pensando già di non riuscire a portarla a termine allora non ci riuscirai mai.

    Perché hai perso? Ci hai davvero sottovalutati o è successo qualcosa che ignoro?

    Chinai il capo mordendomi il labbro, una lacrima mi rigò il volto… i pugni erano serrati a tal punto da sanguinare. La gamba sinistra del mio pantalone era intrisa di sangue laddove il ginocchio aveva rotto il naso di Mashu.
    Ritornai alla mia posizione di partenza dove ricollocai i pesi d’allenamento dentro gli scaldamuscoli, erano leggeri… sorrisi tristemente, poi volsi lo sguardo a Masuta ma gli diedi immediatamente le spalle prima che potesse provare a leggere la mia espressione. Forse avrei dovuto parlargli dei miei dubbi sul nostro prevalere ma anche lui mi era sembrato perplesso. Poco dopo la mia attenzione venne attirata da una ragazza che scavalcò la recinzione per avvicinarsi a Mashu. Indossava degli abiti bianchi e azzurri, i capelli castani mossi, gli occhi del medesimo colore dei capelli, le guance solcate da lacrime cristalline.
    Portò delicatamente il braccio di Mashu intorno al suo collo e lo trasportò via con un'espressione indecifrabile.

    E quella chi era? Bah che m'importa! Se non hanno fatto nulla per fermarla significa che è tutto ok!

    Portai lo sguardo al cielo e sbuffai rattristato, con un inchino salutai gli spettatori ed il jonin e abbandonai l’arena, appena fuori mi trovai davanti Anzai.

    Hai vinto… Bravo!

    Chiamala vittoria… ho combattuto contro qualcuno senza alcun intento omicida!

    Ehehe! L’ho notato… ma non disperare, sono sicuro che prima o poi vorrà avere una rivincita!

    Guardai per terra.

    Speriamo…

    Qualcuno mi diede una pacca sulla spalla.

    Su con la vita, Kazuo-san, abbiamo vinto, no?

    Pft! Kaminari, per te è facile dirlo, sei rimasto dietro di me a guardare per tutto il tempo!

    Mi stava per rispondere quando Anzai disse la sua.

    Oh? Ma guarda un po’ chi ho davanti… il piccolo Masuta-chan, come sta Sōshi-sha? AHAHAH!

    Sōshi-sha? Che nome del cazzo!

    Mi perdoni, ma lei chi sarebbe? Come fa a conoscere mio padre?

    Ah ah! E’ una lunga storia, fattela raccontare da lui… digli solo che hai incontrato “L’uomo più veloce e più forte di te” ; lui capirà! AHAHAH!

    Ci conti, mi ha davvero incuriosito.

    E invece che mi dici di... Ammiccò vistosamente. Tua madre, Jotei?

    *Coff Coff* Kaminari, lui è mio Zio Anzai.

    Capisco! Ad ogni modo, Kazuo-san, non ho potuto fare a meno di notare la tua spiccata abilità nel taijutsu; permettimi dunque di mostrarti questa.

    Estrasse per la prima volta una wakizashi. Durante lo scontro ero troppo preso dalle mie emozioni per fermarmi a riflettere sullo stile di combattimento di Masuta; dato che non mi aveva dato appoggio diretto durante il corpo a corpo significava che quello non era il suo campo, allora perché possedeva una wakizashi?
    Me la porse e ne analizzai il peso... e diavolo, ormai per me non c'era quasi più distinzione tra leggero e pesante.

    E' veramente così leggera o sono io che ho perso la sensibilità del peso? Sento a malapena di averla in mano. Se venissi disarmato neanche mi accorgerei della differenza!

    Consideralo un regalo, per festeggiare la vittoria di oggi. Sono certo che ne farai buon uso.

    Sorrisi.

    Eh, in effetti mi farebbe comodo… Accetto volentieri il tuo regalo!

    Rinfoderò l’arma, slacciò l’imbracatura e mi porse il tutto. Afferrai il malloppo e accennai un inchino col capo per poi assicurare il fodero dell’arma alla vita.

    E' arrivato per me il momento di tornare a casa, Kazuo-san! Spero in futuro di fare ancora coppia con te.

    Mh, anch’io… sei una spalla affidabile! Ma vedi di diventare più forte!

    E' esattamente quello che ho intenzione di fare. E' stato un piacere!

    Lo salutai con un gesto del capo e scrutai la sua sagoma allontanarsi in fondo alla strada. Per un brevissimo lasso di tempo mi dimenticai di ogni mia angoscia ma quella sensazione di benessere non tardò a sparire. Sbuffai.
    Anzai mi accarezzò i capelli sorridendo.

    Dai non pensarci! Che ne dici se andiamo ad allenarci un po’ insieme?

    Quell’uomo era un fetente ma quando c’era qualcosa che non andava era sempre il primo che si offriva di aiutarmi, dopotutto ormai era l’unica famiglia che avevo ed anche per lui era lo stesso. Sorrisi e toccai con la mano l'elsa dell'arma.

    D’accordo! Perché non mi alleni nell'uso della wakizashi?

    Ahah, come vuoi!

    Ci dirigemmo finalmente a casa lasciandoci alle spalle il campo d’allenamento ma sapevo che avrei avuto nuovamente modo di confrontarmi con Mashu, prima o poi...

    Durante la sua permanenza in ospedale avrà modo di risolvere i suoi conflitti interiori... gli conviene!











    Se possibile, io e Bou avremmo piacere ad effettuare questo "scambio", L te ne avevo parlato in chat quindi spero sia possibile xD




    Link scheda: [1]


  15. .
    Benvenuta :fiore:
69 replies since 27/7/2014
.
Top