Missione Iwa: Il salvataggio

Flashback

Ehi Eikichi...e questo qui lo lasci qua? - Soya indicò il cadavere del giovane iwano riverso nel suo stesso sangue.
Pensavo di lasciarlo agli animali, nessuno verrà certo a cercarlo qua.
Però pensaci, quando fuggirai da Iwa cosa penseranno le autorità? Vista la natura della misisone che gli era stata affidata potrebbero sospettare che Ame sia in qualche modo coinvolta.
Soya sembrava avere qualcosa in mente a cui io non avevo pensato, quindi mi grattai un attimo la testa e gli feci segno di parlare.
Porta il cadavere con te, in un rotolo. Quando fuggirai potrai inscenare la sua morte e nessuno penserà alla Pioggia come responsabile dell'accaduto.
La cosa aveva un suo perchè, anche se sembrava rischioso portarsi dietro un cadavere in un rotolo.
E se mi scoprono cosa succede? Bhe...se mi scoprono un cadavere in più non sarà certo il mio più grande problema.
Sai che la tua idea mi piace! Farò così.

Certo non potevi arrivare ad Iwa in un momento peggiore!
Guardavo distrattamente le strade del Villaggio della Roccia seduto sul bordo della finestra della mia camera (o sarebbe meglio dire della camera di Jugo) e non potevo che pensare alla serie di coincidenze che si stavano verificando. Arrivato ad Ame da pochi mesi assumendo l'identità di un ninja specializzato in infiltrazioni mi ero ritrovato mio malgrado coinvolto in una vera infiltrazione, per giunta in in Villaggio Principale. Come se non bastasse poi ero arrivato proprio mentre Iwa stava gestendo una misteriosa quanto potenzialmente pericolosa epidemia. Già al mio arrivo le cose erano andate diversamente da quanto mi fossi aspettato. Vista l'emergenza il mio rapporto sulla situazione ad Amegakure era stato rimandato di alcuni giorni, che avevo sfruttato per prepararmi al meglio nella stesura del rapporto.
Jugo doveva presentare un resoconto sulle difese del Villaggio della Pioggia e sulla sua situazione interna. Non ho voglia di rivelare informazioni sensibili...potrei sottostimare le difese del Villaggio, ma se poi si facessero la malsana idea che Ame sia un Villaggio facile da ghermire?
Alla fine ero giunto alla conclusione che era meglio non essere troppo parsimoniosi con le informazioni. Avrei dato una stima verosimile della consistenza numerica delle forze del villaggio, ma avrei mentito sulla loro disposizione sul campo e sulla riorganizzazione a cui Ame stava andando incontro. Non potevo fare di più per rendere il Villaggio poco appetibile all'avidità dello Tsuchikage.
*Tok Tok*
Doveva trattarsi di Kurotsuchi *Le informazioni sulla mia identità ed in generale quelle significative le ho ottenute dagli interrogatori del post di infiltrazione.
Avanti!
La ragazza altri non era che la talentuosa sorella maggiore di Jugo, che la natura aveva dotato della singolare capacità di creare e manipolare la lava, al contrario del fratello che invece era un normalissimo ninja senza particolari talenti. Jugo provava un profondo senso di inadeguatezza a causa della bravura della sorella, Jonin della Roccia, e dentro di sè covava una profonda invidia nei confronti della stessa ed in passato avevano avuto anche dei contrasti. Questi però erano passato in secondo piano dopo gli avvenimenti di due anni prima, ciò nonostante i sentimenti non erano del tutto cambiati, all'insaputa della ragazza.
Jugo, è da quando sei tornato che sei strano.
Tu credi!?
Tutto per colpa di quella dannata missione ad Ame, non è vero? Guardati...sei pure dimagrito rispetto a prima!
Posai la foto dei genitori di Jugo sul comodino poco distante.
Lo so...mi sono lasciato coinvolgere troppo e ho saltato un paio di pasti, scusa.
Devi pensare un po' anche a Sota, è anche tuo fratello...io non posso fare tutto da sola. Ha bisogno anche della tua vicinanza in un momento così delicato.
Il chiaro riferimento era alla prematura dipartita dei loro genitori, avvenuta due anni addietro per colpa di un grave incidente. La casa aveva preso fuoco ed i due per salvare il piccolo Sota erano rimasti indietro, finendo schiacciati dal crollo dell'abitazione. Da allora Jugo e Kurotsuchi avevano fatto il possibile per ricostruire un clima di serenità in cui il loro giovane fratellino potesse crescere, ma la cosa non era affatto semplice da conciliare con le loro vite da shinobi...necessarie per mantenere un tenore di vita sufficiente per tutti e tre.
Hai ragione, sorella. Il fatto è che ho questo dannato rapporto da scrivere...appena ho finito vengo giù con voi.
Sollevata da quelle parole Kurotsuchi cinse il braccio attorno alle mie spalle e dopo avermi tirato a sè mi scompigliò un po' i capelli con la mano libera, per poi poggiare la sua fronte contro la mia.
Mi sei mancato tanto, Jugo.
Quell'improvvisa intimità mi mise un po' in imbarazzo e rischiai quasi di arrossire, cercando di mantenere un certo contegno sorrisi di rimando alle sue attenzioni e ricambiai l'abbraccio.
Che seccatura, come se non avessi altro di meglio da fare che consolare uno stupido moccioso!
Quando la ragazza uscì dalla stanza rimasi solo nel silenzio più assoluto, rotto di tanto in tanto dai rumori provenienti dalla strada.
Che strana malattia...colpisce solo donne in un certo range di età, non ha senso...come fa ad essere così selettiva con i bersagli? E sopratutto...in genere le malattie approfittano di carenze del sistema immunitario, sarebbe quindi logico che ad essere più colpite fossero donne anziane...uhm.
Come risultato del proliferare di questa malattia, che per fortuna non aveva ancora causato vittime, in giro si vedevano molti più uomini che donne.
Mah...ci penserò dopo.
Accesi il pc e continuai ascrivere il rapporto a cui stavo lavorando, battendo distrattamente sui tasti mentre la calura primaverile cominciava a rendere spiacevole e pesante il clima della stanza...a quanto pare ad Iwa il vento non sapevano nemmeno cosa fosse, quindi in estate si muore dal caldo. Chiusi la finestra prima di soffocare e poi mandai tutto al diavolo, avevo praticamente finito e non mi restava altro che controllare di nuovo per evitare stupidi errori...erano le 10:30 ed era ora di scendere al piano inferiore, prima che la premurosa sorella venisse a prendermi per un orecchio. Era strano avere un fratello ed una sorella, io ero figlio unico e non sapevo cosa si provasse ad avere legami familiari intimi, quindi non sapevo bene dove mettere le mani...certo avevo un paio di cugini e cugine che vivevano a Kumo, ma non li avevo mai visti volentieri ed erano pure ninja un po' scarsi per cui mi ero sempre interessato poco a loro. Con estremo disagio ripensai alle parole di mio padre, dette l'ultima volta che lo avevo visto. Era passato quasi un anno da allora e forse si erano tramutate in realtà.
A quest'ora in effetti potrei non essere più l'unico figlio della famiglia Sato...
Ero stato lontano da casa per molto tempo, forse era arrivato il momento di fare visita al mio vecchio e chiudere un certo conto. Chiusi la porta della stanza da letto ed imboccai il corridoio su cui si affacciavano le stanze degli inquilini della casa: quella di Kurotsuchi era l'ultima in fondo, poi c'era la mia ed infine quella di Sota che si trovava proprio prima delle scale. L'intera struttura della casa era fatta di legno leggero ed elastico, di buona qualità nonostante non si trattasse di materiale pregiato. Al piano terra c'era un salotto ampio e luminoso con due divani posti ad angolo retto a delimitare una zona in cui sedersi a fare due chiacchiere, magari guardando il giardino ben curato dall'ampia vetrata che occupava gran parte della parete. Procedendo in senso orario poi si trovava una libreria ben rifornita, l'ingresso riparato da un pannello divisorio a soffietto, un cucina arredata da mobili componibili in legno (comprati in quella famosa catena di negozi tanto di moda a quei tempi) e un tavolino basso tradizionale su cui mangiare. A chiudere il cerchio un piccolo ma funzionale ripostiglio, i bagni invece si trovavano al piano superiore, sul corridoio opposto a quello su cui si affacciavano le camere da letto. Si notavano vari stili di arredamento, ma nonostante tutto si armonizzavano abbastanza bene e la cosa non dava affatto fastidio.
Deve esserci lo zampino della sorella, la camera di Jugo non è arredata affatto bene!
Sota se ne stava seduto sul divano intento a leggere i suoi fumetti mentre Kurotsuchi nel frattempo stava preparando qualcosa da mangiare in vista del pranzo.
Aiuta Sota a fare i compiti! E non dimenticarti che oggi pomeriggio lo devi accompagnare ai giardini pubblici...oggi è il tuo turno!
Ai giardini non può andarci da solo!?
Cazzo, no! Questo non lo dovevo dire, mi è scappato!
Lo sai benissimo che è troppo piccolo per andare da solo, ne abbiamo parlato un milione di volte! - sembrava decisamente incazzata e la stanza si era fatta improvvisamente calda - Oggi lo porterai ai giardini pubblici. Mi sono spiegata!?
Aveva cambiato totalmente espressione rispetto a prima ed ora sembrava un vulcano pronto ad eruttare da un momento all'altro. Sulla stanza era sceso un silenzio carico di tensione e che non ammetteva repliche, l'unico a non accorgersi di niente era proprio Sota.
Questa qui è una psicopatica! - pensai un attimo cosa replicare per non fare cazzate...cosa avrebbe potuto dire Jugo in una situazione del genere?
Scusa...ovviamente scherzavo poco fa, eheh! Lo accompagno...sul serio!
La ragazza mi lanciò un'occhiataccia come se volesse pugnalarmi, poi sbuffò e riprese a cucinare. La temperatura della stanza era tornata normale.
Pensavo che avessimo superato questa fase...devi essere più responsabile, come te lo devo dire? A volte mi sorprendi proprio per quanto sei menefreghista...
Vado ad aiutare Sota con i compiti... - tentai di cambiare argomento
Che palle, stare in questa casa sarà un inferno!
Allora Sota...che ti hanno dato da fare per il fine settimana?
Matematica...uffa non mi piace!
A chi lo dici bambino...
Per fortuna tu sei bravo!
Con molta, moltissima pazienza aiutai Sota con i compiti, sotto lo sguardo vigile di Kurotsuchi che evidentemente non mi aveva ancora perdonato la lamentela di prima. Dopo due ore buone ero sfinito, ma finalmente avevo terminato con quello strazio...ma le sorprese non erano terminate! Il fratellino aveva visto uno strano uccello alla finestra e quindi aveva pensato bene di aprirla per dargli da mangiare, solo che non era un uccello come gli altri. Si trattava infatti di un corvo che portava alla zampetta un foglio di carta accuratamente ripiegato.
Ooohh! L'uccellino vuole andare dal fratellone!
Il corvo infatti aveva completamente ignorato le attenzioni del bambino e si era fiondato dritto dritto sulla mia spalla, gracchiando e fissandomi con i suoi occhietti d'ossidiana.
*Cra-Cra*
Con attenzione presi il bigliettino e lo srotolai.
Jugo Yakushi, sei convocato nel mio ufficio. Vieni al più presto, la situazione è urgente. Lo Tsuchikage.
Cosa dice il messaggio?
Il Kage mi vuole, forse ha da assegnarmi una missione...
Prese la lettera e la lesse sbuffando e lanciandomi un'occhiataccia come a dire che come al solito avevo avuto fortuna. Poi senza dire nulla tornò al suo lavoro.
Accidenti a lei, vuole proprio farmela pesare...
Senti...mi space per prima, sul serio...non so come fartelo capire... - silenzio assordante - Sorella...
Va bene. Ma non farlo mai più...di parlare come se non te importasse niente di tuo fratello. Capito? - la voce tradiva un eccesso di emozione.
Ho capito.
Uscii di casa di fretta immettendomi nelle stradine pavimentate in pietra del Villaggio. C'era pochissima gente in giro, vuoi per via del caldo vuoi perchè oramai era ora di pranzo, quindi fu molto facile arrivare al Palazzo dello Tsuchikage che si ergeva imponente su tutti gli altri edifici, solidamente costruito in pietra (tanto per cambiare). All'ingresso c'erano due guardie che mi fermarono per i controlli di routine e vollero vedere la convocazione che avevo ricevuto. Davano l'idea di conoscermi, quindi li assecondai scambiando con loro qualche battuta di circostanza prima che mi fosse data licenza di proseguire. L'interno del Palazzo era piuttosto fresco a causa dell'ottimo isolamento costituito dai poderosi muri in roccia e le scale si arrampicavano un piano dopo l'altro senza sosta nè variazioni sul tema. Ad ogni piano si vedevano corridoi, porte e un sacco di personale che sciamava qua e là come all'interno di un gigantesco formicaio. Infine arrivai davanti alla porta aperta di un grande e spazioso ufficio, in cui un giovane uomo mi attendeva dietro alla sua scrivania. Aveva i capelli di una tonalità di verde e la parte inferiore del volto era coperta dal bavero del suo vestito.
Non può che trattarsi di lui.
Buongiorno, signore. Mi ha fato chiamare?
Benvenuto, ti stavo aspettando… Ti aspetta una missione della massima urgenza…
Sono tutt'orecchi.
Come ben saprai, una stana malattia si sta diffondendo per il villaggio, ho incaricato un medico, o meglio uno studioso di malattie rare di studiarle e darci una cura… ma è stato rapito da una cellula mukenin chiamata uccelli vermigli… - parlava quasi come se li dovessi conoscere. Io ovviamente non ne sapevo nulla, quindi annuii - Vivono nel paese del fuoco, ho già chiesto l’ausilio di un ninja della foglia, ti farà da guida e ti aiuterà a salvare il dottore.Ti farò sapere in seguito dove ti aspetterà… prendi questi e parti il prima possibile.
Guardai il sacchetto che mi era stato dato, c'erano dentro dei soldi.
Ottimo, signore. Partirò immediatamente, se non c' è altro che devo sapere.
Data l'assenza di risposte capii che era il momento di partire.
Il fatto che non mi abbia già comunicato il luogo d'incontro mi fa credere che non sia stato ancora deciso. Segno che si tratta di una misura improvvisa.
Terminati gli acquisti preparai il piano di marci che mi avrebbe portato nei territori della Foglia. I percorsi possibili era tre: potevo passare da Takigakure, Kusagakure o Amegakure. Istintivamente avrei optato per quest'ultimo perchè mi era più familiare, ma data la situazione volevo evitare inutili contatti con ninja di Ame che avrebbero potuto far saltare la mia copertura. Considerati i Paesi coinvolti quello della Cascata aveva la fama di essere il più abbordabile, quindi su di esso ricadde la mia scelta.
Di buona lena mi incamminai fuori da Iwa, transitando per gli aridi passi montuosi della regione in cui sorgeva il Villaggio. La vegetazione era scarsa e composta perlopiù da piante adatte alle quote più alte ed i climi più secchi. Grazie al cielo il posto non era pieno di sabbia come il Paese del Vento, ma il clima non era più clemente. Il sole batteva forte e riscaldava le distese di roccia facendole raggiungere temperature assai elevate, cosa che a Kumo non succedeva perchè le nubi facevano da naturale schermo ai raggi del sole e rendevano il clima più fresco. Mano a mano che mi allontanavo dalla capitale il paesaggio montuoso lasciava posto ad uno ancora mosso, ma dai profili più dolci e morbidi...persino la vegetazione cominciava a farsi più presente e piacevole nell'aspetto. Dopo alcune ore di viaggio lungo la strada che come un serpentone si snodava e si adattava alla morfologia circostante intravidi, alta ed imponente, una torre a sezione circolare che si ergeva dominando la zona. L'edificio era costruito sulla sommità di un'altura ed era circondata da una fascia di terreno completamente ripulita da alberi ed arbusti, sicchè era impossibile avvicinarsi senza essere visti dalle guardie che sorvegliavano a vista il territorio dai parapetti. Una di esse mi avvistò e pur avendo visto il mio vestito da shinobi della Roccia mi invitò a fermarmi e ad identificarmi.
Sono un ninja di Iwa, in missione per conto dello Tsuchikage - vidi la guardia che borbottava con un suo collega - Questa se non sbaglio è una stazione intermedia, non è così? Chiedo ospitalità per la notte!
Alla fine la guardia si decise che stavo dicendo la verità, quindi fece calare una scala a corde lungo il fianco della torre in modo che potessi raggiungere una porticina posta sul fianco dell'edificio ad alcuni metri d'altezza. Da lì entrai e dopo aver spiegato la natura singolare della mia missione mi fu offerto da mangiare ed un giaciglio su cui dormire. Percepivo una erta tensione nei volti e nelle parole dei tre ninja che fungevano da guarnigione, evidentemente stando in un posto così isolato le notizie che ricevevano non erano così fresche e temevano per la salute di amici e familiari che erano rimati al villaggio. Dopo cena uno dei ninja, un tipo sui quaranta dalle pelle chiara ed il voto lentigginoso mi prese in disparte.
Ci sono notizie da Iwa. - mi passò un foglietto spiegazzato che lessi mentre mi veniva detto a voce di cosa si trattava - Dice che devi recarti in un villaggio nei territori della Cascata, lì troverai la locanda "La Badessa Ubriaca" in cui entrerai in contatto con chi sai tu.
Si trattavano di informazioni molto precise e puntuali, fin troppo. Come avevano fatto ad indovinare il percorso che avrei fatto, dove m sarei fermato e quando? Che fossi in qualche modo monitorato e quindi sotto sorveglianza?
Se è così dovrò fare attenzione nell'usare le mie capacità o verrò scoperto!
Per fortuna ero abile nell'uso dell'elemento Doton e nei giorni di permanenza avevo avuto modo di consultare i rotoli del Villaggio ed apprendere alcune tecniche che mi sarebbero potute essere utili.
All'indomani lascia la piccola compagni di guardia, ringraziandoli per l'ospitalità e promettendo loro che avrei fatto del mio meglio per risolvere la situazione e riportare indietro il dottore. In breve varcai il confine con Takigakure e seguendo la strada maestra attraversai le ampie distese erbose di quel Paese. Il nome era quanto mai esatto, infatti la regione era disseminata di numerosi corsi d'acqua che discendevano da rilievi ripidi e sporadici che erano tutti disseminati a perdita d'occhio. Da essi spesso sgorgavano fonti le cui acque scendevano turbolente lungo i fianchi per poi gettarsi nella pianura da numerose quanto spettacolari cascate. Lo spettacolo era molto emozionante e lo avrei ammirato molto volentieri se non fosse stato per la fretta che il mio incarico mi metteva. Verso pranzo giunsi al villaggio che si adagiava sui fianchi di una grande collina dalle pendici che declinavano verdeggianti e piene di vita.
Allora...la locanda, dove sarà mai la locanda?
Camminai un poco per le ridenti strade del paese, le persone camminavano liberamente e liete in un contesto che agli occhi di un forestiero come me sembravano a dir poco paradisiache. Il clima era insolitamente piacevole nonostante l'umidità dell'aria ed in cielo non si vedevano che poche nubi sparse che non parevano per nulla minacciose. Infine arrivai in vista di un edificio in legno si pregevole fattura costruito in una stradina che si inerpicava sul versante più ripido della collina, l'insegna non lasciava dubbi che il posto fosse quello che cercavo.
Il clima all'interno era disteso ed elegante, il locale ben arredato e pulito, ma vista l'ora i clienti erano pressochè assenti. Il proprietario, un uomo giovane di meno di trent'anni dai lunghi capelli color fieno ed il fisico asciutto, non sembrava avere altro di meglio da fare che preoccuparsi che avessi una buona sistemazione. Non appena mi vide infatti si scambiò un cenno con una ragazza che mi fece segno di seguirlo in modo da mostrarmi la camera. Salendo le scale ebbi modo di poter osservare quella che credevo la cameriera da un prospettiva "privilegiata".
L'amica ha un sedere niente male...
Secondariamente notai anche il suo vestiario che in due parole potrei descrivere come "appariscente" e "succinto". Non mi pareva molto in linea con lo stile della locanda...la cosa poteva insospettirmi, ma alla fine non si trattava di un mio problema, bastava che mi portasse dove incontrarmi con il Jonin della Foglia. Aprii la porta ed entrai nella stanza aspettandomi di trovare dentro qualcuno, speranza che fu immediatamente delusa...non c'era infatti assolutamente nessuno.
Che scherzo è mai questo?
Un colpetto secco ed un rapido giro di chiave mi fecero capire che qualcosa di significativo stava per succedere, a dire il vero ero convinto che si trattasse di una trappola ordita da qualche criminale di basso rango...non era la prima volta che entravo in una locanda per ritrovarmi sequestrato!
Finalmente sei arrivato, ce ne hai messo di tempo… signor ninja di Iwa
Mi voltai di scatto portando la mano all'elsa della spada...la ragazza che mi aveva scortato si trovava davanti a me.
Ecco un rivolto interessante...sono curioso di vedere come va a finire.

Sgusciammo fuori dalla finestra della stanza nell'ora che precede l'aba. L'aria era fresca, carica di umidità e nessuno sembrava aver ancora abbandonato le proprie case per recarsi a lavoro. In silenzio corremmo fuori dal villaggio per poi fermarci appena fuori, al riparo di una piccola pineta che cresceva poco oltre i confini dell'abitato.
Bene, ora vedi di starmi dietro...comincerò le ricerche e voglio che tu non perda contatto con me. Devi essere la mia ombra, non voglio dovermi preoccupare anche di te.
La guardai con una certa curiosità, sembrava molto sicura di sè come non mi era invece parsa la sera prima.
Insomma gli inseguimenti sono la tua specialità...ho capito. Ti starò dietro, Reika san. Da dove cominciami le ricerche?
Quella era una cosa a cui non avevo ancora pensato, gli inseguimenti non erano mai stati la mia specialità e non avrei veramente saputo dove mettere le mani per iniziare. Reika probabilmente notò il mio smarrimento e sorrise.
Non ti ho fatto venire a Takigakure per caso. Sapevo che sarebbero passati per questa regione e così mi sono preparata. Tenendo conto del loro status di fuorilegge e del "carico" che si portano dietro eviteranno i luoghi affollati o trafficati, quindi possiamo escludere le direttrici principali. Ce n'è una che attraversa la Cascata, dividendola in due - fece un segno a terra con un bastoncino - E siccome quella più a nord non porta a Konoha è ovvio che prenderanno il percorso a sud.
La osservai nella tenue luce che cominciava a fare capolino da dietro i monti che in lontananza incorniciavano la pianura - Si ma non sappiamo dove sono!
La kunoichi sorrise divertita - Ci troviamo al centro del Paese, quindi cominceremo ad andare a sud...quando incroceremo la strada che hanno percorso seguirli sarà una sciocchezza!
Mi guardai bene dal ribattere, su quel terreno ero piuttosto digiuno e non avrei potuto dire nulla di pertinente, mi limitai quindi ad accennare nella maniera più convinta possibile alle sue parole. Ero però convinto che su quest'ultima faccenda ci fossero cose che ancora non mi aveva detto.
Partimmo di buona lena dopo aver convenuto sulla strategia per l'inseguimento. Reika era decisamente veloce e dovetti impegnarmi a fondo per tenere il suo ritmo, che sopratutto in certi momenti era talmente tanto serrato da non ammettere distrazioni. In quei momenti pareva quasi disinteressarsi di ciò che la circondava e procedeva sicura e senza esitazioni, come se sapesse di preciso dove dirigersi. In altri momenti invece si fermava, non tanto per riposarsi quanto per cercare una posizione sopraelevata su cui posizionarsi ed osservare il circondario: ora era una collinetta isolata, ora invece un albero secolare che svettava sugli altri in un fitto bosco. Alcune volte invece si concentrava a fondo e rimaneva immobile per alcuni lunghi secondi senza fare una sola mossa, come se stesse usando qualche tecnica. Approfittavo di quei momenti per rifiatare e dissetarmi, oltre che per domandarmi quanto ancora sarebbe durata quella ricerca. Finora non avevo visto segni particolari di presenza umana e Reika si era guardata bene dal darmi ragguagli sullo stato delle ricerche.
A me questi posti sembrano tutti uguali. Trovare un gruppo di fuggitivi in un Paese senza avere la minima traccia è veramente troppo...è tutta la mattina che andiamo avanti senza un apparente costrutto!
In realtà con il senno di poi si poteva individuare uno schema preciso nel modo di muoversi dell'inseguitrice della Foglia: stavamo procedendo con un'andatura a zig zag che ci faceva spaziare su un fronte di alcune centinaia di metri...ciò rallentava un po' la nostra andatura, ma ci consentiva di esplorare una porzione di territorio più vasta senza dover tornare sui nostri passi. La Jonin poi approfittava il più possibile della conformazione del territorio, individuando con sapienza i punti obbligati da cui un gruppetto di fuggitivi sarebbe stato costretto a passare per evitare di allungare troppo il loro cammino. Avevamo appena finito di aggirare la sponda di un lago e Reika si era issata su una collinetta da cui aveva osservato la pianura per diversi minuti con il suo binocolo, d'improvviso la ragazza discese in scivolata il versante scosceso, il volto raggiante che sprizzava gioia e soddisfazione.
Ci siamo...ho visto del movimento ad alcuni chilometri da dove siamo noi. Sembra essere un piccolo gruppetto.
Come fai ad essere sicura che siano proprio loro?
Reika in risposta si passò l'indice sotto il naso, gongolando di soddisfazione - Guarda un po' dove stai mettendo i piedi!
Mi scostai di un paio di passi per guardare bene il terreno molle e limaccioso, vedevo solo una serie indistinta di impronte che potevano appartenere a chiunque ed essere stati lasciati in qualunque momento.
Non vedo niente si speciale...
Eeeehhh...se non ci fossi io...cosa faresti senza di me?! - mi guardò un attimo prima di passare alle spiegazioni - Innanzi tutto si tratta delle impronte di un piccolo gruppo di uomini, come puoi vedere il terreno è piuttosto morbido e si lasciano facilmente impronte..al contempo però sono facili da cancellare, quindi se fossero troppo vecchie sarebbero più confuse per colpa del transito di altre persone o magari di animali! Poi passiamo ad analizzarle...come puoi vedere sono più profonde in punta e meno al tallone: vuol dire che stanno andando di fretta. E poi - indicò dei segni come una sorta di scia - Questi indicano che qualcuno viene trascinato. Se ci pensi ti ho detto che il dottore li stà rallentando, quindi mi sembra naturale che cerchino di farlo andare più veloce possibile, da lì i segni che ti ho mostrato...lo stanno portando di forza!
Notevole! Mi fa piacere che la ragazza sappia il fatto suo...questo accorcerà il tempo delle ricerche!
Reika era riuscita a capire tutte quelle cose partendo solo da alcune confuse impronte su un terremo limaccioso, ma non avevo motivo per dubitare delle sue capacità...mi era già capitato altre volte di lavorare con dei cacciatori e sapevo che non erano nuovi a certi "trucchi" per carpire informazioni sugli inseguiti. Mi chinai sulle impronte e le guardai, cercando di immaginare come fosse potuto avvenire il loro passaggio e tentando mi mettere in movimento il cervello.
Quindi sei sicura che si tratti di loro? - la ragazza fece cenno di si, lasciando capire che la direzione delle tracce seguite fino ad ora era concorde con quella verso cui aveva visto muoversi le persone avvistate poco prima - Se fossi in loro visto il peso che si portano dietro passerei per una strada il più possibile semplice e senza grossi ostacoli...Hai in mente un punto dove intercettarli, non è vero?
Lungo questa strada ci sarà un piccolo canyon, e sono sicura si stiano dirigendo per di la
Seria?
Ma come...un canyon sembra proprio il punto ideale per un'imboscata!
Quasi nessuno passa per di la. Le pareti rocciose sono instabili e le frane sono molto frequenti.
Reika sembrava più che sicura di aver individuato il punto in cui i fuggitivi avrebbero varcato il confine tra Cascata e Foglia, un posto che si prestava ad un'imboscata.
Forza, gambe in spalla. Ora faremo sul serio!
Dopo il breve riposo ripartimmo di gran corsa, facendoci largo nella rada vegetazione e costeggiando la zona pianeggiante senza attraversarla mai, in modo da non essere visti. L'andatura era più che sostenuta, a tratti sarebbe stata insostenibile se fossi stato un semplice Special Jonin della Roccia, ma per fortuna sapevo il fatto mio. Saltando di albero in albero accorciammo la distanza con i fuggitivi che a tratti erano quasi visibili, poi rientrammo nel folto della vegetazione: i banditi avrebbero dovuto piegare ad est per raggiungere il canyon e noi facendo quella deviazione avremmo accorciato di molto la strada, prendendoci un vantaggio considerevole sui nostri bersagli. A metà pomeriggio, quando la fatica cominciava a farsi un po' sentire, arrivammo infine nella gola di cui Reika mi aveva parlato. Si trattava di un corridoio tra rocce alte e friabili che rendevano poco sicuro il passo, la conformazione della zona mi fece venire subito in mente un'idea.
Il passaggio è obbligato, se riuscissimo a tagliare loro la via di fuga sarebbero in trappola - la kunoichi mi guardava incuriosita - Potremmo mettere degli esplosivi...diciamo un paio di sigilli ai lati del canalone. Quando avranno passato il punto e non correremo rischi di coinvolgere il dottore li faremo brillare, impedendo loro la fuga. Che te ne pare?