Missione Konoha: Occhi verso il Futuro

Nome: Uriah Uchiha
Energia: Rossa
Grado: Chunin
Affiliazione: Konoha
Età: 16
Scheda
Minischeda

Legenda

Narrato-Parlato-Pensato-Hokage-Uriah-Commerciante

Dolce Morte.

Konoha. Sono tornato.
Il villaggio della foglia risplendeva sotto la luce del sole, i volti dei Kage che si erano susseguiti negli anni sembravano osservare il giovane Uchiha, che con un sorriso amaro, stava ripercorrendo mentalmente tutte le vicende accadute nell'ultimo periodo.
Uriah, un mukenin del suo stesso clan, aveva ucciso tutta la sua famiglia, gli aveva tolto tutto quello che possedeva per poi prendersi gioco di lui, il traditore aveva, infatti, impresso un sigillo sulla fronte di Jack in modo da poter apparire e parlargli senza poter essere colpito in nessun modo in quanto semplice manifestazione di chakra.
Istintivamente posò una mano sopra la fronte, ormai questo gesto era diventato un'abitudine, era stato per molto tempo con quel simbolo e senza di esso ora si sentiva diverso, privo dal controllo che aveva Uriah sulla sua vita, ormai era tutto passato, era morto. Si, morto.
Era passato del tempo, ma sentiva quella sensazione come se fosse avvenuta poco prima.
Una sensazione di pace, una sensazione di totale libertà.
Era proprio così che si era sentito Jack: libero.
Libero dal peso della morte dei proprio familiari, ma anche libero dalla vita che si era costruito in quegli anni, fondata sulla vendetta e sull'odio.
Le cose, però, non andarono esattamente secondo il suo piano. Jack provò a sconfiggere in duello Uriah, ma venne messo alle strette velocemente a causa dell'odio che offuscò le sue azioni. Il mukenin con poche e semplici mosse riuscì a stendere l'altro Uchiha, per poi lasciarlo lì, a morire, steso in una pozza di sangue.
Il ricordo di quel momento provocò un brivido che corse lungo la schiena, se si concentrava abbastanza poteva ricordare l'espressione di odio misto a delusione che il traditore gli aveva rivolto.
Pensavo che i miei insegnamenti fossero serviti a qualcosa. Sei debole. Proprio come i tuoi genitori prima di te.
Quel momento fu duro per il giovane, non solo il Mukenin lo aveva sconfitto dimostrando una netta superiorità, ma aveva anche insultato il ricordo dei suoi genitori, morti anni prima proprio per difenderlo.
Aveva provato ad alzarsi per continuare a combattere, ma non c'era stato niente da fare.
Le gambe erano state fratturate in diversi punti ed un jutsu katon aveva procurato ustioni gravi sull'intero corpo dell' Uchiha.
L'unica cosa che poteva essermi utile di te erano i tuoi occhi. Ma ormai ho acquisito quella tua tecnica innata da solo.
Il volto di Uriah si contrasse in un ghigno malefico per poi sfociare in una fragorosa risata
Ci vediamo in giro.
E, continuando la propria risata, si teletrasportò via in un vortice generato dall'occhio sinistro.
Il Kamui.
Solo pensando a quel momento gli vennero nuovamente i brividi, quella era la sua tecnica innata! Il suo asso nella manica! Non si era mai sentito di un Uchiha che era riuscito ad utilizzare quel tipo di dislocazione ed il Susanoo, un gigantesco umanoide formato da chakra che protegge e combatte per l'utilizzatore. L'unica spiegazione plausibile era che Uriah avesse compiuto degli esperimenti per potenziare il proprio corpo.
Ma allora perchè non dirlo apertamente a Mashu? Perchè ha dovuto fingere di avere i miei occhi?
Queste erano le domande presenti nella testa di Jack negli ultimi mesi, passati a riprendersi dal combattimento che lo aveva ridotto in fin di vita. Ma il tempo di riabilitazione fu troppo lungo, la vendetta era stata già compiuta.
Chissà dove si trova ora Mashu. Deve sapere assolutamente che sono ancora vivo.
Mashu era stato il suo compagno di team quando entrambi erano alle prime armi, ma è stato anche il ninja che ha avuto il coraggio di reclamare la taglia del Mukenin, vendicando lo shinobi della foglia ormai morto.
Si, Jack era morto.
Voglio proprio vedere la faccia che farà quando mi vedrà
Morto. Semplicemente morto.
Nessuno lo aveva cercato, o almeno così credeva. Solo successivamente, infatti, venne a sapere che, a pochi chilometri dal luogo dello scontro, era stato ritrovato il corpo di un altro ninja con il coprifronte di Konoha ed un anello con sopra il simbolo del clan Uchiha, oltre a questo non ci fu nessun altro modo per compiere il riconoscimento in quanto le carni erano state completamente carbonizzate. Una coincidenza che si rivelò negativa per Jack, ma fu positivo per il suo vecchio compagno di team, che spinto dalla voglia di vendetta tradì la foglia ed andò a sconfiggere Uriah, per poi riuscire nell'impresa.
Fortuna? Non proprio.
Mashu distrusse l'avversario, rendendo ogni offensiva inutile e contrattaccando con jutsu di potenza inaudita. Purtroppo gli esperimenti che aveva compiuto Uriah erano gli avevano concesso un asso nella manica. Tramite l'utilizzo del Kamui il Mukenin riuscì a infliggere una grave ferita al ninja di Konoha, andando a tagliargli il volto e distruggergli il bulbo oculare, sostituito, poco dopo, da un'occhio dotato anch'esso di Kamui nascosto sotto il trono della grotta in cui si nascondeva l'Uchiha
Non oso immaginare chi fosse il proprietario di quell'occhio, povero.
Jack scese dall'albero dal quale stava osservando il proprio villaggio natio e cominciò a dirigersi verso di esso camminando lentamente.
Si, quei mesi erano stati veramente duri, ma quegli ultimi passi lo erano di più.
Nel tempo passato da solo aveva vissuto sotto le più svariate identità ed aveva ricevuto tutte le informazioni di cui era a conoscenza da varie persone, spesso andando anche contro la legge o contrattando con uomini del mercato nero. Da quando Uriah era morto il suo obbiettivo era stato quello di ritrovare Mashu, per riunirsi a lui, ringraziarlo e, sopratutto, raccontargli la verità.
Ma il giovane Shinmen era stato abile nel nascondere le proprie tracce dopo la fuga dal villaggio, l'unica informazione che possedeva fino a qualche giorno prima era relativa all'uccisione dell'Uchiha traditore, da quel momento nessuno sembrava averlo più visto. Fortunatamente fu il caso ad intervenire: dopo essere entrato in una locanda nelle vicinanze di Kiri, vide una massa di persone raccolta intorno ad un uomo che sembrava raccontare una storia molto avvincente, tanto che gesticolava e si alzava spesso, cercando di renderla ancora più credibile. Il signore, che poi si rivelerà essere un medico, affermava di avere operato l'assassino di Uriah per impiantargli lo Sharingan e giurava che gli avesse sentito dire che presto sarebbe tornato al suo villaggio d'origine
L'Uchiha scoppiò in una risata solo al ricordo della reazione delle persone: alcuni avevano cominciato ad urlare in quanto pensavano che il ninja apparteneva al villaggio della pioggia e che sarebbe impazzito a causa del trapianto di quell'occhio, definito "maledetto"; altri invece erano felici in quanto, ora, anche il loro paese poteva vantarsi di possedere un'innata oculare così potente.
Poveri, forse non hanno capito che solamente un ninja di Konoha poteva sconfiggere quel mostro.
Molto patriottico, eh? Ma continuiamo.
Jack si era diretto velocemente verso Konoha ed aveva passato qualche minuto ad osservare il proprio villaggio dall'alto verso il basso.
Alla fine non gli dispiaceva essere morto: non aveva nessun superiore o nessuno che gli dicesse cosa poteva e non poteva fare, inoltre era libero di essere chi voleva cambiando la propria identità ogni volta che lo desiderasse.
Ma ora sentiva che fosse giunto il momento di tornare alla normalità. Non gli era rimasto più nessun parente stretto al villaggio, aveva solamente un amico, ed era proprio per lui che stava per compiere quel gesto.
Con passo svelto e deciso il giovane Uchiha rientrò nel villaggio, per poi fare un lungo sospiro, si doveva dimenticare di tutto ciò che era successo. Ora era finito e stava per cominciare una nuova vita.
Si guardò intorno e sorrise.
Sono a casa.

Amara rinascita.

Quindi sei ancora vivo. Non sei diventato un mukenin, ma hai passato questi mesi a riprenderti. Non ti chiederò le motivazioni per le quali non hai scelto di tornare prima, non voglio infliggere punizioni. Stai solo attento alle tue scelte. Uriah Uchiha.
L'Hokage, con un gesto della mano, congedò il giovane dalla sala. Non era stato un incontro molto amichevole, tanto che non ebbe neppure la possibilità di chiedere informazioni su Mashu, c'era stata molta tensione nell' aria
Forse è rimasto impressionato dalla mia scelta di cambiare il nome in quello dell'assassino dei miei genitori. Mmhh, non ne ho idea, ma anche se fosse non ci posso fare niente. Ho preso una scelta e non saranno certo i pensieri dell'Hokage a farmela cambiare
Uscì dalla residenza del capo villaggio diretto verso il quartiere Uchiha, durante il tragitto continuava a pensare a quello che era successo poco prima, era sempre stato contro la scelta del nuovo Kage, non era mai stato un tipo molto simpatico, ma non ricordava che fosse sempre così freddo e distaccato.
Forse è accaduto qualcosa nei mesi in cui sono stato assente. Mi dovrei informare.
Continuando a riflettere sull'accaduto fece una breve sosta nell'armeria della città, aveva bisogno di rifornire il proprio equipaggiamento e la somma di 300 ryo che il Kage gli aveva dato come "risarcimento danni" era una scusa più che sufficiente.
Appena entrato venne accolto con quel finto sentimento di piacere chei dimostra ogni commerciante appena sente il tintinnio dei soldi nelle tasche.
Allora, che ci fa un futuro ninja leggendario in questa povera e umile armeria? Sei alla ricerca di armi speciali? Oppure di qualcosa di più comune? Fece un pausa e squadrò il giovane No, non sei tipo da cose normali. Sembri il tipo giusto per quest'arma, aspetta.. Cominciò a cercare qualcosa sotto il bancone, dopo poco ne tirò fuori una vecchia spada arrugginita e si avvicinò all'Uchiha con un sorriso a 32 denti Cosa ne pensi? E' un'arma potentissima. Potrebbe essere tua alla modica somma di 800 ryo
Uriah non aveva prestato ascolto neppure un secondo a ciò che gli aveva detto quel vecchio, aveva capito che tipo fosse al primo sguardo e da quel momento non lo aveva guardato più. Aveva gli occhi fissi su una splendida katana
Non sono in vena di giochi, vecchio. Voglio soltanto quella
Strappò l'arma dal muro e sospirando appoggiò i soldi sul bancone Cerca di non fregare nessun altro, mi raccomando. Quindi uscì dal negozio legandosi la katana alla vita
E' proprio questo quello che non mi è mancato del villaggio. La finta benevolenza. Fuori di qua sanno che se prendono troppa confidenza possono rimanerci secchi, nel vero senso della parola. Un altro lungo sospirò accompagnò i suoi pensieri, era veramente questo ciò che voleva per il suo futuro?
Ormai si era fatta notte, immerso nei suoi pensieri non si accorse di aver percorso un giro lunghissimo e di aver perso molto tempo, ma fortunatamente il percorso per tornare a casa lo ricordava.

Rivederla fu un colpo al cuore per Uriah, troppi ricordi inondarono la sua mente contemporaneamente.
Lui che giocava con i genitori da piccolo mentre la sorella, poco più grande, già si esercitava a controllare il chakra ed a compiere qualche tecnica. Era sempre stata un prodigio lei. Si, lo era stata veramente
Il giovane si sedette sui gradini e mise la testa fra le mani, cominciando a piangere silenziosamente.
I ricordi fluivano sempre più impetuosamente, un'occasione in particolare che gli venne alla mente fu il momento in cui gli venne rivelato dalla sorella che i loro genitori erano stati uccisi. Aveva poco più di 10 anni, non capiva bene cosa voleva dire quella frase. Cos'era la morte?
Ora lo sapeva fin troppo bene.
Ci stava passando anche lui. Quel momento in cui tutto finisce. Quando si perde tutto.
Cosa fare quindi? Rimanere a piangere come dei bambini ed aspettare che qualcuno venga a risolvere la situazione?
No.
Uriah si alzò. Aver cambiato il proprio nome non è stata una mossa causale, lo aveva fatto perchè, secondo il pensiero che aveva sviluppato in quei mesi di solitaria riflessione, l'unico modo per sconfiggere i propri demoni, per superare i ricordi dolorosi,era accoglierli, renderli parte della propria persona.
Solo così si può attuare un processo di crescita. Solo così si può maturare.
Salì i gradini e, mentre le lacrime finivano di rigare le guance, aprì la porta dell'abitazione.
Quella sarebbe stata una nuova vita. Un nuovo inizio.

Nome: Uriah Uchiha
Energia: Rossa
Grado: Chunin
Affiliazione: Konoha - Clan Uchiha
Età: 16
Scheda
Minischeda

Legenda

Narrato-Parlato-Pensato-Haru

Conseguenze.

I kunai sibilarono nell'aria per qualche secondo per poi andarsi a conficcare nella corteccia dell'albero provocando un rumore sordo.
Proprio dove volevo. Ora vediamo di continuare.
Estrasse qualche shuriken dalle sacche poste sulla vita e li tirò, percorsero una traiettoria curva e colpirono, pochi secondi dopo, lo spazio tra i due kunai lanciati in precedenza dallo shinobi.
Era passata circa una settimana da quando l'Uchiha era tornato al villaggio, ormai aveva cominciato ad abituarsi alla visione di tutti quei luoghi familiari, non gli procuravano più tanto malessere come facevano fino a poco tempo prima. Ora le cause del suo dolore erano altre..
Il suo ritorno ed il suo "cambio di identità" non erano passati inosservati, le voci giravano velocemente in un clan come quello degli Uchiha. Aveva provato a fare una passeggiata tra le case dei suoi "parenti" qualche giorno prima, un totale fallimento: le donne, appena videro Uriah camminare per la via, cominciarono a far rientrare in casa i bambini, senza degnarlo neppure di uno sguardo. Un gruppo di uomini, invece, non era stato così gentile da non rivolgergli la parola: con i loro occhi rosso-sangue avevano guardato il giovane dall'alto verso il basso ed avevano cominciato ad insultarlo chiamandolo "traditore", "pazzo" e poi avevano utilizzato altri appellativi che sarebbe meglio non riferire.
Non si era fermato a spiegargli le motivazioni delle sue scelte. Non se la sentiva.
Una di quelle cose che aveva imparato in quei pochi mesi fuori dal villaggio era che non bisognava giudicare un libro dalla copertina: dietro alcune scelte ci potrebbero essere state molte riflessioni e indecisioni che in pochi, oltre la persona in questione, avrebbero potuto capire realmente.
Il dover sopportare individui del genere era solo un altro contro dell'essere tornati a casa.
L'Uchiha aveva passato quei pomeriggi ad allenarsi per passare il tempo, era l'unica cosa che gli rimaneva.
Se neppure il suo clan lo accettava perchè mai doveva rimanere?
Era una domanda che si era fatto spesso in quell'ultimo periodo.
La risposta, però, rimaneva sempre la stessa: Mashu.
Non aveva ancora avuto modo di rincontrare il proprio compagno di team, molto probabilmente era in missione. Per ora poteva fare affidamento solamente su se stesso.
Che palle.
Si avvicinò all'albero e prese tutte le armi che aveva tirato in precedenza rimettendole a posto con cura. Povero, non c'entri nulla con tutto questo. Durante tutti quei giorni la vecchia quercia era stata vittima di tutti i suoi allenamenti, tanto che ormai aveva la corteccia completamente rovinata.
Peccato, mi sarebbe piaciuto poter andare ai campi di allenamento, ma con l'odio che sembrano provare verso di me non penso ne sarei uscito vivo.
Questo pensiero gli provocò la comparsa di un amaro sorriso: non solo lo stavano evitando, ma sicuramente avrebbero anche attentato alla sua vita. Tutto questo solamente perchè non condividevano le sue idee.
Era una cosa folle.
Le persone sono veramente strane. Prima non si fidano, mettono in discussione tutto ciò che succede intorno a loro. Poi, però, pretendono che gli altri stiano ad ascoltare ciò che pensano, come se dicessero dei dogmi o delle verità assolute.
Ognuno pensa di essere migliore del prossimo.
Che fastidio.
Non ricordavo che avessi una visione così pessimista della società, cos'è successo?
Una risata.
L'Uchiha alzò la testa, proveniva da sopra il tetto della casa.
Impossibile..
Un ragazzo con un balzo entrò all'interno del giardino, quindi alzò la mano in segno di saluto con un sorriso stampato sulla faccia.
Bentornato, Uriah.
Non poteva crederci.. Haru! Istintivamente si buttò verso di lui per poi stringerlo in un forte abbraccio. Era stato il fidanzato della sorella Meki per anni, quasi come un fratello.
HARU! Cosa ci fai qui?
Lo lasciò e cominciò a guardarlo con uno sguardo che dimostrava solamente che felicità: erano mesi che non vedeva un volto familiare e, sopratutto, era stato il primo del suo clan a parlargli senza insultarlo.
Ehi! Calmo, calmo! Ora ti dico tutto, ma prima entriamo. Non mi va di parlare qua, ci potrebbero essere delle orecchie indiscrete.
Si diede un'occhiata intorno, aveva ragione: non si potevano fidare di nessuno.
Certo, entriamo.
I due si diressero verso la casa e varcarono la soglia. Per Uriah era diventato ormai un gesto normale, andò diretto verso la cucina per poi tornare, poco dopo, con qualcosa da bere; Haku invece sembrò rimanere abbastanza colpito da come quel posto non fosse cambiato: gli stessi scaffali, gli stessi quadri, le stesse foto...
L'Uchiha osservava l'altro ragazzo guardarsi intorno stupito.
So cosa stai pensando.. "Non è cambiato niente"
Posò le cose che aveva portato sul tavolino per poi mettersi a sedere
Ho preferito fare così, eliminare tutto ciò che li riguarda sarebbe stato meschino Un sospiro Bisogna accettare i problemi, conviverci. Non fuggire.
Inizialmente Haru sembrava non averlo sentito, fissava la stanza con uno sguardo vacuo. Poco dopo, però, ebbe una reazione: annuì.
Hai ragione, sei sempre stato un tipo intelligente dopotutto.
Si diresse verso una cornice posta su un piccolo tavolo al lato della stanza e la prese in mano. La foto era molto vecchia: ritraeva Meki ed Haru stretti in una radura tra i boschi, lui aveva il braccio destro interamente fasciato, lei indossava un anello che splendeva sotto la luce del sole.
Quando ci siamo scattati questa foto eravamo di ritorno da una missione, ce la eravamo vista veramente brutta.
Una lacrima cadde, infrangendosi sul vetro della cornice.
Tua sorella mi aveva salvato la vita. Era sempre così: io mi buttavo nella mischia e lei veniva dietro di me per proteggermi.
Strinse la foto forte a sé
Le avevo appena chiesto di sposarmi.
Uriah alzò le sopracciglia stupito. Meki si doveva sposare?!
Molto probabilmente tu non lo sapevi, non mi stupisco. E' stato poco prima che lei partisse e mi lasciasse da solo.
Il ragazzo si andò a sedere davanti all'altro Uchiha portando la foto con sé. Le lacrime avevano lasciato il posto ad un sorriso amichevole.
Tranquillo, non te ne faccio una colpa. Non c'entri nulla con la sua morte. Ha deciso di partire per venirti a salvare e di non dirmi nulla, molto probabilmente la colpa è stata mia.
Si guardarono negli occhi per qualche secondo. Si poteva percepire chiaramente il dolore che aveva provato, e che stava ancora provando.
Non dire così, lei non ti ha voluto coinvolgere perché ti amava.
No, ascoltami: dopo la tua fuga Meki era disperata, sapeva di dover partire il prima possibile perché sicuramente ti saresti messo in qualche guaio.. Squadrò Uriah.
Aveva ragione
Esattamente. Riprese il racconto. Aveva chiesto all'Hokage il permesso di far partire una squadra per cercarti, ma lui non le diede retta.
Il giovane strinse la mano destra in un pugno, stava cercando di non mostrare la rabbia che provava al ricordo di quella scena.
Ma non poteva fare altrimenti. C'è stato un po' di tumulto nel clan: alcuni hanno provato a fuggire e questa cosa non è piaciuta molto al Kage. Fortunatamente si è scoperto che erano solamente stati ipnotizzati da un Mukenin.
Guardò l'altro ragazzo a bocca aperta, non poteva essere ancora lui. Era impossibile!
Uriah Uchiha era morto.
Doveva essere morto.
Non sarà mica.. Uriah? No, non lui. Abbiamo la prova della sua morte, il tuo amico ha portato il cadavere con sé quando è tornato.
L'espressione di terrore sparì dal volto dell'Uchiha.
In verità non dovresti rilassarti: si tratta di un altro Mukenin, il suo nome è Keybeak. Ti dice qualcosa?
Scandagliò rapidamente i propri ricordi per cercare qualcosa relativo alla persona di cui Haru stava parlando. Fece un cenno negativo con la testa, non sembrava ricordare nulla.
Non mi stupisco: neppure noi sappiamo molto. Sospirò. Fammi finire di spiegarti quel che è successo: Meki venne rifiutata sia dall'Hokage che da me. Il suo viso si incupì nuovamente
Che abbiano litigato per colpa mia?l
Penso che non me ne pentirò mai abbastanza, ma pensavo che tu ormai fossi morto e la partenza di tua sorella avrebbe versato solamente altro sangue inutile.
Dopo aver pronunciato quelle parole ricominciò a piangere, si era coperto il viso con una mano per non mostrare le lacrime che gli rigavano il viso.
Uriah si alzò in piedi, era veramente dispiaciuto per lui. Non aveva avuto il coraggio di affrontare il passato fino a quei mesi, il dolore accumulato in tutto quel periodo era scoppiato tutto insieme soltanto in quel momento, sopratutto a causa sua. Si avvicinò all'amico, mettendogli una mano sulla spalla.
Non piangere, tu lo hai fatto per lei. L'amore che provavi ti ha spinto a tenerla con te, volevi salvarla..
Il ragazzo alzò la testa e guardò l'Uchiha, aveva il viso ricoperto dalle lacrime.
L'unica colpa che hai è quella di aver provato a dimenticarti di lei. Come ho detto prima, accetta il tuo passato, solo così potrai vivere con serenità il presente e costruire un futuro migliore.
Per la seconda volta in pochi minuti Haru si asciugò le lacrime, aveva cominciato ad annuire con decisione.
Ho solamente una domanda: come mai non mi odi come tutti gli altri? Perchè non mi stai disprezzando solo per la scelta di cambiare il mio nome?
Semplice.. Si alzò dalla sedia, dirigendosi verso la porta Ho capito che spesso giudicare senza conoscere è sbagliato.
La aprì.
Devi stare tranquillo, non tutti ti odiano. Ne avrai certezza solamente venendo alla riunione di stasera, ci sarà anche il capo-clan al tempio. Forse lui potrebbe aiutarti a far tornare tutto a quella che potremmo definire "normalità".
Grazie.
Non rispose.
Pronunciò le ultime frase continuando a stare girato verso la porta.
Un sorriso amaro era apparso sul volto del ninja.
Quello che fino a poco tempo prima era ancora un bambino ora sembrava essere diventato un uomo: era riuscito ad accettare se stesso, ora aveva solamente bisogno di entrare nuovamente nella società. Forse gliene aveva dato possibilità, o almeno lo sperava. Quel ragazzo lo aveva aiutato, se lo meritava.
Stringendo ancora la cornice dentro la mano destra uscì dalla casa e, con un balzo, sparì dalla vista dell'altro Uchiha, ora aveva bisogno di riprendersi e pensare a quello che era accaduto. Non avrebbe dimenticato Meki.
Lo avevo sempre considerato un tipo semplice, ma sbagliavo. Ha un carattere molto forte, ora deve solamente lasciare che il tempo passi, sicuramente sistemerà tutto..
Un lungo sospiro accompagnò Uriah mentre chiudeva la porta lasciata aperta da Haru.
Solo stasera capirò se si stava sbagliando sul conto del capo-clan.

Le ore passarono velocemente, aveva riflettuto molto sulle parole dell'amico. Aveva pensato molto alla sorella e, naturalmente, a Mashu. Ora capiva bene come si erano sentiti e, sopratutto, cosa dovevano aver provato le persone che erano a loro vicine.
La sorella aveva dato la vita per lui, Mashu era pronto a fare la stessa cosa. Avrebbe trovato il coraggio di parlare al clan per loro.
Con passò svelto e deciso, quindi, decise di recarsi al luogo della riunione.
Il villaggio sembrava morto, era sera e chi non si trovava alla riunione si stava riposando, finalmente nessuno gli avrebbe dato fastidio.
Continuò a camminare, entrò nel boschetto che costeggiava i confini del villaggio finché, in lontananza, vide le luci che illuminavano la sua destinazione.
Sono quasi arrivato. Spero che vada tutto bene..
Anche se un po' impaurito dalle conseguenze di quello che stava per fare continuò a percorrere il sentiero, diretto verso il Tempio degli Uchiha.


Haru Uchiha: