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    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Mizumo
    Kanzaki Takeda
    Guardia 1
    Guardia 2
    Masuta



    Mizumo, davanti a noi e ancora visibilmente scandalizzato, cercava di farfugliare qualcosa mentre riuscivo già ad udire il sommesso scalpitio di passi provenienti dai dintorni, in poco tempo avremmo avuto compagnia.

    Io... Io... Volevo dare una mano, e... Ma…

    Masuta sembrò sul punto di dire qualcosa, ma proprio in quel momento la porta alle spalle di Mizumo venne spalancata bruscamente dalle guardie Shimazu.
    Senza indugi il ragazzo corse verso una finestra alla sua destra e con molta teatralità saltò giù dall’abitazione mandando in frantumi la vetrata in centinaia di schegge vitree che volarono perlopiù seguendo la traiettoria del fuggitivo.

    Combattimento in arrivo? Chiesi beffardo all’indirizzo di Masuta.

    Ma quello non era mica Mizumo, il figlio di Kanzaki Takeda? E voi? Luridi bastardi, avete ucciso i nostri compagni! Urlò la guardia a capo di quel drappello di uomini, che rapidamente entrarono nella stanza con le wakizashi sguainate.

    Così pare. Rispose il mio compagno con un mezzo sorriso.

    Con lo sguardo indagai tra i nemici, li contai, ne studiai gli equipaggiamenti, la mano dominante, il tipo di guardia… tutte informazioni finalizzate all’ottenere più possibilità di vittoria. Erano circa due dozzine e bene o male sembravano aver avuto tutte quante lo stesso addestramento accademico.

    Beh, fatevi sotto. Dissi provocandoli.

    Si imbestialirono e corsero contro di noi come dei forsennati, estrassi due spiedi e ne impugnai uno per mano.

    Cerca di non farti ammazzare, o peggio, catturare. Dissi scherzoso all’indirizzo di Masuta. Oh, e mi raccomando, non esagerare con i ninjutsu, non vorrai appiccare un’incendio…

    Corsi a mia volta incontro a quelle maledette guardie trovandomi in un faccia a faccia mortale, subito una cercò di affettarmi, ma schivai facilmente il colpo e contrattaccai infilandogli uno spiedo dentro la spalla; prima ancora che potesse anche solo pensare di urlare lo estrassi per poi infilzarlo nuovamente, ruotai dietro di lui e lo colpii con un calcio lasciandolo per terra. La guarda dietro di lui tentò un affondo a due mani ma gli intrappolai le braccia e gli conficcai lo spiedo dentro entrambe le mani, lasciandolo come ammanettato, lo colpii al collo tramortendolo prima ancora che potesse urlare dal dolore.
    Nel frattempo molte altre guardie mi avevano ignorato e superato, concentrandosi su Masuta. Io continuai la mia carica stendendo tutti i nemici che mi si paravano davanti, ma ad ogni colpo diventavo sempre meno efficace, divenivo più lento, mi spostavo con affanno e mi sentivo sempre più pesante. Mi consolai dicendomi “Beh almeno le abbiamo stese tutte”, tuttavia non era così perché nel corso della lotta, che perdurava da un paio di minuti, erano arrivati gli stramaledetti rinforzi, un’altra trentina di guardie avevano fatto irruzione nella stanza lasciandoci con le spalle al muro, letteralmente.

    E adesso che facciamo, Kazuo-san!? Sono… anf…troppi… temo che neppure il tuo taijutsu possa esserci toglierci da quest'impiccio… anf…

    Beh possiamo provare a chiedere per favore, no? Hey sacchi di patate, lasciateci andare oppure noi… anf… anf… oppure…

    Oppure cosa? Non riuscite neanche a parlare da quanto siete stanchi! Ahahaha! E’ già tanto se vi reggete in piedi!

    Anf… touchè… Confermò Masuta appoggiandosi sulle ginocchia, mentre io feci spalluce.

    Non finirà così, te lo puoi… anf… scordare Masuta!

    Catturateli! Sentenziò con fare serio quello che sembrava essere il loro superiore.

    Mentre uno di quegli idioti si avvicinò, saggiai con la mano la parete dietro di noi e la trovai piuttosto umida.

    Questo muro si affaccia sull’esterno… Bisbigliai.

    Vorresti dunque sfondarlo e scappare? E se invece dietro ci fosse solo una stanza con delle infiltrazioni d’umidità?! E' un maledetto azzardo...incomincio ad apprezzare il tuo modo d'agire. Rispose il mio compagno.

    Piantatela di confabulare e lasciatevi legare come due salami! Disse quella guardia venuta a catturarci.

    Gli offrii le mani con fare seccato, aspettando che cercasse di legarle. Quando ciò avvenne gli calpestai il piede e lo proiettai a terra. In un istante irrobustii tutti i muscoli del corpo e feci fluire il mio chakra per tutto l’organismo inebriandomi con esso, in alcuni punti la maglia bianca si lacerò e parte delle bende che ricoprivano gli avambracci si strapparono.
    Mi slanciai contro il muro facendo esplodere tutta la mia energia residua.

    TOKKEEEEEN!

    Al contatto con il mio corpo il muro si frantumò esplodendo verso l’esterno, io ero ormai in aria a circa un piano o due da terra e l’unica cosa che riuscì a fare fu l’urlare: SALTAAAAA!

    TI SONO UN PASSO AVANTI, KAZUOOOOO!Urlò di rimando lui dietro di me.

    Ritrassi leggermente le gambe preparandomi all’impatto col terreno e rotolai attutendo la caduta, poco dopo anche Masuta atterrò.

    Hey Masuta, gli abbiamo dato di che raccontare al capo clan eh!? Ah-ah!

    Di certo un metodo di fuga anticonvenzionale.

    Scappammo via a gambe levate sotto lo sguardo attonito delle guardie e ci lasciammo alle spalle quello spiacevole intrattenimento, uscimmo dal quartiere Shimazu e tornammo alla residenza Takeda. Lungo la strada ci eravamo detti che una volta arrivati avremmo cercato Mizumo e preteso delle spiegazioni.
    Quando arrivammo vidi Mizumo seduto sugli scalini della residenza, la testa fra le mani e gli occhi rossi dalle lacrime.

    Allora, Mizumo, vuoi dirci che diavolo hai combinato? Chiese Masuta.

    Giuro... Non sono stato io... non ho ucciso io quelle persone... Ero venuto per aiutarvi, ma due tizi mi hanno seguito e hanno attaccato sia me che le guardie Shimazu… Sono riuscito a ferire il braccio di uno dei due, ma sono scappati… Vi prego, credetemi! Rispose lui.

    Scambiai un’intensa occhiata con Masuta, ci fu il tempo di fare solo quello dato che poco dopo uscì frettolosamente dalla porta il capo Clan.

    Che stesse parlando di qualcuno del clan Shingen? Mi rifiuto categoricamente di accettare che siano coinvolti!

    Oh mio Dio Mizumo, ragazzi, cos’è successo? Chiese preoccupato il vecchio.

    Ascolti, è una situazione com- Venni interrotto dal conficcarsi di una freccia sul portone della casa, istintivamente tutti quanti abbassammo il capo temendo di venir colpiti.
    Mi guardai intorno spaesato in cerca di quel maledetto che aveva scoccato la freccia, ma non ve n’era traccia. Al contrario, un rotolo di carta era conficcato nella punta dell’arma.

    Un messaggio!

    Masuta si avvicinò alla porta e dopo aver estratto la freccia dal portone lesse il contenuto del rotolo.

    Per l'oltraggio da voi commesso la guerra civile sarà immediata! Non ci interessa più la spada Nihonto, spazzerò via il vostro misero clan una volta per tutte!
    Karashi Shimazu


    Oh no… esclamò esasperato Mizumo prima di fuggire via, dentro il bosco.

    Mizumo! Mizumo! Fermati! Urlò Kanzaki. Dannazione è andato! Ragazzi, conto su di voi per riportarlo sano e salvo a casa! Pregò il vecchio con un’aria smarrita ed uno sguardo affranto.

    Non risposi lasciando a Masuta le formalità e mi diressi al limitare del bosco.

    Non si disperi, lo riporteremo indietro noi..

    Perfetto, una dannata foresta! Cavolo non ne sta andando uno giusta!!!

    Calmati Kazuo-san, vedrai che riusciremo a risolvere tutte queste spinose avversità! Ad ogni modo...non ti è sembrato strano? Disse Masuta dopo avermi raggiunto.

    Cosa? Che io non abbia già rotto le gambe a quel disgraziato di Mizumo?!

    Al diavolo Mizumo! Parlo della freccia e del suo messaggio: se io volessi sterminare un clan partirei con l’eliminarne il capo. Chiunque abbia scoccato quella freccia aveva probabilmente visuale libera sul vecchio Takeda, quindi perché non toglierlo di mezzo fin da subito?

    Non ne ho idea… e ora troviamo quell’idiota.



















    Link scheda: [1]




    Edited by † Insane † - 6/1/2015, 19:01
  2. .




    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Mizumo
    Kanzaki
    Masuta; Altri; Guardia 2 (Ichimaru); Guardia 1



    Io e Masuta ci scambiammo un’occhiata prima che aprii i portoni dell’immensa residenza senza neppure bussare.
    Il vecchio Takeda ebbe un sussulto nel vederci entrare così bruscamente, ma parve tuttavia sollevato dalla nostra presenza.

    Signore… Non abbiamo trovato nulla. Ammisi.

    Purtroppo. Fece eco il mio compagno, di fianco a me.

    L’uomo sembrò aspettarsi un simile esito e la sua reazione fu abbastanza contenuta, ma non riuscì comunque a nascondere un certo tono di inquietudine.

    Dannazione.. Se nell'armeria del clan Shimazu non c'è allora l'unico luogo in cui potreste trovare la lancia sacra è proprio la residenza Shimazu. So che alle 19.00 ci sarà il cambio delle guardie… Avrete solo 30-40 secondi di tempo per entrare senza farvi notare… Poi dovrete trovare voi il modo di uscire illesi… Non fatevi nè vedere, nè dovete arrecare alcun danno alle guardie reali... o la guerra civile sarà più che certa…

    Capisco… si prospetta un lavoro piuttosto complicato. E poi… conoscendomi mi risulterà difficile non colpire nessuno!

    Annuii gravemente facendo capire di aver compreso pienamente le direttive.
    Poco dopo Kanzaki sembrò come essersi ricordato di qualcosa di importante e ci offrì la possibilità di fermarci da lui per la colazione ed il pranzo, nonché alloggio fino all’ora di tornare sul campo.
    condivisi dei brevi pareri con Masuta e finimmo con l’accettare l’offerta, che tuttavia aveva più l’aria di essere un ordine.

    Dopotutto non possiamo rischiare di farci vedere in giro, almeno per stavolta non mi toccherà stare rintanato in qualche topaia mal gestita. Pensai riferendomi alle innumerevoli locande e taverne che nel corso della mia vita da shinobi ebbi il piacere, si fa per dire, di visitare.

    Quello che dava l’impressione di essere un maggiordomo ci accompagnò in una stanza di modeste dimensioni dove avemmo la possibilità di rifocillarci a piacere. Al centro c’era un grosso tavolo dalle dimensioni quasi sferiche e allungato adornato con una tovaglia a motivi romboidali, tutt’intorno erano posizionate delle sedie dalla stoffa color cremisi. I muri erano tinteggiati con il medesimo colore del salotto piacevolmente ritoccato con alcuni motivi geometrici.
    Quando finimmo ci dirigemmo in camera “nostra”, ovvero una stanza abbondantemente grande per sole due persone, concessaci dal vecchio Takeda. Lì io e Masuta ci mettemmo comodi e passammo il resto della mattinata scambiandoci dei pareri su come si erano messe le cose e discutendo su alcune strategie utili per questa missione.
    Lasciai arco e faretra su un tavolo e mi sedetti su di una poltroncina giallognola.

    Ricapitolando: l’armeria degli Shimazu è “pulita” ed ora dobbiamo invece perlustrare il palazzo. Se quanto affermato dal capo clan Shimazu non sono solo minacce, mancano due giorni alla presunta guerra civile… Ti dirò, per me quel clan non ha combinato nulla, ti dico che c’è qualcun altro dietro a questi furti, altro che tutte quelle tue palle sul clan Shingen che, ti ricordo, è stato distrutto!
    E poi… ho ancora quella strana sensazione riguardo Mizumo…
    Ma forse sto facendo andare troppo la fantasia.

    Ti sei accanito fin da subito su Mizumo...mi chiedo se effettivamente tu possa avere ragione. Ad ogni modo non mi va di scartare del tutto la "pista Shingen"; dal mio punto di vista è uno scenario più che plausibile.

    Diverso tempo dopo ci informarono che il pranzo era pronto, così mi diressi, insieme a Masuta, nella stanza dove precedentemente avevamo consumato la colazione.
    Ci sedemmo e ingollai il cibo, ma senza mettere troppa roba dentro lo stomaco, dovevo rimanere agile negli spostamenti e rapido negli attacchi.

    Mh? Strano, ci siamo solo noi a tavola…

    Scusami, dov’è il signor Kanzaki? Chiesi ad un maggiordomo che stava in piedi davanti alla porta.

    Oh… al momento è occupato. Tagliò corto.

    Probabilmente si starà preparando in vista della possibile guerra… dobbiamo impedire che questa avvenga! E guardai Masuta, accorgendomi semplicemente dallo sguardo che condividevamo gli stessi pensieri a riguardo.
    Anche Mizumo sembra assente.

    Dopo aver finito rimasi lì seduto a compiacermi del pasto mentre Masuta tornò in camera, non capitava mai in missione di poter mangiare qualcosa di davvero buono.
    Quando mi alzai incontrai proprio Mizumo, il quale mi rivolse subito la parola, ma non prima di aver notato che con me non c’era Masuta.

    Da piccolo mi allenavo sempre con mio padre... Dato che non avete nulla da fare fino alle 19 che ne dite di allenarvi con me nel mio Dojo? Potrebbe servirmi nel caso scoppiasse veramente una guerra fra il mio clan e quello di Karashi...

    Un Dojo tutto per lui? Che fortuna!

    Ma certo! Vado a chiamare quello scansafatiche... tu aspettami qui...

    Il ragazzo annuì.

    Hey sacco di patate! Siamo stati invitati da Mizumo nel suo dojo! Non so te ma io mi sono rotto di stare chiuso qui dentro! Dissi all’indirizzo di Masuta dopo averlo raggiunto in camera.

    Perdonami Kazuo-san! Ero perso tra i miei pensieri...

    Quando, insieme al mio compagno, tornai da Mizumo, ci guidò per una serie di corridoi che finirono col portarci nel Dojo.
    Era uno stanzone ricoperto di tatami, le pareti erano composte da innumerevoli Shoji affiancati l’un l’altro. Dalla parte opposta alla nostra c’era una piccola armeria contenente varie armi da taglio.
    Entrammo e appena messo piede nel Doma Mizumo ed io ci togliemmo le rispettive calzature. Masuta sembrò dimenticarsene, ma quando ci vide farlo fece lo stesso.

    Il ragazzo prese tre katane di bambù e ce le porse, dicendoci che lo avremmo affrontato in un “uno contro uno” a testa, il primo fui io.

    Vediamo come se la cava… Fortunatamente ho preso qualche lezione da Anzai, non dovrei fare troppo schifo.

    Soppesai quel peso praticamente inesistente e mi misi in guardia con la sinistra, più o meno: avevo lasciato di proposito una grossa apertura sul mio fianco destro, volevo vedere come avrebbe agito il mio attuale avversario, che nel mentre si era già messo in posizione… una di quelle strane, impugnava la spada con la destra, ponendola piuttosto avanti rispetto al corpo mentre il braccio sinistro era disteso quasi parallelamente al terreno, la mano lasciata a mo’ di artiglio ma rilassata, pronta a serrarsi o ad aprirsi del tutto.
    Gli girai intorno valutando la situazione poco prima che Mizumo mi caricò vibrando un fendente, giustamente, sul mio fianco scoperto.
    Ebbi appena il tempo di vederlo arrivare che menai a mia volta un fendente discendete circolare verso quello nemico, così facendo deviai e parai il colpo e levando un secondo movimento parallelo al terreno e opposto a quello precedente colpii il ragazzo sul volto lasciandogli un violento sfogo purpureo sulla guancia. Sembrò sul punto di cadere ma riuscì a mantenere l’equilibrio indietreggiando di un paio di metri.
    Masuta mi guardò colpevolizzandomi, ma cercai di ignorarlo, sono cose che capitano!

    Tutto bene?

    Il ragazzo ammise che avrebbe preferito non prendere un colpo in faccia ma che sì, stava bene.

    Ed ecco che “questo” “problema” si ripresenta… devo decidermi a parlarne con Anzai…

    Lasciai l’arma in legno per terra e assistetti al “quasi combattimento” di Masuta, il quale più che altro muoveva le braccia a caso.
    Al termine degli scontri il ragazzo si congratulò con noi.

    Cavolo siete davvero forti, eheh.. Chissà se un giorno riuscirò a diventare forte come voi!

    Non dissi nulla, non avevo voglia di parlare. Mizumo ci informò che sarebbe andato in camera sua, ma che se noi avessimo avuto voglia avremmo potuto rimanere nel dojo; tuttavia anch’io seguii le orme del ragazzo e tornai nella camera messa a disposizione per me e Masuta.

    Sarà una lunga nottata, meglio farsi trovare risposati.

    Mi lasciai cadere sul materasso e mi addormentai poco dopo.







    Percepii Masuta scuotermi al fine di risvegliarmi, doveva essere arrivata l’ora.

    Mancano diversi minuti alle 19… Si limitò a dire.

    Annuii e mi equipaggiai di tutto punto prima di uscire dalla residenza Takeda. Ci recammo davanti all’entrata del quartiere del clan Shimazu ed entrammo favoriti dall’uso della trasformazione, nonché dal cambio di guardia di cui ci aveva parlato il vecchio.
    Feci cenno a Masuta di seguirmi. Lentamente e con prudenza ci avvicinammo al cancello fino a, quando la guardia che si trovava nei paraggi girò l’angolo, superarlo.

    Tra pochi secondi un’altra guardia verrà a prendere il suo posto, dobbiamo muoverci! Vedi quel tetto… emh…”blu” in lontananza? Probabilmente è il nostro obbiettivo… stranamente la volta scorsa non lo abbiamo notato. Dissi incerto, l’oscurità non mi permetteva di distinguere appieno i colori.

    Tenendo d’occhio lo scorcio visibile della residenza Shimazu camminammo per le vie del quartiere a tentoni per quasi un quarto d’ora prima di raggiungere un ultimo stradone che portava direttamente al castello. Lo seguimmo con lo sguardo e notammo che l’entrata era sorvegliata da due guardie, le quali si guardavano in giro con circospezione. Non sembravano avere l’intenzione di andarsene.
    Mi morsi il labbro, frustrato.

    Se solo potessi stenderli…

    Masuta sembrò come leggermi nel pensiero e prese in mano la situazione.

    Non crucciarti, Kazuo-san. Mi è venuta un’idea!

    A questo punto… vediamo un po’.

    Compose una serie di sigilli prima di toccare terra con i palmi.

    Kuchiyose no Jutsu!

    Una nuvoletta di fumo circondò una porzione di terreno, quando si diradò, una lucertola più grossa del normale era visibile ai piedi del mio compagno. Mi guardò incuriosita.

    Forse era meglio se andavo a prenderli a pugni…

    Questa lucertola troppo cresciuta dovrebbe renderci le cose più facili? Forse se la tirassi in faccia a quei due… o magari contro di te, che hai queste uscite del cavolo!

    L’animale parve capire le mie parole e contrasse il muso, come se volesse assumere un’aria minacciosa.

    Ora la schiaccio!

    In primo luogo è una salamandra! Secondariamente: niente di tutto ciò! Le spiegazioni a dopo; fidati di me!

    Come ti pare! Ringhiai.

    Il genin bisbigliò qualcosa all’indirizzo dell’animale, il quale rispose con voce stridula e squillante.

    PARLA?!

    La "salamandra" annuì a Masuta e si nascose dietro la sua schiena. Ci avvicinammo fino ad arrivare a pochi passi dalle guardie quando un suono acuto di una vetrata in frantumi riempì l’aria.

    Che cos’è stato?! Disse allarmata una guardia.

    Sembrava un vetro in frantumi! E proveniva dal lato destro della casa, che un ladro stia cercando di intrufolarsi!? Sceneggiò Masuta dissipando l’attenzione da noi.

    Dannazione! Ichimaru, andiamo a controllare! Presto!

    Sì! Assentì il compagno.

    Masuta mi guardò soddisfatto e senza perderci in futili chiacchiere entrammo dentro.
    Agii con rapidità e concentrazione tali che non badai minimamente all’arredo della casa, in parte mascherato dalla penombra.

    L’edificio è grande, dividiamoci! Bisbigliai.

    Prendo la destra!

    Come preferisci…

    Mi precipitai immediatamente nelle prime stanze in cui incappai, cercando per quanto possibile di controllare che non ci fosse nessuno, ma con le mie capacità non ebbi troppi problemi.
    Avevo appena finito di controllare l’ennesima stanza vuota che sentii un rumore provenire dai dintorni.

    Masuta… usa un passo più leggero, idiota! Beh, fin’ora non ho incontrato nessun ostacolo, spero che anche per lui sia andata così…

    Nel mentre aprii cautamente la porta di un’altra camera. Intravidi un letto illuminato mestamente dalla luce opaca della luna. Mi avvicinai, non c’era nessuno. Guardai sotto il letto, a vuoto, controllai negli armadi, a vuoto, cercai dentro alcuni vecchi bauli, ancora una volta a vuoto.

    Che situazione malagevole! Per non rischiare di lasciarmi sfuggire la lancia sto controllando ovunque, anche nelle stanze in cui è improbabile che ci sia! Ma d’altro canto se continuo così rischio di metterci tutta la notte! Senza contare che il jutsu della trasformazione si è esaurito già da diverso tempo, ma vabbè, posso sempre riattivarlo...

    Continuai a perlustrare in giro e ad ogni stanza perdevo sempre di più la speranza. Mi guardai in torno e constatai che queste erano decisamente troppe, ad ogni corridoio si infittivano come fili d’erba in un prato e controllarle tutte sarebbe stato impossibile, persino usando i kagebunshin avrei alleggerito di poco il lavoro.
    Uscii da un’altra ricerca fallita e mi imbattei in un Masuta sconsolato, come me del resto. Lo vidi che si stava avviando verso un’altra stanza e attirai la sua attenzione sibilando il suo nome.

    Anche tu non hai trovato niente? Dissi sottovoce.

    Già, vedo che anche a te non è andata meglio. Disse replicando il mio tono.

    Feci spallucce. Non abbiamo scelta, siamo obbligati a continuare a cerca- Hai sentito!? Mi interruppi e tesi l’orecchio.

    Più o meno… cos’è stato!?

    Sembrava il tonfo emesso da qualcosa che cade su qualcosa di soffice… tipo un tappeto…

    Non mi dire...la casa ne è piena…

    Esatto! Andiamo a controllare!

    Provammo a ricollocare il suono ad una posizione, seguimmo un lungo corridoio, attraversammo piccoli e grandi salotti, di nuovo corridoi.
    Poco dopo si sentì un altro tonfo, più tardi un altro ancora. I suoni apparivano chiari e facilmente distinguibili, eravamo vicini.
    Aprimmo una porta scorrevole e ci ritrovammo faccia a faccia con uno spadaccino mascherato. Appena ci vide spalancò gli occhi, appena visibili mascherati da una bandana, e sbiancò.

    Qualcuno sembra averci preceduto, Kazuo-san. Proferì con fare retorico.

    Quella postura di guardia… Mizumo, che ci fai qui!? Esclamai dopo averlo riconosciuto.

    Notai solo dopo i tre corpi esanimi di tre guardie, giacevano per terra immersi in una pozzanghera di sangue. Avevano un taglio ciascuno e data la lama ancora insanguinata di Mizumo pareva ormai chiaro chi fosse il colpevole.

    Che i miei presentimenti fossero esatti? O forse sotto c’è qualcosa?! Non è da escludere che sia stato qualcun altro a fare tutto ciò, anche se preferirei finirla con gli intrighi, ho bisogno di un volto da prendere a schiaffi, e lo voglio ORA!


















    Link scheda: [1]




    Edited by † Insane † - 9/12/2014, 15:51
  3. .




    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Mizumo
    Kanzaki Takeda
    Karashi Shimazu
    Masuta


    Mentre raggiungevamo il villaggio di Mizumo, il mio compagno chiese che rapporto ci fosse tra i clan Takeda e Shimazu.

    Il nostro villaggio è stato fondato secoli fa dopo l'unione di tre clan: il clan Takeda, il clan Shimazu e il clan Shingen. L'unica fonte di economia nel nostro paese è sempre stata la pesca e a causa di conflitti di interessi vent'anni fa è scoppiata una lite tra il capo del clan Shimazu e quello del clan Shingen finendo poi in una guerra civile. Il mio clan è restato in disparte fino a che la famiglia Shingen non è stata completamente annientata. Nonostante la mia famiglia abbia una grande potenza bellica, temiamo una nuova guerra con il clan Shimazu.. quindi cerchiamo di evitare ogni contatto con loro.. ecco: siamo arrivati al Villaggio Tashishi. Rispose Mizumo, indicando un punto imprecisato davanti a sé.

    Ci guidò per le stradine del villaggio fino a raggiungere un’imponente e stabile abitazione.

    Nonostante sembri abbastanza vecchia è ancora tirata a lustro, probabilmente sarà un edificio storico o la casa di qualche riccone.

    Questa è la residenza della mia famiglia. Io, mia madre e mio padre, il capoclan, viviamo qui.Rivelò il ragazzo.

    Più o meno c’ho azzeccato, ma… tutto questo spazio solo per tre persone? Per essere a rischio di una guerra civile sembrano passarsela abbastanza bene.

    Entrammo aprendo i possenti portoni ritrovandoci in una grossa stanza tinteggiata d’ocra, sui muri erano appesi una moltitudine di quadri mentre il pavimento, talmente pulito che potevamo specchiarci, era costituito da eleganti tasselli quadrati di marmo bianco, sui lati di destra e di sinistra sorgevano due rampe di scale, dalle quali scese un uomo piuttosto avanti con l’età. Era appoggiato con una mano sul corrimano, mentre con l’altra teneva ben salda quella che appariva come una mappa.

    Voi sareste i ninja inviati da Konoha, eh? Chiese mentre scendeva i gradini.

    Il volto era coperto da un’abbondante barba e baffi bianchi, il capo parzialmente stempiato sulla fronte possedeva anch’esso candidi capelli completati dalle folte sopracciglia anche loro segnate dall’età. Gli occhi verdi trasmettevano un’aria incupita all’uomo.

    Esattamente. Risposi chinando il busto.

    Io sono Kanzaki, capo del clan Takeda. Passando subito ai fatti: questa è la mappa del quartiere degli Shimazu. Disse mettendola in mostra. Voi dovrete controllare la zona est, dove depositano le proprie armi. La lancia Ama-no-Uzume era l'arma del mio trisavolo, Muguji Takeda, nonché uno dei tre fondatori di questo villaggio. Perdere in simile oggetto significherebbe cadere nel disonore più totale.

    Mi porse la mappa e mi accinsi ad afferrarla quando percepii l’eco di pesanti passi provenire da fuori, un istante dopo i portoni si spalancarono con un profondo stridio che riecheggiò per la sala. Rapido mi volsi e vidi un vecchio uomo a capo di due guardie. Aveva gli occhi colmi di rabbia ed un’espressione agghiacciante. Istintivamente piegai le gambe in modo impercettibile.

    Tu! Farabutto! Disse indicando con prepotenza il capoclan Takeda e rivolgendogli uno sguardo omicida.

    Ma che diavolo…?!

    Karashi? Come hai osato entrare in questo modo a casa mia? Ribatté Kanzaki urlando.

    Guardai preoccupato Masuta, come se in lui si celasse la soluzione al problema, ma fece spallucce scuotendo la testa.
    Mizumo ci raggiunse e ci allontanammo di diversi passi dai due litiganti.

    Mizumo, si può sapere chi è quel tizio? E cosa vuole da voi!?

    Lui è Karashi Shimazu, il capo del clan nemico. Non so perchè sia venuto qui…

    Clan nemico? Strano… non mi era parso di capire che fossero nemici… Guardai Masuta cercando di trasmettergli i miei dubbi.

    Nel frattempo si sentivano ancora quei due darsi addosso l’un l’altro. Urlavano talmente forte che il rimbombare delle loro voci mi dilaniava i timpani.

    Non fare il finto tonto.. So che il tuo clan ha rubato la spada Nihonto. Cosa intendi fare con un simile furto? Lo incalzò con tono accusatorio.

    Cosa? Io un ladro? Piuttosto so che tu hai rubato la sacra lancia del mio clan!

    La faccenda si complica, un doppio furto!

    I due continuarono imperterriti per qualche altro minuto, finché Karashi non decise di andarsene.

    Tre giorni! Hai tre giorni di tempo per ridarmi la spada Nihonto. Altrimenti preparati per una nuova guerra civile. Disse infine mentre se ne stava andando, senza voltarsi.

    Involontariamente il mio sguardo andò a posarsi su una di quelle guardie che stavano dietro a Karashi. Indossava un’armatura piuttosto leggera dal color blu scuro, sotto di essa portava una calzamaglia nera, in testa calzava un elmo, anch’esso blu, con delle piccola corna. Ai fianchi teneva riposta una wakizashi.
    Poi guardai Kanzaki… mi sembrò risentire parecchio di quelle parole, probabilmente avrebbe preferito non doverle udire. Sta di fatto che dopo si rivolse a noi con tono ancor più preoccupato, quasi accomodante.

    Qualcosa… qualcosa non quadra… o Karashi sta bluffando ed è solo un pretesto per attaccarci o c'è qualcuno dietro tutto questo che vuole farci annientare a vicenda.. Se è così allora dovete ritrovare sia la lancia che la spada sacra, dimostrando così l'innocenza del mio clan. Vi prego, avete tre giorni di tempo… Io adesso devo richiamare l'esercito e prepararmi peggiore dei casi…

    Non si preoccupi e faccia attenzione ai nemici, ma ancor di più agli… Mi zittii un momento. …Amici. Conclusi.

    Ci congedammo, ma non prima di aver ricevuto la benedetta mappa, e ritornammo di fuori a conoscenza delle direttive del capo dei Takeda:
    Intrufolarsi nel quartiere degli Shimazu, trovare la loro armeria ed ispezionarla. Tutto in una sola notte. Proprio un lavoraccio.
    Masuta ed io ci dirigemmo alla ricerca di un posto in cui attendere l’orario propizio, dopotutto mancavano diverse ore al tramonto. Trovammo una taverna, affittammo una stanza e ci accomodammo dentro. Non era nulla di che, aveva un bagno, un letto, una cucina con qualche piatto freddo nel frigo, un tavolo e quattro sedie.

    Perché ci sono così tante sedie se c’è un solo letto? Bah!

    Mi sedetti sul materasso lasciando i piedi a poggiare per terra, (per ovvi motivi di “equipaggiamento” eheh) questo cigolò sotto il mio peso. Masuta si accomodò invece su una sedia, davanti a me.
    Hey Kaminari, tu che ne pensi di tutto ciò?

    Per usare un eufemismo, Kazuo-san, la situazione è più complicata di quanto si potesse pronosticare. Dire cosa sia successo effettivamente al momento è impossibile, ancor di più azzardare un'ipotesi su chi possa essere il responsabile di ciò. Rispose lui.

    Ti dirò, ho forti dubbi riguardo Mizumo, non so perché ma non me la racconta giusta. Hai sentito anche tu no? Ha definito senza pensarci troppo, il clan Shimazu un “nemico”, nonostante a me pareva non lo fossero, correggimi se sbaglio… Inoltre il mio intuito mi dice che c’è lui dietro i furti, sia la spada che la lancia!

    Il tuo intuito potrebbe avere ragione, Kazuo-san. Definire così alla leggera il clan Shimazu “nemico” è davvero strano, ma non saltiamo a conclusioni affrettate ad analizziamo più attentamente la faccenda: Kanzaki è il capo clan degli Shimazu, coloro che furono gli artefici della fine degli Shingen. Da quello che mi è parso di capire i Takeda non sono intervenuti nella guerra tra i due clan, rimanendo in disparte; forse gli Shingen nutrono risentimento verso i Takeda perché nel momento del bisogno questi si sono tirati indietro e per questo motivo proprio loro potrebbero celarsi dietro ad entrambi i furti! Tutto per far scontrare tra loro i due clan rimasti. Questo ovviamente non è l'unico scenario verosimile, anche il tuo potrebbe rivelarsi veritiero...per ora limitiamoci a compiere questa ispezione all'interno del quartiere degli Shimazu e poi...si vedrà!

    Annuii pensieroso mentre ascoltavo le parole del mio compagno, mi destai dai miei dubbi solo quando sentii lo stomaco brontolare.

    Vabbè, ora mangiamo qualcosa, dobbiamo essere in forze per questa sera.

    Divorammo quella poca dispensa di cibo che era presente in cucina e, in qualche modo, ci dividemmo il letto che usammo per dormire fino al momento di entrare in azione.
    Quando finalmente potemmo avere il favore delle tenebre iniziammo la nostra missione.
    Avanzammo quatti quatti verso il quartiere designato, una volta davanti dovemmo escogitare qualcosa per agire indisturbati.

    Purtroppo siamo stati visti davanti al “nemico”, quindi non possiamo farci avanti così. Tuttavia anche noi abbiamo un grosso vantaggio, ora te lo mostro, sempre se tu non ci sia già arrivato.

    Detto ciò posizionai le mani a formare il sigillo della tigre.

    Henge!

    Una nuvoletta di fumo mi coprì e quando, in pochi istanti, si diradò, il mio aspetto era modificato. Ora ero una riproduzione fedele delle guardie di Karashi, le quali lo avevano scortato dentro la casa del clan Takeda e non mi erano passate inosservate.

    Forza, trasformati e procediamo, la tecnica dura solo due ore.

    Ottima idea, Kazuo-san! Procedo.

    Dopo che anche il mio compagno eseguì la tecnica entrammo nel quartiere. Saranno state solo le nove, ma le strade erano comunque poco affollate, probabilmente si temeva un possibile attacco da parte del clan a loro avverso.

    Dobbiamo trovare l’armeria. Hai idea di dove possa trovarsi? Bisbigliai.

    Di certo non dove ci troviamo ora, non terrei mai un deposito d'armi così vicino all'uscita. Suppongo che sia all'interno del quartiere, probabilmente verso il centro...in un edificio sorvegliato. Feci un cenno col capo in segno d'assenso e mi affidai al mio compagno.

    Ci immergemmo nelle viscere del quartiere cercando, per quanto possibile, di dedicarci alla ricerca senza dare troppo nell'occhio. Dopo tutto per due guardie Shimazu sarebbe strano non conoscere le proprie vie e strade. La nostra attività di perlustrazione si rivelò piuttosto lunga rischiosa, più volte incontrammo "colleghi" in giro a perlustrare, una di queste guardie si fermò anche a scambiare due parole con noi, ma bene o male riuscimmo a non farla insospettire.
    Dopo un'ora abbondante di vagabondare trovammo finalmente l'armeria, sgombera da qualsiasi guardia. Ci avvicinammo rapidamente, consapevoli del tempo già trascorso fuori nelle strade, e notammo che era bloccata con un lucchetto.

    Che seccatura... Kaminari, lascia fare a me. Dissi sbuffando e facendomi ancora più vicino alla porta.

    Fortuna che ho esperienza con questo genere di cose...

    Ammira "Fulmine rosso"... Mi chinai esaminando la serratura del lucchetto. Si direbbe un modello vecchio stile, per fortuna ho qui con me tutto l'occorrente per aprirlo... Dissi pieno di me.

    Mi rialzai e mi allontanai di uno o due passi. Yaaay! Con calcio circolare feci saltare via il lucchetto, che volò per un paio di metri prima di toccare terra emettendo un acuto clangore metallico.

    Masuta mi guardò in parte contrariato, in parte incuriosito. Sembrò anche sul punto di rivolgermi la parola, ma mi volsi ed entrai, successivamente seguito dal mio compagno.
    Ci ritrovammo dentro una grossa stanza grigia illuminata da una lanterna ad olio, per terra c’era della paglia e tutt’intorno al perimetro erano disposte armature e armi. Incominciammo la ricerca, nel frattempo la tecnica della trasformazione si era sciolta.

    Anche se non capisco per quale motivo uno debba nascondere una sacra lancia in un’armeria qualunque…

    Cercammo dentro i bauli, che contenevano da armi a pezzi di armatura; scavammo dentro con la mano spostando tutto ciò che non dava l’idea di essere il nostro obiettivo passando da un baule all’altro, da una cesta all’altra, da un deposito all’altro, ma senza successo. Trovammo anche una piccola stanza segreta, scavata sotto il terreno, ma conteneva solo polvere e cianfrusaglie di altre epoche.

    Kaminari, saranno ore che cerchiamo invano… che si fa? Lo interpellai.

    Le alternative sono poche, continuiamo a cercare! Disse speranzoso.

    E così facemmo, fino a che da sotto la porta notammo della luce, probabilmente naturale, oltre che delle voci provenienti dai dintorni. Questi fattori ci spinsero ad abbandonare la ricerca. Senza contare la stanchezza e la demotivazione derivata dai risultati inconcludenti.

    Kaminari…

    Sì! Capì al volo lui.

    Henge!

    Henge!

    Coperti dal nostro aspetto fittizio abbandonammo senza intoppi il quartiere e ritornammo sconsolati davanti all’abitazione del clan Takeda, ma non prima di aver annullato la trasformazione.













    Link scheda: [1]






    Io e Bou abbiamo notato che il cognome di Karashi è "Shingen" nonostante quel clan sia stato distrutto durante la guerra civile... Inoltre minaccia di scatenare un'altra guerra contro il clan Takeda, ma se gli Shingen sono stati sconfitti ci risulta impensabile che abbiano una forza militare capace di sopportare un'altra guerra. Alla luce di ciò abbiamo pensato che, magari, avessi confuso i cognomi, quindi abbiamo messo "Shimazu"



    Sono un fesso e ho sbagliato ad aggiornare la scheda (per diverse volte di fila :facepalm: ), dato che ho fatto degli acquisti coi famosi 300 ryo della missione (ho comprato 8 kunai), e dato che non me li hai ancora messi in scheda, posso approfittarne per chiederti di mettere anche 4 uchiha shuriken? Mi sono, appunto, dimenticato di aggiungerli nell' aggiornamento scheda. Ti lascio anche il link del post in armeria così puoi verificare le date e quant'altro. Scusa per il disturbo :snif:

    Link armeria: [2]
  4. .




    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Anzai
    Hokage
    Masuta
    Mizumo


    Era una splendida giornata. Il sole brillava nel cielo terso dal color azzurro acceso, la poca umidità impediva di soffrire troppo il caldo altrimenti provocato dai raggi del sole ed una leggera brezza rendeva il tutto più piacevole.
    Mi stavo allenando con l’arco nel giardino interno di casa mia, o meglio, di Anzai. Per la precisione ero nello stesso punto dove si era rotto il vaso durante l’allenamento per apprendere il soru, il quale tra l’altro è stato sostituito con uno specchio nella medesima posizione. Parliamoci chiaro, questo “specchio” non è un comune oggetto, bensì si tratta di un pezzo praticamente irriproducibile, in quanto realizzato con l’argento delle miniere di un villaggio ninja ormai scomparso. Inutile dire che gli è costato una fortuna.
    Incoccai una freccia e tesi la corda, mi concentrai esclusivamente sul bersaglio e lasciai andare la freccia che volò via con uno schiocco secco. In quel momento mio zio Anzai sbucò dal nulla con un sorriso a dir poco preoccupante.

    HEY KAZUO GUARDA LA MIA NUOVA TECNICA!!! Urlò gettandosi in avanti.

    ATTENTO IDIOTA!

    Eh? Perché mai dov- Apparentemente ignorava che avessi appena scoccato una freccia, infatti questa ci mise pochi istanti a raggiungerlo penetrandogli il cranio.

    No non è vero. Raggiunse sì il capo ma anziché perforarlo venne deviata, misteriosamente, verso l’entrata e scomparve dietro la porta. In un attimo il volto di Anzai assunse un’espressione di terrore puro, simile a quella dell’urlo di munch. Infatti se i suoi occhi avessero potuto parlare, avrebbero detto “NOOOOOUUUUUU!”
    Niente da fare, ancora una volta da dentro l’abitazione si sentì il suono di una vetrata in frantumi e sia io che Anzai sapevamo cos’era appena successo. Alcuni pezzi di vetro schizzarono fino alla soglia della porta, altri invece caddero sul pavimento della casa con un fastidioso suono di attrito tra il vetro e le pavimenta. Ecco che la storia si ripeteva.
    Mi diedi un colpo col palmo della mano sulla fronte, basito.

    E ora mi toccherà sorbirmi “l’Anzai depresso”? E che diamine…! E poi come cavolo ha fatto la sua testa a deviare una freccia scoccata alla massima potenza!?

    Mio zio cadde in ginocchio sull’erba. Il volto guardava in alto illuminato dal sole mentre una lacrima scese lentamente lungo lo zigomo destro. Un’impossibile espressione angelica era indelebile sul suo viso. Poi, il nulla. Chiuse gli occhi e svenne a terra. Che il suo spirito non fosse pronto a tale situazione? Probabile.
    Ebbi come l’impressione di vedere la sua anima uscirgli dal corpo e librarsi in aria.

    Ah. La presa bene.

    Mi persi in alcuni dei miei pensieri finché non avvertii una presenza estranea comparire vicino all’ingresso dell’abitazione. Rientrai in casa facendo attenzione a non calpestare i pezzi di vetro e mi avvicinai alla porta d’ingresso. L’aprii porta ma non vidi nessuno, anche i miei sensi non percepivano più alcuna presenza.

    Strano, ero sicuro di… e questa cos’è?

    Notai per terra una lettera che raccolsi per poterla leggere.

    …Bla bla bla…convocato seduta stante alla magione dell’hokage! Meglio non farlo aspettare! Ehehe!

    Indossai al volo i miei sandali lasciandomi alle spalle la mia dimora, ad Anzai ci avrei pensato più tardi, ora avevo di meglio da fare. Dirigendomi a passo svelto verso la magione zigzagavo tra le persone che quel giorno abbondavano in strada.
    Arrivai dopo un paio di minuti e bussai. Una voce proveniente da dentro disse di entrare e così feci.
    All’interno trovai ad attendermi, ovviamente, l’hokage. Era seduto dietro la sua scrivania, sopra la quale v’era appoggiato il copricapo del villaggio della foglia.
    I suoi occhi neri si soffermarono brevemente su di me per poi spostarsi alla mia sinistra.

    Hm?

    Qualcun altro era appena entrato nella stanza. Masuta.
    I voluminosi capelli rossi parevano fulmini cremisi per quanto erano scompigliati, l’abbigliamento era l’opposto del mio, indossava parecchi capi perlopiù neri mentre ai piedi calzava dei sandali simili ai miei.
    Silenziosamente omaggiò l’hokage chinando il capo e mi rivolse un sorriso, di tutta risposta sollevai gli occhi al cielo.
    Finalmente il kage prese parola spezzando quella suspence che si stava via via creando nella stanza.

    Buongiorno ragazzi: il Clan Takeda del paese dell'acqua ha richiesto l'aiuto di Konoha per recuperare un antico cimelio rubato pochi giorni fa.

    Furto eh? Odio questo genere di missioni.

    Dovrebbe essere un…

    No… Non dirlo…

    Lavoro semplice per…

    No no… lo sta per dire…!

    Due genin.

    L’ha detto! Ora per forza succederà qualcosa che complicherà la missione!

    Feci una smorfia che Masuta sembrò riuscire ad interpretare e rise sotto i baffi.
    Successivamente l’hokage ci consegnò una mappa e una sacca contenente i soldi per prepararci alla missione.

    Dovrete incontrarvi con Mizumo Takeda, il figlio del capoclan fra 1 giorno, alle 12.00. Il luogo dell'incontro sarà il Ponte Naruto, nella sponda della nostra nazione.

    Il ponte Naruto, eh? Capisco…

    Ci congedammo dal capo villaggio e scambiammo quattro chiacchiere mentre uscivamo dalla magione. In quel momento non indossavo neanche il porta kunai, quindi più tardi sarei senz’altro passato da casa per prenderlo.

    Masuta… ci rincontriamo…

    Si vede fosse destino, Kazuo-san.

    Tipico di voi deboli credere in qualcosa di tanto assurdo come il destino!

    Vero, da un certo punto di vista è assurdo come concetto ma diverse esperienze nella mia breve vita mi hanno portato a crederci.

    Ed io, per lo stesso motivo, non ci credo. Se davvero credessi al destino, la mia intera vita perderebbe senso e smetterei di allenarmi.

    E' bello avere a che fare con qualcuno che la pensa diversamente!

    Frase mai detta da nessuno nella storia, Kaminari. Che cosa ci sarebbe di così tanto bello?

    Il fatto che io agisca in un modo e tu in un altro ci completa, non trovi?

    Intendi forse che gli opposti si attraggono?

    Diciamo pure di sì.

    Feci spallucce.

    Comunque, prima di partire dovrei tornare a casa a prendere il mio equipaggiamento!

    Va pure, io ti aspetterò alle porte del villaggio.

    Tornato a casa trovai Anzai ancora disteso a terra, lo ignorai e di fretta e furia legai il portakunai alla vita, posizionai l’arco e faretra dietro la schiena ed uscii nuovamente, stavolta mi sarei recato in armeria. Una volta lì acquistai abbastanza kunai da riempire la tasca (otto kunai) spendendo 160 dei 300 ryo forniti dall’hokage.
    Mi diressi alla porta del villaggio e vi trovai Masuta appoggiato al muro che mi aspettava. Gli feci i pollici all’insù.

    Let’s go!

    Annuii accompagnando il gesto con una risata gutturale e ci mettemmo in viaggio, erano le primissime ore pomeridiane.

    Hey, lo sapevi che riguardo al ponte Naruto corre una vecchia nonché famosa storia? Si dice che lì un grande shinobi della Foglia abbia sconfitto quello che veniva chiamato "Il Demone della Nebbia di Sangue", un pericolosissimo ninja di Kiri, e per questo motivo il ponte sia stato intitolato a lui…

    … Il ponte di per sé consiste in una lunga striscia di cemento lunga diverse centinaia di metri e larga una decina, sorretta da molte colonne sempre in cemento poggiate sul fondale marino e lì ancorate. Agli estremi del ponte vi sono due pesanti cancelli. Però magari questa parte noiosa me la tengo per me, eheh!

    Mi è stato raccontato qualcosa in merito, anche se non così dettagliatamente. Se non sbaglio quello stesso Naruto è stato poi Hokage di Konoha.

    Già...nonostante vi fossero candidati ben più meritevoli!

    Ad esempio?

    Beh... una volta ho letto un libro che riguardava le tecniche più pericolose al mondo e... vennero citate le "otto porte"; non so se tu sappia già cosa siano, in ogni caso non sto qui a spiegartelo, ti basta sapere che l'ultima "porta" toglie la vita all'utilizzatore, eppure c'è stato uno shinobi in grado di sopravvivere all'apertura di questo cancello proibito, per così dire... Se non mi sbaglio questo ninja ha vissuto nello stesso periodo di quel Naruto. Mi pare che nel libro ci si riferiva a lui come... "La bestia verde di Konoha" o qualcosa del genere!

    Poco dopo sprofondammo nelle foreste di konoha, attraversammo per mezza giornata una moltitudine di boschi e di alberi, corremmo sotto il canto di diverse specie volatili e terrestri prima di intravedere il primo scorcio della nostra meta, ma non eravamo comunque che a metà strada circa. L’ambiente circostante non era cambiato più di tanto, la presenza di un’imminente fonte d’acqua aveva giusto aumentato il numero di piante e animali, senza modificare troppo il panorama a cui io e Masuta eravamo abituati.

    Kaminari, il sole sta tramontando. Propongo di accamparci qui.

    Ottima idea, Kazuo-san.

    Ci sistemammo alla buona in una piccola radura e ci coordinammo per i turni di guardia.
    L’indomani ci rimettemmo in viaggio e raggiungemmo l’estremità del ponte Naruto verso mezzogiorno.

    Dovremmo essere in orario…

    Ci avvicinammo ulteriormente e scoprimmo di non essere soli. Un ragazzo dai capelli bianchi che coprivano l’occhio sinistro si avvicinò a noi. L’occhio visibile era rosso, indossava una maglia smanicata bianca, dei pantaloni neri tenuti da una vistosa cintura color mattone, gli avambracci erano coperti da due grosse fasce bianche a triangoli neri. I calzari erano anch’essi neri.

    Finalmente siete arrivati. Il mio nome è Mizumo.

    Piacere, io sono Kazuo, autoproclamato genin più affidabile di Konoha.

    Io invece sono Kaminari no Masutā, molto piacere. Disse il mio compagno trattenendosi a malapena dal ridere in faccia al suo interlocutore.

    Fatte le presentazioni iniziammo ad attraversare il lungo ponte.

    Tre giorni fa dalla residenza di famiglia è stata rubata la lancia Ama-no-Uzume, la sacra arma che custodiamo di generazione in generazione. Sospettiamo che l'abbiano rubata i membri del Clan Shimazu.. Tuttavia non possiamo investigare direttamente o rischieremmo di creare una guerra fra famiglie.. Per questo motivo abbiamo chiesto un aiuto esterno…

    Mh… capisco ma… Questo ponte è dannatamente lungo! Un conto è leggere i suoi dati su un libro, un altro è provarli sulla propria pelle!

    Ci impiegammo un quarto d’ora abbondante prima di arrivare dall’altro lato del ponte. Una volta lì eravamo ufficialmente fuori dal paese del fuoco e Mizumo ci guidò fino al suo villaggio.
    Le case erano per la maggior parte basse ed in legno con i tetti spioventi, le costruzioni che potevano vantare un po’ di altezza erano ben poche. Il posto era diviso in due da un corso d’acqua (incanalato lì per mezzo di lavori dell’uomo) che scorreva quieto con diversi piccoli ponti per attraversarlo. Tutt’intorno la vegetazione cresceva fitta nonostante il cielo fosse nuvoloso.

    Ohi, Mizumo-kun! Potresti raccontarci che rapporto esiste tutt'oggi tra il clan Takeda ed il clan Shimazu? Chiese furbamente Masuta.













    Link scheda: [1]


  5. .
    Per colpa di Bouranchi richiediamo una proroga di 24h :nunu:
  6. .
    La figlia di ChoJI... :mog:
  7. .




    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Masuta
    Anzai
    Jonin



    Un calcio, una ginocchiata e alla fine una spallata. Mashu subì inesorabilmente tutti i miei colpi e finì con l’essere atterrato pesantemente. Più per spirito di sopravvivenza che per voglia di vincere si rialzò, ma ne ricavò solo altre ferite: tre proiettili infuocati con un egual numero di spiedi si conficcarono nelle sue carni… non un urlo, non un gemito… cadde in ginocchio fissando gli spalti, i suoi occhi si chiusero ed anche il busto crollò a terra con un tonfo secco. Aveva perso.
    Il jonin di prima si avvicinò al centro dell’arena per annunciare il termine dello scontro.

    Lo scontro è vinto da Kazuo Nakamura e Kaminari No Masuta!

    La folla si unì in un applauso generale che riecheggiò a lungo nell’arena. Ma io non ero altrettanto contento, per un motivo o per un altro il mio avversario non aveva combattuto con l’intenzione di vincere, se cominci qualcosa pensando già di non riuscire a portarla a termine allora non ci riuscirai mai.

    Perché hai perso? Ci hai davvero sottovalutati o è successo qualcosa che ignoro?

    Chinai il capo mordendomi il labbro, una lacrima mi rigò il volto… i pugni erano serrati a tal punto da sanguinare. La gamba sinistra del mio pantalone era intrisa di sangue laddove il ginocchio aveva rotto il naso di Mashu.
    Ritornai alla mia posizione di partenza dove ricollocai i pesi d’allenamento dentro gli scaldamuscoli, erano leggeri… sorrisi tristemente, poi volsi lo sguardo a Masuta ma gli diedi immediatamente le spalle prima che potesse provare a leggere la mia espressione. Forse avrei dovuto parlargli dei miei dubbi sul nostro prevalere ma anche lui mi era sembrato perplesso. Poco dopo la mia attenzione venne attirata da una ragazza che scavalcò la recinzione per avvicinarsi a Mashu. Indossava degli abiti bianchi e azzurri, i capelli castani mossi, gli occhi del medesimo colore dei capelli, le guance solcate da lacrime cristalline.
    Portò delicatamente il braccio di Mashu intorno al suo collo e lo trasportò via con un'espressione indecifrabile.

    E quella chi era? Bah che m'importa! Se non hanno fatto nulla per fermarla significa che è tutto ok!

    Portai lo sguardo al cielo e sbuffai rattristato, con un inchino salutai gli spettatori ed il jonin e abbandonai l’arena, appena fuori mi trovai davanti Anzai.

    Hai vinto… Bravo!

    Chiamala vittoria… ho combattuto contro qualcuno senza alcun intento omicida!

    Ehehe! L’ho notato… ma non disperare, sono sicuro che prima o poi vorrà avere una rivincita!

    Guardai per terra.

    Speriamo…

    Qualcuno mi diede una pacca sulla spalla.

    Su con la vita, Kazuo-san, abbiamo vinto, no?

    Pft! Kaminari, per te è facile dirlo, sei rimasto dietro di me a guardare per tutto il tempo!

    Mi stava per rispondere quando Anzai disse la sua.

    Oh? Ma guarda un po’ chi ho davanti… il piccolo Masuta-chan, come sta Sōshi-sha? AHAHAH!

    Sōshi-sha? Che nome del cazzo!

    Mi perdoni, ma lei chi sarebbe? Come fa a conoscere mio padre?

    Ah ah! E’ una lunga storia, fattela raccontare da lui… digli solo che hai incontrato “L’uomo più veloce e più forte di te” ; lui capirà! AHAHAH!

    Ci conti, mi ha davvero incuriosito.

    E invece che mi dici di... Ammiccò vistosamente. Tua madre, Jotei?

    *Coff Coff* Kaminari, lui è mio Zio Anzai.

    Capisco! Ad ogni modo, Kazuo-san, non ho potuto fare a meno di notare la tua spiccata abilità nel taijutsu; permettimi dunque di mostrarti questa.

    Estrasse per la prima volta una wakizashi. Durante lo scontro ero troppo preso dalle mie emozioni per fermarmi a riflettere sullo stile di combattimento di Masuta; dato che non mi aveva dato appoggio diretto durante il corpo a corpo significava che quello non era il suo campo, allora perché possedeva una wakizashi?
    Me la porse e ne analizzai il peso... e diavolo, ormai per me non c'era quasi più distinzione tra leggero e pesante.

    E' veramente così leggera o sono io che ho perso la sensibilità del peso? Sento a malapena di averla in mano. Se venissi disarmato neanche mi accorgerei della differenza!

    Consideralo un regalo, per festeggiare la vittoria di oggi. Sono certo che ne farai buon uso.

    Sorrisi.

    Eh, in effetti mi farebbe comodo… Accetto volentieri il tuo regalo!

    Rinfoderò l’arma, slacciò l’imbracatura e mi porse il tutto. Afferrai il malloppo e accennai un inchino col capo per poi assicurare il fodero dell’arma alla vita.

    E' arrivato per me il momento di tornare a casa, Kazuo-san! Spero in futuro di fare ancora coppia con te.

    Mh, anch’io… sei una spalla affidabile! Ma vedi di diventare più forte!

    E' esattamente quello che ho intenzione di fare. E' stato un piacere!

    Lo salutai con un gesto del capo e scrutai la sua sagoma allontanarsi in fondo alla strada. Per un brevissimo lasso di tempo mi dimenticai di ogni mia angoscia ma quella sensazione di benessere non tardò a sparire. Sbuffai.
    Anzai mi accarezzò i capelli sorridendo.

    Dai non pensarci! Che ne dici se andiamo ad allenarci un po’ insieme?

    Quell’uomo era un fetente ma quando c’era qualcosa che non andava era sempre il primo che si offriva di aiutarmi, dopotutto ormai era l’unica famiglia che avevo ed anche per lui era lo stesso. Sorrisi e toccai con la mano l'elsa dell'arma.

    D’accordo! Perché non mi alleni nell'uso della wakizashi?

    Ahah, come vuoi!

    Ci dirigemmo finalmente a casa lasciandoci alle spalle il campo d’allenamento ma sapevo che avrei avuto nuovamente modo di confrontarmi con Mashu, prima o poi...

    Durante la sua permanenza in ospedale avrà modo di risolvere i suoi conflitti interiori... gli conviene!











    Se possibile, io e Bou avremmo piacere ad effettuare questo "scambio", L te ne avevo parlato in chat quindi spero sia possibile xD




    Link scheda: [1]


  8. .




    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Masuta




    A prima impressione Mashu mi sembrò particolarmente svogliato e sovrappensiero, c’erano molte cose che ignoravo ma di sicuro non gli avrei permesso di prendere me e Masuta sottogamba! Il Kimono bianco veniva piegato dal vento così come i suoi capelli argentei. Gli occhi opachi venivano invano scrutati dai miei.
    Dagli spalti cominciarono a levarsi i primi incitamenti per ambo le fazioni, gli spettatori più audaci avevano anche preparato dei cartelli o striscioni recanti motti o slogan per i loro beniamini; dalle transenne germogliavano avambracci a tutto spiano che continuavano a muoversi su e giù.

    Hey smilzo, spero che tu sappia almeno eseguire la moltiplicazione superiore del corpo, perché puoi scommetterci il copri fronte che ci servirà!

    Tsk! Se è di ninjutsu che parliamo, Kazuo-san, sta pur certo che non potrai che ritenerti soddisfatto!

    Pff!

    Mi chinai sul posto infilando le mani negli scaldamuscoli e urlai al mio avversario esattamente ciò che stavo pensando.

    Mashu!!! Ti prego non sottovalutarmi o potresti pentirtene!!!

    Non ho dimenticato quella volta in accademia… quando tagliasti a metà quel sigillo esplosivo subito dopo aver deviato un kunai direttomi in volto! Cazzo mi avevi davvero impressionato, perché ora sei così… moscio?!

    Tirai fuori la coppia di pesiDescrizione: I pesi saranno delle grosse cavigliere posizionati sulle gambe, sotto gli scaldamuscoli. (nel caso in cui il vestiario comprenda anche questi, altrimenti è a discrezione dell'utente)
    Dopo l'acquisto verranno in automatico equipaggiati e in caso di scheda riassuntiva bisognerà specificare di averli addosso (se sono equipaggiati). Non potranno essere usati per attaccare, non potranno essere lanciati né per infliggere danno né per creare diversivi o attuare strategie; dopo la rimozione rimarranno a terra previo spostamento da parte di terzi. (per spostarli bisognerà avere forza uguale a quella richiesta per disequipaggiarli -1 punto)
    Potranno essere disequipaggiati al costo di un'azione gratuita, tuttavia bisognerà soddisfare alcuni requisiti.
    Suddetti pesi aggiungeranno un quantitativo spropositato di Kg, da ciò ne deriva un malus di -1 alla velocità per tutto il tempo in cui questi verranno tenuti equipaggiati, tuttavia per poterli indossare bisognerà soddisfare alcuni requisiti.

    -Requisiti per poterli indossare:

    .1 Data l'incredibile pesantezza degli attrezzi sarà necessario avere un fisico allenato al massimo, perciò saranno richieste corporee 5

    -Requisiti per poterli togliere:

    1. Sempre a causa del peso sarà richiesta una forza adeguata, che in termini numerici si traduce con 7 punti sulla statistica in questione
    da 400lb e li lasciai cadere al suolo, emisero un tonfo profondo e riecheggiante, si sollevò una nuvola di polvere e il terreno si crepò; la folla si unì in un boato generale.

    Fissai Mashu con aria di sfida, all’improvviso vidi Masuta moltiplicarsi in tre copie (2 si materializzarono più avanti rispetto a lui, mentre la terza di fianco a lui).

    Aspetto solo te per attaccare, Kazuo-san, non indugiare oltre!

    Affiancato quindi dalle copie del mio compagno scattai verso Mashu; quando fui abbastanza vicino cercai di colpirlo con un calcio (portato con la gamba sinistra) mirato alla sua gamba destra mentre le copie del mio compagno attaccarono all’unisono con un pugno al volto; mentre mi trovavo ancora con la gamba alzata afferrai la nuca di Mashu e facendo scattare la gamba d’appoggio cercai di colpirlo con una ginocchiata sul volto.
    Quando avrei toccato nuovamente terra mi sarei aspettato di trovarmi di fronte ad un Mashu debilitato e indietreggiante. Dandomi la carica con un urlo furioso avrei cercato di scatenare tutta la mia forza in uno scatto sovraumano atto a slanciarmi per eseguire una poderosa spallata mirata allo sterno del mio avversario.
    Dopodiché arretrai di due metri.
    Il cuore mi martellava nel petto e una goccia di sudore colò dalla tempia fino al mento, infine piombò inesorabilmente sul terreno con un leggero "tick".










    Azione gratuita 1: Rimuovo pesi da 400lb
    Azione di movimento 1: Scatto verso Mashu insieme alle copie di Masuta.
    Azione offensiva 1 - attacco semplice 1:Calcio destro sulla gamba sinistra, in simultanea con l'attacco delle copie.
    Azione offensiva 2 - attacco semplice 2:Ginocchiata sul volto.
    Azione offensiva 1 - tecnica energia verde: CaricaCarica- (Tokken - Tackle Charge)

    Tipo: Taijutsu
    Posizione delle mani: Nessuna
    Livello: C
    Descrizione: E’ una tecnica sia di difesa che di attacco. Il ninja che la utilizza contrae i muscoli del corpo ottenendo una grande resistenza ai colpi e una grande potenza d’impatto. In questa situazione però il ninja non è molto mobile e l’unica cosa che può fare è un attacco diretto con una spallata. Ma la grande energia sprigionata da questa spallata rende la tecnica molto difficile da ostacolare. Si può utilizzare anche per abbattere avversari di stazza molto grossa o contro grosse strutture come case e alberi. Il danno causato alle persone causa danni debilitanti.
    Consumo: 12
    Richiede: Resistenza 1
    Nota: I danni saranno dipendenti dal proprio grado di Forza (a LV 3 si possono abbattere piccoli alberi; a LV 5 si possono abbattere muri di piccole abitazioni)
    Danno: 2-5 (Forza 5: 3-5; Forza 7: 3-5 (con possibile malus: Stordimento))
    Costo: 30 Exp
    Energia: Verde

    Azione di movimento 2: Arretro di 2 metri.
    Chakra consumato: 12 [Carica]
    Chakra rimasto/posseduto:78/90
    Ferite: //
    Danni psicologici //
    Condizioni psico-fisiche: Arrabbiato e traboccante di energia.
    Armi rimaste:

    Porta kunai:

    Tasca 1(0/8) Kunai,(2/15) Shuriken,(0/4) Uchiha shuriken
    Tasca 2(0/15) Makibishi, (28/30) Spiedi
    Tasca 3(2/2) Palla di luce, (0/4)Sigillo esplosivo, (2/2) Fumogeno
    Tasca 4(0/10 m)Filo di nylon, (5/5 m)Bende







    Armi da taglio:

    Aikuichi1/22





    Posizione: all'interno dell'arena.
    Distanza dall'avversario:in linea teorica, a ridosso.






    Difesa
    //

    Attacco
    Attacco semplice 1: [6,5] + [0,5] + [0,5] = [7,5] Danno: 4-5 (ho forza 9)
    Attacco semplice 2: [6,5] Danno: 4-5
    Carica: [6,5] Danno 3-5






    Allora... premetto che è il mio primo duello e che spero di non aver fatto nessuno sbaglio.
    Il primo attacco semplice ha valore base di 6,5. Grazie alla superiorità numerica passa a 7,5. (Secondo il regolamento questo calcolo finale è da applicarsi solo sulla schivata, i riflessi devono confrontarsi col valore base dell'attacco).

    Sul secondo attacco semplice nulla da dire, eccetto che avendo forza pari e superiore a 6-7 può causare un malus da ferita normale, sempre se colpiscono in pieno, ovvio.

    Il terzo attacco è un Taijutsu, quindi non dovrebbe arrecare malus se non quelli descritti dalla tecnica.

    Dopo essermi lanciato all'attacco smetto di descrivere le azioni di Masuta perché lo perdo d'occhio; quanto alle copie invece, smetto di considerarle dopo che mi aiutarono a portare il primo attacco.

    La nuvola di polvere che si crea dalla caduta dei pesi è solo descrittiva.


    Link scheda: [1]




    Edited by † Insane † - 28/10/2014, 16:21
  9. .



    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato
    Anzai
    Jonin
    Masuta
    Mashu





    Mattino, quel dì il sole abbagliava qualunque cosa proiettando migliaia di ombre, una leggera brezza si incuneava tra le foglie degli alberi permettendogli di parlare col fruscio derivato dal movimento di queste; nella mia mente il quadro sarebbe stato completo solo se vi fosse presente anche un corso d’acqua, ricco di pesci e di suoni rilassanti, ma vicino alla mia abitazione non ve ne scorreva alcuno.
    Ero sdraiato su di un’amaca appesa tra due alberi nel giardino della casa di Anzai. Sonnecchiavo mentre il sole mi accarezzava la pelle, questa si concedeva più che volentieri alla nostra stella. Siamo talmente abituati ad associare le stelle a quei corpi celesti che si rendono visibili solo di notte che talvolta ci dimentichiamo cosa realmente sia il sole: una stella.
    Ebbene, probabilmente questa è un’immagine che è capitata a ben pochi shinobi, o almeno non gli capita di viverne una simile da molto tempo; il bello di essere solo un genin come molti è proprio questo, i momenti per concedersi a sé stessi sono tutt’altro che rari. Una parte di me avrebbe ovviamente voluto rimanere così per sempre, mentre un’altra voleva solo diventare sempre più forte… l’equilibrio della mia psiche si basava sul bilanciare a dovere queste due volontà contrastanti.
    Dolcemente mi destai dal mio sonno, tentai di aprire gli occhi ma saggiamente portai prima una mano a coprire il bagliore dorato del sole; quando lo ritenni opportuno accesi dunque la mia vista e pigramente scesi dall’amaca rientrando in casa.

    La bella addormentata non ha avuto bisogno del bacio di vero amore questa volta, eh?

    Ero troppo rilassato per dare peso alle solite provocazioni di mio zio.

    Emh… senti, datti una svegliata perché devo dirti una cosa importante!

    Hai la mia attenzione, parla!

    Tzè, mentre dormivi un ninja ha lasciato questa. Estrasse dalla tasca dei pantaloni una lettera. Dice che è da parte dell’hokage, ma fortunatamente non sembra essere nulla di troppo importante.

    Woah… non l’hai aperta invadendo la mia privacy? Strano…

    Rimanda a dopo le frecciatine, ora pensa a leggere questa dannata missiva! Sono curioso!

    Mi lanciò la lettera che roteò in aria prima che l’afferrassi con un gesto disinvolto. Quando l’ebbi salda tra le mani concentrai un po’ di chakra katon sulla punta dell’indice e lo feci scorrere lungo l’estremità orizzontale dell’involucro cartaceo, questo si carbonizzò e il contenuto uscì praticamente da solo scivolandomi sul palmo della mano.

    Ma quanto gli piace fare il figo a ‘sto ragazzino…

    Mi schiarii la gola con due colpi di tosse e lessi ad alta voce ciò che l’inchiostro rappresentava nelle sue varie forme.

    Avvisiamo che questa domenica si terrà il primo torneo di beneficenza del villaggio della foglia, aperto a tutti i ninja che si vogliano mettere in gioco per una giusta causa. Vi aspettiamo numerosi al campo d'addestramento. Non ci sarà costo d'iscrizione per i partecipanti, ma la possibilità di fare un'offerta. L'Hokage


    Un torneo, eh? MOLTO interessante… per caso vuoi partecipare?

    Qualcosa nel mio “io” interiore scattò, la parte di me che voleva solo diventare più forte prese il soppravvento su quella più pacata.

    No… non andrò semplicemente per partecipare, andrò lì per vincere!

    AHAHAH! Così si parla! Allora comincio a preparare il pranzo, tra qualche ora comincerà il grande evento AHAHA! Sappi che verrò a vederti!

    Cavolo! E' vero che oggi è domenica! Bah, vorrà dire che andrò a fare qualche addominale, chiamami quando è pronto…

    Rispose affermativamente e mi diressi nel retro della casa, ovvero uscii nuovamente in giardino ma nel lato posteriore dell’abitazione, scelsi quel luogo per riscaldarmi perché il tetto della casa proiettava una vasta ombra sul prato. Ad ogni modo, mi sdraiai e cominciai a flettere l’addome.

    Quasi un’ora e mezza dopo…

    Anzai mi raggiunse nel giardino frettolosamente.

    Hey Kazuo… il pranzo è…

    Uff… e con questa siamo a otto miliardi…! Sono esausto!

    Otto miliardi? APPENA!? Mh… ma sì, come riscaldamento al riscaldamento direi che va più che bene!

    Ottimo! Prima avevi accennato qualcosa riguardo al pranzo, finalmente è pronto! Ho una fame hehehe!

    Mi rialzai da terra e constatai di aver lasciato una pozzanghera di sudore dove ero sdraiato. Letteralmente.
    Guardai per un momento Anzai e ci dirigemmo in cucina dove consumammo il nostro pasto e ci scambiammo qualche strategia di combattimento. Successivamente feci una doccia calda, il tepore penetrava in ogni fibra del mio essere mentre il vapore mi si avvinghiava intorno al corpo come se un serpente fatto di fumo cercasse di soffocarmi.
    Indossai la mia divisa bianca e fasciai le braccia, scaldamuscoli sulle caviglie, pesi da 400lb, scarpe ai piedi e mi diressi al campo d’allenamento. Quando arrivai constatai fin da subito che aveva subìto dei ritocchi, sul lato destro erano stati costruiti degli spalti per permettere agli spettatori di sedersi, delle recinzioni proteggevano quest’ultimi. Quanto all’arena, beh l’unica cosa mi colpì fu la presenza di un laghetto.
    Mi avvicinai al centro dell’arena dove un Jonin mi rivolse la parola.

    Tu devi essere Nakamura Kazuo, ti stavamo aspettando… quello a cui prenderai parte oggi è un 2 vs 1 e farai coppia con un altro genin, Kaminari no Masuta.

    Che nome del cazzo!

    Capisco, grazie delle informazioni! Quanto al mio avversario?

    Beh… in teoria non dovrei dirtelo, ma dato che vi conoscete già penso di poter fare un’eccezione: tu ed il tuo compagno dovrete affrontare Mashu Shinmen, il tuo passato Sensei!

    Interessante… grazie ancora, lo aspetterò qui!

    Si congedò con un sorriso per poi allontanarsi. Al solo pensiero di affrontare Mashu mi venne la pelle d’oca dall’eccitazione, ora sì che ero tutt’un fuoco!

    Quindi il mio avversario sarà Mashu! E’ maledettamente rapido quell’uomo! Fortunatamente mi verrà assegnata una spalla… mi chiedo quand’è che si farà vedere…

    Poco dopo la mia attenzione venne attirata dalle urla di Anzai dagli spalti, non potevo vedere cosa diavolo stesse combinando perché uno spilungone dai capelli rossi sparsi alla cavolo mi ostruiva la vista. Quando riuscii ad individuare mio zio lo salutai con gesto del capo, probabilmente quel pel di carota pensò che fosse rivolto a lui quel saluto. Poco importa, mi girai e mi chiesi come avesse fatto Anzai ad arrivare così velocemente; o almeno fu quella la mia idea, se non fosse stato sempre per quella fastidiosa giraffa che ebbe la grande idea di venire a rompermi le scatole.

    Tu sei Kazuo Nakamura-kun, dico bene? Il mio nome è Kaminari no Masuta, tanto piacere.

    Mh! Per te è -san. Quindi saresti tu la mia spalla?

    Che nome del cazzo!

    Ehm… Kazuo-kun, permetti una domanda? Eccetto quest’ultima ovviamente.

    Senti, io mi starei concentrando… so che i deboli non ne hanno bisogno in quanto farebbero pena in ogni caso, ma non è un problema mio! Tra poco arriverà il nostro avversario, Mashu, il mio sensei durante l’accademia ninja!

    Non ci fu tempo di perdersi in ulteriore chiacchiere che finalmente arrivò il mio tanto atteso avversario, ma non sembrava quello che conoscevo una volta… i suoi occhi erano spenti, senza luce alcuna.

    E questo che cazzo significa? Pensavo di dover affrontare uno shinobi e non… qualunque cosa sia ora Masu…

    Si avvicinò trascinando i piedi e con fare mogio; mi salì il sangue alla testa e strinsi i pugni dalla rabbia.

    Ciao Kazuo-kun, ti trovo in forma… meglio. Disse con voce piatta.

    Come scusa? Ci conosciamo? Sapevo di un ninja che si chiama Mashu, ma quello che ora mi trovo davanti non è lui! Dissi digrignando i denti e infiammando lo sguardo.

    Mi concesse un mezzo sorriso che non riuscii ad interpretare e si presentò a Masuta.

    Siete genin vero!?

    Risposi di sì. Poco dopo riapparve nuovamente il jonin e ci spiegò brevemente le linee generali del combattimento, sarebbe andato avanti fino al K.O. di uno qualunque dei tre o fino alla resa.
    Pochi istanti dopo l’arena era tutta per noi tre, ma il comportamento di Mashu mi stava facendo incazzare non poco. Il mio aiutante invece lo avevo completamente ignorato da dopo l’arrivo del mio vecchio Sensei.

    Fate in fretta… ok? Disse Mashu allontanandosi dandoci le spalle.

    Non proferii alcuna parola, mi limitai a mettermi in guardia ed a lanciare un’occhiata allo spilungone.

    Andiamo a farlo rinsavire un po’, capelli di merda!


















  10. .
    CITAZIONE (Uggi @ 20/10/2014, 15:36) 
    P.s. Dovrebbe arbitrarci L se va bene a tutti :fiore:

    Sta bene! {Cit. Ezio}
  11. .


    Pensato
    Parlato
    Daichi
    Cocchiere
    Anzai
    Chunin 1
    Chunin 2
    Hokage












    Sotto la richiesta bene o male generale ci accampammo in una piccola radura limitrofa alla strada dove trascorremmo la notte. Il mattino seguente ci rimettemmo in viaggio senza neppure far colazione, cosa che, nonostante avessi sospettato sarebbe accaduta, mi lasciò dubbioso. Ovviamente gli unici a non farla fummo io e Daichi, infatti il nostro accompagnatore si era saggiamente portato delle piccole scorte che purtroppo bastarono solo per lui.

    “Sono un tonto! Non avevo minimamente calcolato quest’eventualità! E ovviamente anche Daichi se n’era scordato…”

    «Possibile che tu non ci abbia pensato!?»

    «Stavo per chiederti la stessa cosa, ostaggio!»

    «Tzè, ora per colpa tua dovrò affrontare l’interrogatorio a stomaco vuoto!»

    «Tralasciando che la ‘colpa’ non è mia, cosa intendi dire con interrogatorio?»

    «Cooosa?! Non lo sai? Ma che diavolo vi insegnano oggigiorno all’accademia? Comunque sia, l’interrogatorio è una procedura standard che viene usata in quasi ogni situazione che possa fornire informazioni prima ignote. Tendenzialmente se collabori non ricorrono alle cattive, ma di solito utilizzano dei ninja capaci di ‘leggerti la mente’, così facendo perdono meno tempo e sono sicuri che tu non stia mentendo o nascondendo nulla»

    «Capisco… quindi è lì che verrà decisa la tua innocenza o colpevolezza»

    «Precisamente!»

    Era già dal giorno prima che mi ero accorto del cambiamento nell’ambiente circostante, l’erba e gli alberi avevano assunto una colorazione più verde e decisa, cominciavano a possedere certe voluminosità che sembravano esser piene d’acqua e linfa vitale. Al di là dei cambiamenti più palesi v’erano anche alcune diversificazioni un po’ più sofisticate da trovare; un esempio tra i molti era la popolazione animale, difatti tendendo l’orecchio era possibile udire il fischio allegro dei piccoli volatili devoti ai climi più accoglienti. Ma non solo, l’intera nicchia ecologica era mutata: dai margini del sentiero di tanto in tanto si affacciano cerbiatti o, ancor più raramente, scattanti lepri dal pelo bruno e corto. Persino lo scalpitio prodotto dal trotto svelto del nostro destriero emetteva suoni più lunghi e ottusi, derivato dal suolo ricco di terra fertile. Un suono che il giorno addietro era invece freddo e corto come un battito di mani.

    «Siamo vicini…»

    «Puoi dirlo, solo Konoha può vantare foreste del genere!»

    «Pft! Sembri conoscere bene il villaggio per essere un traditore…»

    «Ancora?! Ti ho già detto che sono innocente!»

    «Questo lasceremo che siano gli interrogatori del villaggio a deciderlo»

    «Ovvio!»

    Incrociai le braccia pensieroso, le oscillazioni del carro cullarono me ed i miei pensieri. Quella sua fissazione con le ‘farfalle’ continuava a rimbalzarmi da una parte all’altra del cervello.

    “Che voleva dire con ‘farfalla’? Sarà davvero innocente come dice di essere? Cosa dovrò fare dopo essere arrivato al villaggio? Quante domande ancora necessiteranno di risposta?”

    Capii che era arrivato il momento di sfoltire la lista dei miei punti interrogativi senza alcuna responsiva.

    «Allora… me lo vuoi dire o no cosa diavolo significano tutti quei riferimenti alle ‘farfalle'?»

    «Te l’ho già detto: è solo una vecchia cicatrice…»

    «Non mi basta»

    «Ahahah! Allora facciamo così: tu dimmi chi è il tuo maestro ed io ti dirò quale verità si cela dietro le mie parole!»

    “Il mio maestro…”

    In quel momento i miei pensieri andarono da Mashu, egli era stato il mio istruttore durante la mia permanenza in accademia; chissà cosa stava facendo ora, chissà quanto era migliorato in questo tempo. Nonostante una goccia di nostalgia turbò la quiete del mio cuore sapevo che la risposta che avrei eventualmente dato a Daichi sarebbe stata un’altra.

    “Ovviamente a Mashu devo molto, è lui che mi ha dato fiducia… e la prova di quella fiducia la porto legata ai fianchi: il copri fronte di Konoha! Ma il mio ‘vero’ maestro è un altro…”

    «Sei insistente eh? E va bene… Il mio maestro è… Anzai Inoue!»

    «Capisco… ha un nome familiar-» Si fermò all’improvviso. Alzò lo sguardo al cielo con un’espressione a dir poco indecifrabile. «Mh, che strano… il suo nome è uguale a quello di un mio vecchio amico, per non parlare del cognome: era anche il nome di…» un velo di tristezza coprì le parole successive.«… di mio fratello…»

    Accentuai un piccolo inchino col capo e proseguii. «Ora tocca a te, dimmi di più su queste ‘farfalle’!»

    «Eheh! Molto bene… devi sapere che c’entrano sia il mio vecchio amico “Anzai” che mio fratello “Inoue”. Noi tre appartenevamo ad un clan di artisti marziali dalle origini davvero antiche. Ebbene, combattemmo diverse guerre insieme al resto del clan… ognuno di noi riponeva grande fiducia nel proprio Taijutsu, fino al punto che il capo veniva nominato in base alla sua forza nel corpo a corpo. Ma non divaghiamo; io, mio fratello Inoue, Anzai e suo fratello combattemmo in diverse guerre finché il capo clan, Il fratello di Anzai, morì. Fu una perdita davvero pesante, nonostante Io e mio fratello non avessimo un legame strettissimo di parentela verso Anzai ed il capo, soffrimmo molto: il giorno dopo venimmo accecati dalla rabbia e massacrammo i nostri nemici, gli sbriciolammo, letteralmente, le ossa! ‘Cosa c’entra tutto questo con le farfalle’ ti starai chiedendo… ebbene, il nostro clan era conosciuto come le ‘farfalle bianche’, a causa del colore delle nostre divise: dal color bianco… proprio come la tua! Tuttavia vecchi racconti degli anziani narrano che ci sia un significato più profondo riguardo il nostro colore bianco…»

    «Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere… altro che ‘vecchia cicatrice’… per essere così giovane ne hai vissute di cose!»

    Ero sinceramente colpito, dando per scontato che non si fosse inventato nulla il termine ‘farfalle’ faceva riferimento al suo antico clan, ma c’era ancora una cosa a cui non aveva risposto:

    «Cosa intendevi quando, quella notte, hai detto ‘le farfalle vivono ancora’?!»

    «Eheh… come ti ho appena detto, la tua divisa mi ricorda molto quelle del mio clan, tutto qui. Pensavo che tu fossi il discendente del capo clan, quando era ancora in vita non faceva altro che parlarci di quanto fosse felice di diventare padre, e detto tra me e te, tu me lo ricordi!» Rise di gusto. «Aveva un nome dal suono imponente, non me lo dimenticherò mai: Kazutoshi!»

    Trasalii, quel nome non mi era nuovo, anzi… era il nome di…

    «E’ IL NOME DEL MIO DEFUNTO PADRE!»

    L’espressione di Daichi cambiò radicalmente, le pupille gli si dilatarono e il volto diventò paonazzo.

    «Se è uno scherzo non è divertente! Bada a quello che dici!!»

    «Dannazione non sto mentendo! Mio padre si chiamava così!»

    «IL COGNOME! DIMMI IL VOSTRO COGNOME!!» Stava urlando con le lacrime agli occhi, non avrei mai pensato che le cose avrebbero avuto un tale risvolto, il cuore cominciò a martellarmi in petto; mentre il cocchiere a volte si girava allibito e ci pregava di abbassare i toni onde evitare di spaventare il cavallo.

    «Nakamura!!!» Dissi deciso. Nel dire quell’unica parola percepii i polmoni come svuotarsi, in brevissimo tempo mi ritrovai nel più completo affanno, come dopo una lunga corsa. Daichi invece, sembrò sul punto di entrare in iper ventilazione e come meccanismo di autodifesa, svenne.
    Rimasi lì affianco a lui, lo fissavo mentre cercavo di regolarizzare il respiro. Poco dopo il cocchiere mi degnò di un ultimo sguardo.

    «Siamo arrivati»

    «Cosa!? Davvero? Che ore sono?»

    «Quasi le tredici…»

    Non me n’ero accorto prima a causa della chiacchierata più che coinvolgente, ma nel frattempo avevamo raggiunto la porta del villaggio. Afferai Daichi sotto il braccio e lasciai il carro ed il suo conducente, ringraziai e li guardai allontanarsi scomparendo tra le selve.
    Il mercante si svegliò mentre attraversavo la via principale della foglia. Avrei dovuto provare un senso di nostalgia o di piacere, ma la storia di Daichi mi riempiva completamente il cuore.

    «Quindi avevo visto giusto, tu sei… Argh! La testa!»

    «Ti chiederei come stai, ma anch’io mi sento così… a questo punto ho buoni motivi per ritenere che il ‘mio’ Anzai sia lo stesso Anzai della tua storia… ma non avrebbe senso, lui non è mio zio, è solo il mio tutore! Anche il cognome è diverso!»

    «Ah… a tal proposito… anche il mio non è più ‘Nakamura’… dopo un certo fatto siamo stati costretti a lasciarci alle spalle le nostre origini: ora io non sono più Daichi Nakamura… ma Daichi Tomo! E’ probabile che ‘Anzai Inoue’ sia in realtà…»
    Prima che potesse finire la frase due Chunin comparvero sotto i nostri occhi.

    «AH, tu devi essere il genin Kazuo! Le sentinelle ci avevano avvertite del tuo imminente arrivo, dalla tua partenza sono cambiate un paio di cose qui al villaggio… ma niente a cui non potrai abituarti!»
    «Esatto, l’Hokage ci ha messo al corrente della tua missione, lui deve essere il doppiogiochista: ben fatto! Lascialo alla nostra custodia e fa rapporto all’Hokage!»

    Avrei voluto avere altro tempo a disposizione con Daichi, ma non potevo disubbidire ai miei superiori… se fosse stato davvero innocente l’avrei di certo rivisto! Lo guardai e capii che anche lui pensava la stessa cosa.

    «Sì!»

    Lasciai che i due Chunin presero per loro il mercante e mi diressi alla magione. La mia mente era un vulcano di dubbi e perplessità, ma davanti alla Hokage non avrei dovuto né voluto mostrare alcun segno di debolezza.
    Salii le scale fino al stanza del capo villaggio, mi fermai davanti alla porta socchiusa e bussai. Una voce a me nuova, ma calda e rassicurante mi rispose di entrare e così feci.
    Davanti ai miei occhi però non c’era l’hokage che conoscevo, bensì un uomo dai capelli neri, proprio come gli occhi. Non avevo ancora avuto modo di parlarci ma sembrava una persona decisa e seria.

    «Di ritorno dalla tua missione, Kazuo… e mi hanno informato che è stata un successo, se hai qualcosa da dirmi di persona non farti scrupoli e parla»

    “E questo chi è? Non che mi dispiaccia avere un nuovo Hokage ma… l’altra che fine ha fatto?!”

    «Beh… io… ecco, umh…»

    “Dannazione, mi ero detto ‘niente perplessità’!!!”

    «No signore, il mercante sarà un’ottima fonte di informazioni, tuttavia vorrei comunque informarvi di un mio fallimento: nell’abitazione dell’obbiettivo ho trovato una mappa rappresentante le basi militari nel paese del fuoco, tuttavia date le circostanze ho ritenuto più saggio lasciarle nel suo ‘nascondiglio’»

    «Umh… capisco, la tua onestà ti fa onore. Non preoccupartene troppo, ora che abbiamo il mercante non abbiamo bisogno di altre prove, hai agito bene! Torna pure a casa e riposati, sono certo che la tua famiglia ti stia aspettando»

    “’Famiglia’… ora che ci penso Anzai dovrà spiegarmi un paio di cosette… a partire da quel ‘certo fatto’ di cui parlava prima Daichi”

    «Grazie signore!»
    Mi inchinai e andai a casa. O meglio, mi ci diressi, ma lungo la strada una morsa atroce mi colpì lo stomaco, che emise un ruggito rauco e profondo.

    “Argh! Devo assolutamente mangiare qualcosa!”

    Strisciai senza forze fino alla mia dimora, mi sarei aspettato di trovarci dentro Anzai a poltrire sulla sua poltrona o dietro i fornelli a fare esperimenti con gli ingredienti; ma non trovai nulla di ciò. La casa era disabitata, nell’aria aleggiava un leggero profumo di menta ma nulla più. Tutto era però in ordine e pulito.

    “Deve essere uscito da poco… bah, sto morendo di fame, mi preparerò una ciotola di latte e cereali… al cioccolato, ovviamente! Eheh!”

    Armeggiai nella dispensa alla ricerca dell’essenziale per il mio pranzo, ma era un ambiente nuovo per me e non riuscivo ad orientarmi in mezzo a tutte quelle stoviglie. Ancora intento a prendere una tazza sentii qualcuno scendere le scale e dirigersi qui in cucina, dai passi capii che si trattava di Anzai.

    «Ah… sei arrivato Kazuo…», disse flebile.

    «EH!? Cos’è quel tono da checca depressa?»

    «Non sono depresso… è il mio tono da ‘pensieroso’: ho saputo che hai conosciuto Daichi…»
    Con un fluido movimento depositò sul tavolo un tazza con del latte ed un cucchiaino, subito dopo comparve affianco anche una scatola di cereali. Mi sedetti e versai una grossa quantità di cereali dentro il liquido, che in breve tempo ne assorbì il sapore.

    “Sarà anche pensieroso ma è veloce come al solito…”

    «Daichi… mi ha parlato di molte cose, sai?»

    «Eheh… quello che temevo…», prese posto vicino a me. «Che impressione ti ha fatto?»

    Presi una grossa cucchiaiata e la ingoiai intera, il sapore fibroso dei cereali si disperdeva in pochi attimi a causa del latte. Preso dall’ingordigia ne feci un’altra ed un’altra ancora.

    «Per essere considerato un ‘mercante traditore’ sembra esser molto convinto riguardo la sua innocenza. E’ testardo, tu sai la verità? E’ o no un doppiogiochista?»

    «Ehh… questo non saprei dirlo nemmeno io, il nostro clan non vedeva di buon occhio qualunque territorio che non rientrasse nei confini del paese del fuoco… dubito che vendesse armi ad Ame…»

    Finii i cereali e bevetti il latte rimasto sul fondo della tazza. Quando finii mi sentivo pieno ma leggermente appesantito.

    «Aspetta… ‘nostro’? Quindi anche tu sei davvero un Nakamura!»

    «Esatto… ‘Inoue’ era il nome di un mio caro amico che perse la vita qualche anno fa, dato che dovevo cambiare identità scelsi di usare il suo nome in modo che i suoi ricordi vivessero insieme a me»

    «Sì… Daichi me ne aveva parlato, era suo fratello. A proposito, cos’è questo ‘fatto’ che vi ha costretto a cambiare cognome?»

    «Perdonami ma è una storia troppo lunga per essere raccontata ora, inoltre ho un’urgente impegno… devo andare!»

    «Andare dove?», dissi scocciato.

    «Non posso dirtelo, morirai dalla curiosita! MUAHAHAH!»

    «Tzè, che maledetto!»

    «Sìsì, ci vediamo direttamente domattina… oh quasi dimenticavo, ho contaminato il tuo latte con una particolare droga ‘dell’amnesia’, tra un paio di minuti dovresti perdere i sensi, durante il tempo in cui sarai svenuto, che varia dalle 12 alle 24 ore, la droga forzerà il cervello ad eliminare tutte le informazioni che hanno causato un aumento dell’attività celebrale nelle precedenti 48 ore. In poche parole conserverai le esperienze della tua missione, ma dettagli shockanti come ‘risposte importanti’ o ‘rivelazioni inaspettate’ verranno rimosse. Prendilo come un piccolo test! I ricordi sono preziosi, ora lo capirai sulla tua pelle! Ci si vede domattina!»

    Detto questo mi caricò sulle sue spalle e mi portò a letto. Avvertii un giramento di testa ed un’incredibile emicrania.

    “Cazzo no! Non voglio dimenticare!”
    Uscì dalla stanza e chiuse la porta, da fuori sentii una voce:

    «Quando tornerò mi dimostrerai di non aver dimenticato, ed io ti farò dono dei miei ricordi»

    Poi l’udito e la vista si fecero ovattati, l’unica cosa che sentivo era il mio stesso battito cardiaco, sulla tempia la vena pulsava.

    «Vedrai maledetto… mi ricorderò sicuramente di prenderti a calci in culo…», dissi con un filo di voce.

    Tutto si fece buio e l’unica cosa che percepivo era il tepore delle coperte.

    “Ma guarda tu, andare a letto così presto è proprio da checche… “

    Successivamente ebbi un tuffo al cuore e mi immersi nell’oscurità dell’inconscio. Mille figure immaginarie dai colori che non esistono mi guidarono verso un sonno forzato, un sonno che avrebbe potuto privarmi delle risposte che avevo cominciato ad ottenere.

    “Anzai… perché?”







    Mi rendo conto che come finale è troppo brusco, (sarebbe stato meglio far andare le cose in modo diverso) spero inoltre di non aver forzato troppo la traccia. In ogni caso avevo intenzione di concludere questa vicenda in 'resto del villaggio' in quanto concluderla qui avrebbe allungato a dismisura il post e avrebbe totalmente violato la traccia.
  12. .


    Pensato
    Parlato
















    Feci scattare la mia gamba destra che fendette l’aria infrangendosi contro il fianco corrispondente del mio avversario, successivamente alzai la sinistra che sibilando colpì invece l’altro lato del busto, il più velocemente possibile scambiai nuovamente le gambe e menai un calcio con la destra mirando al collo, la mia nemesi fu abbastanza rapida da evitare suddetto calcio limitandosi ad un indietreggiamento d’emergenza.

    “Dannazione! Non me lo aspettavo! Sotto quei vestiti eleganti deve celarsi un fisico più che atletico!”

    Fece scivolare rapidamente le mani lungo il busto tastandosi freneticamente i punti in cui avevo colpito come se volesse accertarsi di non aver subito alcun danno interno... Assunse dapprima un’espressione dolorante che subito dopo si tramutò in una di quelle infastidite e bisbigliò qualcosa che, nonostante la distanza discretamente ravvicinata, non riuscii ad intendere.

    “Mi sono giocato il konoha senpuu, difficilmente riesce due volte contro lo stesso avversario! Devo stare molto attento, non credo di essergli inferiore e se gioco bene le mie carte dovrei riuscire a batterlo!”

    Mentre pensavo ciò il mio avversario scattò all'indietro di una distanza che ad occhio e croce stimai intorno ai quattro metri e mezzo, probabilmente cinque. Per brevi istanti che sembrarono invece minuti rimanemmo a contemplarci l’un l’altro, quasi sicuramente stava elaborando una qualche strategia, difatti non si fece attendere ulteriormente e dopo aver estratto un kunai da dietro la schiena me lo lanciò mirando approssimativamente alla parte alta del corpo; lo vidi arrivare lentamente ma inesorabile, per un breve istante fui catturato dalla lama che rifletteva le luci delle stelle, poi capii che non sarei potuto rimanere lì per troppo tempo così ruotai il busto in senso antiorario e lasciai che l’arma mi passasse accanto, la vidi sfiorarmi le vesti e per un attimo pensai addirittura di poterla afferrare.

    “No!”

    Raddrizzai il busto e cercai con lo sguardo il mio nemico che nel mentre era scattato portandosi quasi del tutto dietro di me, istintivamente cercai di rotolare in avanti ma nell’istante in cui spostai il peso del mio corpo accusai una forte pressione vicino l’osso sacro che mi spinse ulteriormente in avanti anticipando la rotolata, che dovetti di conseguenza eseguire alla meglio possibile. La spalla destra fu la prima a toccare terra seguita da un movimento diagonale della schiena, un piccolo lavoro di addominali e di gambe e fui in grado di rialzarmi a circa tre metri dal mio avversario, non convinto arretrai ulteriormente di un altro metro e mi fermai a riprendere fiato. In quel momento constatai che il nemico non sembrava affatto contento di come fosse finita la cosa.

    “Non so che razza di folle colpo abbia usato ma sono sicuro che non abbia avuto un’efficacia del cento percento! La pressione era forte, sì, ma davvero poco dolorosa!”

    «Anf… Anf…»

    “Odio avere il fiato corto, quando torno a casa migliorerò la resistenza! Mi conviene indebolirlo alle gambe, così da ridurre la sua velocità!”

    Pensando suddetta frase mi chinai sul posto tenendo il volto fisso sull'avversario, infilai la mano nello scalda muscolo destro ed estrassi un aikuichi che puntai contro l’uomo rialzandomi.

    «Sei fin troppo rapido per i miei gusti!»

    La sua espressione sembrò non tradire alcuna emozione, cosa che non mi passò inosservata.

    «Schiva questo!»

    Mentre formulai questa frase mi lanciai all’attacco impugnando il pugnale nella mancina. Preparai un fendente che tentai di rilasciare solo dopo essere entrato nella guardia nemica, avrei quindi colpito orizzontalmente la gamba sinistra, dopodiché mi sarei proiettato verso il basso roteando ed eseguendo uno sgambetto diretto ancora una volta alle gambe avversarie.

    «Konoha Reppuu!»








    Scheda riassuntiva:
    Azione difensiva 1 - schivata 1: Schivo il kunai
    Azione difensiva 2 - schivata 2: Cerco di schivare il dolore millenario
    Azione di movimento 2: Indietreggio di un metro dopo la schivata/rotolata (che mi ha fatto avanzare di 3 metri)
    Azione gratuita 1: estraggo l'aikuichi
    Azione di movimento 1: mi muovo verso l'avversario percorrendo quindi quattro metri
    Azione offensiva 1 - attacco semplice 1:Tento un fendente con il pugnale mirando alla gamba sinistra
    Azione offensiva 2 - tecnica energia gialla: Raffica della fogliaRaffica della Foglia - (Konoha Reppuu - Leaf Violent Wind)
    Tipo: Taijutsu
    Posizione delle mani: Nessuna
    Livello: D
    Descrizione: L’utilizzo di questa tecnica e un rapido giro di 360°, che potrà essere molto utile su chi attacchi frontalmente e in modo prevedibile. Girandosi a 360° si fa una specie di sgambetto rispetto all’avversario, ci si china anche per avere una maggiore riuscita della tecnica. Chi viene colpito dalla tecnica viene lasciato in aria per alcuni secondi, e l’altro ninja può attaccarlo con un solo attacco di Taijutsu per lanciarlo ad una distanza di 4 o 5 metri , chi viene colpito viene fatto girare su se stesso mentre cade per effetto delle tecnica, da questo prende il nome.
    [Consumo: 8]
    [Richiede: Velocità uguale o superiore a 1]
    [Slot ferita: minimo 1 – massimo 3]
    [Costo: 20 Ex]
    [Energia: Gialla]
    sulle gambe del nemico

    Chakra consumato: 8
    Chakra rimasto/posseduto: 22/40
    Ferite: 1 slot ferita, dolore millenario che in seguito ad una schivata quasi pulita colpisce poco sopra il retto 5/10
    Armi rimaste:

    Porta kunai:

    Tasca 1(0/8) Kunai,(2/15) Shuriken,(0/4) Uchiha shuriken
    Tasca 2(0/15) Makibishi, (28/30) Spiedi
    Tasca 3(2/2) Palla di luce, (0/4)Sigillo esplosivo, (2/2) Fumogeno
    Tasca 4(0/10 m)Filo di nylon, (5/5 m)Bende







    Armi da taglio:

    Aikuichi1/22





    Posizione: all'interno del 'ring'.
    Distanza dall'avversario: a ridosso.


    Calcoli e Danni:
    Schivata 1: 3 (e riflessi 3) calcolo sufficiente per la schivata del kunai
    Schivata 2: 3 (e riflessi 3) calcolo insufficiente per la schivata pulita del dolore millenario, danno minimo
    Attacco semplice - attacco con armi: 4 Danno 1-3 (più eventuale malus alla velocità)
    Tecnica energia gialla - Raffica della foglia: 4 Danno 1-3 (più eventuale malus alla velocità [non sovrapponibile se già presente uno alla stessa stat.])


    Note aggiuntive:
    Link scheda: Scheda


    Edited by † Insane † - 20/9/2014, 22:53
  13. .





    Nome: Anzai Inoue (Nakamura) Detto 'Il cuoco volante'
    Energia: Blu Non più ninja
    Grado: Jonin Non più ninja
    Età: 40
    Altezza: 185 cm
    Segni Particolari: Non sa cucinare ed è una macchina spara "Entrate Dinamiche".


















    Storia:





    Compagno d'armi del padre di Kazuo. Quando i genitori del ragazzo sono morti se ne prese cura crescendolo come se fosse suo figlio.
    Lui e Kazuo sono un duo letale, si vogliono bene ma esteriormente sembrano solo due persone che si odiano e che cercano ogni scusa per litigare.
    Il suo passato da ninja ha sempre incuriosito Kazuo, ma per ora sa solo che ha combattuto in guerra.
    E' un fissato delle arti marziali, a detta sua Kazutoshi ha vissuto a lungo solo grazie al taijutsu, che non lo tradì mai.
    In realtà anche Anzai appartiene al clan Nakamura ed è niente meno che il fratello di Kazutoshi, ma di ciò Kazuo non ne sa nulla. Alcune vecchie voci dicono persino che il clan Nakamura fosse una delle prime famiglie a stabilirsi a Konoha e che ogni discendente avesse avuto delle ottime affinità con le arti marziali.
    Una delle peculiarità del clan è l'assenza di figlie femmine.





    Edited by † Insane † - 21/10/2014, 14:05
  14. .


    Pensato
    Parlato
    Biglietto
    Guardia
    Colleghi















    Esitò un momento, volteggiò davanti a me per poi posarsi sul palmo della mia mano. Sulla zampa aveva legato un foglietto, lo presi delicatamente e lo lessi. Era un messaggio dalla Hokage:
    ~ Dopo il tuo ultimo rapporto TI ordiniamo di continuare la monitorizazzione della situazione , e evitare qualsiasi scontro diretto con i SOGGETTI ~.
    "Questo mi riporta indietro con la mente", osservai, e nella mia testa il ricordo di quel che avvenne circa venti giorni fa si fece sempre più nitido:

    CITAZIONE
    La Hokage mi assegnò una missione più delicata del solito, si sospetta che un mercante venda armi al paese della pioggia, spetta a-me (gioco di parole tra "a me" ed "ame") indagare sulla faccenda e inviare, una volta a settimana, dei rapporti a Konoha. Tutto questo è possibile perché sono riuscito a farmi assumere come giardiniere presso la sua villa in un villaggio limitrofo a quello della pioggia.

    Strinsi il biglietto in mano mentre mi avvicinavo alla finestra, richiamai a me il chakra katon e una leggera nuvola di fumo si levò dal pugno chiuso, allungai il braccio oltre la finestra e riaprì la mano, della cenere si sparpagliò nell'aria.
    "E dopo aver distrutto il messaggio, consegno il mio rapporto", dissi tra me e me.
    Mi avvicinai al fianco destro del letto e sollevai il materasso, infilai la mano sotto quest'ultimo e la ritrassi stringendo un foglietto di carta che legai alla gazza.
    Mi aspettai che da un momento all'altro avrebbe spiccato il volo, invece si limitò a gracchiare, come se si aspettasse una ricompensa o qualcosa di simile.
    « Sciò sparisci! hai un messaggio da consegnare o sbaglio!? vuoi finire arrosto? m-u-o-v-i-t-i ! », dissi severo.
    L'uccello si mosse verso la finestra sconsolato e se ne andò volando.
    Chiusi la finestra, tornai a letto e provai ad addormentarmi.
    "Domani sara una giornata lunga... oggi era il mio giorno libero, ma da domani...", non riuscii a concludere i miei pensieri che mi addormentai.
    Il giorno dopo mi svegliai di buon ora pronto per andare a 'lavoro'; prima di uscire mi sfilai il porta kunai e il copri fronte, indossai la divisa da giardiniere ed i guanti anti-taglio, quindi mi avviai. La villa era un edificio davvero enorme, esternamente era costruita in marmo bianco, durante le poche giornate di sole sembrava emanare luce propria, mentre in quelle piovose diventava lucidissima. Il giardino interno, il mio posto di lavoro, era decorato con sculture bronzee o marmore e composizioni floreali.
    Quando arrivai davanti al cancello due guardie mi vennero ad aprire per poi scortarmi fino all'area del giardino interno di cui dovevo occuparmi.
    « Il capo ha detto di occuparsi dell'erba nella zona Est, dice che è troppo lunga rispetto le altre aree », si congedò con un gesto del capo e mi lasciò ai miei lavori di potatura.
    "Prima di tutto mi serve un'aiutante... magari riesco anche a farmi dare qualche informazione!", pensai.
    Così mi guardai in giro in cerca di qualche altro giardiniere libero; quando lo trovai gli spiegai il mio compito, andammo a procurarci un metro ed un taglia-erba e cominciammo a fare quanto richiesto.
    Utilizzammo il metro per misurare l'altezza dell'erba nella zona Est rispetto a quella delle altre zone, quindi calibrai la sensibilità del tosa-erba e cominciai a fare avanti/indietro tagliando l'erba.
    Quando andai in pausa pranzo ero a poco più della metà del lavoro, mi diressi in un locale insieme ai miei altri colleghi e mangiammo insieme.
    "Questo è il momento ideale per farsi avanti", decisi.
    « Ehy ragazzi... quindi... che tipo è l'uomo per cui lavoriamo? », dissi intavolando la discussione.
    I presenti al tavolo si scambiarono un'occhiata perplessa. « Beh è un mercante! », disse uno.
    « Già! », fece eco un altro.
    « Ragazzo, credo di parlare a nome di tutti i presenti quando dico che nessuno l'ha mai visto... persino i sui clienti: si dice che siano le sue segretarie a concludere ogni affare! », mi confidò un altro ancora.
    «B-beh capisco... ero solo curioso eheh!», dissi.
    Quando tornai a lavoro finii l'incarico assegnatomi, quindi mi mandarono sopra il tetto per pulirlo dalle foglie cadute. Non ero da solo, c'erano altri due giardinieri che non avevo visto in precedenza. Mentre mi aggiravo per il tetto spazzando qua e la tentai un approccio.
    « Hey... come va? nessun pettegolezzo riguardante il capo? », chiesi. Non era un granché, mi era venuto spontaneo.
    « Hey ciao, no... si conosce a malapena il suo nome, figuriamoci gaffe o pettegolezzi! », dopodiché torno al suo lavoro.
    Sconsolato tornai anch'io ai miei affari, che sarebbero durati fino al calar del sole. Sarei tornato a casa solo quando il cielo sarebbe diventato rosso.





  15. .


    Pensato
    Parlato
    Anziana signora















    Mi svegliai durante le ultime ore pomeridiane, avevo infatti schiacciato un pisolino sotto un albero dopo essermi riempito la pancia. Dormii più del previsto, dato che passai l'intera mattina a non fare nulla credetti di non avere tutta quella stanchezza repressa, ma evidentemente mi sbagliavo.
    Mi stropicciai gli occhi e sbadigliai; l'occhio destro mi doleva e continuai a 'tormentarlo' con il dorso della mano fino a farlo arrossare.
    "E che cavolo! non è la prima volta che mi succede... devo smetterla di toccarmi gli occhi con le mani sporche!", pensai.
    Avevo voglia di fare un giro tra le vie di questo villaggio, ma non ero a Konoha e avrei quasi sicuramente finito col girare a vuoto.
    Mentre rimuginavo sul da farsi mi ero già alzato e le gambe mi stavano portando a zonzo nel villaggio. Di tanto in tanto mi veniva l'impulso di toccarmi nuovamente l'occhio... un impulso che dovevo frenare a tutti i costi o avrei solo peggiorato la situazione.
    Passando per le vie del villaggio mi imbattei in diversi mercanti e botteghe, alcune addirittura erano fornite di strumenti ninja di vario genere, il classico tipo di oggetti che dovresti sempre avere con te; ma io ero già a posto così, il porta kunai era pieno zeppo!
    "Questo maledetto occhio! se non la smette di farmi male giuro che me lo stacco!", dissi tra me e me.
    Passando davanti uno di questi negozi mi imbattei in una donna anziana carica di buste della spesa. Mi offrii di aiutarla.
    « Buon pomeriggio signora, lasci che le dia una mano! », le dissi subito.
    «Oh grazie, ecco prendi queste due », disse mentre mi porgeva due sacchi di plastica.
    « Vedi quella casa? », indicò una casetta in fondo alla strada.
    Anuii. « Ecco, io abito li... », concluse.
    « Va bene, allora andiamo! ».
    Arrivammo sotto casa in un paio di minuti, quando aprì la porta mi fece cenno di entrare e posai le buste in quella che sembrava una cucina.
    «Grazie molte giovanotto! oh... ma cos'hai fatto all'occhio? », disse fissandolo.
    « Eheh! non c'è di che! », mi passai la mano sui capelli un po' imbarazzato.
    « L'occhio dite? credo di averlo infettato... congiuntivite o roba simile... è una seccatura », ammisi alla fine.
    « So io cosa ci vuole! vieni vicino al lavandino! ».
    "Che avrà in mente?", mi chiesi.
    Feci ciò che mi disse. « E ora? », chiesi dubbioso.
    « Lavati le mani e sciacquati il volto con l'acqua ghiacciata ».
    Ancora una volta seguii le sue istruzioni, l'acqua fredda ebbe come un effetto risanatore... non solo per l'occhio, ma per tutti il volto; percepii l'intero capo riattivarsi. Quindi prese un'asciugamano e me lo passò sulla faccia.
    « Ora come va? », mi chiese con tono di chi sa già la risposta.
    « Va... va meglio! pazzesco! la ringrazio infinitamente! », dissi approssimando un inchino.
    « Ufufufu... di nulla! »
    Feci per congedarmi ma ottenni il risultato opposto, ritrovandomi quindi a chiacchierare con la vecchietta davanti ad una tazza di the.
    Quando ritornai in strada mi accorsi per la prima volta di quanto il cielo fosse nuvoloso. Era sera ormai, circa le diciannove e venti, e l'orizzonte era cosparso di saette rapidissime che comparivano con la stessa velocità con cui svanivano.
    "Là c'è di sicuro il villaggio della pioggia, considerato quanto sono vicino è un miracolo che non stia piovendo, meglio assicurarmi un tetto sulla testa prima che il maltempo arrivi anche qui", pensai.
    Accelerai il passo e in nel giro di pochi minuti arrivai in una casa piccola e spartana; entrai e constatai che non c'era nulla se non un letto e alcune finestre. Non mi feci troppi scrupoli e 'provai' il letto.
    « Yawn », sbadigliai.
    Feci per addormentarmi quando dalla finestra semi aperta entrò una piccola gazza.






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