Votes taken by blaze9

  1. .
    nmniv8

    Nome: Kameji Ashimizu
    Villaggio: Kirigakure No Sato
    Grado: Chuunin
    Altezza: 1,83 m
    Età: 17 anni
    Energia: Verde









    Pensato Kameji

    Parlato Kameji

    Gaho

    Funzionario







    Le procedure d’attracco furono lente e interminabili per me che non amavo particolarmente il viaggio su mezzi simili via mare. Finora alla navigazione avevo sempre preferito camminare sulle acque: aveva un suo stile e una sua certa praticità. Io e Gaho, burrasca a parte, avevamo saggiamente approfittato del comodo viaggio per riposarci ed ora eravamo freschi come due rose per intraprendere al massimo delle energie la nostra prossima missione. I primi chiarori dell’alba tingevano la parte più orientale della volta celeste. Il sole sarebbe sorto a breve e sembrava tutto pronto affinchè la sfera di fuoco percorresse la sua solita traiettoria celeste.
    Appena la barca fermò il suo moto lasciando posto solamente alle oscillazioni di routine dovute al galleggiamento della barca, ci precipitammo verso la passerella di uscita. Salutai con un cenno del capo il comandante della barca per arrivare poi sul pontile del molo. Il molo possedeva un buon numero di pontili paralleli, tutti quasi riempiti da una grande mole di barche di tutti i tipi. La maggior parte delle stesse erano pescherecci di tutte le dimensioni. Mi fermai un secondo e mi guardai attorno: nonostante l’ora precoce il porto era molto popolato e il forte odore di acqua salmastra e pesce appena pescato stuzzicava le narici in maniera pungente. I pescatori reduci da una notte di lavoro erano intenti a snodare le reti e a catalogare in varie casse tutto il pescato e farne il successivo raccolto qualità. Alcune imbarcazioni da pesca ancora si trovavano in alto mare e si riconoscevano in lontananza da una luce rossa a intermittenza tipica del mestiere.
    Certo me la immaginavo più piccola questa cittadina…
    Le abitazioni che si intravedevano fuori dalla zona portuale lasciavano intuire a grandi linee le dimensioni del paese che chiaramente oltrepassavano e non di poco le mie iniziali aspettative.
    Io e Gaho ci avviammo silenziosamente verso la zona residenziale periferica lasciandoci quel portuale frenetico brusio alle spalle. La zona periferica era composta da ampie e sporadiche ville sviluppate su più piani che possedevano tutte un giardino proprio. Le strade erano strutturate in maniera radiale e ogni strada conduceva verso la zona centrale della città. Convergendo verso l’agorà del posto le ampie abitazioni lasciarono il posto ad una serie di villette a schiera sempre sviluppate su più piani.
    E così questo è il Paese dei Fiumi... credevo che la loro città fosse molto più piccola. Sembra un bel posto in cui vivere...
    Si ammetto che è un bel posto... Morfologicamente potrebbe essere simile al Paese dell'Acqua secondo te?
    Anche da noi ci sono montagne discrete, ma sembra che qui l'aria sia molto meno umida rispetto alla nostra.
    Montagne?
    Solo in quel momento mi accorsi che oltre il paesaggio cittadino si ergevano in lontananza delle figure montuose innevate. Sporadici fra le case iniziarono a comparire negozi, alberghi e locali.
    Sembrerebbe inoltre un ambiente molto meno costiero riguardo al nostro... Comunque sembra una buona località turistica…
    E' un peccato che non siamo qui per turismo...
    Utilizzammo la segnaletica per orientarci e raggiungere la stazione di polizia più vicina.

    Quest’ultima si distingueva dal circondario per la sua forma particolare: un semicilindro poggiato a terra sul piano di sezione. Nella parte inferiore della facciata numerose vetrate illuminavano l’interno mentre al centro si ergeva una struttura verticale colma anch’essa di vetrate che lasciavano al suo interno intravedere il vano scala. A separare in due parti quel buffo prospetto una doppia fila di tegole carminio spioventi. Nella parte superiore della facciata due finestre circolari che davano un tocco fiabesco al quadro generale e le effigi delle forze di polizia.
    Entrati ci trovammo subito in un’ampia sala che identificammo esser adibita all’attesa dei richiedenti servigi. Sulla destra un bancone privo di dipendente. Le pareti erano di color giallo scuro tendente all’ocra tappezzate sporadicamente di quadri raffiguranti elementi di spicco passati e presenti dell’istituzione, ritagli di giornali e notiziari in cui la polizia si è distinta come protagonista. Ogni tanto qualche frase poetica che si sposasse con il ruolo da essi rappresentato e piante da interni. Dalla parte opposta al bancone un separé conduceva nella zona delle macchinette.
    Eccolo lì il nostro nullafacente della reception!
    Dinnanzi ad un distributore spiccava un uomo abbastanza giovane che a giudicare dalla mancanza di gradi sulla divisa, dovesse trattarsi di una semplice recluta probabilmente addetta all’accoglienza.
    Lo raggiungemmo in un batter d’occhio. Essendo il più alto in grado procedetti subito con le presentazioni.
    Mi scusi...
    L’uomo ci diede attenzione.
    Gaho Yuki e Kameji Ashimizu. Siamo stati inviati da Kiri per darvi manforte ad indagare su un certo caso...
    Bene, confidavo che a Kiri avrebbero accettato la nostra richiesta di supporto...però...mi aspettavo, senza offesa, due ninja più esperti. Riuscirete a catturare il Raiga?
    Catturare?! Hanno richiesto a Kiri uomini per la sua cattura quindi… Che il capo non si sente sicuro dell’effettiva colpevolezza di Raiga e ci abbia mandato a indagare preliminarmente prima di giungere a drastiche soluzioni?!
    Guardai Gaho. Mi sembrò abbastanza indispettito. Non fa mai piacere essere sminuiti, ma ciò che mi aveva sconvolto di più non era stata la chiara allusione al nostro basso rango di shinobi, ma la presenza di un mandato di cattura sul nostro uomo.
    Autocontrollo Gaho…
    Lo squadrai nuovamente cercando di invitarlo a parlare. Ci sono bocconi amari che spesso bisogna ingoiare senza fare storie e volevo che Gaho lo capisse da solo.
    Non si preoccupi. Siamo più che in grado di svolgere il compito che ci è stato assegnato... che non è la cattura del mukenin. Siamo qui per raccogliere più informazioni possibili su di lui, così che più tardi i nostri colleghi possano occuparsene... definitivamente!
    Bravissimo!
    Lo Yuki dimostrò per l’ennesima volta di sapersi destreggiare abilmente nelle situazioni formali, sicuramente molto meglio del sottoscritto.
    Il mio compagno ha ragione!
    Capisco. Immagino che dovremo farcelo bastare...
    Dovrai fartelo bastare…
    Nonostante si aspettasse di meglio da Kiri, non esitò a darci man forte illustrandoci su una mappa quattro punti cruciali su cui indagare.
    A nord vi era un parco pubblico spesso casa di spacciatori e tipi poco loschi legati al traffico o alla consumazione di droghe.
    Ad est vi era una zona industriale diventata ritrovo da un anno circa di senzatetto e affini.
    A sud, nella parte più aristocratica della città, vi erano una serie di “case di appuntamento” ove si riunivano le persone altolocate e i personaggi più influenti del Paese dei Fiumi, con le rispettive scorte. Essi probabilmente avevano molti agganci con i piani più alti e radicati della malavita.
    Infine vi era il centro dove vi erano stati segnalati alcuni appartamenti sfitti.
    Finita la spiegazione, Gaho ed io ci scambiammo un cenno d’intesa e poi ci congedammo dal poliziotto.
    La ringrazio dell'aiuto.
    Lasciammo dunque la caserma, volti a iniziare le indagini.

    Una volta all’aperto cominciai subito a fare mente locale.
    Dunque Raiga ha cominciato ad accusare seri sintomi di una malattia mentale e questo potrebbe averlo portato a contatto con farmaci o agenti chimici sintetici di un certo livello, che in qualche modo potrebbero collegarlo al narcotraffico. Eppure ha un mandato di cattura a simboleggiare che è un essere veramente pericoloso e il fatto che sia a capo del narcotraffico vista la sua malattia non è da escludere… Ma è una cosa poco probabile…
    Il mandato di cattura sicuramente lo lega a criminalità di un certo calibro quali potrebbero essere traffici di armi, contraffazioni o contrabbando… Oppure anche a rapine piuttosto ingenti… Eppure un ninja con una brillante carriera come la sua che motivo avrebbe di bramare denaro?! Soprattutto una volta vissuta la morte di un compagno?!

    Gaho prese la parola distogliendomi dai miei pensieri.
    Dannazione... E' una mia impressione o le informazioni che ci ha dato quel tizio sono così generiche che potrebbero riferirsi a chiunque? Eppure il mizukage ci aveva detto che Raiga era stato avvistato da qualche parte, ma il poliziotto non ne ha fatto menzione...
    Ottima osservazione!
    Comunque, se questo è tutto quello che abbiamo...
    Per come la vedo io, escluderei la pista degli appartamenti sfitti. Vorrebbe dire mettersi ad aprire porta per porta cercando alla cieca.
    Eppure gli appartamenti sfitti sarebbero un ottimo posto per nascondere qualcuno.
    Per quanto riguarda le case di appuntamenti... Sono allettanti... Difficilmente le persone di spicco del Paese non sono informate di quello che accade... Ma loro sono anche le più difficili da corrompere, ed inoltre non possiamo andar lì, combattere i loro tirapiedi e mettere tutto a soqquadro senza rischiare di finire in guai seri. Siamo pur sempre in un Paese straniero...

    Gaho dunque fece una breve pausa per poi riprendere.
    Secondo me le due piste più promettenti restano il parco pubblico e l'ex zona industriale...
    Cioè rimarrebbero la zona dello spaccio e dei presunti barboni?
    Allora per investigare dobbiamo partire con la peggiore ipotesi ovvero che il nostro Raiga sia invischiato in qualche losca faccenda soprattutto dopo aver notato che in questo Paese su di lui pende un mandato di cattura. Un aspirante jonin che motivo avrebbe di abbassarsi alla criminalità di basso borgo? Racimolare qualche spiccioletto non credo gli cambierebbe la vita.
    Se dovessi cercare una persona simile io tenterei nei luoghi più "galanti" perchè è proprio lì che si annida la peggiore malavita.

    La maggior parte delle mie missioni passate sono stati casi da risolvere e su cui indagare, indi potevo vantare una discreta esperienza nel campo. Scrutai dunque Gaho per captare la sua reazione.
    Però la sua malattia psichica potrebbe mettere tutto in discussione ma... Ammettiamo che sia impazzito e che sia finito per motivi a noi sconosciuti ad avere a che fare con spacciatori o a vivere sotto i ponti, per quale motivo avrebbe un mandato di cattura? Può darsi che la sua malattia psichica sia stata accentuata dall'assunzione di droghe o farmaci proibiti e che quindi sia diventato un boss influente del narcotraffico?
    Gaho assunse dunque un’espressione più sconsolata.
    Umh?
    Mi sa che mi hai frainteso...
    No Gaho… Sei tu che hai fretta… Troppa fretta…
    Io non credo che Raiga sia a capo di una banda di spacciatori, dico solo che se ce ne occupiamo potremmo scoprire se sanno dirci qualcosa sul suo conto... Ma in realtà io andrei nell'ex zona industriale. I senzatetto sono spesso invisibili agli occhi della gente comune, ed in questo modo assistono a molto più di quanto non si pensi. Sono certo che, chiedendo un po' in giro e facendo tintinnare due monete, uscirà fuori qualcuno che ha visto passare il nostro mukenin e saprà dirci dove trovarlo... Invece dai ricchi e potenti sono convinto che non tireremmo fuori un ragno dal buco, semplicemente perché con loro non possiamo nè usare la forza nè abbiamo merce di scambio che possa allettarli ad aiutarci...
    E su questo ci siamo… Ma preferisco fermarmi a ragionare un’ora in più che puntare alla cieca per poi avere spiacevoli sorprese. Sicuramente sarai nuovo del mestiere dell’indagine. Conclusioni affrettate non portano a nulla soprattutto quando le piste sono tante e di eguale importanza.
    Può darsi che tu abbia ragione come può darsi che tu non l'abbia... I senzatetto non possono darci grandi informazioni... Se vogliamo qualcosa di succoso dobbiamo trovare modo di estorcere qualcosa ai potenti...
    Comunque non escluderei nella zona industriale e negli appartamenti sfitti la presenza di sette visto che in passato ne ho avuto a che fare... Meglio passare al vaglio tutte le possibili ipotesi.

    Gaho si grattò la testa, perplesso.
    E' questo il punto... sono solo ipotesi... Non c'è stato detto niente che possa farci propendere per una strada se non le nostre congetture.
    Si ma meglio averne troppe che averne poche e tirare alla cieca.
    Dai senzatetto non ci servono informazioni particolari, solo dove trovare Raiga... e per quello basta che l'abbiano visto per strada. Sotto compenso parlerebbero di certo...
    Mi sembra chiaro che la pensiamo diversamente su come procedere. Io ho detto la mia... ma senza accordo la scelta finale spetta a te, in quanto più anziano.

    Gaho… Hai ancora un po' di strada da fare…
    Posso solo chiederti come pensi ci converrebbe fare per far parlare i pezzi grossi?
    Rimarrebbe anche la zona degli appartamenti sfitti in centro che potrebbero essere adatti per nascondere qualcuno, soprattutto se ricercato...
    Prelevai la borraccia dallo zaino per bere un sorso d’acqua.
    Tutto dipende da quanto vogliamo rischiare... Naturalmente i peggiori criminali sono vestiti da galantuomini e in quell'ambiente potremo ottenere informazioni più succose ma sarà molto più rischioso e complicato e va architettato bene... I barboni possono essere una discreta fonte di informazioni abbastanza sicura ma non so quanto ci porterà lontano...
    Offrii la borraccia al mio compagno. Mi grattai indi la nuca: mi aiutava a ragionare.
    Se non te la senti di rischiare è inutile che prendiamo la strada che a mio avviso è quella più complicata... Per gli appartamenti sfitti invece sono una grande incognita. Tu cosa ne pensi?
    In tutta sincerità, io non ci vedo niente di strano che in una città così grande vi siano degli appartamenti sfitti in zona centrale... Anzi, non capisco nemmeno perchè il poliziotto abbia voluto parlarcene senza aggiungere nessun altro elemento sospetto a contorno. Si, certamente potrebbe nascondersi qualcuno, ma non più che in qualunque altro buco libero in qualsiasi altra parte della città.
    Gaho si strofinò gli occhi prima di riprendere.
    Come ti ho detto, secondo me dovremmo cominciare dalla zona industriale... ma entrambe le nostre teorie si basano su congetture e non fatti, perciò non avremo mai modo di metterci d'accordo sulla strada migliore. E capisco anche se non te la senti di imporre la tua decisione su questi presupposti... E se lasciassimo decidere al caso?
    Scordatelo!
    Se ragioniamo così qualsiasi luogo può essere insidioso... Comunque andremo in zona industriale!! Voglio fare in modo che tu ti senta più a tuo agio... Se ti senti più sicuro ad optare per i senzatetto così faremo!
    Sei il più giovane e il più basso in grado. Non voglio complicarti la vita sin da subito...

    Sei un ottimo genin Gaho… Ma se vorrai diventare chuunin ci sono ancora delle cose che credo tu debba capire…
    La mia reazione meravigliò Gaho.
    Va bene... grazie per la fiducia... Andiamo allora! Non c'é tempo da perdere!
    Al contrario di quanto creda, noi siamo una squadra. Non è importante chi decide e cosa decide perché alla fine sarà sempre il più alto in grado a rimetterci la faccia per gli errori della squadra come è giusto che sia. Ragionare di fretta non serve a nulla. Lasciare le decisioni al più alto in grado appena sorge il minimo dubbio non sempre è la via giusta. Certo è la prima volta che sono a capo di un team ma penso sia questo quello che significa comandare. Proverò a fidarmi della tua scelta. Un comandante deve fidarsi dei membri del proprio team altrimenti la squadra non sta in piedi. Vorrei dirtelo ma… Sono cose che dovrai capire da solo se vorrai un giorno avere persone al tuo seguito.
    Giusto o sbagliato che sia, quello era il mio pensiero più profondo. Gaho nel frattempo aveva preso a fare strada con fierezza verso est. Io lo avevo seguito inconsciamente, immerso nei miei pensieri.







    Mi scuso immensamente per il tempo di pubblicazione del post ma sono stato con l'acqua alla gola queste ultime due settimane, causa università e impegni personali inderogabili :fiore:


  2. .
    nmniv8

    Nome: Kameji Ashimizu
    Villaggio: Kirigakure No Sato
    Grado: Chuunin
    Altezza: 1,83 m
    Età: 17 anni
    Energia: Verde








    Pensato Kameji

    Parlato Kameji

    Gaho

    Capitano

    Menestrello

    Miyu (flashback)












    Passi lenti e ritmici, monotoni scandivano il passare del tempo in mezzo a quella nebbia di fine estate. Dinnanzi ai miei occhi un muro bianco che sarebbe stato fonte di smarrimento per ogni visitatore occasionale, era per me fonte di sicurezza: mi faceva sentire a casa. Sapevo oramai a menadito la conformazione del mio villaggio e sin dalla tenera età ero abituato a orientarmi in quella coltre lattiginosa. Il sommo capo mi aveva convocato nel suo ufficio per spedirmi con urgenza nelle Terre dei Fiumi per indagare su un certo Raiga Yuki, fuggiasco kiriano appartenente al clan Yuki. Il suo cognome probabilmente giustificava la scelta di mandare il sottoscritto e un altro membro giovanile del clan Yuki di nome Gaho, che aveva intrapreso anch’egli la carriera da shinobi. Io sono nato nel clan Yuki, da un membro dello stesso, mio padre. I miei reali genitori scomparvero in circostanze misteriose quando ancora ero molto piccolo e fui dato in adozione agli Ashimizu. Non mi era mai interessato particolarmente fare luce sul mio passato: indagare su un membro del mio stesso clan non mi dava emozioni particolari; al momento era una semplice missione non diversa dalle altre.

    Arrivai al molo dove mi incontrai con Gaho, il mio compagno di squadra. A trasportarci oltre confine sarebbe dovuto essere un brigantino. Non mi entusiasmavano i viaggi in barca e in tutti gli espatri e rimpatri compiuti finora avevo sempre preferito evitare quel tipo di trasporto.
    La nebbia non bastava a coprire quella figura mediamente imponente con due alberi verticali. L’albero centrale, quello maestro, ospitava tre grandi vele auriche, ovvero vele di forma trapezoidale, quasi squadrata. Tutte e tre erano ammainate vista la loro inutilità nelle operazioni di stazionamento in porto dell’imbarcazione. Sulla prua al momento non vi era niente ma, più tardi, sarebbero entrate in azione due grosse vele triangolari, ancorate per un vertice alla sommità dell’albero maestro. A poppa, un’unica grande randa pendeva dal secondo albero. La barca sembrava portare un equipaggio di circa un centinaio di persone. Io e Gaho salimmo dunque sull’imbarcazione premurandoci di incontrare in primis il comandante della stessa per confermare la nostra presenza a bordo. Decidemmo di cercarlo sul ponte, che ci sembrava il luogo più ragionevole per poter ospitare una figura del genere. L’odore salmastro subito penetrò pungente nelle mie narici creando in poco tempo un’atmosfera al quale non ero abituato. Individuammo subito il leader dell’imbarcazione, in quanto essere l’unica persona sul ponte prodiga a impartire gli ordini di continuo e con una certa fermezza.
    Hei voi due! Occhio con quella cassa! c'è scritto FRAGILE, per la miseria! ... Che state facendo con quella vela? Non vedete che la state attorcigliando, dannazione! Fate presto ciurma di smidollati! Salpiamo tra trenta minuti!
    L’uomo sembrava aver già passato il primo giro di boa da un bel pezzo, ma appariva al contempo forte e asciutto. Il suo corpo non tanto alto, ma fortemente muscoloso, testimoniava una vita passata in mare. Indossava una divisa da marinaio molto classica e allo stesso tempo antica, ma tenuta con dedizione. Il cappello sovrastava la faccia rude con il mento prominente e la testa oramai priva di capelli. Sui bicipiti spuntavano feroci due ancore tatuate, una per braccio.
    Non impiegò molto a notarci e a fermare la sua agitazione da comando.
    Ah, voi dovete essere i due ninja di cui mi hanno parlato... Io sono il comandante Masako Tonara, benvenuti a bordo della mia nave...

    Fantastico…
    L’omone aveva un’aria molto severa, ma allo stesso tempo dava sicurezza ai passeggeri. Gli scorci successivi di tempo si tinsero di un silenzio a dir poco imbarazzante. Guardai istintivamente Gaho, che mi ricordò con un cenno del capo che ero io il più alto in grado.
    Merda!!
    Non ero abituato al comando e a compiere le formalità di presentazione.
    Lieto di conoscerla. Io sono Kameji Ashimizu e lui è Gaho Yuki. Siamo a vostra disposizione!
    Piacere. Non esiti a farci sapere se ha bisogno di noi.
    Il capitano scosse lievemente la testa a declinare le nostre premure.
    Piacere mio. Vi ringrazio, ma non credo sarà necessario...
    Rifiuta manodopera gratis?!
    Salvo imprevisti, dovrebbe essere un viaggio tranquillo.
    Eccola la… Affondiamo!
    Vi faccio mostrare i vostri alloggi...
    Dopodichè, con un richiamo sonoro molto secco e assordante, richiamo un marinaio lì vicino e ordinò lui di portaci sotto coperta. Quest’ultimo era un ragazzo quasi dell’età di Gaho, con i capelli rossicci, occhi grandi e scuri e una grande cicatrice coperta parzialmente da una scura bandana. A giudicare dall’età, il suo grado sembrava essere uno dei più bassi. Vestiva un’uniforme bianca con due strisce blu che scorrevano parallele alla parte esterna delle braccia e facevano il giro del colletto tirato su quasi fino al mento.
    Lo schiavo di turno… Capisco…
    normal_kobi1vx3
    Durante il tragitto, per spezzare il silenzio, Gaho chiese al marinaio informazioni sull’imbarcazione che ci mise al corrente sullo status della nave e sulle sue ordinarie mansioni. Questa nave, che ordinariamente svolgeva mansioni di sorveglianza e per esse era famosa, avrebbe ampliato straordinariamente il raggio d’azione per consentire lo scalo nel Paese dei Fiumi. Il viaggio sarebbe dovuto durare all’incirca un paio di giorni. Scendemmo dunque una rampa di scale che ci porto nei piani sottoponte. La nostra camera era composta da un semplice letto a castello in legno chiaro, un mobiletto della stessa tonalità e un piccolo mobiletto squadrato largo circa un metro e profondo la metà. Non vi erano oblò o contatti diretti con l’esterno e i due soliti terminali dell’impianto pneumatico, le ventole di aspirazione e diffusione, garantivano il ricircolo dell’aria in cabina. Potemmo dunque finalmente lasciar giù i bagagli. Gahò sparì dopo qualche minuto mentre io mi sdraiai sul letto superiore e rimasi immobile, guardando il soffitto, perdendomi nei miei pensieri.

    CITAZIONE
    Dissolsi subito il jutsu del velo di nebbia. Dinnanzi ai miei occhi si profilava il corpo di Miyu a terra, singhiozzante, sul punto di perder conoscenza e forse lasciarci le penne.
    Cazzo l'ho proprio steso!!!
    Mi avvicinai quel tanto che basta per guardare i suoi occhi brillare. Per la prima volta li notai, erano azzurri e densi di colore, come il cielo. Le mani che a fatica si muovevano si sciolsero in un tentativo disperato di raggiungermi. Allungò la destra prima di cominciare a singhiozzare, estese il mignolo veros il mio volto, a puntar il sole in quell'umida battaglia.
    Kameji...Non riesco a combattere contro di te. Sei stato l'unico amico che io abbia mai avuto, anche se mi prendevi in giro, non fa niente... Quello che conta è che io ti abbia conosciuto frequentandoti quel tanto che basta per poterti conoscere. Ti auguro una lunga vita... E spero che un giorno tornerai a prendere Shizuka...
    Una lacrima lenta e calda le scolcò il viso, e così a fiotti cominciarono a seguire, mentre il dito lievemente si abbassava, e gli occhi si chiudevano. morto non si poteva dire, fatto sta che perse conoscenza da vero eroe. Con un tonfo in quel tetro silenzio cadde la speranza di una persona che aveva perduto tutto, ma che non perse mai la voglia di amare.
    Fa buon viaggio Miyu-sama...
    Mi commossi anch'io, ma non tanto da piangere.
    Sono un ninja ed ho compiuto la mia scelta!!!
    Sai... Si dice in giro che chi nasca privato della vista e dell'udito, sviluppi poi in maniera sensazionale gli altri sensi del corpo... Tu hai sviluppato anche il senso dell'onore: come relitto sei arrivato ma come eroe hai versato la vita... Ti ricorderò sempre Miyu. E' vero che ti ho preso in giro, ma ora non posso che cambiar quegli insulti in stima. Se non ti fossi schierato contro Kiri, sono sicuro che saremmo diventati ottimi amici... O forse lo siamo già...
    Sorrisi al nulla, preso in controtempo dall'emozione di quegli occhi spenti, di quel viso che ancora emanavi lievi aloni vitali oramai deboli. Il suo futuro incerto rendeva la vita precaria e ogni emozione ancor più forte.
    E poi... Troverò Shizuka, e con lei fuggirò da quella prigione... Tornerò quando sarò più forte... Anche se non puoi sentirmi... Questa è una promessa!!! E non l'ultima presa in giro...

    Mi risvegliai smarrito. Realizzai di essermi appisolato lasciandomi andare ai ricordi.
    Sarà meglio fare un giro… Umh…
    Mi catapultai ancora intontito giù dal letto a castello per poi attraversare l’uscio della cabina. Ci trovavamo nel primo piano “sotto coperta”. La nostra stanza era solamente una di tante porte uguali che adornavano il corridoio su ambo i lati. A distinguerle dalla più totale confusione, un numero identificativo della camera vigeva come effige avvitato su ogni porta.
    Sono circa una trentina di stanze…
    Cominciai a camminare per il corridoio. I numeri scorrevano uno dietro l’altro. Superai anche i servizi in comune posti all’incirca a metà corridoio. Giunsi dunque alla scala che portava al ponte e procedetti ad affacciarmi nuovamente sull’ambiente esterno realizzando di essermi svegliato nel pieno meriggio. Il vociare dei marinai si mischiava con il suono dell’acqua che si infrangeva lungo le paratie dell’imbarcazione in moto e fendeva l’aria di una burrascosa melodia, fine e sottile ma allo stesso tempo pungente.
    Cerchiamo un luogo tranquillo.
    Avevo individuato la zona del comando verso la prua della barca, e l’istinto mi spinse verso il punto radialmente ad essa opposto. Un’occhiata fugace all’immensa desolazione turchese che avvolgeva la nave in tutte le direzione mi diede un grande senso di solitudine, ma lasciai dunque che il mio cervello scacciasse via quei loschi pensieri. Per oggi avevo riflettuto abbastanza. Una lieve e velata melodia scosse quel monotono circondario. Preso dalla curiosità, decisi di seguire la provenienza della musica per trovare a poppa un uomo girato di spalle e seduto per terra con le gambe conserte. Capelli neri ne lasciavano intuire la giovine età e, oltre alla schiena, si scorgeva la figura di una chitarra artigianale. L’uomo suonava con tatto e delicatezza e gli accordi melodiosi venivano sopraffatti poco dopo dal rumore dallo scrosciare dell’acqua. Lo affiancai spinto dalla curiosità. Il volto asciutto e privo di rughe mi confermò che non dovesse avere più di trent’anni. Smise di suonare e mi squadrò attentamente.
    Oh… Mi dispiace avervi disturbato… Non volevo…
    Non si preoccupi! Non vi ho mai visto qui. Siete uno dei due ninja?
    Esattamente!
    Cosa ci fa un marinaio qui isolato da tutti?!
    Siete dannatamente bravo!
    Oh… Ti ringrazio…
    Mi invitò a completar la frase.
    Kameji!
    Ti ringrazio Kameji! Io sono Ren… Molto piacere!
    CbKgdc4XEAAbc3Q
    Vengo qui molto spesso quando sono in pausa. La musica e il rumore del mare spesso trasportano via ogni angustia… E’ come lasciarsi trasportare dalla corrente…
    Capisco!
    Forse dovrei provare anch’io invece che tormentarmi nel sonno…
    Ti piace?
    Mi chiese indicando lo strumento.
    Beh non ci capisco molto di musica… E’ difficile suonarla?
    E’ tutta questione di pratica… La chitarra l’ho prodotta io stesso artigianalmente quindi chiedo sempre pareri a chi mi sente suonare. Basta un complimento per migliorarti la giornata!
    Prodotta artigianalmente?!
    Come si producono questi strumenti? Mi son sempre chiesto come è che vengono prodotti tutti quei suoni che noi chiamiamo musica… Cosa hanno di speciale rispetto ai normali suoni?
    Beh… Questa passione per gli strumenti e per la musica l’ho sviluppata come hobby. In sostanza qualsiasi suono altera la pressione dell’aria e ciò fa oscillare le particelle longitudinalmente. In sostanza produco un’onda…
    Un’onda?! Capisco.
    Non era la prima volta che incontravo un simil concetto. Ho aiutato molte volte mio padre in osservatorio e molti strumenti avevano a che fare con delle onde, anche se in quel caso si trattavano quasi sempre di onde elettromagnetiche.
    Ma un’onda possiamo produrla anche semplicemente facendo vibrare un dato oggetto e parliamo di onde meccaniche. L’oggetto, vibrando nell’aria circostante, sposta le particelle e crea a sua volta un’onda sonora. Banalmente se colpisco un pezzo di metallo con un martello faccio vibrare il metallo che a sua volta sposta le particelle d’aria e produce un suono.
    Tutto chiaro fin qui!
    Se noi prendiamo una corda e la fissiamo in due punti otteniamo delle particolari onde chiamate onde stazionarie. Semplicemente sono delle onde che vibrano con una certa frequenza che è molto legata alla distanza fra i due vincoli. Se vario questa distanza quindi posso cambiare la frequenza di oscillazione della corda.
    E cambiando la frequenza della corda ottengo suoni diversi che sarebbero le diverse note musicali giusto?
    Esattamente. Un dito dunque fa da primo perno, mentre l’ancoraggio dopo la cassa armonica fa da secondo perno. In realtà i modi di vibrare di una corda sono molto complessi però più o meno ci siamo.
    E la cassa armonica come funziona?
    Semplicemente se io suonando una nota il suono, che è un’onda di particelle d’aria, entra nella cassa armonica e inizia a rimbalzare al suo interno in tutte le direzioni propagandosi in tutta la cassa. Suonando una nota io non faccio altro che far oscillare l’aria di continuo, quindi produrre suoni di continuo. Così facendo il suono in arrivo nella cassa incontra l’onda sonora precedente che nel frattempo si è propagata ed essendo le onde alla stessa frequenza avviene una risonanza. Una piccola parte della seconda onda entrerà nella cassa armonica per ripetere il processo, mentre la parte rimanente “acquista energia” dalla prima onda e si propaga nell’ambiente circostante a intensità maggiore.
    Non pensavo che la musica potesse essere così complessa…
    Si… Stupisce a volte il fatto come qualcosa alla portata di tutti sia in realtà un meccanismo tanto complicato.
    Mi grattai la nuca.
    Ammetto che fa uno strano effetto… Vi lascio alle vostre sonate signor menestrello…
    Sorrisi per un istante. Il ragazzo ricambiò con un cenno della mano.
    Fate buon viaggio!
    MI allontanai, intenzionato a rimanere in giro ancora per un po’, altrimenti non avrei avuto altro da fare se non stendermi sul letto. Era quasi ora di cena, ma non avevo proprio fame. Volevo semplicemente concludere al più presto quella noiosa e monotona giornata nel modo più rapido possibile. Girovagai senza meta visitando tutti i ponti almeno un paio di volte, tranne quelli riservati al personale, perdendo l’orientamento non poche volte. Preferii evitare la sala mensa e il suo baccano all’ora di cena e mi avviai nuovamente verso la stanza.
    Entrai e notai Gaho che stava disfando pian piano il suo bagaglio.
    Uh… Dovrei fare la stessa cosa anch’io…
    Me ne fregai altamente, e mi sedetti sul comodino senza alcuna ragione.
    Kameji…
    Uh?
    La conversazione tra di noi si era fatta piuttosto delicata stamattina, prima che il Mizukage ci interrompesse... Ti confesso che ero un po' a disagio a parlare di cose così personali, avendoti appena conosciuto...
    Guardai lo Yuki perplesso. Non comprendevo ancora il disagio altrui.
    Vedi, anche se è vero che in famiglia non mi è mai mancato niente, ho passato praticamente tutta la vita da solo... isolato da tutti per la paura che il nostro cognome incute alla gente del nostro villaggio. Solo di recente sono riuscito a superare questa diffidenza almeno nei miei coetanei, ed a farmi degli amici, ma non è stato per niente facile. Per te è stato lo stesso? i tuoi genitori adottivi sanno delle tue origini?
    Umh… Forse non ho avuto abbastanza tatto.
    Capisco.. Perdonami... E' che io non do molta importanza al passato... Quello che è successo oramai è successo... Io vivo e lotto ogni giorno per la mia patria e per i miei genitori adottivi...
    Sospirai.
    Mi dispiace che tu abbia patito la solitudine. Sotto questo punto di vista io son stato più fortunato.. I miei genitori erano al corrente delle mie origini perchè sono state indicate nelle pratiche di adozione... Nonostante ciò io ho sempre vissuto come un Ashimizu e non come uno Yuki...
    Eppure il giovin Gaho aveva instillato in me una sorgente di dubbio e curiosità.
    Come mai il cognome Yuki è un fardello così pesante da portare? Cos'è che incute timore agli abitanti del villaggio?
    Proprio non lo so... Forse è paura per il nostro potere innato... oppure qualcosa che il nostro clan ha fatto in passato... A casa vige il più assoluto silenzio sull'argomento: tutte le volte che ho provato a sollevare la questione, sono stato bellamente ignorato. Alla fine mi sono semplicemente fatto forza ed ho cercato di conviverci, sforzandomi di convincere tutti quelli attorno a me che non sono un mostro!
    Brutta storia…
    Gaho si bloccò per un attimo. Smise di ripiegare la maglietta e rimase immobile a fissarla. Poi si voltò e mi sorrise abbastanza forzatamente.
    Non sono mai stato empatico con le persone… Ma scommetto che Gaho ha qualcuno di speciale e ha rischiato di perderlo…
    Bene... non so te ma io sono sfinito! Deve essere il rollio della barca che mi fa uno strano effetto! Provo a chiudere occhio, è la prima volta che dormo in mare!
    ...e non vuole che succeda di nuovo.
    Notai il repentino cambio di discorso. Certe situazioni sono difficili da affrontare.
    Beh dai... Diciamo che passare la notte in barca mi da una certa sicurezza... Ne ho passate di peggiori... In confronto all'ultima missione questo alloggio è oro colato... Comunque riposati che dobbiamo essere in forze sempre e per qualsiasi evenienza.
    Gaho… Vorrei tanto dirti che qualsiasi cosa tu abbia passato non è altro che il biglietto di ingresso per il mondo dei ninja… Più si andrà avanti e più sarà peggio.
    Nella mia prima missione ero stato costretto ad infiltrarmi in un’organizzazione criminale a cui faceva capo un tizio di nome Zeref. Commisi un unico grande errore: creare dei legami. Mi affezionai molto ad un ragazzo cieco di nome Miyu e mi innamorai di una shinobi alle prime armi come il sottoscritto di nome Shizuka. Creare dei legami nel mondo dei ninja è davvero pericoloso, soprattutto in certe situazioni. Venni scoperto e fui costretto ad uccidere Miyu. Rimpatriai a Kiri e da quel giorno non ebbi più notizie né di Zeref, né dell’organizzazione, ma soprattutto non ebbi notizie di Shizuka.
    Sarà meglio lasciarlo tranquillo…
    Uscii dalla stanza. Avrei voluto dirgli tutto, disilluderlo sulle aspettative che si fosse fatto della vita ma alla fine decisi di lasciar perdere. Ero certo che un giorno lo avrebbe capito da solo.
    Passai la serata sul ponte a veder le stelle, quando sentii verso le undici un buco nello stomaco. Comprensibile visto che era tutto il giorno che non mangiavo, indi scesi nella mensa deserta e mi cibai degli avanzi lasciati lì per i marinai che avevano il turno di notte. Cenai principalmente con formaggio e stufato freddo, ma vista la gran fame mi interessò poco la qualità del cibo. Ritornai dunque in stanza con Gaho che dormiva come un sasso. Giunse al termine dunque anche la mia giornata.

    Un rollio di eccessiva potenza mi scosse riportandomi al mondo reale dal mio sonno profondo.
    UH?!
    Seguirono una serie di schiamazzi che identificai esser voci esterne di marinai. Anche Gaho si svegliò urlando e si precipitò giù dal letto di corsa.
    MA CHE CAZZO... SPERIAMO DI NON ESSERE SOTTO ATTACCO!
    Mi lanciai giù dal letto superiore con uno scatto felino e presi a vestirmi in fretta e furia per precipitarmi poi fuori dalla stanza seguendo Gaho.
    Una volta percorse le scale che conducevano all’aperto subito una ventata furiosa scompigliò all’indietro i miei corti capelli neri. Quello schiaffo gelido mi svegliò del tutto. Il continuo rollio della barca aveva difficile salire le scale, e ora rendeva altrettanto complicato rimanere in equilibrio senza appoggiarsi a qualcosa. Fuori il mare si ripercuoteva sulla nave con apie ondate che arrivavano da tutte le parti. Le vele non erano state tutte smontate e c’era un genoa ancora su che dava problemi e rischiava, incanalando la forza del vento, di ribaltare la nave. La gente cercava disperatamente di svolgere le più disparate mansioni ancorandosi a tutti gli appigli possibili. Tutti i marinai si erano dunque legati ad una serie di corde che avevano ancorato all’albero maestro. Sul pavimento l’acqua portata dalle onde lavava il vomito lasciato dalla gente che aveva lo stomaco più debole, senza però riuscire a cancellare il disgustoso e nauseabondo odore ad esso collegato. Gaho dunque si ancorò come i marinai e mi porse a sua volta una corda.
    QUI KAMEJI! LEGATI A QUESTA CORDA PRIMA CHE CI SPAZZINO VIA LE ONDE!
    Lo sferzare del vento e il rumore della burrasca rendevano difficoltoso anche parlare e bisognava alzare non poco il tono di voce per sovrastare l’ambiente circostante.
    GRAZIE!
    Afferrai dunque la corda e me la legai in vita divenendo parte integrante dell’ammasso di canapa presente su tutto il ponte.
    DI QUESTO PASSO FINIREMO A PICCO! DOBBIAMO FARE QUALCOSA!
    Ma non mi dire… E io che pensavo di mettermi a produrre onigiri…
    Diedi una fugace occhiata al genoa per avere un quadro sommario della situazione.
    QUESTA VELA COMPLICA TUTTO... E' ANCORATA IN DUE PUNTI ALL'ALBERO STESSO E LO MANDA ANCORA DI PIU' IN FLESSIONE... DI QUESTO PASSO RISCHIA DI SPACCARLO! GAHO HAI QUALCHE IDEA?
    DOBBIAMO CERCARE DI AMMAINARLA! IO CERCO DI SALTARE E AFFERRARE LA VELA, TU TAGLIA LE CIME E POI AIUTAMI A SCHIACCIARLA PER TERRA PRIMA CHE SI RIGONFI!
    RICEVUTO!!! LANCIATI E AFFERRA LA CIMA SUPERIORE... IO AFFERRO QUELLA INFERIORE! POI AL MIO VIA LE TAGLIAMO ASSIEME E CI LANCIAMO VERSO TERRA!!
    QUELLO STRONZO DI CAPITANO CE L’HA GUFATA…
    Gaho dunque guardò verso l’alto dell’albero maestro.
    VA BENE! ASPETTA CHE PROVO A SALIRE!
    Il genin dunque slegò il nodo dalla parte dell’albero e cominciò a salire seguendo una serie di appigli in legno posti sullo stesso adatti allo scopo. Il continuo ondeggiare della barca complicava dannatamente il tutto.
    Sarà un compito troppo rischioso per un genin?!
    Avevo un controllo del chakra superiore e avrei potuto rischiarmi anche una scalata verticale.
    Ma si… se la caverà.
    Intanto estrassi un volgare kunai precipitandomi verso l’estremità della prua ove era presente l’altro appiglio del genoa. Tolti questi due appigli la vela si sarebbe dovuta sganciare. Ripiegarla infine non gli avrebbe permesso più di incanalare anche il minimo vento o di cominciare a svolazzare per tutto il ponte in quanto rimaneva un terzo ancoraggio alla parte bassa dell’albero maestro.
    Con il vento laterale, ma con le gambe ben ancorate al pavimento da una patina di chakra, raggiunsi la punta della prua.
    OK ORA!!!
    Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo per poi procedere a tagliare la corda che teneva la vela ancorata. Tenni stretto fra le dita il lembo del genoa. Una raffica di vento contrario impennò la vela spedendola verso la poppa trascinandomi con sé. Incapace di reggere la forte spinta del vento cominciai a strisciare i piedi sul pavimento fino a quando non decisi di assecondare la natura e mi lanciai con l’estremità della vela verso l’albero maestro. Mi trovai a fluttuare a mezz’aria seppur sollevato da terra di pochi centimetri mentre la parte alta del genoa precipitava a picco seguendo il vento e la gravita. Gaho aveva svolto correttamente il suo lavoro.
    Ugh…
    Ripresi contatto con il terreno dando una schienata pazzesca ma riuscii ad afferrare nel contempo la vela che stava cadendo dall’alto.
    E questa dovrebbe essere fatta!!
    Una volta arrivato al culmine del moto, la tenda si tese per l’azione del vento e io feci baciare i due lembi che tenevo in mano riducendo la vela ad una treccia scombinata di tessuto, ma che non era dunque più in grado di incanalare abilmente le forze aerodinamiche. Mi rimisi in piedi e convogliai il chakra ai piedi. Cominciai dunque a risalire il ponte verso l’albero maestro piegando nel contempo la vela.
    KAMEJI! LA PROSSIMA VOLTA CI SALI TU SU QUELLA TRAPPOLA INFERNALE! SONO VIVO PER MIRACOLO!!!
    Gaho, rimessosi nuovamente in sicurezza sbraitava. Come dargli torto. Ridacchiai di gusto.
    SONO SOLO DUE ONDINE DAI!! CERTO QUESTA TEMPESTA E' ARRIVATA PROPRIO IN UN BATTER D'OCCHIO SE I MARINAI NON HANNO AVUTO IL TEMPO DI TOGLIERE LE VELE PRIMA.
    Placati gli ondeggiamenti, la nave rimase in balia delle onde che imperterrite continuavano a buttare salsedine sul ponte. La tempesta durò per circa un’ora ancora ma non fu più pericolosa. Terminata la burrasca, Gaho e Kameji sciolsero le corde che li tenevano legati all’albero e tornarono a dormire mentre le prime luci che precedevano l’alba stavano cominciando a schiarire il cielo d’oriente.
    Finalmente… Non ne potevo più…

    Gaho ed io ci svegliammo quindi in tarda mattinata, entrambi sollecitati dal richiamo della fame. Ci dirigemmo quindi in cambusa ancora sotto l’effetto narcotico del sonno, per consumare un brunch a base di biscotti secchi e talmente duri che non si scioglievano neanche se immersi nel latte.
    Oggi è l'ultimo giorno di viaggio... E abbiamo ancora il dossier da leggere... Direi che sarebbe furbo sbarcare con già la situazione ben chiara!
    Una volta rifocillato mi tornarono subito le forze. Gaho annuì.
    Hai ragione. Dedichiamoci al fascicolo. Al momento non sappiamo nulla di questo tizio a parte il suo nome.
    Andai dunque in cabina a prendere il dossier datoci dal Mizukage con tutte le informazioni su Raiga Yuki e sul caso su cui ci apprestavamo ad indagare. Indi leggemmo prima tutta la parte del fascicolo riguardante le informazioni varie. Raiga era un promettente shinobi del villaggio e destinato, per via della sua carriera brillante, a diventare jonin. Prima di diventarlo, circa cinque anni prima, Raiga Yuki aveva abbandonato il villaggio per ragioni ignote. Nell’ultimo anno della sua permanenza aveva mostrato forti segni di uno squilibrio psichico identificato dai dottori kiriani come sindrome post-traumatica da stress. La causa della stessa era la morte di un compagno avvenuta nell’ultima missione svolta da Raiga.
    Il dossier conteneva in allegato anche un ulteriore foglio scritto con termini forse troppo tecnici per essere accessibili ai comuni mortali. Lo estrassi e lo scrutai per pochi secondi.
    C'è un allegato al rapporto... Sembra un referto medico...
    Sarà meglio leggerlo!
    In ottemperanza a quanto richiesto, si provvede alla valutazione psicologica del soggetto "Raiga Yuki"...
    In seguito ai fatti che lo hanno visto coinvolto relativamente allo shinobi *omissis*, il paziente riferisce il presentarsi di sintomi che comprendono: difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, problemi di concentrazione, estrema irritabilità e frequenti attacchi di collera, ipervigilanza e forti risposte di allarme.
    Presenta inoltre ricorrenti pensieri intrusivi, tra cui involontari ricordi spiacevoli dell'evento traumatico, incubi o flashback in cui il soggetto sente o agisce come se il suddetto si stesse ripresentando, provocandogli forti sensi di colpa.
    In relazione al quadro sintomatologico si formula una diagnosi di Disturbo Post Traumatico da Stress. Si suggerisce l'allontanamento del paziente dalla vita operativa e l'accompagnamento di un supporto psicologico per agevolarne il recupero.

    Mi focalizzai in seguito su una firma stranamente nitida e ben leggibile per appartenere ad un dottore.
    Dr. Hasegawa-Miura.
    Rimisi il foglio nel dossier cominciando a raggruppare e a sistemare i fogli in loco.
    Okay... Sembrerebbe un caso da trattare con molta cautela...
    Questo tizio... Aveva bisogno di aiuto! Il dottore lo ha scritto chiaramente... Eppure sembra che nessuno l'abbia preso sul serio. Per un intero anno nessuno ha fatto niente! Cosa pensi sia successo?
    Scrutai Gaho un’istante per notare il suo sguardo piuttosto assente.
    Capisco dove vuoi andare a parare… Essendo uno Yuki pensi che anche lui abbia subito una sorta di indifferenza da parte del villaggio…
    Questo noi non possiamo saperlo a priori... Direi che molte risposte le avremo quando arriveremo a destinazione... Magari ha molti alleati... Magari invece è stato etichettato come un pazzo e lasciato a marcire... Sai l'indifferenza delle persone a volte quanto può fare male!
    Potresti avere ragione come potresti non averla… Fatto sta che il referto non menziona assolutamente nulla di simile e a ciò che è scritto lì dobbiamo dare la precedenza…
    Già... Ma chiunque poteva trovarsi al posto suo...
    Il mio sguardo e quello del genin si incrociarono per un istante.
    Come intendiamo procedere una volta nel Paese dei Fiumi?
    Cambiare discorso non ti aiuterà ad affrontare la realtà!
    Beh... Direi che una cosa saggia da fare è consultare le forze dell'ordine del luogo visto che il sommo Mizukage ci ha detto che ci avrebbero fornito aiuto!
    E' un inizio. Poi secondo me converrebbe battere le locande principali e mostrare un po' la sua foto in giro. Non c'è lingua che un po' di ryo non possano sciogliere in posti del genere.Sconsiglio di separarci, se non è assolutamente necessario. Il tizio era quasi un Jonin, ed è sicuramente fuori dalla mia portata, ma penso anche della tua. Perdipiù conosce i segreti del clan Yuki... E non è neanche detto che sia solo! Dividerci sarebbe un rischio inutile...
    Assolutamente... Non a caso la nostra missione è soltanto quella di indagare e non di combatterlo... In generale evitare qualsiasi scontro fisico sarà per noi prioritario!!
    Mi fermai per un attimo a riflettere sull’idea di Gaho.
    Direi che il tuo è un piano assai sensato!
    Sbadigliai portandomi vistosamente una mano alla bocca.
    Ok siamo daccordo...
    Anche Gaho cominciò a sbadigliare a sua volta.
    Ahhhhhhhhhh... Bella nottataccia abbiamo passato... Sono a pezzi!! Che ne dici di scioglierci un po' e fare due scambi all'aperto?
    Uh?!
    Direi che è un'ottima idea... Un po' di movimento fa sempre bene...
    Ne avrebbero giovato strategia e coordinazione. Allenarsi fa sempre bene.
    Il genin dunque raccolse la spada di legno sulla panca adiacente.
    Bene! direi di andare all'aperto...
    Si alzò e cominciò a camminare verso l’esterno. Mi premurai di seguirlo. Ci dirigemmo verso uno spazio a prua della nave ove vi era abbastanza spazio per fare qualche scambio.
    A giudicare dalla spada di addestramento che porti sempre direi che il tuo pezzo forte siano le arti marziali... Confermi?
    Hai visto giusto! Penso di essere discretamente agile nel corpo a corpo, e me la cavo anche con le armi da lancio. Tu? Non usi armi?
    Il mio punto debole è proprio la forza... Non essendone fisicamente molto dotato sono più abile nell'utilizzo delle arti magiche e illusorie... Questo può tornare a nostro vantaggio perchè in un ipotetico combattimento potremmo utilizzare una strategia differenziata che spazia su tutte le arti.
    Bene... abbiamo parlato abbastanza! Ora vediamo veramente di cosa siamo capaci!
    Gaho dunque impugnò la spada con ambo le mani e subito si gettò all’attacco compiendo un fendente dall’alto verso il basso, mirato alla mia spalla sinistra. Evitai il colpo scansandomi verso destra. Questo attacco mi diede una vaga idea sulle possibili doti fisiche della controparte.
    Ragazzino il fegato non ti manca!
    Gaho dunque, una volta fallito il colpo, indietreggiò fino a circa due metri da me, assumendo una posizione di guardia.
    Ed io non mi aspettavo niente di meno da un Chunin!
    Stai tranquillo… Sulle arti marziali mi sei superiore… Sarebbe uno spreco attaccarti a mani nude.
    Dunque se siamo entrambi dello stesso clan dovremmo avere la stessa abilità giusto? Anche tu controlli il Fuuton e il Suiton?
    Si, è esatto. Anche se ho appreso le abilità del nostro clan solo da poco, e non le controllo molto bene... Tu, invece, pensavo che avessi scelto di non avere niente a che fare con le origini di tuo padre...
    Beh sai... Penso che il nostro sia un potere sopito che noi non scegliamo di possedere...
    Presi le dovute distanze portandomi a circa una decina di metri dal mio avversario e compagno di missione. Un ninjutsu ravvicinato, altrimenti, lo avrebbe sicuramente danneggiato eccessivamente.
    Mutai la natura del chakra insito nel mio corpo e un brivido travolse le mie membra. Attivai la mia innata e dunque la utilizzai per scagliare degli aculei di ghiaccio, ottenuti ghiacciando l’acqua del mare, e li scagliai verso Gaho. Ne ridussi la potenza di mia spontanea volontà. Ero interessato a testare le doti fisiche dello Yuki, non a fargli del male.
    Odio quando devo ricorrere a questo potere...
    Gaho rispose a dovere creando un muro di ghiaccio. Gli aculei dunque si stamparono tutti su quella barriera. Il muro poi si scagliò verso il sottoscritto imponente come pochi.
    Troppo lento… Ma buono assai per un genin…
    Lo schivai con una capriola laterale.
    Ci sai fare!! Lo odierai pure... Ma questo potere ti salverà il culo molte volte!!
    Chissà... comunque non mi hai ancora mostrato il tuo punto di forza... Non sono mai stato dentro un Genjutsu...
    Vuoi finire dentro un Genjutsu?! Che illusione sarebbe se te l’aspetti?! I nemici non ti avvertiranno quando decideranno di usare questo tipo di arte.
    Sarebbe un inutile spreco... I genjutsu sono molto impegnativi da utilizzare... In ogni caso non ti devi preoccupare perchè nel caso ci sarò io a iniettarti del chakra per toglierti dall'illusione!!
    Mi grattai la nuca.
    Riconoscere un'illusione molte volte può essere difficile soprattutto se chi la utilizza è in grado di mescolarla con la realtà che ti circonda...
    Sarà meglio... Perchè io non credo di esserne troppo in grado!
    Dovrai esserlo… Se vorrai campare a lungo nel mondo shinobi…

    L’allenamento proseguì per più di metà pomeriggio prima che Gaho decise di ritornare in camera. Rimasi a scrutare il mare sul ponte ancora per un po’ e poi feci ritorno in cabina per passare l’ultima parte della giornata in totale relax. Concordai con il mio socio la sveglia alle prime luci dell’alba per trovarci già in piena condizione mentale al nostro sbarco.
    Rispettammo quanto concordato e ci levammo prima dell’alba con i bagagli quasi completi dalla sera prima. Lasciammo dunque la stanza poco dopo e ci recammo a far colazione. La tazza di latte era stata solo vuotata quando entrò il mozzo che ci aveva accompagnato il primo giorno sotto coperta, per avvisarci dell’imminente scalo nelle Terre dei Fiumi.
    Di già?! Capisco… Pianificando l’arrivo a quest’ora del mattino vogliono rendere l’operazione più furtiva possibile…
    La tempistica di arrivo all’inizio mi lasciò un po’ perplesso, ma pian piano tutto acquistò un senso irrisorio nella mia testa. Raccolsi il mio zaino e abbandonai la colazione sul tavolo. Gaho fece lo stesso. Oramai eravamo giunti a destinazione.







    Scusa per il ritardo :beer:




    Edited by blaze9 - 16/9/2018, 12:51
  3. .
    Lainate?!
    Voglio sentire Uggi che urla sbronzo almeno da casa mia :yao:
  4. .
    Aggiornata la minischeda principale :beer:
  5. .
    Benvenuto a Kiri compatriota :beer: :beer: :beer: :rock:
  6. .



    Nome Pg: Oneji Ashimizu
    Età: 37
    Status: Civile
    Altezza: 1,78
    Segni Particolari: Voglia sulla parte sinistra del collo
    Storia: Padre adottivo di Kameji Ashimizu che ha dato indi il cognome al ragazzo. Figlio di un fabbro, si disinteressò totalmente alle arti della fucina per studiare l’arte più nobile dell’Astronomia. Divenuto indi astronomo di professione, conobbe la sua futura moglie e, in breve tempo, i due si sposarono. Incapace di avere figli, la coppia si rivolse ad un orfanotrofio di kiri per l’adozione e, dopo che gli furono presentate tutte le varie possibilità, essi optarono per Kameji. Oneji, convinto di riuscire a sotterrare del tutto il sangue ninja del bambino cercò di insegnargli fin da piccolo le stelle e i relativi movimenti. Il ragazzo però era come un fiume in piena e non seppero arginarlo e alla fine Kameji scelse la via del ninja sotto gli occhi spaventati dello stesso Oneji, che da quel giorno, vive col terrore che al figlio possa toccar nefasta sorte.
    Carattere:Amante delle arti scientifiche e del linguaggio forbito, nonostante sia figlio di una famiglia dal ceto medio, Oneji è un uomo estremamente rigoroso e preciso. Disprezza i maleducati e chi abusa del linguaggio da lui definito “popolano”. A volte tende ad essere troppo protettivo, ha comunque una mente calcolatrice e riflessiva e valuta bene ogni possibile conseguenza di ogni sua singola scelta.

    Nome Pg: Hikaru Futo Ashimizu
    Età: 38
    Status:Civile
    Altezza: 1,74
    Segni Particolari: Volto pieno di lentiggini
    Storia: Madre adottiva di Kameji Ashimizu, Hikaru Futo nacque figlia di due civili ben abbienti e mai le sfiorò nella vita l’idea di intraprendere la carriera ninja. Rimasta da bambina affascinata dalla visita di un osservatorio decise di seguire le orme del padre, nonno materno di Kameji, e diventare anch’essa un’astronoma di professione. Conobbe quindi sul lavoro Oneji e i due si sposarono ma, in sgeuito alla scoperta del fatto che Hikaru non può avere figli, decisero entrambi di adottare Kameji all’orfanotrofio. Vennero messi al corrente della sua storia dai gestori della struttura. Hikaru, come il marito, tremendamente impaurita dalla vita spericolata dei ninja, decise di sotterrare la natura del ragazzo assieme al marito in favore di un’educazione più scolastica e civile, ma non ottennero grandi risultati. Cercò di dissuadere il figlio a non intraprendere la strada del ninja arrivando, in un impeto di disperazione, a minacciarlo di buttarlo fuori di casa. Cosa che poi non avvenne. Da quel giorno si abituò alla tetra idea che il figlio scomparisse da un momento all’altro e sembra quindi aver assunto negli ultimi anni un’aria più tetra. Di recente sembra aver accettato il fatto ed essersi leggermente ripresa.
    Carattere:Hikaru è una donna che si lascia trasportare facilmente dalle emozioni e arriva spesso a scatenare reazioni impulsive ed esagerate per poi pentirsene subito dopo. E’ comunque una donna di gran coraggio e di cuore buono e non riesce a serbare a lungo rancore per la gente. Cerca di non farsi futili preoccupazioni e vivere la vita un giorno alla volta, anche se tende a demoralizzarsi e scoraggiarsi facilmente. Ha una natura modesta, umile ma tremendamente insicura.


    hqdefault


















    Nome Pg: Inukichi Yuki -DECEDUTO
    Età: 27 alla morte
    Grado: Special Jounin
    Altezza: ??
    Segni Particolari: ??
    Storia: Padre di sangue e reale genitore di Kameji Ashimizu e membro del clan Yuki. Morì 15 anni or sono, quando suo figlio vantava due anni, in circostanze misteriose. Era un membro di spicco del clan Yuki e naturalmente la questione della sua morte al tempo è stata subito insabbiata ed etichettata come “incidente in missione” anche se i popolani per lungo tempo portarono sulle loro labbra la diceria di “affari di clan”. Kameji però non sa più del suo nome e della sua età e non sembra interessato ad approfondire della questione della loro morte, al momento perlomeno.

    Nome Pg: Hanane Saru -DECEDUTA
    Età: 25 alla morte
    Grado:Special Jounin
    Altezza: ??
    Segni Particolari: ??
    Storia: Figlia di una comune famiglia di ninja kiriani Hanane è la madre di sangue del piccolo Kameji nonché la persona che l’ha messo al mondo. Morta assieme al marito in un “tragico incidente” che puzza tremendamente, si dice che fosse esperta nelle arti illusorie. Altre informazioni eventuali su di lei sono ignote alla mente di Kameji.
  7. .

    nmniv8

    Nome Pg: Kameji Ashimizu
    Energia: Verde
    Grado: Genin
    Età: 17 anni
    Altezza: 1,83
    Segni Particolari: //


    Storia:
    Capitolo 1: L’infanzia
    Nato a Kirigakure No Sato, il piccolo Kameji è in realtà figlio di Inukichi Yuki e Hanane Saru. Entrambi morirono anni or sono, quanto il pargolo in culla vantava due anni, in circostanze misteriose e ancora del tutto da chiarire, forse a motivo del sangue del genitore maschio. Kameji venne così allevato da una nuova famiglia, ovvero gli Ashimizu, entrambi civili e non dotati di capacità ninja alcuna. Essi divengono per lui i reali genitori, ignaro totalmente della sua reale provenienza. Nonostante Kameji sin da piccolo dimostra un chiaro desiderio a diventare ninja ma i genitori adottivi, in quanto spaventati da cotal mestiere, gli negano la gioia dell’accademia. Il ragazzo però non si arrende e compra di nascosto uno shuriken che di nascosto lancia in un bersaglio sito in un piccolo boschetto dietro casa. Logoro dai continui lanci lo shuriken simboleggia la volontà piena e crescente del ragazzo che, dopo anni di insistenza e logoramento, riuscirà infine all’età di tredici anni ad ottenere il permesso di iscriversi in accademia.


    Capitolo 2: Finalmente Ninja

    I corsi di studio passarono veloci e Kameji dimostrò di avere un buon intelletto e una buona elasticità tattica e mentale, a meno però della voglia di studiare. Iscritto assieme a lui all’accademia, il suo amico d’infanzia Shinuken, che però, arrivando impreparato all’esame, metterà in difficoltà la sua carriera scolastica. Kameji infatti aiutò all’esame quest’ultimo a copiare, ma l’esaminatore li becco e li costrinse a sfidarsi a duello. Vinse Kameji che fu promosso a discapito di Shinuken che fu bocciato.
    Esame Accademia

    Genin da poco intraprese subito una missione di infiltrazione in un covo di Mukenin di medio-basso livello per più di un anno. Divenne quindi recluta di un gruppo capitanato da Zeref-sama. Durante l’addestramento conoscerà Miyu, un ragazzo muto, e Shizuka, il suo primo amore. Una volta terminato l’addestramento Kameji e il suo compagno di missione attaccarono il covo e lo stesso Ashimizu fu costretto a scontrarsi con Miyu e lo uccise. Il caso Zeref fu lasciato a chi di dovere e dal termine della missione lo stesso Kameji non ha più notizie della faccenda e né tantomeno di Shizuka.[/color]
    Infiltrazione nel covo di Zeref-Sama

    Tenutosi a riposo per lungo tempo dopo la precedente logorante ed estenuante missione capita accidentalmente, in viaggio con un amico, in una località balneare dove conosce Kaede e indaga su un furto di bagagli riuscendo a smascherare il ladro senza tante difficoltà.
    Il ladro di bagagli

    Ritorna quindi sulla piazza shinobi e stavolta viene mandato dal Kage a investigare nella cittadina di Ogai su delle misteriose scomparse che poi si scopriranno essere opera di un fanatico jashinista. A Ogai Kameji scoprirà che una delle vittime è la giovane Kaede. Assieme ad Ayame, la shinobi di Kiri alle dipendenze del Mizukage inviato a far squadra con lui per questa missione, riesce dunque a sconfiggere il fanatico e a liberare gli "ostaggi, tra cui Kaede.
    Un fanatico Jashinista

    Il suo successivo compito è stato quello poi di indagare su un omicidio multiplo nel quale si pensava fosse coinvolto un cittadino kiriano all'estero che era pronto a rimpatriare. Stringe legami quindi con l'ispettore Zenigata e con l'ICPO e riesce a trovare le prove sufficienti a incolpare una nota organizzazione criminale del paese e a scagionare il kiriano riportandolo indietro con sè nella loro patria natia.
    Esfiltrazione



    Carattere:
    Dotato di una certa arguzia di fondo pecca però di inesperienza in molti campi e commette ancora alcuni disastri dovuti principalmente a disattenzione. Moderato donnaiolo, uomo di parlata modicamente volgare, è abbastanza facile per lui non lasciarsi trasportare dalle emozioni se non forti e non a casa tende a mantenere un aspetto sempre glaciale e pensieroso, senza lasciar trasparire intenzione alcuna. Profondamente legato alla patria natia e ai suoi genitori adottivi non sembra interessato a scoprire il passato e ciò che lo lega al suo potere in quanto quelle figure non sono state parti integranti dei suoi ricordi. Nulla però impedisce al destino di mettergli la verità lungo il cammino. Si lascia spesso trascinare dalla situazione.


    MISSIONI LV D: 2


    MISSIONI LV C: 2


    MISSIONI LV B: 0
    MISSIONI LV A: 0
    MISSIONI LV S: 0[/color]



    Edited by blaze9 - 24/2/2018, 12:14
7 replies since 21/3/2011
.
Top